Per dr. giuseppe santonocito: e' il caso che io faccia subito una psicoterapia cognitiv-comp.BREVE?

Dr. SANTONOCITO, mi colpisce il Suo acume nel capire il nocciolo delle questioni e nel proporre le giuste soluzioni in psicologiai: Lei è un VERO psicologo, pronto ad aiutare efficacemente gli altri, e assomiglia al personaggio del Dr. MANSON, ottimamente interpretato dallo scomparso attore Alberto Lupo nello sceneggiato TV "La cittadella" di Cronin nel 1964, quando gli han detto: "Dr. Manson, Lei non fà il medico, Lei È un medico!".
In riferimento al Suo articolo sulle psicoterapie BREVI, Lei dice che ora non ci sono scusanti per quelle persone che, per motivi economici, non vogliono impegnarsi PER ANNI in lunghe psicoterapie per risolvere i loro problemi: E' PROPRIO IL MIO CASO. Io CREDO nei buoni e duraturi effetti delle psicoterapie pratiche ("cognitivo-comportamentali") BREVI ed EFFICACI, perchè è da più di 50 anni (dico: 50 ANNI!) che ne avrei bisogno, ma a causa del maledetto denaro mi stavo rassegnando a lasciar perdere di farmi aiutare, non potendo permettermi lunghe psicoterapie...e a vivere una vita IRREALIZZATA, triste ed infelice. Ora,però, se ci fosse davvero la possibilità di una psicoterapia BREVE ed efficace, io mi butterei ad AGIRE cercando di cambiare o migliorare me stessa e la mia vita,prima di andare nella tomba.

Sono una graziosa e giovanile 66enne (separata dal 1991).Quadro: sorella gemella e genitori piccolo-borghesi affettuosi e protettivi; hanno entrambi lavorato fino alla fine per farci studiare [SONO INFATTI RIUSCITA A LAUREARMI IN LINGUE MODERNE], ma NON SI AMAVANO, non si capivano, erano quasi incompatibili come caratteri e personalità (mia madre nervosa, iperattiva, fondamentalmente buona, pronta al dialogo e affettuosa; mio padre colto,razionale, ma nevrotico, misogino e a volte molto freddo) e continuavan a litigare,causando instabilità a noi figlie e a me un TRAUMA ANSIOSO. Siamo cresciute,abbiam studiato e lavorato, io ero ipersensibile,non anc.matura e pronta per il matrimonio; però,per bisogno d'affetto, a 25 anni ho sposato in chiesa l'uomo sbagliato,di 9 anni di più,autoritario,astuto, abile a "fingere",da cui poi non mi son mai sentita amata nè capita; "usatami" come moglie per aver 2 figlie, mi umiliava psicologic.,mi dava calci in panc.e aveva altre donne. Dopo 16 anni ho chiesto la separaz.per colpa ma lui,grazie ad un ottimo avvocato,è riuscito a farsi affidare le figlie calunniandomi.Poi per 20 anni ho avut.un altro compagno celibe,all'inizio molto innamorato ma che soffriva d'ansia: ha fatto morire il sentimento e poi ha sposato un'UCRAINA! Mi chiedo: sono io A NON SAPER AMARE? Sul lavoro,malgrado le mie capacità,in 1 ditta dopo 3 anni mi HAN PAGATO L'AUTO per farmi andar via,in 1 altra i colleghi hanno parlat.male di me coi capi,che MI HAN FATTO CAUSA! Non amandomi,son insicura come 1 fiore non sbocciato,soffro di logorrea e perfezionismo e cerco di dare il meglio,il che fà invidia ai colleghi e infastidisce i capi! Forse affronto la vita in modo errato? Che tipo di psicoterapia BREVE mi consiglia?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Forse affronto la vita in modo errato?
>>>

Potrebbe essere una possibilità. Ma più che la parola "errato", che sa di bacchettatura, direi "poco utile" o "inappropriato".

Ad esempio lei dice di essere perfezionista, ma questo di per sé non è un tratto "errato". Ogni tratto di personalità, comportamento e atteggiamento può essere utile in ALCUNI ambiti. Meno in altri. Nel lavoro il perfezionismo serve, sempre continuando con l'esempio, molto meno nelle relazioni.

