Alla mia età mi sento ancora diverso e non ho concluso nulla

Come da titolo. Sono un 40enne che si rende conto di non aver concluso nulla di buono nella vita. A mio giudizio tutto nasce da una sensazione che ho avuto sin dall' infanzia quando non so perchè ma ho iniziato a credere di essere diverso dalle altre persone, insomma non uno di loro, nè in meglio nè in peggio sia chiaro ma semplicemente diverso e non so perchè ed in cosa consista questa diversità. Tutto ciò ancora oggi mi porta a credere che le persone mi evitino e non
riesco a costruirmi una vita. Vale per gli amici, le donne, etc. Davvero non riesco a capire perchè ho questa sensazione e perchè non riesco ad allacciare veri rapporti con le persone ma sempre distaccati. Per un po' di anni conoscendo questo mio limiti ho cercato di conviverci creando un mio riccio e pensando "non mi volete? peggio per voi". Adesso no, non più perchè mi rendo conto di aver sprecato la vita e non aver concluso nulla di buono. Sia chiaro, ho un buon lavoro, sono laureato, sono spesso allegro con le persone che mi stanno intorno, ma questa spada sulla testa c' è sempre e non mi fa vivere la vita come vorrei. Preciso inoltre che non mi sento affatto depresso. Mi rendo conto che ormai sono vecchietto e che la vita per metà è andata. Non mi sposerò, non avrò figli etc, quello che voglio è solo sapere il perchè di questo mio modo di essere. Ecco vorrei morire (quando sarà) togliendomi questo dubbio. Sapere perchè ho vissuto così. Grazie mille per chi avrà voglia di leggere e rispondermi. Comunque sto per prendere appuntamenti fisici con psicologi della mia città ma un vostro parere astratto e remoto mi nteressa.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Comunque sto per prendere appuntamenti fisici con psicologi >

Gentile Utente.
questa è una buona decisione, la percezione che ha di se stesso come persona diversa, quasi senza speranze di poter in qualche modo avere una migliore qualità di vita relazionale, in effetti non la aiuta ad avere una migliore qualità di vita.

Sembra guardare al mondo, agli altri, come persone giudicanti, che trovano in lei qualcuno da evitare, anziché incontrare, nel senso più pieno del termine.

Questa suo modo di pensare su sé, e sugli altri di conseguenza, questa sua convinzione, la conduce probabilmente a comportarsi in modo da essere confermata e fare previsioni negative sul suo futuro che, come ben sappiamo, è inconoscibile.
Questo potrebbe essere, a mio avviso, un punto importante su cui lavorare, insieme ad altro che da qui non sappiamo.

Cordialità

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Federica Serafini Psicologo, Psicoterapeuta 77 1
Gentile utente
Nonostante l'astrattezza che questo posto prevede., le domande e i dubbi che lei ha sono molte, quindi altrettante potrebbero essere le risposte.... Di certo lei sa che un consulto online prevede dei limiti dovuti alla mancanza di conoscenza diretta tra paziente e terapeuta e la mancanza della fiducia che dovrebbe esserne alla base....
Per quanto ci ha voluto raccontare di sè e della sua vita credo che lei abbia preso la decisione più opportuna a voler andare a consultare un collega.... Magari potrebbe anche succedere che seppur "vecchietto" come lei si definisce, riesca a scoprire quanto basta per permettere alle persone di avvicinarsi nonostante tutto ciò che ha detto a se stesso per una vita.....
Questo il mio augurio per lei.... Di scoprire di sè qualcosa che ancora non conosce e che questo possa essere per lei un trampolino di lancio!
Buonanotte

Dr.ssa Federica Serafini
Psicologa-Psicoterapeuta
www.federicaserafini.it

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Utente
Utente
Egregie Dott.sse,

vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato.

Forse nel mio primo commento ho utilizzato un termine sbagliato. In effetti "evitare" non è proprio il termine giusto; sarebbe stato più corretto dire che le persone con me risultano sempre essere "distanti". Io a modo mio ho sempre fatto di tutto per essere più vicino alle persone ma ho sempre intuito esserci una barriera eretta. Di sicuro mi sbaglio perchè con la logica ci si arriva a dedurre che non è così ma è una sensazione che ho dentro e non posso farci niente. Ripeto, negli anni passati ho convissuto con questa situazione, ho costruito un mio mondo basato sulla convinzione che nessuno può essere quello che non è. Oggi in effetti le cose non sono cambiate ma io vorrei sapere perchè mi porto dentro questa (falsa) sensazione sin dalla nascita. Chiedo solo questo, ormai neanche di guarire perchè tanto ormai sono un 40enne. Per il resto sono rassegnato e devo dire che come negli anni passati in fondo non me ne importa niente perchè meglio vivere così che in un modo che non è il mio. Però ripeto che pur essendo timido non sono depresso (strano) sono una persona abbastanza allegra che ride e scherza con tutti, che si impegna al lavoro etc etc.
Ho visto che entrambe siete di Roma, anche io. In che zona fate studio?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
può trovare informazioni nelle schede personali riportate su questo sito.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 505 41
Gentile Utente,

