morte per carcinoma polmonare

Salve,
ho perso il mio papà da qualche mese per un carcinoma polmonare squamoso.
Da un pò di giorni mi pongo domande a cui non so trovare risposta...
So che tutto potrebbe sembrare inutile...ma credo che per affrontare alcune cose bisogna innanzitutto guardarle in faccia.
Vi ringrazio pertanto se riuscirete a darmi risposta.
Premetto che il cancro di mio papà era infiltrato all'esofago.
Le domande che mi tormentano negli ultimi giorni sono queste:
- mio papà è morto dopo due giorni di agonia in cui era chiaro che non riuscisse a respirare. Aveva un forte rantolo. Mi chiedo: tecnicamente, dal punto di vista medico, cosa è successo? E' davvero morto soffocato? Oppure potrebbe esserci stato un embolo (come pure ho sentito dire; premetto che non so neanche cosa sia)
- Durante la sua agonia e nonostante la morfina, improvvisamente sbarrava gli occhi e si agitava tremendamente. Si dimenava. Voleva addirittura scendere dal letto. Mi dicevano che non era cosciente. Ma lui mi guardava e mi ha anche chiamato per nome. Perché, dal punto di vista medico, aveva queste crisi? Ed era cosciente o no?
- E' morto nell'unico momento in cui io e mamma ci eravamo allontanate. E' possibile che sia stata una sua scelta per cosi dire "volontaria"?
- Un'ultima cosa: lui era consapevole di stare per morire?
Vi ringrazio molto
[#1]
Dr. Mirco Bindi Oncologo, Radioterapista 283 13 8
Gentile Signore, Le rispondo perché affronta il problema della morte che usualmente tutte le persone inclusi medici e infermieri cercano di evitare. Quello che Lei descrive è un quadro abbastanza consueto di come si muore per un cancro del polmone che infiltra tutte le strutture interne del polmone. Hanno fatto bene i medici a prescrivere la morfina che è il farmaco che permette, non di ridurre la sofferenza fisica, ma di alleviare e sedare la paura della morte. Il corpo e la mente viaggiano insieme e questo spiega la sua irrequietezza. Non credo fosse possibile ottenere risultati diversi. Nel suo racconto ci sono due aspetti che sono positivi, il primo è che lo ha chiamato per nome anche se era semi incosciente e questo significa l'amore di suo padre nei suoi confronti, il secondo che Lui ha scelto di morire da solo per non recare ulteriore turbamento alle persone amate.
Ultima cosa, nel momento in cui si muore siamo tutti consapevoli di quello che succede, la morte è un evento naturale sia che avvenga nel sonno o in un letto di ospedale, ma questo non cambia niente. Si lascia il corpo finito e si entra in un altra dimensione. Cordiali saluti

Prof. Mirco Bindi, www.mircobindi.com
specialista in Oncologia, Radioterapia, Patologia generale

[#2]
dopo
Attivo dal 2015 al 2016
Ex utente
Gentile professore,
La ringrazio molto per la Sua risposta.
E sopratutto la ringrazio per essere riuscito a individuare due aspetti positivi nel racconto che Le ho fatto...
Vorrei riuscirmi a soffermarmi solo su quelli...
Ne potrei forse aggiungere un altro...
Mentre si dimenava mi ha dato una piccola botta in testa...e poi mi ha fatto una carezza e ho letto sulle sue labbra: scusami...
Per il resto...come può immaginare, io che sono sempre stata la "cocca" di papà, non avrei mai pensato di dover trovarmi in quella situazione.
Più che la sua assenza, in certi giorni non riesco ad accettare una morte così atroce...così sofferta....
Non credevo che al giorno d'oggi non ci fossero farmaci in grado di far stare tranquilli in quei momenti...
Il suo volto dilaniato dal dolore ma soprattutto il suo sguardo smarrito e pieno di paura sono duri da accettare...
La ringrazio ancora.
Cordiali saluti
[#3]
Dr. Mirco Bindi Oncologo, Radioterapista 283 13 8
Gentile Signora, Il momento della morte è sempre una sofferenza sia per chi va via sia per chi rimane. Quando come nel caso di suo padre si aggiunge anche il dolore fisico il passaggio è più penoso e come ha conosciuto, la medicina è incapace ad affrontare la situazione. In verità ci sono dei medici che utilizzano quello che la scienza mette a disposizione insieme alla loro particolare sensibilità alla sofferenza, ma sono una rarità.
Lei ha aggiunto un altro piccolo segno di amore di suo padre nei suoi confronti: la piccola botta sulla testa. Lui voleva con quel piccolo ceffone lasciarle il ricordo dei bei giorni felici quando piccina la brontolava per un nonnulla e le le dava gli scappellotti. Non si senta assolutamente in colpa, non c'è motivo e suo padre lo sapeva, per questo ha voluto darle un segno in modo che Lei lo ricordi quando le sorrideva. Questo è il bello della morte che permette ai vivi, che sanno accettarla, di avere viva sempre accanto la persona amata. Con la morte la vita non finisce, continua anche se cambiano le forme e i tempi. Cordiali saluti