Tuttavia non si focalizzi troppo sull'indovinare la terapia giusta prima di averla provata. Se decide di rivolgersi a un terapeuta, può fare intanto un primo colloquio e poi vedere come si trova. Se il collega le darà fiducia potrà continuare, diversamente potrà cambiare o interrompere. Ma non cada nella stessa illusione di molti suoi colleghi perfezionisti, che pensano di dover trovare la terapia giusta prima di averne iniziata una. Nella terapia è presente una componente relazionale importante e, come tutte le relazioni, si può sperimentare solo vivendola.

Quanto al tipo, essendo un terapeuta strategico conosco bene questa e posso dirle che può essere utile anche a problemi come quello che sta descrivendo.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Grazie della Sua pronta risposta, Dr. SANTONOCITO, ma devo confidarle alcune altre cose per avere un Suo definitivo parere.

Dopo la fine della mia ultima storia d'amore, molto importante, di 20 anni, che è terminata nel 2012, dopo aver passato un brutto periodo di forte "prostrazione" affettiva e di "spersonalizzazione" in cui non facevo che dimenticare in giro i miei oggetti (giacche, cappelli, etc.) e non potevo neanche guardarmi allo specchio, mi sono resa conto che non riuscivo più a sopportare la solitudine, e allora ho fatto la cosa più naturale: cercarmi delle amicizie. Ma, come ci si può rendere ben conto, al giorno d'oggi è tutto più difficile perchè la gente non è sincera, è estremamente egoista ed ipocrita: la prima "amica" che ho incontrato è una tizia di 10 anni più giovane, che mi frequentava per motivi utilitaristici, ma poi spariva per settimane oppure mi telefonava solo per sfogare le sue pene personali non lasciandomi mai parlare, al che ho diradato i contatti. La seconda, di 1 anno più di me ed un po' grassotta, è sincera, vivace e simpatica, però ha qlcosa che non va, mi invita fuori solo per mangiare (pizze o che) - pur avendo lei stessa una vera necessità di mettersi a dieta e dimagrire - e vuole sempre pagare lei, guida un'auto che non mette a posto da anni (ha la portiera bloccata) e presenta delle stranezze per 67 anni, cioè: la casa troppo disordinata per ricevere qualcuno (dice lei), la compagnia costante di 4 gatti, inoltre ha la mania di non voler far male agli insetti (prende i ragni o scarafaggi con le mani e li mette fuori di casa!). Poi, ho frequentato gruppi VARI di persone, anche religiosi - oppure gruppi dove si andava ad imparare a ballare -, ma non sono riuscita a legare con nessuno in particolare, perchè tutti avevano un loro interesse preciso (tipo: o culturale, o quello di accoppiarsi) e non interessava loro socializzare davvero. Ma io non voglio fare come mia sorella gemella che, finita la storia col primo convivente (per 26 anni) a causa della morte di lui, si è praticamente buttata a frequentare uomini, per non rimanere sola e per "non perdere il treno" come dice lei (che ha già iniziato da 8 anni la 2a convivenza - sempre convivenza, e mai matrimonio), perchè ho capito che PRIMA VOGLIO RIPRENDERE IN MANO ME STESSA ED IMPARARE A STARE DA SOLA CON GIOIA, E IN MODO AUTONOMO e che, finchè non imparerò un sano AMORE per me stessa e AUTOSTIMA, non MI MIGLIORERO' e non crederò in me e nei miei obiettivi, non maturerò e mi evolverò davvero imparando a vedere la realtà e a difendermi (completando quel processo di maturazione bloccatosi nell'adolescenza e giovinezza a causa di quel trauma o quei traumi), NON POTRO' RELAZIONARMI BENE NEANCHE CON GLI ALTRI e non potrò quindi risultare abbastanza forte ed interessante per l'altra gente, uomini compresi.
