Difficolta di integrazione, disadattamento sociale.

Salve a tutti.

Penso di avere una situazione abbstanza particolare, ma ho voluto confrontare con cio che e' stato gia scritto, e' credo proprio e spero che non capitino tutti i giorni situazioni come la mia. Tutto il vostro aiuto, mi sara gradito.

Sono stato chiuso dai 4 ai 27 anni di eta, diciamo con delle interruzioni mensili, 4 o 5 volte, che totalizzo in circa 3 anni. Il resto del tempo sono stato chiuso tra 4 mura in tanti tipi di istituzione, per oltre 20 anni. Mai in strutture psichiatriche o affini.
Un giorno ho deciso di scappare da cio che mi sembrava piu un capitolo di Franz Kafka e diciamo che dopo altri 15 anni circa e molti sforzi, sono riuscito a creare qualche sicurezza e certezza alla vita mia, pensando anche a rendermi piu invulnerabile, sopratutto dalle situazioni remote.

Io non ho potuto studiare cioe che e' obbligo ed e' mancato tutto il resto che assieme alla persona si definisce normalita. Per questa ragione arrivo a quasi 50 anni, senza sapere dove iniziare. E' la prima volta che prendo una iniziativa cosi importante, per la mia situazione.
Oggi mi resta da risolvere il rapporto psicologico. Sono diverso dal resto delle persone, non riesco a diventare una persona normale come gli altri. Il grosso ho iniziato a conoscerlo verso i 30 anni, perche la mia compagna, mi ha compreso ed aiutato a distinguere i negozi a capire delle regole ed anche tante altre cose che non sapevo. Ero meglio di una persona che per oltre 25 anni ha vissuto solamente nella Jungla, ma non molto di piu. Ero molto violento.

Ho fatto molti progressi in voce di questa "normalita", ma ho dei lati meno duttili dove sono certo che mi fermerei soltanto da morto. Sono stato violento, ma negli ultimi 20 anni, tutta l' azione fisica o pratica, sono riuscito a sfogarla in modo verbale, anche se non al 100%.
Detesto la massa. Non riesco a lasciare perdere nessuna provocazione e potrei essere molto determinato e persuasivo, o meglio, dico sono sempre pronto. In passato giravo anche armato, mi sono difeso quando ho ritenuto neccessario ma non ho mai ucciso. Da piu di 20 anni, non posseggo nessuna arma.
Come ho detto, la mia storia mi sembra particolare, vorrei trovare delle soluzioni. Tutto cio che puo fare riferimento al mio passato, dunque anche in materia di giustizia, e' stato tutto risolto e concluso. Tecnicamente ho una vita normale, ma dentro, mi sento marcio, sono adirato molto per il mio passato, a volte ho paura che, un giorno, decidero' ciecamente di dare una reciproca risposta all' inutile ed ingiustiuficato ruolo, impostomi in un passato che ho in mente ogni momento.

La mia richiesta di supporto e' per la mia grande difficolta esistenziale.
Ho letto nel regolamento e mi atterro' senza dubbio alle regole. Se avete delle domande o anche una procedura per me, la seguo attentamente rispondendo alle vostre domande. Infatti, immagino che siano neccessari maggiori dettagli.

Grazie per la vostra attenzione, resto nella speranza di poter avere, un giorno, anche io una vita normale.

Un cordiale saluto
Ugo
[#1]
Dr. Andrea Antonelli Psicologo, Psicoterapeuta 89 2
Gentile Ugo,

ho letto con interesse quanto ha scritto qui, dovrebbe essere stato difficoltoso sintetizzare in poche righe tanti anni di vita, sì perchè sebbene nomini spesso la parola chiusura il tempo non si svolge solo in uno spazio, ma anche nelle relazioni, nei progetti, negli affetti.

Certamente come lei stesso si sarà accorto, tanto disagio sarebbe opportuno chiarirlo meglio, definirlo, anche perchè ci sono alcuni punti dove ho difficoltà a comprenderne il significato e se è giunto per chiedere un aiuto, questo può essere fornito solo limitatamente ad un contesto virtuale, ben diverso da un consulto psicologico presso uno studio, ma anche qui è possibile fornire valide indicazioni e orientamenti.

