Tesista in crisi decisionale.. help!

Sono uno studente di medicina in tesi in (!)psichiatria,dai tratti moderatamente ansiosi e ahimè ossessivi.
Dallo scorso aprile sono interno in un reparto di psichiatria, ho chiesto la tesi ad un prof nuovo arrivato, persona dinamica e vicina agli studenti.

A novembre il prof mi permise di scegliere ciò che preferivo da una gamma di TESI - purtroppo affidandomi allo specializzando più saccente e arrogante del reparto: è uno che mi delega ai compiti più inutili, non mi spiega nulla, sottolinea le mie mancanze con delle continue e maliziose rasoiate. Quando lo seguo nel giro di visite entra in una stanza e mi sbatte SEMPRE la porta in faccia, obbligandomi a riaprirla.

Non so se sia questa la ragione principale, ma comincio a dubitare della mia tesi e ne sogno una diversa, magari con attinenza neurologica. Mi tengo dentro per due mesi questo desiderio, da classico evitante cerco di farlo "IMPLODERE" dentro di me per evitare brutte figure.

Arriva dicembre e lo specializzando sbruffone mi organizza un appuntamento telefonico con la coordinatrice che gestisce i casi clinici: purtroppo mi spostano l'esame e dimentico di chiamare all'ora stabilita: lo specializzando mi messaggia dicendo che non sono serio, che rischio di perdere il lavoro, che gli faccio fare brutte figure. Mi scuso e chiamo, ma la cosa mi innervosisce.

Ma dentro brucio per quegli atteggiamenti e per i tempi di quella tesi troppo lunga: chiedo allo sbruffone di pensarci su, e lui è sprezzante: "fa come vuoi tanto vado avanti lo stesso, sei troppo indeciso, rischi di rimanere un mediocre a vita.."

Chiedo al prof. di cambiarmi il primo progetto con uno attinente in neurologia: lui prontamente me ne affida uno nuovo, e li per li scoppio di gioia.. ma nei giorni seguenti, per una serie di atteggiamenti "intimidatori" da parte dello specializzando sbruffone ("se qualche tesista manca di rispetto faremo tutto per rendergli la vita impossibile"), e agli sfottò degli altri specializzandi che sostenevano che il nuovo lavoro era ancora più lungo e sfiancante, ho chiesto umilmente al prof, all'ultimo secondo, di tornare al vecchio progetto.. il prof si incazza anche perchè il cambio lo avevo chiesto proprio io.. ma poi la prende a ridere e mi permette di tornare indietro. Ora basta però eh ! capitolo chiuso! Glielo giuro pure.. in quel momento ero persino felice.

Fatto sta che subito dopo parlo con lo specializzando sbruffone che si rimangia tutto e mi fa "forse l'altro era meno impegnativo.. questo non so se finisci per luglio (il mio problema erano soprattutto i tempi), non so nemmeno a che punto sono i lavori, devi chiedere all'altro reparto.. NON NE SO NIENTE".

Prima che gli possa mettere le mani al collo qualora scopra che per luglio, come dissero all'inizio, è impossibile chiudere, sono ossessionato dall'idea di cambiare per la seconda volta e tornare al progetto nuovo che mi aveva proposto il prof..CAMBIARE PER LA SECONDA VOLTA.. Penseranno che sono un pazzo maniaco? Mi cacceranno?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,
da quanto ci scrive, si sente il peso enorme che il giudizio altrui ha sulle Sua scelte, al punto da farLa sembrare incapace, inetto, debole (come dice lo sbruffone),

Ma se Lei agisce il questa maniera sarà perchè non riesce ad agire in altra.

Anche considerando la carriera professionale che Le si apre, Le consiglio vivamente un percorso psicologico. Potrebbe renderLa più sicuro di sè, metterla in contatto con i Suoi desideri, in grado di fronteggiare i molto "sbruffoni" che si incontrano nella vita, ripristinare l'autostima.


Saluti cari.




Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Ho letto con grande interesse le Sue parole, in quanto esprimono benissimo lo stato d'animo di chi si trovi "assoggettato" ad un potere dispotico.
Lei concludera' la Sua tesi e diventera' uno Psichiatra. Ma spero che il germe che e' stato posto in Lei con questa sgradevole esperienza Le serva a migliorare e non ad assumere su di Lei lo stesso dispotismo che ha dovuto subire.
Magari si approccera' ai Suoi pazienti con gentilezza, rispetto, senza "sbattergli la porta in faccia" in alcun caso, anche se Le sarebbe agevole farlo, perche' forse rammentera', a livello umano, quanto sia sgradevole.
Quindi il mio consiglio e' di fare tesoro di tali esperienze mutando il "punto di vista". E diventera' un ottimo psichiatra!
I miei auguri e in bocca al lupo!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per le cortesi parole.
Ma come avete largamente intuito, l'intera storia è soprattutto frutto della mia scarsa autostima e della mia incapacità di prendere una decisione: dopo aver rinunciato al progetto dello sbruffone, influenzato dalle sue parole denigratorie, minacciose e offensive, mi sono fatto prendere dai sensi colpa nei suoi confronti (!), finendo per rimuginare giorni e notti sul fatto di dover tornare a tutti i costi sul suo progetto, di farmelo piacere, pur di non sentirmi in colpa, "mediocre" e "poco serio" come disse lui.

