depressione o disturbo bipolare

Salve vi scrivo in quanto nel 2000 ho iniziato ad avere disturbi depressivi. Forti periodi di depressione, duravano anche 4 mesi, per poi , lentamente, ritornavo a stare benino, mai però al top.Nel senso che avevo sempre uno stato normale, mai troppo euforico come a 25 anni. Negli anni questi episodi sono diventati sempre più forti e spesso aciclici, anche se con predominanza nel periodo invernale. Per 13 anni sono stato curato sempre con antidepressivi (Efexor, sereupin cipralex, cimbalta, zoloft) e associato vari ansiolitici (xanax, tavor en). Ma sembrava come una ruota. Dopo un po di mesi, riprendevo piano piano la mia vita, ovviamente con lunghi periodi di assenza dal lavoro (anche 3 mesi). Nelle fasi remissive avevo sempre una voglia di fare qualsiasi cosa, iniziavo a sentirmi, a volte anche un po troppo iperattivo. Questa storia è andata avanti per molti anni, ma ultimamente il mio psichiatra mi ha prescritto, il primo dopo averne visti 5, il depakin, in quanto secondo lui il disturbo depressivo è la fase down di un disturbo bipolare. Come posso rendermi conto che queste oscillazioni facciano veramente parte di un quadro clinico diagnosticato appunto cosi ?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
In evidenza di una storia clinica caratterizzata da queste fasi l'osservazione in merito al disturbo bipolare può essere corretta.

Dr. F.S. Ruggiero
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Utente
Utente
Grazie dottore per la tempestiva risposta.
Lei mi sa a chi posso rivolgermi per poter far presente questa mia situazione e potermi tutelare ai sensi di legge. Vorrei ottenere lo spostamento di reparto, in uno più consono alle mie esigenze, dove ci sia meno pressione lavorativa. ?
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Dr. Marco Paolemili Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 233 6
Per prima cosa deve parlarne con il medico del lavoro della sua azienda, spiegargli la situazione e chiedere lo spostamento

Dott. Marco Paolemili
Specialista in Psichiatria e Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
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Utente
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Grazie Dr. Paoloemili. L'ho già fatto. Ma si è riservato di mandarmi a visita collegiale presso la ASL. In sede di visita collegiale ho mostrato i miei due referti medici di struttura pubblica, ASL Roma H e Policlinico Tor Vergata, con diagnosi ansiosa depressiva dovuta a stress lavorativo, la commissione, ne ha preso visione e dopo un mese ha emesso come giudizio medico legale il seguente : "Il sig.xxxxx è attualmente idoneo alle mansioni proprie della qualifica rivestita". Quindi come se i due referti medici precedenti fossero carta straccia. Sono stato reinserito nel mio settore ed il risultato è stato il continuo star male. Sono arrivato anche a tre mesi di malattia.
Distinti saluti
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
La dicitura di "depressione dovuta a stress lavorativo" non è propriamente corretta dal punto di vista clinico.

Un conto è avere una patologia altro conto è stabilire il nesso di causalità con una condizione riferita dal paziente senza riscontro.

Effettivamente se le certificazioni sono state redatte come dice allora sono nulle dal punto di vista medico-legale.

Del resto una condizione ansiosa non è motivo di spostamenti di reparto o di mansioni. Ci sono altri parametri di gravità da dover considerare.

Dr. F. S. Ruggiero
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Utente
Utente
Salve Dr Ruggiero, grazie per la sua risposta. Mi potrebbe indicare allora come poter comprovare questa mia depressione a livello legale e poter portare la documentazione all'azienda per la tutela della mia salute mentale? Non sto chiedendo di non lavorare, ma solamente di essere spostato in un reparto con orari fissi e pressioni e responsabilità meno forti. Distinti saluti
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Utente
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Le cito testualmente cosa è scritto sui due referti medici che ho presentato alla ASL in sede collegiale:
1) AZIENDA USL ..... data marzo 2015
"Si attesta che il sig.xxxxx, è affetto da sindrome ansiosa depressiva reattiva determinata alla luce della ricostruzione anamnestica e dalla visita effettuata da problematiche connesse con la sua presente mansione lavorativa, che si ritiene dunque opportuno variare. Prosegue la terapia in atto. Si rilascia per gli usi consentiti dalla legge."