In particolare sarebbe per me opportuno che mi chiarisca:

- Perchè sente così speciale la "situazione come la sua"? Con quale "già scritto" si vuole confrontare?

- Se la sente di rivelare esattamente dove è stato chiuso per 15 anni e per quale motivo? Forse si tratta di una "Jungla" che con tante regole la ha anche protetta?

- Afferma di non aver studiato ciò che è obbligo, però mi sembra non abbia difficoltà di scrivere un buon livello d'italiano.

- Cosa intende per "normalità"? Afferma di avere una vita "tecnicamente normale"...

- Il fatto che tanta violenza, aggressività, irascibilità con gli anni sia riuscito ad esprimerla limitatamente al verbale è già un traguardo importante in quanto la definisce una persona che sa controllarsi e orientare i propri impulsi, ci sarebbe da capire meglio la causa ad es. di questi impulsi.

- Altro fatto importante è avere una compagna supportiva, comprensiva, cerchi di far maturare questo rapporto non solo verso un affetto autentico, ma anche fondato sulla stima reciproca.

Nell'attesa che possa fornirmi maggiori dettagli, le auguro serenità di vivere già una vita "normale".

Cordialità

Dr. Andrea Antonelli

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dottor Andrea, trovo la Sua attenzione molto positiva.
Fin da ora offro tutta la mia disponibilita a supporto della Vostra iniziativa, oltretutto credo che la mia storia va intitolata cosi; Ho conosciuto la vita con una faccia totalmente negativa, ma oggi mi vesto di una vita dignitosa e positiva e forse e' di esempio per chi cerca soluzioni nella propria stessa vita.
Non e' facile sintetizzare, come giustamente ha osservato, pero lo faccio anche per non sconfinare con le regole di questo Forum e detto questo rispondero' alle domande che mi verranno proposte.

La parola chiusura e' stata cosi ermetica ed impermeabile, che non ha lasciato spazio a relazioni, progetti ed affetti.
Dai 4 anni, ho iniziato a trascorrere un periodo di 7 anni, in un campo polveroso, con molti bambini miei coetanei, forse eravamo 300 o piu. Non avevamo assolutamente niente se non la polvere di un campo. I piu forti erano in possesso delle poche pietre e si faceva il gioco delle 5 pietre. Chi perdeva pagava con del cibo o alcuni addirittura in natura. E' il posto piu violento che abbia mai conosciuto. Si viveva di vergate giornaliere, fame, obblighi di inginocchiarsi sul sale grosso, docce fatte una volta alla settimana, con verga e lanci di acqua bollente, mentre la doccia stessa gettava acqua fredda. E' stato uno spremere continuo, una violenza grande anche nella sua dimensione. Ho impiegato 7 anni per difendermi con determinazione. Ero gestito da personale femminile,fino alla mia drammatica reazione, ma da quel momento cambio tutto e sono stato assegnato a personale maschile.
Iniziai un percorso in rieducazione, credo per oltre 4 anni. Era la stessa cosa, devi essere parte di un gruppo, mai da solo per non essere soprafatto da tutti. Ma quando si sta in questi gruppi, bisogna combattere sempre, quando ci sono o meno le ragioni, perche ci sono sempre delle infantili ragioni di lotta. Questo nei primi 7 anni ed anche in quelli successivi, cioe 4 anni in riedicazione.
Questa seconda fase, mi ha dato piu insegnamento e se posso mettere tutto cio tra le leggi di Natura, qua ho imparato a difendermi anche da un peso esageratamente maggiore. Mi sono difeso con lame, colli di bottiglie e cio che ha incentivato il tutto, e' stato il risultato posiutivo da me ottenuto.
Sono una persona che ha sempre giocato in difesa, non ho mai pensato di dare principio ad una azione negativa, per una forma di rispetto che mi ha sempre accompagnato. Pero in quegli anni, ho scoperto che quando mi difendevo con piene ragioni, dovevo tirare fuori del sangue al rivale, perche questo mi dava certezza del termine-ostilita, diciamo cosi. Dopo questo periodo di rieducazione, sono iniziati circa 7 o 8 anni di detenzione da maggiorenne.
Per due volte ho lottato e morso due cani, in situazioni diverse.