Questo per me è stato un grave problema perchè nei giorni di Natale sono finito in un vero e proprio "esaurimento da decisione" in cui non facevo che vedere in modo alterato i pro e i contro delle due scelte. E finendo per accumulare "pro" a favore della tesi dello sbruffone, come se fossi in preda a una "sindrome di stoccolma", temevo il giudizio altrui e volevo "preservare l'equilibrio disfunzionale", con la mia personalità in secondo piano.

Non avevo nulla di cui ringraziarlo ma alla fine, spinto solo e unicamente dalla paure e non da quello che veramente mi piace (l'altra tesi neurologica), ho fatto dietrofront all'ultimo minuto, irritando il prof che aveva scelto quell'argomento apposta per me, e sono tornato al progetto dello sbruffone.

Problema: dopo 10 minuti di entusiasmo, ho ricevuto il nuovo incarico dallo sbruffone e mi sono già pentito della mia nuova scelta. Ho iniziato a ruminare di nuovo sulla mia pessima scelta, e nonostante il prof mi abbia detto "però basta adesso!" vorri tornare ancora sui miei passi.

e' COME SE, UNA VOLTA FORZATO E AVUTO CIO' CHE DA ANNI DESIDERAVO (tesi con attinenza neurologica inerente una condizione di cui fu affetto mio cugino fino a morirne), SOTTO L'EGIDA PERSONALE DEL PROF, HO AVUTO SUBITO DOPO PAURA DEL CAMBIAMENTO, DEL SALTO NEL BUIO DATO CHE SULL'ALTRA BENE O MALE AVEVO LEGGIUCCHIATO QUALCOSA, AVEVA UN PAIO DI ATTINENZE DI CUI NON MI INTERESSA NULLA MA NON SI SA MAI (ecco l'insicurezza), E PER LA PAURA E LA SCARSA AUTOSTIMA DI "PUNTARE ALLE STELLE", HO SCELTO DI TORNARE DAL MIO SPECIALIZZANDO CARCERIERE E IL SUO PROGETTINO CHE ALLA FINE NON MI FA NEMMENO RISPARMIARE COI TEMPI.

Mi sono reso conto dell'errore e vorrei tornare per la seconda volta sui mie passi. Posso farlo o mi attirerò l'odio di tutti in reparto? Dopo aver fatto già arrabbiare una volta il prof, ed avergli promesso di rimanerci, che era l'ultimo cambio etc., posso chiedergli umilmente di tornare di nuovo al suo progetto? Una ragazza pronta a rilevare la tesi dello sbruffone ci sarebbe eccome.. Sarebbe il secondo dietrofront.. Cosa potrebbe succedere? cosa penseranno di me in reparto?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Tutto questo travaglio che Lei sta vivendo circa la Sua tesi rappresenta un principio psicologico su cui vorrei che riflettesse e meditasse: la tesi non e' un qualcosa che si scrive o che si relaziona. La tesi e' lo spartiacque, il valico, la frontiera che separa l'essere studente dall'essere libero. L'essere un professionista solo contro tutta la concorrenza dei colleghi, contro la sensazione di poca importanza che un giovane laureato corre il rischio di dovere subire dagli eventuali pazienti (sempre che ne avra') e dai colleghi piu' affermati.
E tutto cio' fa paura.
Mediti su questo.
Lo sa che alcuni studenti lasciano gli studi prima di "discutere la tesi"? Cosa le fa intuire cio'?
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dopo
Utente
Utente
A proposito di pazienti, dicendo "sempre che ne avrá" si riferisce al percorso necessario di un giovane laureato o al mio in particolare?

Comunque intuisco il suo messaggio: la paura della scelta potrebbe in realtà essere una paura del "dopo" mascherata.

Ma nel mio caso concorre un altro fattore a complicarmi la scelta: l'attinenza della tesi fa punteggio.. e può compromettere la possibilità di entrare in una specialità, soprattutto le più ambite come neurologia. E io nonostante lo scetticismo dei colleghi non avrei mai voluto rinunciare alla possibilità di provare anche il concorso di neurologia.. anche per questo avevo chiesto il cambio.. mi era stata pure cambiata dal prof secondo l'attinenza che cercavo quando ecco che i sensi di colpa e le paure sabotanti hanno fatto il loro corso: "neurologia ha punteggi troppo alti..questa tesi è anche più lunga dell'altra..ti fai nemico lo sbruffone imutilmente tanto non entri.. " ed è cosí che con molte scuse e una gran bella figuraccia sono tornato al progetto iniziale, quello insulso dello sbruffone.. pentito subito dopo, ora eccomi qua.