La radice del mio profondo disagio psicologico è dovuta ad un antico TRAUMA - o SERIE DI TRAUMI - mai rimossi (ed anche al fatto di non essermi sentita, nonostante le apparenze contrarie, ABBASTANZA AMATA negli anni dell'adolescenza, perchè entrambi i genitori erano occupatissimi col lavoro e con i loro problemi, anche di salute, e quella poca attenzione che avevano per noi, la riservavano soprattutto a mia sorella, CHE SEMBRAVANO PREFERIRE): se Lei mi chiedesse: "Ma che trauma è, alla fine?", la 1a cosa dolorosa che mi viene in mente è la scena di quando avevo 10 anni, quando con mia nonna, mamma e sorella abbiamo trovato mio nonno materno MORTO nel suo letto (un vero "choc" per una bambina), poi le sceneggiate dei litigi, con urla e parole forti, tra i miei genitori principalmente per motivi economici, la tristezza e passività "depressiva" della mia infanzia (con assoluta mancanza di vivacità e di energia) e adolescenza (in cui non avrei mai voluto crescere e diventare donna, ma solo morire), durante la quale non sopportavo di vedere le scene "forti" dei film gialli, non sopportavo di dover studiare gli scempi del NAZISMO e le crudeltà dei LAGER per gli ebrei, mi sono trovata a lavorare in una Banca al centro di Milano proprio vicina alla BANCA NAZ.DELL'AGRICOLTURA quando è scoppiata la bomba in PIAZZA FONTANA NEL 1969 ed i miei colleghi ed io ci siam presi tutti un forte spavento a scappare subito dagli uffici della Banca, etc. etc.
Eppure tanta gente RIESCE A SUPERARE PIAN PIANO I TRAUMI DA SOLA (penso ai terremotati, ad es.), perchè io no? Ho un bel dirmi: "lo supererai da sola", e volerlo fare, invece il trauma - o i traumi - di fatto non sono rimovibili solo con la volontà e probab. si sono cronicizzati in una specie di nevrosi depressiva (ho pensato perfino di ricorrere all'IPNOSI REGRESSIVA per smuovere questi traumi subito e definitivamente, ma me lo han sconsigliato perchè sono troppo sensibile), che pregiudica le mie relazioni "dinamiche" con gli altri in genere [ricordo il 1° ragazzo che ho frequentato a 17 anni a Milano, di qualche anno più grande, io studiavo ancora e lui lavorava e probabilmente lo annoiavo (anche se non me l'ha mai detto), il quale rivedendomi dopo 1 anno ha sbottato: "Mi spiace, ma non sei cambiata affatto" senza precisare in che cosa avrei dovuto migliorarmi o maturare]: perfino il mio 2° compagno, infatti, che diceva di amarmi molto, ha dedotto che probabilmente nei posti di lavoro mi scambiavano per una "fessacchiotta" senza carattere.... e ho capito che in parte aveva ragione, non avevo fatto sbocciare la mia vera personalità, spontaneità e GRINTA, nascondendola sotto una maschera difensiva di perbenismo e di maniera che in realtà non mi apparteneva, non era la vera "ME". C'è un fatto che non le ho raccontato: la mia 1a figlia era molto nervosa e agitata da bambina, continuava a piangere per un nonnulla nonostante io l'abbracciassi e la stringessi al seno, finchè un giorno (aveva 4 mesi) quando ha cominciato a strillare all'ora del pasto perchè non voleva bere il suo latte dal biberon, io ho perso le staffe e le ho dato 2 morsi, uno sulla manina e l'altro sulla guancia, pentendomi ovviamente subito di quel gesto inconsulto che mai avrei pensato di fare! La piccola si era messa ad urlare e, ovviamente, proprio in quel momento è rientrato in casa mio marito, che era dalla madre nell'appartamento vicino (purtroppo, abitavo proprio vicino alla suocera), si è accorto della cosa perchè io non ho fatto nulla per nasconderla ed è rimasto malissimo; qualche giorno dopo sono andata dal neurologo, il quale però mi ha sottoposto al Test di RORSCHACH, rilevando un quadro di normalità, e mi ha rassicurata dicendomi che quel gesto non significava affatto che io non amassi mia figlia...era solo stato uno scatto di impazienza, ovviamente da non ripetere (e non è più accaduto)!

