Parestesia al tallone

Buongiorno,
in seguito a una risonanza magnetica mi è stato riscontrato il seguente referto :

" Reperto di spondiliosi lombare, con segni di artropatia degenerativa a sede interapofisaria.
Discopatia L4-L5 con disco ridotto di spessore e ipointenso per fenomeni di disidratazione.
Tale disco, con diametri aumentati, contatta ad ampio raggio il sacco durale e mostra una focale protusione del suo contorno postero-laterale destro responsabile di parziale impegno nel forame di conuigazione omolaterale.
Normale morfologia dei rimanenti dischi intersomatici del rachide lombare.
A livello D11-D12, in sede paramediana destra, si documenta ernia discale responsabile di impronta sull'astuccio durale.
Regolare ampiezza del canale spinale.
Non macroscopiche alterazioni di segnale nel contesto del cono midollare".

La discopatia in l4-l5 può essere la causa della parestesia che provo alla parte esterna del tallone sinistro? O devo cercare le cause altrove? Temo infatti, ma in maniera del tutto personale e senza alcun parere medico, problemi neurologici.

Cordialità
[#1]
Prof. Enrico Pelilli Ortopedico 212 20
Le tavole della sensibilità attribuiscono tale zona alla radice spinale S1, quindi non avrebbe rilevanza il dato RM.
Penso, quindi, che una valutazione clinica neurologica possa esserle utile per capire quale specialista possa aiutarla: il Neurologo o l'Ortopedico.
Prima di rivolgersi ad uno specialista, comunque, chieda consiglio al suo Medico di famiglia.

Dr. Enrico Pelilli
Specialista in Ortopedia e Traumatologia Infantile

[#2]
Dr. Renato Rambaldi Ortopedico 63 6
le parestesie alla superficie antero-laterale della gamba, alla superficie laterale del tallone e alle ultime due dita sono in genere riferibili a compressione della radice S1.
tale radice può essere compressa da una protrusione/ernia in L5-S1 ma anche L4-L5, come nel caso.
le parestesie, in assenza di dolore o di deficit neurologici, tendono talvolta a ridursi spontaneamente.
se le parestesie sono circoscritte, di modesta entità e non in progressione né come intensità né come sede anatomica non occorre fare nulla.
esistono comunque in commercio dei neurotrofici che possono aiutare.
mi limiterei a monitorare il disturbo.

Dr. renato rambaldi
Specialista in Ortopedia-Traumatologia
Consulente Tecnico del Tribunale di Milano

[#3]
dopo
Utente
Utente
Molte grazie a entrambi. Per completezza di informazione, ho consultato il mio medico curante, il quale è d'accordo con il Dott. Rambaldi.

Mi riprometto di aggiornarvi su eventuali sviluppi, se importante.

Un saluto cordiale