Schiavo ribelle dubbioso

Ho soltanto domande.

Se mi metto davanti ai porno sadomaso senza fare niente e autoipnotizzandomi per non avere erezioni, mi passeranno le fantasie sadomaso o si accresceranno fino a volersi portare nella realtà?

Perché le donne non la smettono di cercare di sovvertire l'ordine naturale delle cose e non si rimettono a lavarmi il pavimento e massaggiarmi i piedi? Perché anche se dico queste cose poi fantastico di leccare i piedi ad una qualsiasi?

Quando in psicologia si parla del "sé reale" non si tratta in fondo di un sé ideale inventato dal terapeuta ed inculcato con un lavaggio del cervello?

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Attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

le domande che pone, a prescindere dalle specifiche questioni, fanno pensare che in questo periodo Lei stia provando un forte disagio.

Consultarsi _di persona_ con uno/a specialista potrebbe senz'altro alleviarlo, sempre che vi sia una certa disponiblitità da parte Sua ad essere seguito.

Credo che il Centro Psico Sociale (CPS) della Sua zona, che fa parte del Servizio Pubblico, sia il riferimento più adatto per Lei.

Là troverà una squadra di professionisti di diverse categorie (medici, psicologi, assistenti sociali, infermieri, ecc.) che potranno seguirLa adeguatamente.





[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Di concerto con il Collega,
anche io le suggerisco di farsi aiutare.

Le domande che, a mio avviso, sembrano più un grido d'aiuto...non possono trovare risposte online, anche perché obbligano ad una disamina approfondita e personalizzata del suo vissuto e della sua sessualità.

Può comunque consultare queste letture:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5585-schiavo-d-amore-padroni-e-schiavi-il-sadomasochismo-e-le-sue-regole.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3828-bondage-dominanza-e-sottomissione-un-po-di-teoria.html-
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1613-sessualita-estrema-sado-masochismo-bdsm.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1869-perversioni-sessuali-o-giochi-erotici-terapia-si-terapia-no.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1486-sessualita-malata-le-parafilie-o-perversioni-sessuali.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2015 al 2016
Ex utente
Forse una chiamata d'aiuto, destinata a non ricevere risposta.
Ho cominciato tre terapie con tre psicologhe diverse, ma senza continuare mai oltre la quinta seduta. A voi risulta normale che seguire una terapia senza prendere farmaci mi dia degli effetti "psicotropi"? In passato assunsi psillocibina e thc, ma ormai l'ultima assunzione risale al 2013.

Non riesco a trovare il sito del CPS. Potreste orientarmi per quanto riguarda il settore privato?

Vi spiego come sembrano stare le cose. Ho fantasie di sottomissione e di masochismo che sfogo attraverso la pornografia. Ho letto i suoi articoli e tali letture mi impongono di chiarire questo: trovo aberrante l'idea di far uscire allo scoperto tali fantasie e di portarle in una relazione con qualcuno. Checché se ne dica: schiavitù significa schiavitù e nient'altro. Tutto il resto - emozioni, esigenze, amore - ha un ruolo secondario. Io mi rifiuto categoricamente di prendere seriamente in considerazione l'ipotesi di vivere una relazione di quel genere.

Come conseguenza ho due paure, paure che fungono da motivi per chiedere aiuto ed informarmi. Prima paura: che qualora dovessi incontrare per caso o per spinte inconsapevoli una donna sadica che mi riconosca e tenti di sedurmi, io non riesca a resistere e mi getti in quello che voglio evitare.
Seconda paura: che se andassi in terapia e venissi condotto ad "accettare me stesso" io perda la consapevolezza e di conseguenza l'accortezza relativa del fatto che schiavo=inferiore=male. Cosa che mi sembra plausibile.

Alla base stanno alcune questioni incontestabili. Lo schiavo non ha libertà e soprattutto non ha la libertà di diventare libero. Anche se ha "acquisito" la sua remissività, l'ha acquisita perché incapace di reagire a tale acquisizione e quindi parte "comunque" da una innata tendenza al servilismo o da una debolezza di fondo. Forte=padrone=innatamente felice=buono=bene. Chi si lamenta o "rivendica i propri diritti" dà soltanto segno di avere in sé la debolezza e la mancanza di valore che invece rivendica, come se il suo dominatore lo dominasse per cattiveria e non perché sta per natura un gradino sopra di lui.

Io non mi ritengo uno schiavo e comunque non accetterei la mia condizione. Viceversa, se mi scoprissi effettivamente schiavo, non potrei non accettarlo per natura. Scoprire come stanno le cose a questo riguardo mi permetterà di guarire se dovessi scoprirmi non schiavo oppure suicidarmi se dovessi scoprirmi schiavo. Il suicidio mi nobiliterebbe se risultassi effettivamente schiavo, cioè inferiore. Avrei, se non un riscatto sulla mia natura miserabile, quantomeno l'onorevolezza di non aggrapparmi alla vita come un miserabile. In ciò, per lo meno, affermerei la mia superiorità rispetto ai miei pari. Parimenti impedirei a me stesso la peggiore di tutte le vergogne possibili: trovarmi in balìa di una donna che, al di là del femminismo e altre idee sciocche, non ha che un misero valore all'interno della società.

Dunque cerco una terapia che possa darmi delle conferme oggettive senza coinvolgermi troppo e senza farmi "vedere le cose da un altro punto di vista", soprattutto senza che mi insegni delle "strategie" per non farmi influenzare in eventuali situazioni di rischio. Le strategie mentali appartengono alle nature deboli: i forti valutano le loro scelte in maniera binaria - bene/male - e non preparano nulla di elaborato o di astuto per difendersi o attaccare. Ovviamente in quest'epoca plebea i forti hanno difficoltà a sopravvivere alle inesauribili astuzie del volgo, ma la sopravvivenza riguarda solo i miseri.

In altri termini vorrei fare una "terapia" che mi tolga il dubbio: sono uno schiavo o ho soltanto delle fantasie in casa suscitate dalla noia? Che mi dia una risposta univoca e pertinente in modo che io possa decidermi liberamente.

Che tipo di orientamento mi consigliereste, tale da rispettare i suddetti requisiti? Ammesso che se ne trovino.

Post Scriptum: risulta evidente che non intendo "alleviare" eventuali disagi sottocutanei o "farmi tornare il sorriso". Mi interessa una nozione chiara e oggettiva, per decidere in qual modo, per conto mio "alleviare" i miei disagi.