Infine, vorrei sapere che cosa ne pensa Lei delle paradossali carognate che ho subìto sul lavoro, soprattutto in quella azienda "storica" che MI HA VOLUTO DONARE UN'AUTO pur di farmi andar via [ovviamente ero andata subito a protestare e chieder consiglio dal delegato della Commissione interna della ditta, il quale però mi aveva consigliato di "contrattare" (?!?) con l'azienda] e di quell'altra ditta, dove ho lavorato 8 anni con soddisfazione dei clienti esteri, ma dove delle colleghe invidiose avevan parlato male di me coi capi e questi mi HAN FATTO CAUSA: ricordo bene che al Tribunale del Lavoro, perfino i giudici han fatto presente ai miei titolari che si trattava di cose non così gravi, risolvibilissime in via amichevole tra le parti, ma a quanto pare i capi hanno insistito sulla linea dura finchè ho pensato io di dare le dimissioni, dal momento che avevo trovato un altro posto (e dire che fino a pochi anni prima, quel titolare mi faceva i complimenti per come lavoravo bene nel Reparto Estero! Chissà che calunnia grave devono avergli riferito perchè cambiasse idea in quel modo...naturalmente, non lo saprò mai quale calunnia fosse, perchè insincerità e ipocrisia vanno a braccetto [l'unico mio neo è che io mi dedicavo a quei lavori con troppo entusiasmo e passione (avendo dovuto "forzatamente" fare la casalinga nel mio ex-matrimonio!) e spesso mi fermavo un po' oltre l'orario di lavoro, cioè facevo il di più). In un terzo posto di lavoro (una ditta piccolissima in cui veniva da soffocare), all'inizio tutto andava perfettamente bene, padroneggiavo bene il tedesco etc. poi il titolare si è indispettito perchè non ho riferito prontamente, bensì in ritardo, una telefonata importante, ed un giorno mi ha atteso in ufficio CON ARIA INTIMIDATORIA e facendomi scortare dai 2 colleghi maschi come se fossero dei cani da guardia, e mi ha in pratica IMPOSTO di firmare una lettera di dimissioni "incentivate" (un caso da DENUNCIA)!! Mi ero talmente allarmata, nel vedere quello scenario, che mi stavo sentendo male, e non ho avuto la forza di chiamare nessun avvocato, perchè non ne conoscevo nessuno, e ho dovuto firmare.... tuttavia, poi mi hanno detto che, se avessi chiamato un avvocato, lui avrebbe potuto diffidare il titolare dall'obbligarmi a firmare minacciando di denunciarlo, e di denunciare anche i 2 colleghi che gli davan man forte nell'intimidirmi! LEGGERE QUESTE COSE NON LA STUPISCE NEANCHE UN PO'?

Conclusione: è sicuro che non mi ci voglia qualche seduta di IPNOSI REGRESSIVA per smaltire tutti questi colpi, o è sufficiente una buona PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE breve, di tipo "strategico"? Grazie, e saluti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> LEGGERE QUESTE COSE NON LA STUPISCE NEANCHE UN PO'?
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No, neanche un po'. Casi come il suo non sono così infrequenti come si potrebbe pensare.

Ciò che traspare dalle sue descrizioni è una notevole difficoltà a gestire le emozioni e le relazioni con le altre persone, affettive e non, probabilmente dovuta a una grande sensibilità temperamentale di base.

Ma non riponga eccessive aspettative da un semplice consulto online. Se è di aiuto REALE che è alla ricerca, non potrà prescindere da colloqui di persona con un collega terapeuta.

Quanto all'ipnoterapia essa è solo *una* forma di terapia. Molti le attruibscono proprietà magiche ma, proprio come le altre terapie, l'esito dipende dal professionista che la esercita e soprattutto da quanto la persona è motivata a venire a capo dei suoi problemi.
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Utente
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La ringrazio della Sua nuova risposta, e di non essersi infastidito per la lungaggine della mia mail precedente, d'altronde per dare un quadro completo, bisogna "svuotare un po' il sacco" e ne ho passate davvero tante, direttamente o indirettamente, SEMPRE CHE NON SIA STATA IO - a volte - AD ATTIRARMELE COL MIO ATTEGGIAMENTO, magari involontariamente. Certo, sul lavoro, le carognate e l'accanimento di quei 3 datori di lavoro mi hanno impressionato in modo notevole soprattutto perchè assolutamente IMMERITATE da parte mia, ma come mai non ho avuto la FORZA di resistere e di combatterli in qualche modo (si dice in gergo: "di tirare fuori le palle")? Mi ha colpito la reazione del mio ultimo datore di lavoro, col quale avevo anche simpatizzato, che mi ha detto che era il mio atteggiamento ad innervosirlo, ma io mi comportavo in modo del tutto normale, almeno dal mio punto di vista. Sul lavoro, ad es., vedendo che non venivo mai apprezzata nel giusto modo e che c'era sempre da affrontare il nido di vipere dei colleghi, HO FINITO PER ODIARE LA PROFESSIONE DI IMPIEGATA (per quanto ne abbia le competenze) e per preferire quella di insegnante privata di lingue con le ragazze ed i ragazzi, che mi permetteva di acquisire una dimensione più umana e di essere addirittura più efficace.

