Incisivo che si muove dopo impianto fallito del dente vicino

Buonasera,
voglio sottoporvi il mio caso:
dopo il fallimento di un impianto post estrattivo dell'incisivo laterale, effettuato tre anni fa, il dentista è ricorso alla rigenerazione ossea del sito, a mio avviso non efficace, che mi ha fatto ulteriormente regredire l'osso. Dopo la guarigione di alcuni mesi ha messo un nuovo impianto, anche questo fallito. Cambio dentista e stavolta riesce nell'impresa, ma nel frattempo l'incisivo centrale vicino ha perso di stabilità, nel senso che si muove un po' più del normale. Probabile che la perdita ossea del dente impiantato abbia inciso anche sul vicino. Ho notato anche che oltre a muoversi è leggermente sceso e si è piegato un po' in avanti di circa un mm, uscendo un po' fuori dalla curva esterna dell'arcata superiore. Il mio dentista mi ha detto che non dovrei perderlo, però io ho chiesto di farlo rientrare, e lui mi ha replicato che essendo sceso di un mm non era possibile, si sarebbe dovuto limare un po' in punta. Io ho insistito anche a costo di limare leggermente la punta e così è stato fatto. Mi ha applicato la mascherina di spinta, ma mi da tanto fastidio e quando mangio si muove. Temo di doverlo perdere. Secondo voi il mio incisivo è ormai spacciato? Mi sapreste dare un consiglio? Grazie
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Dr. Mirco Di Biase Dentista, Odontostomatologo 558 17 6
Gentile utente,
i parametri da considerare per il caso da lei descritto sono molteplici per giungere ad una precisa diagnosi dell' elemento. In corso di visita è necessario eseguire un test di vitalità dell' elemento, un sondaggio della struttura di supporto (parodonto) che sostiene il dente, la mobilità ed infine un esame radiologico attraverso rx endorali.
Solo successivamente è possibile pianificare un eventuale trattamento terapeutico mirato, con cui bisogna in primo luogo stabilizzare e conservare l'elemento compromesso.
Spesso sollecitazioni di trazione e/o compressione possono peggiorare la patologia di cui è affetto l'elemento, specie se questa è stata tralasciata o peggio non diagnosticata. Pertanto è indispensabile una rivalutazione del caso da lei descritto anche attraverso un parere di altri colleghi sempre se non la soddisfa quanto specificato dal suo dentista di fiducia. Cordialmente.

Dr. Mirco Di Biase
Medico Odontoiatra e protesista dentale, studi Brughrio ( Mb) Gessate (Mi) mirco_db@libero.it

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Dr. Maurizio Macrì Dentista, Gnatologo 433 13 2
Gentile paziente, le sue sono preoccupazioni legittime.
Ricorrerei ad un esame radiologico quale la Cone Beam 3D che, associata ad una semplice rx endorale, chiarirà lo stato dell'osso residuo dove fu inserito l'impianto e lo stato dell'osso dell'incisivo ormai mobile. Il sondaggio parodontale e la valutazione della mobilità come da protocollo completeranno il quadro diagnostico.
Non sottoporrei l'incisivo a nessuna forza ortodontica in quanto, nel suo caso, non farebbe altro che aggravare la situazione. Stabilizzarlo rapidamente anche nella sua attuale nuova posizione è una procedura che metterei in atto. Rispondere in maniera netta alla sua domanda se l'incisivo deve essere estratto o meno non è possibile in quanto mi mancano gli elementi diagnostici che le ho descritto e consigliato. Ritengo che se un esperto parodontologo non è in grado di proporre soluzioni valide, spesso un'estrazione preventiva che salvaguardi il poco osso rimasto è meno dannosa di qualsiasi "tentativo" destinato a sicuro fallimento ed ulteriore riassorbimento osseo. La difficoltà dell'odontoiatra di suggerire soluzioni drastiche e veloci è legata ai fallimenti pregressi avuti nelle terapie con il paziente. Perder tempo adesso è il danno maggiore che lei può avere. Cordiali saluti

Dr. Maurizio Macrì
Odontoiatra

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dopo
Utente
Utente
Ringrazio entrambe, sia il Dr. Di Biase che il Dr. Macrì.
Siete stati esaurienti anche senza possibilità di visita.
Approfondirò sicuramente l'argomento con il mio dentista, del quale ho una buona fiducia, dovuta sicuramente al fatto che è riuscito dove l'altro aveva fallito per ben due volte. Comunque vi farò sapere l'evolversi della situazione, anche per rendere merito della vostra attenzione. Vi ringrazio ancora e vi invio cordiali saluti.
Paolo
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Dr. Armando Ponzi Dentista, Anatomopatologo, Gnatologo, Medico estetico 2.1k 56 18
Salve a tutti,
personalmente come sapete sono oltremodo favorevole all'uso della CBCT. Nel mondo l'uso di questa tecnologia sta entrando prepotentemente sia in ambito diagnostico che terapeutico.
Nel caso specifico, la rimozione di un dente si accompagna sempre ad una riduzione del volume osseo, specie vestibolare. I picchi mesiali e distali vengono preservati in quanto di pertinenza dei denti vicini.
Sia la ricostruzione ossea con materiali omologhi o eterologhi, sia un impianto che non rispetti gli spazi fisiologici, possono determinare una riduzione dell'osso nel dente vicino con mobilità fino all'estrazione.
'Tissue is an issue but bone sets the tone': dove stanno i tessuti molli ed i profili gengivali?
La valutazione estetica ,la volontà del paziente e lo studio in toto dei profili ossei 3D (NON 2D..) possono suggerirei opzioni terapeutiche anche in relazione alla affidabilità delle tecniche nelle mani personali.
Convengo con Maurizio che il caso clinico della essere uno spunto di riflessione e condivisioni con gli altri colleghi.
Buona domenica delle Palme.
Armando

Dr. Armando Ponzi
www.sgfmedical.it