anche io credo sia un'ottima idea quella di rivolgersi direttamente ad uno psicologo psicoterapeuta nella Sua zona.

Mi preme però chiarire un aspetto fondamentale che, a mio avviso, è il perno della Sua sofferenza, e cioè il modo in cui Lei pensa a se stesso.
Infatti scrive: "Tutto ciò ancora oggi mi porta a credere che le persone mi evitino e non
riesco a costruirmi una vita"

Probabilmente è proprio questo pensiero e questa idea su se stesso a fare in modo che il Suo comportamento verso gli altri sia inconsapevolmente alla ricerca di un rifiuto. Infatti, se noi pensiamo che gli altri ci eviteranno, poiché non siamo a nostro agio, metteremo in atto tutte quelle strategie per fare in modo da difenderci.

Una volta intercettate queste dinamiche, invece, sarà più facile per Lei iniziare a relazionarsi in una maniera diversa con le persone, senza temere le loro reazioni.

Anche l'atteggiamento rassegnato implica che le idee che Lei ha di se stesso sono di impotenza appresa e non di poter cambiare. E' fondamentale rivedere queste idee con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Ringrazio tutte voi per il tempo che avete dedicato alla lettura della mia storia. Non ho idea se il mio sia un caso sui generis o diffuso.
Seguirò il vostro consiglio e contatterò un professionista della mia zona per chiedere aiuto (2 su tre che mi hanno risposto sono della mia città).

In effetti i poche righe non è facile riassumere la vita di una persona e descriversi. Preciso soltanto che sono stato io il primo ad essere psicologo improvvisato di me stesso dato che più o meno ho sempre pensato quello che mi avete detto. Il problema è che questo malessere lo hai dentro, prevale sulla ragione e non puoi farci nulla. In tutti questi anni ho costruito un mio ambiente che mi permetesse di "sopravvivere" che in parole povere ha significato isolarsi e non vivere la vita al 100%. Pensavo meglio così che far finta di vivere e devo dire che in fondo questo mal minore mi ha fatto stare "bene". Il problema che prima consciamente nascondevo a me stesso è venuto fuori in questi mesi quando l' ultima goccia ha fatto traboccare il vaso. Questa goccia è una ragazza che ho frequentato un po' ma adesso tutto è finito. La differenza con le altre frequentazioni femminili passate sta nel fatto che a lei tenevo davvero (come lei teneva a me) ed averla persa mi ha fatto riflettere sul fatto che fosse colpa mia nel senso di non aver fatto tutto il possibile per tenerla (intendo corteggiarla, stare con lei il più possibile etc etc). Mi sono chiesto ma perchè mi sono comprtato così se lei mi piaceva? Perchè avevo così tanti dubbi? Alla fine posso dire che questo è un esempio emblematico su quella che è stata la mia vita, le tante occasioni che mi si sono presentate e che io non ho saputo o voluto cogliere e non parlo solo di sentimenti. Ho dedotto che questa donna sia stata un po' la metafora della mia vita e che quindi adesso più che rimpiangere lei io in effetti rimpiango la mia vita sprecata. Scusate se mi improvviso psicologo ma a mio parere questo dimostra che ho ammesso il problema, mi sono studiato ed ho cercato risposte e soluzioni.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 505 41
Gentile Utente,

io ritengo che la priorità sia capire e soprattutto agire per modificare la situazione dolorosa che sta vivendo.

Quando Lei scrive: "Mi sono chiesto ma perchè mi sono comprtato così se lei mi piaceva? Perchè avevo così tanti dubbi? "

Forse la risposta sta proprio nelle Sua paure, nella paura di essere rifiutato o di non essere all'altezza o degno, dal momento che Lei dice di se stesso di aver sprecato la Sua vita.

Magari, se avesse di se stesso un'altra idea, con una maggiore autostima, riuscirebbe ad essere più positivo e propositivo non solo teoricamente, ma anche nelle Sue relazioni, senza poi avere rimpianti.