2)Policlinico XXXX data luglio 2015
" Il sig. XXXX si è rivolto presso il nostro ambulatori per una valutazione a fini medico-legali.
Presso il nostro servizio è stato sottoposto a colloquio clinico ed a valutazione psicometrica (MMPI).
Il paziente riferisce una sintomatologia da deflessione del tono dell'umore con sentimenti di tristezza, ridotta speranza per il futuro, astenia, ansia psichica e somatizzata.
CONCLUSIONI: dal colloquio clinico effettuato e dalla valutazione psicometrica emerge una sintomatologia compatibile con una diagnosi di DISTURBO DEPRESSIVO NAS (cod.ICD9-cm 311.)"

In attesadi un vostro riscontro dottore porgo distinti saluti
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
La valutazione sulla opportunità di variazione della mansione resta una decisione finale del datore di lavoro per il tramite, eventualmente, del medico competente.

La diagnosi però non ha una corrispondenza su una possibile variazione sia per quanto attiene il primo certificato ma soprattutto per il secondo in quanto il disturbo depressivo NAS vuol dire NON ALTRIMENTI SPECIFICATO, per cui non inquadrato all'interno di una specifica categoria.

Dipende inoltre quale altra documentazione clinica e non medico-legale ha presentato per richiedere la variazione di mansione lavorativa.

Una variazione di mansione sarebbe comunque possibile in presenza di disponibilità di un posto adatto per cui ritengo che non sia obbligatoria in particolare con diagnosi di questo tipo.

Dr. F. S. Ruggiero
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Utente
Utente
Salve Dr Ruggiero, grazie per la sua risposta. Mi potrebbe indicare allora come poter comprovare questa mia depressione a livello legale e poter portare la documentazione all'azienda per la tutela della mia salute mentale? Non sto chiedendo di non lavorare, ma solamente di essere spostato in un reparto con orari fissi e pressioni e responsabilità meno forti.
Quale è l'iter burocratico. Possibile che per depressione e disturbo bipolare non si possa fare nulla. Siamo in balia dei padroni. Dobbiamo stare zitti e soffrire come cani? Io sono arrivato a fare anche 4 mesi di assenza al lavoro.
Distinti saluti
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Dalle certificazioni che ha presentato non risulta che lei sia affetto da disturbo bipolare.

Lei può fare richiesta di essere spostato ma se il posto non è disponibile non sarà spostato, eventualmente se sono disponibili queste mansioni in altre sedi, anche lontane, potrebbe essere sposato lí.

L'azienda non ha l'obbligo di cambiarle mansione.

Se eventualmente ritiene che debba far valere i propri diritti deve agi giudizialmente contro la sua azienda, e se è previsto deve preventivamente iniziare l procedura di conciliazione.

Dr. F. S. Ruggiero
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dopo
Utente
Utente
Salve dott. Ruggiero e se facessi una nuova perizia medica in cui è diagnosticata la patologia depressiva, oppure poter richiedere di essere iscritto nelle liste di invalidità ?
Alessandro
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Può fare tutte le perizie mediche che vuole a suo carico e non a carico del SSN (quindi accedendo a servizi pubblici e pagando il ticket)

La sua diagnosi attuale non le consentirebbe di accedere ad alcun beneficio.
Evidentemente non vi sono motivi per pensare che la diagnosi possa essere differente.

In ogni caso, qualora si evidenziasse una impossibilità a svolgere la sua mansione, in assenza di ricollocamento, potrebbe anche essere licenziato in quanto decadono i requisiti per cui era stato assunto.

Ritengo che calcare la mano, da parte dei miei colleghi, sulla connessione tra la mansione lavorativa ed i suoi sintomi sia una forzatura non concedibile.

Inoltre, Il suo immaginario di malattia potrebbe farla anelare a situazioni differenti per la risoluzione della malattia mentre, a mio parere, è solo una proiezione patologica della sua situazione. Per cui, eventualmente raggiunga l'obiettivo, non si risolverebbe la patologia da cui è affetto che ha caratteristiche cicliche e per la quale il percorso di cura deve essere continuo ed efficace.

Dr. F. S. Ruggiero
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