Vorrei riparlare col prof, piazzare come scusa un momento di confusione.. ma non so se sia possibile. Il prof è amichevole ma nn posso prenderlo in giro così. Mi prenderebbero tutti per pazzo. Lei che pensa?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Faccia come crede, ma certo un "momento di confusione" all'atto della laurea in psichiatria... a Lei farebbe una buona impressione?
Ci pensi un po' su!
E dopo avere fatto piu' passaggi di tesi!
Vorrei che riflettesse con quella maturita' che dovrebbe essere la prima dote di un laureando, figuriamoci di uno psichiatra!
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dopo
Utente
Utente
Intuisco che mi sconsiglia completamente una scelta simile. Sarebbe.. il terzo cambio! E veramente non so come il prof la prenderebbe, nonostante sia una persona umana e gentile. Dopo una settimana di follia, mi sono bruciato l occasiome di cambiare che pure aspettavo da mesi.

Morale: mai prendere decisioni avventate quando ci siamo "troppo dentro".
Rischiamo di vedere le cose.. stravolte, per quello che non sono veramente. Avevo avuto la forza di ribellarmi e chiedere un cambio argomento che mi avrebbe cambiato la carriera futura. Ma poi, per paura di volare troppo alto e complicarmi i rapporti sul reparto.. ho fatto la scelta più stupida, tornando da dov'ero venuto.

Occasione sprecata, non posso fare altro se non prendermela con me stesso.
[#8]
dopo
Utente
Utente
Me la prendo con me stesso ma anche i cattivi consiglieri hanno fatto la loro parte.

Dissi al prof che tornavo a quella precedente per via dei tempi dato che tutti gli specializzandi dicevano che con la nuova avrei impiegato tre mesi a fare le notti in reparto solo per estrapolare i dati dall archivio.. mentre con la vecchia, mi disse a sorpresa lo schiavista -sbruffone, dato che gli serviva manodopera per completargli la pubblicazione, avremmo finito giusto in tre mesi.

Ora che sono ri-passato da lui.... mi fa: "è difficile, non so niente sui tempi, ma sicuramente non per quest anno.. chiedi all altro reparto". Per poi aggiungere "fossi stato in te avrei scelto l altra : avresti fatto prima perché i casi clinici sono già nel pc".
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
<<Me la prendo con me stesso ma anche i cattivi consiglieri hanno fatto la loro parte.<<

I cattivi consiglieri ci sono sempre, la loro importanza dipende da chi segue i loro consgli.

E in ogni vaso noessuna scelta è risoliutiva, c'è sempre una seconda occasione se la si sa vedere.

E se rileggesse nuovamente la #1?
Cosa mi risponderebbe?



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dopo
Utente
Utente
Gentile dr.ssa Brunialti per "# 1 " si riferisce al suo primo consiglio di un percorso terapeutico? Quello sicuramente, è gia da un po mio desiderio di iniziarne uno serio per migliorarmi sul piano umano e professionale futuro.

"E in ogni caso nessuna scelta è risoliutiva, c'è sempre una seconda occasione se la si sa vedere."

Mi perdoni ma nel mio caso qual è la seconda occasione? Ormai ho toccato il fondo, ogni possibilità di ritorno è perduta a meno di accettare la situazione che io stesso ho creato in un momento di panico.



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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Mi aggancio alla risposta #9 non per farle notare una Sua manchevolezza, ma perche' serva a "farci un pensiero su". : lei e' un ottimo ragazzo, umano, sensibile (lo si percepisce benissimo) e sara' un grande medico, perche' e' umano.
Ma il mondo e' quello che e': c'e arroganza, presunzione, desiderio enorme di sovrastare chi sta solo un centimetro piu' in basso di se' e Lei comprende a chi mi riferisco.. Ma crescere, entrare nel mondo del lavoro, significa capire questo. E cio' accade soprattutto laddove e' importante l'importanza che ci si riesce a dare, l'autoreferenzialita' si definisce.
Il tirocinio e' anche questo. Forse e' la parte piu' importante. Per capire come e' l'ambiente un passo prima di starci dentro in modo assoluto.
Lei ha senza dubbio ricevuto informazioni parziali. Succedera' ancora.
Come puo' ovviare a questo? Usando il Suo discernimento e la Sua preparazione. Scientifica e umana.
Quindi mi creda il tutor sbruffone Le ha insegnato molto piu' di quanto non creda!
Auguri caro ragazzo!
Per tutto!
[#12]
dopo
Utente
Utente
Dr.ssa Esposito la ringrazio per le belle parole.
Lo sbruffone mi ha insegnato tanto in effetti.. ma per via di questo atteggiamento intimidatorio e aggressivo ho anche perso definitivamente la possibilità di potere provare il concorso in neurologia. E la gravità del fatto l ho percepita solo dopo.

Dr.ssa Brunialti cosa intende dicendo "
E in ogni caso nessuna scelta è risoliutiva, c'è sempre una seconda occasione se la si sa vedere."?

Grazie.


[#13]
dopo
Utente
Utente
Dr.ssa Brunialti cosa intende dicendo "
E in ogni caso nessuna scelta è risoliutiva, c'è sempre una seconda occasione se la si sa vedere."?