reazione avverse farmaci

Buonasera,
mi lego un po' alle mie domande più recenti riguardanti a ripetute esperienze di impossibilità a continuare alcune terapie con farmaci che avevo tollerato abbastanza bene in situazioni precedenti. Quello che più specificamente mi capita, in tempi anche piuttosto rapidi e' che alcuni farmaci mi danno la sensazione di gonfiore intestinale con conseguenti disturbi dispnoici e senso di angoscia e oppressione. Ho usato ad esempio Trittico sia normale che RP, Lantanon, Seroquel sia normale a dosaggio 25 50 mg. sia RP da 50 mg. e ultimamente la stessa cosa e' capitata con Wellbutrin 150 mg. che proprio questo effetto mai mi ha dato. Da sempre ho avuto problemi di colon irritabile, ma non so se l'espressione sia del tutto adeguata perché il sintomo prevalente è questa oppressione al fianco destro che mi costringe nel sonno a stare sul fianco sinistro. Sto cercando in parte una spiegazione e soprattutto di poter trovare una soluzione a una condizione che mi porta a escludere farmaci che potrebbero essermi d'aiuto.
Grazie e cordiali saluti.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 995 63
Propriamente i farmaci possono dare gonfiore intestinale anche in dipendenza di ciò che si mangia e non in modo esclusivo e considerato come effetto collaterale.

Il problema è che il sintomo potrebbe essere anche condizionato dal suo modo di porsi alla terapia.

La diagnosi di trattamento deve comunque prevedere l'opportunità di uso di alcuni prodotti che nel suo caso sono differenti per azione ed indicazioni d'uso.

Dr. F. S. Ruggiero
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

Si tratta di farmaci molto diversi, per cui perché pensava ad un effetto di un farmaco anziché a sintomi propri del suo disturbo ?

Lei è in cura per che tipo di diagnosi ?

Dr.Matteo Pacini
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[#3]
dopo
Utente
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Buonasera,
grazie dott. Pacini e grazie dott. Ruggiero.
Ho seguito negli anni più terapie per una situazione più che vecchia che ora chiamerei di depressione doppia con una notevole accentuazione di disturbi di ansietà non necessariamente legata a situazioni ma che molto spesso si manifesta come ansia sociale. In considerazione del fatto che utilizzo benzodiazepine un po' da quando avevo 25 anni, chi mi ha seguito nel tempo ha cercato di introdurre ad esempio il Seroquel o altri farmaci per avere sia una risposta migliore ai sintomi depressivi ma anche per ridimensionare l'utilizzo delle benzodiazepine, per dire adesso prendo lo Xanax RP da 3mg. più del Minias che talvolta funziona a 1 o 2 mg. ma altre volte devo raddoppiare le dosi. Mi succede pressoché costantemente di vivere il fine giornata con angoscia e capisco "perfettamente" l'inserimento del Seroquel - ad esempio - per la mia situazione. Da una parte posso anche capire una mia "ostilità" alla terapia, ma ho provato a più riprese a riprendere alcuni farmaci sempre con lo stesso esito. Poi, senza dubbio, i problemi di "gonfiore" ci sono anche, ma non sempre, in misura differente indipendentemente dai farmaci. Quello che mi fa' rabbia e la limitazione delle opzioni terapeutiche a cure che più di tanto non sortiscono, anche con incrementi di dosaggio. Per completezza ora sto prendendo Paroxetina da 20mg.
Alla fine uno accetta obtorto collo il proprio star male ma anche non smette di chiedersi se ci sia ancora qualche opzione che dia un po' di respiro.
Grazie
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 995 63
Se una certa classe di farmaci non funziona è possibile considerare trattamenti con altre classi che generalmente possono dare qualche risposta maggiore.

Il problema è che in qualche modo pare non ci sia una chiarezza diagnostica ed anche un trattamento continuativo.

La sospensione da benzodiazepine, inoltre, può essere fatta anche senza sostituzione e con molta calma.

