Insicurezza, tendenza ad isolarsi e a bere alcolici

Buongiorno,

Vi scrivo non per me, ma per una persona vicina, in difficoltà, che vorrei aiutare.
Il mio partner, appare depresso e tende ad avere una visuale pessimistica per tutto. Quando è particolarmente stressato beve tanto e se io gli dico di moderarsi, perché non fa bene alla sua salute ed ho paura che alla guida possa succedere qualcosa a lui (o ad altre persone che potrebbero venire coinvolte in un incidente), spesso mi dice di "non rompergli le scatole". Ma la cosa che apprezzo di lui è che sa rendersi conto di ciò che fa (magari ci impiega ore o giorni) e sa chiedere scusa.
Fin da quando l'ho conosciuto, è sempre stato molto timido e poco sicuro di sé.
Quando era più giovane, ebbe un incidente stradale, nel quale morì un suo cugino, che si era messo alla guida, nonostante fosse il più ubriaco dei due.
Ho sempre pensato che il suo atteggiamento sia dato dai sensi di colpa per ciò che accadde a suo cugino e sicuramente per la reazione dei parenti che sicuramente avranno riversato il loro senso di rabbia accusando lui, spingendolo ad una sorta di isolamento.
Per quel poco che so, in quel periodo, si ritrovò solo (e conoscendolo questa solitudine contribuì ad accrescerla lui stesso, isolandosi dal mondo), uscendo di casa solo per andare a lavoro.
I suoi genitori sono separati in casa. Non ha un gran bel rapporto con i suoi, né con fratelli, sorelle e altri parenti. Quando lo vedo interagire con loro, sembra quasi stia interagendo con degli sconosciuti.
Lui ora è un ragazzo molto sensibile e sempre disposto ad aiutarmi e ad aiutare i pochi amici che gli sono rimasti e ama gli animali e i lavori di artigianato e giardinaggio. Ha un lavoro di cui si lamenta spesso, perché gli causa stress. Prima di stare con me usciva da solo a bere e scambiava due chiacchiere con chi incontrava. E' restio alle uscite in gruppo (magari quando gli propongo di uscire con dei miei amici/amiche) e quando gli si propone qualcosa, valuta solo gli aspetti negativi. Spesso ci ritroviamo a stare soli io e lui, proprio perché non gli va di uscire con amici in comune. Quando si è in comitiva parla sempre a voce molto bassa, quasi come non volesse far notare la sua presenza e difficilmente interagisce, se non coinvolto da qualcuno con cui ha già confidenza.
E' magro, delle volte mi dice che si dimentica di mangiare e ciò accade spesso quando abbiamo una discussione: lui rimane in camera sua a guardare la tv, a volte a bere, a volte semplicemente a giocare coi videogame, ma non mangia.
Nella nostra relazione è molto affettuoso e disponibile, ma anche insicuro e geloso. Io per far stare tranquillo lui, mi sono privata di molte cose (ad esempio non ho cercato lavoro come cameriera/barista, perché lui dice di non poter accettare di sapere la propria ragazza in un bar, "molestata" da degli ubriaconi...o ad esempio, fare un viaggio-che ancora non era organizzato- all'estero con le mie amiche), ma non mi è pesato.
Io gli voglio bene e per natura sono una persona che non sa dire di no, a lui soprattutto. Qualche volta ho avuto paura a rifiutare di far sesso, perché quando è accaduto, si è sentito ferito, quasi come la colpa fosse sua (per la sua eccessiva insicurezza alcune volte ne ha risentito anche la vita di coppia sotto le lenzuola) e non capiva che il problema al momento era mio (pensieri, stanchezza, sonno...).
Però lui si accorge che in questo modo non mi rende felice, infatti spesso, già dai primi mesi di relazione, mi dice che io merito di meglio, che lui non mi rende felice e preferisce farsi da parte e stare solo, piuttosto che privarmi di ciò che mi potrebbe far star bene. Io sono innamorata, non lo voglio lasciare, ma so anche che così non andremo da nessuna parte. Spesso mi viene voglia di lasciarlo al suo destino ma non ci riesco. Mi sento molto legata a lui.
Come posso aiutarlo?
Gli dico spesso che la via d'uscita deve imboccarla lui, che io non posso farlo per lui. Ma sembra che non voglia capirlo o magari lo capisce, ma non ha abbastanza volontà per uscire da quella nuvola nera da cui si potrebbe liberare, ma che invece si porta dietro da anni.
Vi prego ho bisogno di una risposta, perché rischio di entrare in depressione(sempre se per quanto riguarda lui, si possa parlare di depressione) anche io. Non ne parlo con nessuno, perché l'unico consiglio che mi sentirei dare, sarebbe quello di interrompere questa relazione e io gli voglio troppo bene per lasciarlo.
O forse dovrei davvero lasciar perdere e lasciare che questa persona continui ad autodistruggersi?