Certo, ha ragione, E' CHIARO che è indispensabile un consulto di persona con un bravo terapeuta e NON online (odio le cose online, per voi di MEDICITALIA ho fatto un'eccezione!) per guarire definitivamente, e Le assicuro che VOGLIO CON TUTTE LE MIE FORZE USCIRNE: ciò che mi allarma è che SENTO che i miei problemi di personalità sono tanti, tutti originati da quell'unico trauma o da quella serie di traumi originari. Ma con i problemi economici che ho, PERCHE' NON RIESCO AD USCIRNE DA SOLA? Esiste un sistema per correggere l'eccessiva sensibilità, RINFORZANDOSI INTERIORMENTE e TORNANDO SULLA TERRA (mi accorgo infatti di avere in realtà SOGNATO per tutta l'adolescenza, anzichè AGITO per me stessa e per uscirne, come avrei dovuto fare)? Nei tempi passati, suppliva a questo la forza, l'umiltà e la "resilienza" tratte da una FEDE in Dio profonda e sincera e Le assicuro che quella ce l'ho, ma mi sento disarmata verso le "tattiche" psicologiche moderne, cioè è nel contatto con gli altri che non riesco a dimostrare sicurezza e autostima sufficienti per farmi rispettare ed impormi in caso di difficoltà od OSTACOLI, spesso messi dalle persone o dalle circostanze.
Avevo pensato all'IPNOSI REGRESSIVA non come ad una soluzione "miracolistica", bensì piuttosto come ad un sistema più rude e diretto per RIMUOVERE DEFINITIVAMENTE i traumi dolorosi passati - come anche la morte di mio padre, di cui ho risentito per anni e anni -, i quali anzichè scomparire o venir superati, sembrano quasi ingigantirsi [d'altronde, anche MARIA DE FILIPPI si è sottoposta ad essa, per guarire dallo choc dopo quell'attentato dinamitardo a lei e a Costanzo anni fà], in modo che io possa vivere il presente CON SERENITA' e con L'IMPEGNO necessari; tuttavia, il dubbio che mi hanno messo è che io poi NON ABBIA LA FORZA PSICOLOGICA per reggere le conseguenze di quell'ipnosi (questo mi era stato detto da un serio ipnoterapeuta a cui mi ero rivolta molto tempo fà).
In conclusione, Lei mi consiglia di seguire una seria PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE BREVE di tipo strategico, piuttosto che di fare l'IPNOSI REGRESSIVA?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
L'assunto generale che i traumi stiano alla base dei problemi psicologici è ancora da dimostrare dopo quasi due secoli di psicologia scientifica. A volte stanno alla base, ma non sempre e non così spesso. E comunque quasi mai serve sapere da dove si viene, per andare dove si vuole andare. È improprio usare il concetto di causalità mutuandolo pari pari dalla fisica.