Dottore, vedo la mia situazione diversa, per diverse ragioni. Spesso nel gruppo di persone, io non ho una famiglia da trattare, o non ho vacanze da raccontare, i miei racconti sono in una scatola di cemento e non hanno niente che puo assomigliare alla vitra di una persona normale. La gente ha sempre reagito
Con le suore non si cresce in modo adeguato per questa societa, io le ricordo come le persone piu violente che abbia mai conosciuto. Ricordo che avevo circa 6 anni e in un biglietto scrissi, che avevo bisogno di un mitra per uccidere tutte le suore. Per il seguito, quando mi veniva domandato riguardo alla mia professione da adulto, ho sempre risposto che volevo diventare un "cacciatore di suore". Se mette questo nella testa di un bambino di 6 anni, e' un grido di esasperazione.
Ho visto mio padre, bastonato da 7 di loro. Mio padre e mia madre, col divieto di incontrare i figli.
Puo immaginare che tutto cio, nasce da un litigio per un divano? Mia madre lo voleva e mio padre no. La famiglia di mio padre e' semplice e di lavoratori, quella di mia madre e' una media borghesia, un nome forte, la chiesa come arredamento nella casa e nelle pareti del cervello.
Da adulto sono stato detenuto per un duplice tentato omicidio. In altra circostanza per tentato furto. (Sono stato sorpreso in una casa non mia, mentre preparavo un piatto di pasta). Mi hanno arrestato per un breve periodo per droga (per la quale ero totalmente innocenete), ma sono stato assolto, perche non avevo niente a che vedere con questa faccenda. Non ho mai trovato interesse per le polveri. Ho fumato qualche spinello e niente piu. Ninete alcol. Pero ero dentro per droga, mi sono anche impiccato e fui salvato da un compagno di cella. Poi ci fu una cosa drammatica .... sono stato arrestato per una rapina con armi ed altre 3 persone assieme a me. Undici ostaggi a terra, un conflitto a fuoco ed una fuga tra spari durata una mattinata quasi. All' arresto c'erano 42 macchine di polizia e 800 colpi esplosi.
Quel giorno rientrava in un periodo che ero pronto anche a morire, avevo accettato tutto, ma a caro prezzo. Il mio moto era " Il mio funerale con 40 bare di invitati ' Ero giovane e non avevo la intelligenza e le capacita di oggi, altrimenti avrei fatto certamente di piu, perche ormai volevo la distruzione di tutto e tutti.

Forse alcune cose non appaiono molto chiare, ma non so quanto posso essere chiaro qua su questo spazio. Ma dovrei dire che la mia situazione e' andata sempre in cresciendo negativamente, venivo prelevato dalla strada, riempito di botte, perche dovevo assolutamente fare dei nomi. Sono stato fatto in sangue ed una volta anche mi vennero attaccati degli elettrodi al pene e con un generatore a manovella, mi davano le scariche. Negli uffici dei tutori, sentivo dirmi soltanto "Tunonsaichisonoio", da un macho senza palle! A volte capivo il terrore di questi vili e realizzavo, la mia utilita per giustificare il salario a loro ed un futuro ai loro figli. Bello il mondo delle persone oneste, pensavo. Per questo non ho mai odiato la persona del mio nemico, ma sempre il suo cognome e ne ho odiato intensamente il suo maledetto DNA. Quante volte ho pensato che il deserto sarebbe stato piu bello di cio che esisteva nella citta dove mi trovavo. Io volevo una distruzione totale. Il tempo che trascorrevo da libero, tra un cambio e l' altro, un arresto e l' altro, lo vivevo con totale assenza di informazioni iniziando le giornate e consapevole che forse non avrei piu visto la luna, quella stessa notte. Ma ho accettato questo.. La mia vita continuava come quando ero col gruppetto di infanti, dove e' neccessario partire per primo. Li ho fatto delle cose che non tutte posso raccontarle, ma da qua ho iniziato a vivere unicamente con disprezzo, odio, desiderio di distruzione. Da qua ho deciso che l' Italia e' il mio nemico numero uno e cosi la popolazione italiana, fatta eccezione per poche unita.