In ogni caso, ci aggiorni quando vuole, se Le fa piacere.
Cordiali saluti,
[#8]
dopo
Utente
Utente
Grazie ancora per la risposta.

Premetto che non voglio scroccare pareri gratuitamente ma il mio è un modo per sfogarmi un po' e diciamocelo anche vigliaccamente dietro un monitor e con il paracadute dell' anonimato.

Quello che non torna in me è proprio il concetto di autostima come lei ha diagnosticato. L' autostima ce l' ho eccome mi creda.

Concordo bene invece con quello che lei dice riguardo la paura. Vuole un esempio? Tendo a rimandare. Anche prenotare l' incontro con la psicologa è un esempio. Tra me e me dico sempre lo faccio dopo. Ho fatto l' esempio della visita psicologica ma vale per tutto ad esempio anche per prenotare un viaggio.

Ripeto, è un esempio perchè ho fatto così con tutti gli appuntamenti della mia vita (eccetto quelli lavorativi ed inerenti lo studio dove stranamente sono stato sempre deciso e spavaldo).

Perchè perchè perchè
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 505 41
Ma, vede, l'autostima si esprime anche in azioni come quelle che Lei ha citato.
In ogni caso, prenda la decisione di prenotare un colloquio psicologico e lo faccia.
Le paure si sconfiggono solo in questo modo, cioè affrontando ciò che ci fa paura e che ci paralizza e procrastinare può essere un buon modo per raccontarsela...

Cordiali saluti,
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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Gentile Utente,

concordo con quanto detto dalle Colleghe che mi hanno preceduta di richiedere di persona un consulto psicologico per meglio capire ed affrontare queste difficoltà relazionali di cui ci ha scritto.

Tuttavia mi colpiva il fatto di come lei si riconosca autostima e "superficialmente" abbia una vita piena fatta di lavoro ed amicizie, è una persona allegra e anche di compagnia immagino, ma è come se poi i rapporti si fermassero li.

Coglievo come la difficoltà che lamenta fosse qualcosa di più profondo e di diverso ad esempio di una semplice timidezza, ma che probabilmente va a toccare aspetti della sua personalità che non le permettono di relazionarsi in modo profondo ed autentico, come se sentisse sempre una barriera tra sè e gli altri.

Le dico questo pensando, leggendo le sue parole, a un senso di non appartenenza e di non piena condivisione con gli altri, da qui probabilmente il suo senso di diversità, di "esclusione" che le fa percepire questa "distanza".

In questi casi la persona può costruirsi un "suo mondo" in cui magari vive dei momenti di "superiorità", come lei stesso dice "non mi volete? Peggio per voi", ma che poi a lungo andare, confrontandosi con la realtà e con gli altri, fanno emergere sentimenti di diversità appunto e di aver "sprecato" delle occasioni.

Era naturalmente solo uno spunto di riflessione.
Cosa ne pensa?

Un cordiale saluto

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

[#11]
dopo
Utente
Utente
Dott.sa La Manna,

innanzitutto grazie.

Devo dirle che credo che lei abbia centrato il punto al 100% e mi ha descritto come io non sono riuscito a fare, intendo bene come lei. Mi riconosco pienamente nel "soggetto" che descrive. Le espressioni "ma è come se poi i rapporti si fermassero li" o "aspetti della sua personalità che non le permettono di relazionarsi in modo profondo ed autentico, come se sentisse sempre una barriera tra sè e gli altri" sono perfette. Confermo di avere stima di me stesso anche perchè escludendo il campo delle relazioni sociali credo di aver combinato tante cose buone in altri settori, tipo studio, lavoro, etc. Anzi (e questa è una cosa che adesso capisco grazie al vostro aiuto on line) spesso soffrivo quando in questi settori non riuscivo ad essere il primo della classe. Probabilmente solo una cosa lei ha mal interpretato, cioè quando dico "non mi volete? peggio per voi", lo dicevo non perchè io mi sentissi migliore ma per creare una difesa nei confronti degli altri e proprio per questo mi sono creato un guscio di chiusura verso il mondo salvo poi scoprire che ho buttato decenni della mia vita dietro questa barriera, vita che ho vissuto come giustamente dice lei "superficialmente" inteso non in modo dispregiativo del termine ma in modo non approfondito nelle relazioni sociali.