Ringrazio in anticipo, chi saprà darmi una risposta
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile utente,

come Lei ben sa, il Suo ragazzo soffre di una dipendenza: l'alcol in quantità è una vera e propria droga, che crea assuefazione.

<<Gli dico spesso che la via d'uscita deve imboccarla lui, che io non posso farlo per lui.<<
Lei fa già molto, standogli vicino.

Ma lei da sola può fare poco per lui, come del resto lui stesso può fare poco per sé.

Le dipendenze vanno seguite in modo multidisciplinare; in specifico l'alcol-dipendenza prevede un team dove psicologi, farmaci, club, familiari stessi, appaiono come i pilastri centrali.

Nel capoluogo della Sua provincia esiste il presidio di alcologia presso l'ASL pubblica, a cui rivolgersi con fiducia. I problemi alcol-correlati non sono una vergogna, bensì una malattia che ha bisogno di cure e rispetto.

La buona volontà e l'amore purtroppo non bastano;
ma Le posso assicurare che molte sono le persone uscite dal problema attraverso un percorso integrato.

Saluti cari.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Gent.ma Dottoressa,
la ringrazio per la risposta.
Vorrei chiederle: è possibile che tutti questi comportamenti anomali siano da imputare all'alcol? Ci sono alcuni giorni in cui non beve, o beve solo una birra , altri invece in cui ne beve 5 o 6. Può considerarsi alcolismo? Non me ne intendo. Io bevo quando mi va (1 volta al mese esagerando), al massimo 2 birre con gli amici . Come si fa a capire qual è la soglia tra bere per piacere o per "dissetarsi" e alcolismo?
Scusi se la domanda può sembrarle stupida, ma son sempre stata a contatto con gente che alza il gomito ed alcuni sembrano proprio indenni all'effetto dell'alcol. Ciò che vorrei capire è se c'è di fondo un altro problema che ha portato a dover spesso abusare dell'alcol o se è l'alcol in sè che ha creato il problema...

Cordiali saluti
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
<<vorrei capire è se c'è di fondo un altro problema che ha portato a dover spesso abusare dell'alcol o se è l'alcol in sè che ha creato il problema...<<

Non è semplice rispondere al quesito se è nato prima l'uovo o la gallina.
Se cioè è l'alcol "il colpevole" o se è la personalità ad essere "dipendente".

Qui si intrecciano anche vicende gravi che non possono non aver lasciato il segno, quale la morte del cugino, ambedue ubriachi.
Ma indagare queste profondità non è possibile online, e men che meno per interposta persona (cioè con Lei, anzichè con lui).
Per questo indicavo un servizio che comprenda lo Psicologo assieme agli altri specialisti; e che coinvolga lui, ma anche Lei considerato che è disponibile ad aiutarlo.
[#4]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Certo mi rendo conto, che l'unica persona che può capirlo sia lui, con l'aiuto di uno specialista. La difficoltà sta proprio nello spiegargli che ha bisogno d'aiuto.

La ringrazio per le sue risposte
Buona serata
[#5]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66

Non sarà un passo facile per lui.

Ma l'amore è un potente fattore motivante al cambiamento.

Un sincero augurio per Voi due.