Dr. F. S. Ruggiero
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[#5]
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Utente
Utente
Buongiorno e grazie per la risposta.
Effettivamente una diagnosi in continuità non c'è stata se non l'attribuzione di parte dei miei disturbi a un temperamento distimico, aspetto che ha avuto sostanzialmente delle conferme. L'altro aspetto rilevante è la presenza di uno stato di allarme blandito con tolleranza e con qualche risposta da benzodiazepine sempre più potenti. E' poi vero che la continuità della terapia e' mancata, per un verso perché nel corso degli anni - ma mi riferisco agli ultimi tre decenni! - ho dovuto cambiare molecole che non davano più risultato (restando sostanzialmente nell'ambito degli SSRI), dall'altro tentativi di sostituzione o di aggiunta di altri farmaci, come appunto la quetiapina, risperidone, olanzapina o triciclici - questi ultimi utilizzati con benefici in due episodi giovanili di grave depressione - nel tempo hanno causato sempre di più la risposta fisica di cui parlavo all'inizio e che mi portava a sospenderli. Stessa cosa anche antidepressivi atipici come trazodone, mianserina ecc. Anche lo Xeristar ha dato un ottimo successo inizialmente e poi più niente, anche con incrementi oltre il range terapeutico. Forse la venlafaxina e' la molecola che non ho utilizzato con completezza per una ansietà iniziale.
Mi permetto una domanda, che poi ne farebbe nascere altre sul come e il quando: potrebbe aver sensatezza un periodo di wash out per vedere poi come sto? Anche per capire se riprendendo dopo un po' i farmaci danno risposta o meno? E' un pensiero che talvolta mi faccio anche se non con esiti rassicuranti.
Grazie e buona giornata.

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 995 63
Se il problema è di tipo distimico andava considerato un trattamento di stabilizzatori del tono dell'umore cosa che evidentemente non è stata fatta.

Dr. F. S. Ruggiero
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[#7]
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Utente
Utente
Grazie dott. Ruggiero,
e' una opzione che in passato era stata tentata solo con il Depakin Crono partendo da una presunta bipolarità. L'esito purtroppo e' stato solo quello di un certo torpore senza ulteriori benefici. Il litio non posso assumerlo perché potrebbe esacerbare una psoriasi. Parlerò di nuovo di questa possibilità con il mio medico curante. Presumo comunque che lo stabilizzatore vada ad associarsi alla Paroxetina che già prendo. Un'ultima domanda: c'è un tempo di latenza per questi farmaci e come beneficio c'è qualcosa che può essere chiamato una certa "serenità" se non proprio benessere?
La ringrazio ancora.
Un cordiale saluto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

In generale, se si cono sintomi somatici, non sono questi i medicinali (paroxetina si, gli altri no) che si è solito scegliere (mi riferisco a disturbi d'ansia con colon irritabile, o altre sindromi dello stesso tipo associate a quadri depressivi).

Pertanto ci sono opzioni valutabili di diverse classi.
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Utente
Utente
Grazie dott. Pacini,
se ben capisco c'è qualcosa che va a coprire una serie di sintomi ma cercando anche un miglioramento dell'umore questo qualcosa non da risultati soddisfacenti. Ho dimenticato nei miei elenchi l'utilizzo della amisulpride a 25 (frazionandola), 50 e 100mg. e non so se lei alluda anche a questa molecola come ulteriore opzione; è che talvolta funziona, ora purtroppo no.
Mi trovo a brancolare nel buio e mi rendo conto della difficoltà di dare risposte a situazioni non più fresche e semplici. E' un po' come se andassi a zig zag dando un colpo al cerchio e uno alla botte. Mi pare di capire che non posso pretendere una soluzione a tutto tondo. Cercare il possibile....
Grazie ancora e buona serata.

