Bambino troppo abitudinario e rigido

Gentili dottori, vorrei richiedere un consulto relativamente a mio figlio di quasi quattro anni.
Per tendenza caratteriale, questioni logistiche e metodo educativo scelto, fin da subito l'abbiamo abituato ad avere una routine quotidiana piuttosto ripetitiva e con poco margine d'eccezione.
Con il passare del tempo, naturalmente, alcune regole si sono allentate, complice anche il fatto che lui può esprimere la propria volontà e noi siamo piuttosto esauriti da una gestione quasi totalmente in solitaria, senza aiuti: ad esempio, si può contrattare sull'ora della nanna e decidere insieme se vedere ancora un cartone.
Tuttavia, notiamo che il desiderio di routine in lui è tanto marcato da renderlo restio a qualsivoglia minimo cambiamento, se non a prezzo di lunghissime spiegazioni e rassicurazioni.
Il meccanismo psicologico per cui la ripetitività è per lui prevedibile e quindi confortante ci è chiaro, ma come potete ben immaginare diventa estremamente limitativo per tutti e tre se non è possibile variare nemmeno di pochissimo dal pattern predefinito: se per esempio lo accompagnamo a scuola un po' in ritardo e gli chiediamo di saltare un passaggio del rituale, si scatena il pianto terrorizzato che non abbiamo sempre modo e tempo (o energia) per gestire e far rientrare.
Inoltre, mi preoccupa il fatto che questo gli precluda nuove esperienze, che rifiuta a priori e solo raramente ci consente di accompagnarlo a fare: non ha mai dormito dalla nonna, per dire.
Va al nido fin da quando era piccolissimo e - a parte brevi fasi di passaggio - non ha mai sofferto del distacco da noi: sta avendo forse qualche difficoltà alla scuola materna iniziata a settembre, in una classe eterogenea, dove tende ad andare in cerca dei bambini più grandi (5 anni) che, invece, ovviamente non lo considerano molto.
Di alcuni grossi drammi vissuti dalla nostra famiglia due anni fa, per fortuna, non ha memoria di sorta.
Chiedo quindi a voi un parere - nei limiti naturalmente del possibile - su quanto sia "normale" questa sua rigidità e su come il padre ed io possiamo tentare di ridurla un po'.
Ringrazio anticipatamente per l'attenzione
[#1]
Dr. Marco Gaetano Calloni Psicologo 6
Gentile utente,
rispondere alla sua domanda "quanto sia "normale" questa sua rigidità " attraverso un forum online è pressoché impossibile, una valutazione di questo tipo è possibile solo attraverso una valutazione diretta del bambino e dei famigliari.
Tuttavia rileggendo la sua richiesta precedente e quella attuale mi pare di cogliere una "rigidità" abbastanza diffusa, un ricorso alla razionalizzazione e una ricerca di una routine che sia per aspetti logistici e caratteriali Le è affine.
Se il bambino è cresciuto in un contesto poco flessibile è facile che cambi improvvisi della routine possano generare ansie e paure, questo succede anche nell'adulto.
Come si ponete di fronte un cambiamento della routine quando questo non è deciso da Lei? Riesce ad affrontarlo in modo sereno o Le genera ansia?

Cordialmente

Dr. Marco Gaetano  Calloni
www.studiopsicologocalloni.it

[#2]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile utente,

ogni metodo educativo ha dei pro e dei contro.

Voi:
<<Per tendenza caratteriale, questioni logistiche e metodo educativo scelto, fin da subito l'abbiamo abituato ad avere una routine quotidiana piuttosto ripetitiva e con poco margine d'eccezione.<<

Quanto Voi ora rilevate è l'applicazione del metodo, che nella mente semplice e concreta di un bambino da metodo educativo è divenuto regola assoluta.
E dunque non si sgarra, se non a prezzo di ansie e sofferenze.

Intervenire a modificare il metodo si rivela dunque necessario, ma sui tempi piuttosto dilatati.

Un po' alla volta si potranno proporre piccole variazioni, ma sempre sul registro del piacere!
Quando la variazione apporta un piacere maggiore della frustrazione dovuta alla variazione stassa, può darsi che il bambino la accetti più volentieri.

Certamente i Vostri comportamenti (entusiasmo per il cambiamento, atteggiamento caldo, ecc.) hanno molta importanza.
Spiegare va bene. Spiegare "troppo" no; è il registro affettivo che va nutrito, non quello cognitivo.








Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentili dottori, grazie per le più che tempestive risposte.

Per quanto riguarda la mia rigidità, ne sono, ahimé, tristemente consapevole, come so che il controllo e l'anticipazione sull'imprevisto è ciò che mi consente di tenere meglio a bada un lato del carattere tendenzialmente molto ansioso.

Tuttavia, proprio perché consci dei limiti che questo comporta, al bambino offriamo sempre la lettura più positiva di ogni cambiamento, paragonandolo alle avventure dei suoi beniamini e raccontandogli le meraviglie che avverranno se solo cambierà X con Y.

Per quanto ci è possibile, cerchiamo di non trasmettergli le nostre ansie e le nostre manie, almeno a livello consapevole.
[#4]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile utente,

<<cerchiamo di non trasmettergli le nostre ansie e le nostre manie, almeno a livello consapevole.<<
e non ho alcun dubbio al proposito.

Il fatto è che gli umani producono messaggi inconsapevoli, oppure scarsamente controllabili razionalmente.
Ne abbiamo ampiamente "parlato" nel Suo consulto precedente, che consiglieri di rileggere perchè ricco di spunti di riflessione.

Aggiungo: Al fine di non influire troppo sui figli con il proprio modo di essere, qualche genitore decide di seguire un percorso psicologico: cosa che per sè non avrebbe fatto.

Potere della genitorialità...


Saluti cordiali.