Grazie ancora per la risposta
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

- è rilevante la discrepanza tra l'autopercezione e la realtà oggettiva:
<<Sia chiaro, ho un buon lavoro, sono laureato, sono spesso allegro con le persone che mi stanno intorno, ma questa spada sulla testa c' è sempre <<

- Lei ha solo una quarantina d'anni, ma dice ripetutamenre di sè:
<<Mi rendo conto che ormai sono vecchietto e che la vita per metà è andata. Non mi sposerò, non avrò figli <<
Anche in questo caso è rilevante la discrepanza tra l'autopercezione e la realtà oggettiva.

Un aiuto psicologico potrebbe ridurre tale discrepanza e farLe vivere una vita più consona.
Senza temporeggiare oltre, però.

Ci tenga informati sulla telefonata ... se ritiene.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#13]
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Utente
Utente
Dott.sa Brunialti,

come le sue collehe, ringrazio di cuore anche lei per il tempo e la sua professionalità che gratuitamente mi dedica.

Si, sono il primo a riconoscere discrepanza in me tra quello che mi dice la logica e come mi fa vivere questa "voce" che ho dentro (quello che lei chiama autopercezione e la realtà oggettiva). Come dicevo nei commenti precedenti, se mi fermo a ragionare su me stesso quindi utilizzando la logica chiedo a me stesso "ma perchè faccio così? cosa mi manca? ho tutto quello che voglio" ma poi quella voce o sentimento o istinto, non so come si chiami mi porta a me vivere il mondo esattamente come la Dott.sa La Manna mi ha descritto. Le faccio un esempio. Frequentazioni femminili ne ho avute, come al solito superficiali, ma sa qual è la cosa strana? Non ho mai davvero corteggiato una donna nè so come si fa? Incredibile vero? Ma è così. Le ho fatto l' esempio delle fidanzate perchè emblematico credo, ma lo stesso vale ad esempio per gli amici. Un altro esempio? Non mi sono mai confidato con nessuno nè sfogato. Non so se sono riuscito a spiegarmi.

Comunque grazie ancora e devo dire che scopro che mi aiuta molto questo sfogo o parlare, anche se nascosto vigliaccamnete dietro un monitor protetto dall' anonimato.
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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
La ringrazio per la precisazione sull'espressione "non mi volete? Peggio per voi" non in termini di superiorità, ma di difesa.

In quest'ottica sembra di "sentire", toccare con mano questo suo senso di distanza e di non appartenenza che ha con gli altri.

Vado a memoria e non sarò precisa, ma leggendo le sue parole mi veniva in mente una frase di un romanzo che più o meno diceva così "è come se vivessi la mia vita da un vetro, attraverso cui vedo e guardo gli altri, ma non riesco mai veramente a toccarli".

Cordialmente
[#15]
dopo
Utente
Utente
Testo meraviglioso che sembra essere stato scritto appositamente per me!!! Ancora una volta lei ha centrato il punto e mi aiuta a scoprire miei aspetti

Ultimo favore: premesso che compatibilmente con ggli impegni di lavoro farò delle sedute da suoi colleghi\e, onestamente secondo lei sono così grave? La mia è una vicenda anomala o diffusa?

Saluti
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Non importa se
<<La mia è una vicenda anomala o diffusa?<<

L'importante è che Lei possa "toccare la vita".

Questa esperienza online
<<scopro che mi aiuta molto questo sfogo o parlare, anche se nascosto vigliaccamnete dietro un monitor protetto dall' anonimato.<<
fa capire che è possibile farlo in profondità, senza rischi ... ma anche forse di persona.

[#17]
dopo
Utente
Utente
Certamente lo farò ma non questa settimana perchè ho molti impegni di lavoro, anche nel week-end.

Come minimo mi farà bene anche solo parlarne dato che non mi sono mai aperto in vita mia.

Grazie ancora
[#18]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Certamente. Ma non temporeggi troppo; un consulto online è un buon avvio.

Saluti cordiali.





[#19]
dopo
Utente
Utente
Certo che lo farò prima possibile, la settimana prossima. Devo risolvere.
[#20]
Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Perchè chiedersi se questa sua difficoltà è diffusa o anomala?
Forse per capire che in questo non è poi così diverso dagli altri? O se invece è solo un suo modo di viversi e di "sentire" la vita?

Si rivolga con fiducia a un professionista di persona e il mio augurio è che lei possa finalmente iniziare ad infrangere quel "vetro" che non le permette di entrare autenticamente in contatto con l'altro e ad accorciare questa distanza che sembra abbia accompagnato la sua vita fino ad ora.

Un cordiale saluto
[#21]
dopo
Utente
Utente
Mi fa scoprire un altro aspetto di me stesso quando dice "Forse per capire che in questo non è poi così diverso dagli altri? ". Verissimo, non ci avevo mai pensato.

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