Ho deciso di andare via all' estero, perche ero troppo tentato dall' ultimo boom, quale mia vendetta finale a tanti abusi gratuiti. Se non andavo via, avrei commesso qualcosa di veramente forte ed ho fatto bene come ho fatto. Nel mio percorso, non ho potuto fare le scuole dell' obbligo interamente, infatti non ricordo di avere terminato la quinta e le medie mi hanno fatto un pacchetto di un anno. Questo nonostante fossi in cattivita, nel ventre dello stato. Ma durante le detenzioni, da maggiorenne, ho sempre letto tutti i libri che capitavano a portata di mano e se non li capivo li leggevo due o piu volte. Ho letto piu di mille libri, alcuni autori li ho letti per intero, tipo Fallaci, Hemingway, Hesse. Mi piace Nietzesche ed in tutte le mie letture fatte, ci sono alcuni libri forti che rasentano un po la mia situazione, come la storia di Alekos nel "Un Uomo di Oriana Fallaci" ma forse il piu vicino alla mia realta e' "Nel ventre della Bestia di Henry Jack Abbott". Questo e' molto simile alla mia situazione, direi il libro che ha maggiori riferimenti con la vita mia. Aggiungo per chi lo legge, forse e' un po forte per quelli che hanno avuto una vita normale.

Mi fermo, perche ho scritto tanto e forse troppo, non voglio abusare. Resto disponibile per qualsiasi domanda o se ritenete opportuno anche un contatto via email, telefono .....Non voglio trascrivere tutto in un testo, ma anticipo che il seguito all' estero e' altrettanto molto forte, ma con un aspetto certamente positivo e direi, ancora fuori dal normale, ma questa volta lo dico senza ramarrico, giacche non mi identifico piu nello strumento pericoloso che sono stato.

Grazie per l' attenzione fin qua.
Vi auguro una buona giornata.

Ugo

N.,B.Se potete darmi del "Tu" lo preferisco, ma non e' una pretesa. Grazie.
[#3]
Dr. Andrea Antonelli Psicologo, Psicoterapeuta 89 2
Gentile Ugo,

grazie innanzitutto per aver descritto meglio molti punti che nella sua prima richiesta erano rimasti oscuri o confusi.

Ciò che almeno qui sembra esprimere appare fondato su una forte attuale solitudine.
Ciò che ha vissuto nel suo passato di detenzione lo ha chiaramente costretto ad una visione della sua esistenza fortemente influenzata da abbandoni, conflitti, frustrazioni e tutto ciò va ad incidere e determinare lo stile affettivo col quale condurrà la sua vita adulta.

Il territorio come quello carcerario è ostile, animato da una forza negativa, al quale necessita una particolare capacità di adattamento, di adottare difese psicologiche precise, un territorio popolato e confinato, dove l'aggressività verso altri e verso sè stessi è molto frequente... tutto ciò dove porta? Verso una riabilitazione sociale? Esisteva durante il suo periodo detentivo la possibilità di sostegno psicologico/psichiatrico?

Non è questa la Sede per affrontare un argomento tanto spinoso, ma in questo preciso momento Lei deve sforzarsi di vivere nel presente, con tutte le difficoltà di integrazione che ha espresso nella sua richiesta e sarà arduo mi creda, anche perchè le esperienze di vita vissuta non possono scomparire, nè vanno cancellate, ma considerate come una fase (sebbene terribile) della propria vita ed accettarle resta scomodo alla nostra mente che cerca continuamente la pace e la logica in tutto.

Il problema "difficoltà esistenziale" che qui quasi grida deve essere collocato all'interno di un percorso preciso, in un contesto professionale che possa garantirle una migliore salute psicologica, dovrebbe così parlarne innanzitutto col suo medico di base che saprà certamente orientarla verso uno specialista psicoterapeuta/psichiatra della sua zona al quale affidarsi e percorrere una strada non facile, ma che la porterà verso un'esistenza migliore, almeno purificata da tanta aggressività, basta crederci un pò e restare legati a ciò che resta di sano come la sua compagna o magari qualche progetto che ha in mente o anche una sana passeggiata in un parco (dove i muri non esistono, nè terribili suore).

Mi tenga pure informato se crede.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Salve Dottor Andrea,

Questo e' un momento di "tilt" e sopratutto di solitudine.