Io le consiglio di interpellare informalmente più terapeuti, di qualunque orientamento ritenga opportuno, e poi di recarsi da quello che le avrà dato più fiducia.
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dopo
Utente
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Mi scusi se La ricontatto, ma era per riferirLe una cosa DAVVERO SGRADEVOLE che ho vissuto ieri al telefono con una mia amica, da cui non me lo sarei mai aspettata. Si tratta di questo: il sabato prima di Pasqua ho telefonato ad una mia conoscente da 2 anni [(è quasi coetanea) - non posso ancora definirla "amica" - con la quale mi trovavo molto bene a dialogare, era simpatica, cordiale e vivace, mi ha confidato tante cose sue e siamo uscite qualche volta a prendere una pizza o ad assistere a qualche concerto gratuito di musica (credo Mozart) qui all'Auditorium comunale locale, insomma con cui mi trovavo bene] principalmente per farle gli auguri di Pasqua e, così, parlando, le ho detto che avevo il piede sinistro gonfio da settimane, che non potevo uscire di casa, e che avrei avuto bisogno eventualmente di una spesa, sempre se lei poteva e lei con gran slancio mi ha detto di sì. E' venuta da me, mi ha gentilmente portato anche una crema per il piede (che non ha voluto che le pagassi) e ha preso il foglietto per la spesa. Poi, dopo un bel po' di tempo che l'aspettavo (mi ha poi detto che aveva fatto il giro di 2 supermercati), mi è venuto a trovare un ragazzo 38enne (HA L'ETA' DELLE MIE FIGLIE!) disoccupato che ho conosciuto al sindacato anni fà e al quale scrivo spesso delle richieste di lavoro tramite Computer, e io non ho avuto la prontezza di spirito di dirgli di tornare più tardi perchè aspettavo la mia amica, la quale è venuta proprio poco dopo: appena lo ha visto, è rimasta male pensando chissà che (glielo si leggeva nel viso). L'ho fatta sedere un attimo e le ho anche offerto del tè (che lei ha rifiutato), l'ho ringraziata per la spesa (che volevo pagarle ma lei NON HA VOLUTO) e siccome aveva bussato, le ho fatto notare che mio cognato mi ha messo un nuovo campanello esterno (forse gliel'ho detto in modo un po' troppo veemente) e ho visto che ci è rimasta male, aveva il viso rabbuiato e se n'è andata via in fretta e furia giù per le scale senza neanche salutarmi, nè ascoltare che la stavo ringraziando di nuovo e che le auguravo una Buona Pasqua. Al momento, non ci ho fatto molto caso, ho ascoltato cos'aveva da dirmi quel ragazzo, che poi se n'è andato via subito dopo. Ma, ieri sera, ho avuto l'idea di telefonarle, per ringraziarla ancora di quel suo aiuto, e APRITI CIELO: l'ho trovata proprio inviperita e indispettita, mi ha detto che da me non si sarebbe mai aspettata che l'AVREI TRATTATA COSI' MALE e con quel TONO COSI' MALEDUCATO (Le assicuro che non ho nè alzato la voce, nè l'ho insultata o mancato di rispetto) per la faccenda del campanello, che l'ho trattata da stupida davanti a quel ragazzo, il quale (parole sue) "sembrava UNO SPIRITATO COME NEI FILM DI DARIO ARGENTO", chiedendo da dove diavolo spuntasse fuori e dicendo che erano fatti miei SE ME LA FACEVO CON LUI. Infine, ha rincarato ancora la dose dicendo che io sono come mia sorella (che è un po' nervosa e aggressiva), anzi ancor peggiore, e che quella poveretta di mia madre (che avevo avuto la malaugurata idea di presentarle qualche mese fà) è proprio sfortunata ad AVERE PER FIGLIE 2 STREGHE, etc. etc. Infine, le ho fatto notare che: 1) NON VOLEVO ASSOLUTAMENTE OFFENDERLA, quindi se aveva avuto quest'impressione, LE CHIEDEVO SCUSA; 2) che ciò, tuttavia, non l'autorizzava a giudicarmi e a pensare male DI ME E DI UN RAGAZZO CHE PUO' ESSERE MIO FIGLIO, e che in quello era lei ad offendermi, anche se non mi interessa, perchè ho la coscienza pulita (nè l'autorizza a giudicare male la mia famiglia). Non c'è stato comunque verso di chiarire il tutto con lei perchè continuava a ripetere le stesse cose come un disco, e alla fine HA TRONCATO LA COMUNICAZIONE e, quindi, rotto l'amicizia (se era amicizia)!
Sia mia sorella che un'altra mia amica mi hanno detto di lasciarla perdere, di non pensarci più e di perdonarla, perchè è una persona molto orgogliosa, permalosa, patetica e forse anche un po' invidiosa. Ma io NON RIESCO A CAPACITARMI DI COME SI SIA POTUTA OFFENDERE COSI', non mi è sembrato di essere stata tanto offensiva, POSSIBILE CHE IO NON MI ACCORGA DEL TONO DELLA MIA VOCE? Io cmq SONO RIMASTA UN PO' SCONVOLTA, mi è spiaciuto davvero perchè ci tenevo a lei e mi ero affezionata, ma a quanto pare, soprattutto dalle battute becere che ha fatto sia sulla ns. famiglia che su quel ragazzo, lei stessa non merita più la mia amicizia, o cmq la mia confidenza. MI POTREBBE DIRE UN SUO PARERE IN MERITO, così, a botta calda? Grazie.