Carcinoma mammario e linfonodo retrosternale

Salve,
mia madre è stata operata lo scorso 7 agosto (Quadrantectomia QIE SX e dissezione ascellare di 17 linfonodi con linfonodo retrosternale attivo) e dopo ben 40 gg abbiamo ricevuto il referto della biopsia:
Carcinoma mammario con pattern di crescita sinciziale a margini netti e circoscritti. E' presente un intenso infiltrato infiammatorio plasma-cellulare intra e peritumorale. La popolazione neoplastica è costituita da cellule di taglia medio-grande con marcate atipie citologiche con nucleo vescicolare, pleomorfo e con abbondante citoplasma.
Mitosi: 6/8 HPF talora atipiche
Gli aspetti descritti,depongono per un CARCINOMA MIDOLLARE della mammella.
- i 17 linfonodi isolati sono liberi da lesione
- Stadio Patologico: pT1c G3 pN0
- Recettori ormonali Mammari :
ESTROGENO <1% PROGESTERONE <1%
- Her2: assenza di immunoreattività di membrana nella componente infiltrante. Score 0 ASCO CAP 2013
- Immunoreattività di membrana debole e incompleta in 1% di cellule neoplastiche infiltranti. Score 1+ ASCO CAP
- Indice di proliferazione (KI 67) : 80%
- E-Caderina: Positiva

Le è stato quindi consigliata la seguente terapia chemioterapica:
- 4 cicli con EC ogni 14gg
- 12 cicli di Taxolo 1 volta a settimana
Lo scorso mese ha terminato la terapia ma aveva già ripetuto la PET con mdc nel mese di gennaio a causa di un dolore al petto circoscritto nella zona sternale e il referto dichiara che non si documentano aree di patologico iperaccumulo del radiocomposto nei segmenti corporei esaminati quindi il linfonodo retrosternale sembra esser scomparso.
Entro fine mese dovrebbe iniziare la Radioterapia ma oltre ad avere problemi con le varie strutture pubbliche per le lunghe liste d'attesa, abbiamo ottenuto pareri discordanti riguardo la necessità e non di trattare la zona del linfonodo retrosternale. A tale proposito vorrei avere anche altri pareri in merito perché siamo davvero confuse sul da farsi.
Ringrazio anticipatamente per la risposta.
[#1]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Carissima,

Forse i pareri sono stati discordanti perché nella storia mancano alcuni passaggi ad oggi dubbi che solo di presenza possono essere chiariti. Se lo stadio è' pT1, pNO significa che i linfonodi sono tutti negativi(quelli ascellari). Ma il linfonodo retrosternale?Era un linfonodo mammario interno o un M1, cioè di una sede metastatica non linfonodale ?
Purtroppo sono assenti alcuni aspetti per ricostruire la storia. Se fosse un linfonodo della catena mammaria interna, anche se negativo alla PET ora, andrebbe coinvolto nei campi di trattamento.
In merito alle liste di attesa, dipende un po' dalle regioni e dai centri. Nel reparto che dirigo le liste di attesa sono meno di una settimana in quasi tutti i casi (solo il tempo materiale di effettuare il piano di cura) e in casi come questo, se indicato il trattamento della zona mammaria interna linfonodale, usiamo tecniche ad intensità modulata per ridurre il Coinvolgimento del cuore(perché a sinistra il cuore è' più vicino alla mammella da irradiare) e del polmone per ridurre potenzialmente polmoniti e fibrosi.

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Alongi, innanzitutto la ringrazio per la Sua risposta.
Ha ragione a dire che mancano dei pezzi importanti per ricostruire la storia...provo ad essere più chiara.
Il linfonodo retrosternale identificato in una PET precedentemente l'operazione è così descritto: "Ipercaptazione del radiofarmaco compatibile in prima ipotesi con patologia ad aumentata attività metabolica in corrispondenza di formazione nodulare del QIE della mammella sinistra SUV mac 11.4 (si parla del nodulo che poi è stato asportato) E DI FORMAZIONE DI VEROSIMILE PERTINENZA LINFONODALE LOCALIZZATA A CARICO DELLA CATENA MAMMARIA INTERNA OMOLATERALE Suv max 7.3.
Quindi non si trattava di M1 bensì di linfonodo appartenente alla catena mammaria interna. Come anticipavo nel precedente commento, i pareri sono discordanti e non sappiamo cosa fare in quanto alcuni medici hanno detto o che non va trattata una cosa che ora non c'è più o che bisogna pensare ad una opzione conservativa in caso di recidiva.... solo un medico su 4 ha invece affermato con decisione l'importanza di trattare la zona.
Domattina mia madre incontrerà l'oncologa che l'ha seguita durante la Chemioterapia e anche lei sembra essere dell'opinione che vada trattata la zona ma restiamo comunque confuse sul da fare....
Cordiali saluti.
[#3]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
In quanto sede di malattia, io probabilmente, se fosse una mia paziente, la includerei nei volumi di trattamento e la irradierei. Oltretutto, con le tecniche ad intensità modulata, si possono ridurre le dosi agli Organi limitrofi come il cuore e il polmone che ovviamente dovendo coinvolgere questa sede linfonodale possono essere maggiormente coinvolti, soprattutto con le tecniche convenzionali. E penso che sia questa la principale causa di titubanza. Quindi si affidi ad un Radioterapista oncologo competente e non ad un oncologo medico che la può aiutare sulla strategia farmacologica ma non ha certo le competenze per queste valutazioni ultra specialistiche e tecniche di stretta pertinenza dello specialista in radioterapia, soprattutto in quanto oggetto di dibattito e non certo situazione comune da semplici linee guida.

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