Mi viene da pensare che gli ultimi anni, li ho dedicati se non al recupero, ma almeno a fare prevalere il mio valore come persona e se tiro le somme;
Per oltre 15 anni mi sono "imboscato nel supporto tecnico internazionale, scalando dal primo livello al terzo, sono diventato support engineer di una multinazionale leader dell' elettronica ed ero uno dei 22 componenti, nel Team ipiu importante della stessa societa. Ricordo che ero l' unico non ingegnere per trattamento universitario. Dove vivo mi distinguo sopratutto per capacita come venditore ed inoltre parlo 5 lingue adesso, di cui 4 che uso regolarmente per lavoro. quotidianamente. Direi anche che ho messo su Famiglia, la tanto sognata e desiderata e poi un ulteriore schiaffo della vita; Non so essere padre. Lascio l' elenco, perche sono sprovisto di tutto forse anche della stessa coscienza che serve per questo ruolo cosi importante, dove non tutti riescono.

La Sua risposta, la ottengo nella sua forza, se poi mi fermo a parlare di reabilitazione, mi conceda di dire qua, con un leggero umorismo, che i "re" si danno a chi ha perso una strada, non a chi e' stato ingannato e ne ha conosciuto una diversa dalle realta della Natura. Ancora ci sono momenti che sento di poter avere una comunicazione piu definita, coi vecchi animali della jungla e non con questi spettatori dello zoo.
Non c'e' stato un supporto psicologico, o meglio, ne ho cercato uno ..... da condividere con altri circa 2000 detenuti e comunque, ero un pacchetto che viaggiava da una scatola di cemento all' altro. Se non altro giustificavo lavoro e salari a tante persone.
Nei momenti che prendo coscienza di cio che ho fatto negli ultimi anni e descritto nella prima parte di questo testo, mi rendo conto di quanto non mi hanno permesso di fare. Mi disturbano molto le limitazioni che mi sono state imposte e tutto il pregiudizio conseguente che ne ha generato nella mia vita fino ad oggi. Che responsabilita si possono prendere delle persone, nascondendosi dietro ad una placenta di nome Stato?
Ho pensato molto a tutto cio e mentre ci pensavo ero ospite di Paesi stranieri, dove le realta che ho incontrato sono state totalmente diverse. Ho pensato che per tutto cio che darmi giustizia, io per l' Italia non verserei un goccio di sangue, ne ora e neppure in futuro. Ho un altra nazionalita, da un Paese che merita la mia gratitudine, per avermi offerto cose concrete, come istruzione, avviamento al lavoro, una famiglia e sopratutto tanta dignita', insegnamento dei propri diritti e doveri.

Cerchero' di prepararmi per seguire il Suo consiglio, mi sembra la cosa piu utile da fare, anche se non sono ancora bene come faro, ma ho un obiettivo.
Grazie per l' attenzione estesa fin qua, mi ha fatto molto piacere leggerla e sono certo che da qua ci sara un ulteriore positivita da raggiungere.

Cordialmente,

Ugo
[#5]
dopo
Utente
Utente
Come riassumere ulteriormente il tutto e dare un titolo, da offrire al medico di base? Mi piacerebbe poter andare li e dire; Ho la tosse! ...
Insomma, mi riesce difficile oltrepassare la reception, spiegarmi con difficolta, per poi ripetermi a seconda o terza persona.
C'e una definizione scientifica da presentare al mio dottore di base?

Grazie ancora per il supporto.

Cordiali saluti

Ugo
[#6]
Dr. Andrea Antonelli Psicologo, Psicoterapeuta 89 2
Gentile Ugo,

sente la necessità di riassumere e intitolare? Crede che il suo medico di base abbia necessità di ciò? Di vedersi presentare da lei una definizione scientifica?
[#7]
dopo
Utente
Utente
Salve dottor Andrea,

In questi momenti, mi vedo come una auto che deve entrare in un garage, per essere riparata.
Tutta questa "riparazione" dovrebbe avvenire in una lingua straniera, ma non mi lascio prendere dal panico. Mi piacerebbe poter andare li e dire che vorrei .... un caffe' .... se fosse cosi facile.

My problem is concerning "social integration"!
Puo bastare?

Grazie ancora,
saluto cordialmente,

Ugo
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