[#10]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

No, semplicemente ci sono altre opzioni da considerare, perché di solito per i disturbi con sintomi somatici i farmaci di prima scelta non sono quelli che ha elencato.
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dopo
Utente
Utente
Buonasera dott. Pacini,
grazie per la precisazione. E' che purtroppo questi disturbi somatici sono parte di una situazione più complicata e che negli ultimi quindici anni ha risposto sempre più difficilmente alle terapie, per cui ogni volta che ho tentato di aggiungere, potenziare o cambiare farmaci o mancava il risultato sperato oppure c'era tutta questa serie di disturbi somatici, che per me costituiscono davvero un grosso problema, che causavano maggiore angoscia e frustrazione e mi portavano regolarmente all'interruzione della variazione introdotta. Per cui, di volta in volta, mi sono trovato nella situazione di tornare a dei farmaci già sperimentati e tollerati ma ormai di scarsissima efficacia o azzardare altri tentativi di cambiamento ogni volta fallimentari. So che dovrebbe essere di prossima introduzione in farmacia il Brintellix....e ovviamente uno ci spera!
Quello che cerco è di convivere e contenere i problemi di umore "indovinando" una terapia che non ne crei altri su un altro fronte...è quello che non mi riesce da ormai molto tempo.
Cordiali saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

Ci sono due vie che non hanno molto senso. Tornare su terapie già provate solo perché si conoscono, ma non erano efficaci. E buttarsi sull'ultima "uscita".
La scelta si basa sulla diagnosi e sul tipo di sintomi che si vogliano eventualmente tamponare con più urgenza.
Non ho ben chiaro il perché delle scelte delle cure precedenti, ma non c'è da demoralizzarsi perchè non hanno funzionato, ce ne sono diverse altre da provare, forse cambiando "genere".
[#13]
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Utente
Utente
Sinceramente non so proprio più cosa fare. Il sintomo che in questo momento - ma sto parlando di mesi e mesi - invade di più la mia esistenza è un'ansia che comincia subito al mattino appena sveglio. Ormai ho provato una sequenza di farmaci e ho fatto cenno solo a una parte di essi, potrei aggiungere il Lyrica che sarebbe il meglio se non si associasse alla solita risposta disfunzionale di cui dicevo all'inizio. In tempi remoti avevo utilizzato il Buspirone e potrei andare avanti. Mi sveglio al mattino e devo aspettare 3 ore e anche più - mi creda e' una cosa che non capisco - affinché la benzodiazepina faccia effetto e sciolga un po' di ansia.
Effettivamente sono demoralizzato e vorrei sinceramente sperare in altre terapie...in qualsiasi altra alternativa.
La ringrazio dottor Pacini quando lei mi dice di un altro "genere" di terapie che non avrei provato; sinceramente non so a cos'altro affidarmi e mi sento abbastanza stremato nel non riuscire a dare un minimo di equilibrio alle mie giornate.
Grazie per l'ascolto.
Un cordiale saluto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

La scelta spetta al medico, quindi non pensi Lei a cosa usare. CI sono farmaci, anche vecchissimi, da sempre usati per i quadri tipo colon irritabile o disturbi d'ansia con le cosiddette "distonie neurovegetative".
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 995 63
Il suo curante dovrebbe avere gli strumenti per decidere quale terapia introdurre per la risoluzione della sintomatologia.

La suddivisione eventuale di compresse in quarti potrebbe non garantire che il dosaggio assunto sia effettivamente un quarto di compressa.
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Utente
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Buongiorno dott. Ruggiero,
grazie della sua risposta. Credo di essere riuscito a impostare una terapia dopo avere specificato con il mio curante il nucleo del problema. Il mio medico mi ha dato l'indicazione e la prescrizione per lo spasmomen somatico, che già conoscevo, e di un probiotico...."Dio solo sa perché" ma con questo sono riuscito a reintrodurre il Lyrica e a tollerarlo abbastanza bene e sto scalando le benzodiazepine. La terapia in questo momento comprende quindi Paroxetina a 20 mg. , Pregabalin 75mg. alla sera e 50mg. al mattino più, come dicevo, Xanax e Minias in progressiva diminuzione.
Se posso porle una domanda, mi interesserebbe conoscere quai soni i tempi di latenza del Pregabalin; a dire il vero già con le prime assunzioni a 25/50 mg. ho avvertito una svaporare dell'ansietà. Mi permetto di chiederle, anche se ovviamente ne parlerò con il mio medico se, a suo parere, ci sono dei tempi canonici per l'asssunzione del Lyrica - settimane, mesi? - o, se risolti i problemi di ansia più pesanti, si debba pensare a una progressiva riduzione del farmaco.
Grazie per l'ulteriore attenzione.
Un cordiale saluto.

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