radioiodio su paziente con insufficienza renale

Buonasera, scrivo per mia madre. Vorrei cortesemente sapere se ritiene opportuno che una donna di 77 anni, con insufficienza renale cronica e anemia (ancora non fa l'Aranesp di cui si è comunque parlato col nefrologo che la segue e col medico di base) probabilmente causata da decenni di tapazole per tenere a bada l'ipertiroidismo (basedow) , si sottoponga a terapia con iodio radioattivo. Mia madre è anche portatrice di pmk e a causa di una caduta di qualche anno fa con frattura scomposta di un malleolo ha anche problemi di deambulazione (ha un'intera ferramenta nella caviglia...) e la sua autosufficienza è parzialmente compromessa. Non vorrei che la terapia radioiodio aggravasse i già tanti problemi che ha mia mamma. Sono in attesa di risposta dai vostri colleghi di medicina nucleare (e dai pediatri visto che ho paura per mia figlia di dodici anni visto che vivendo tutti insieme in una casa piccola sarebbe esposta alle radiazioni). Dal lato nefrologico cosa ci consigliate? Al momento il medico di base ha prescritto ferrograd. Dovremo ripetere le analisi a breve. Grazie tante, scusate se ho scritto a tutti ma la cosa mi mette veramente ansia. La nostra situazione familiare non è delle più rosee e vorrei decidere per il minor danno.
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Nefrologo, Geriatra attivo dal 2012 al 2018
Nefrologo, Geriatra
Lei pone diversi quesiti a proposito della terapia con radiojodio che immagino sia stata prescritta perchè dopo anni di Tapazole (vedere anche questi pesanti effetti collaterali) il M.di Basedow è diventato resistente oppure sono presenti complicanze urgenti (esoftalmo?) o ancora è stato diagnosticato un carcinoma...

Per ciò che riguarda alcune risposte:
- anche se manca il grado di insufficienza renale ovvero il valore di creatininemia non ci sono evidenze che il radioJodio sia nefrotossico e pertanto la mamma può fare la terapia.
- l'escrezione dello I131 avviene prevalentemente per via urinaria nel giro di 4-10 giorni appunto secondo il grado di insufficienza renale
- idealmente sarà prudente che la mamma e la nipote vivano lontane (da parenti o amici) e comunque mantenendo una distanza di sicurezza almeno superiore ai 2-3 mt.

Ciò serva solo per orientarLa ma direi di affidarsi al suo Endocrinologo e Radioterapista per le specifiche esatte. Cordialmente, PmCaviglia
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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta, parlando nel frattempo con l'endocrinologo e il medico di base abbiamo pensato, considerato tutto, di attendere. Infatti complicanze urgenti non erano intervenute in questi ultimi tempi per cui non riuscivo a capire perché era stata indicata improvvisamente questa terapia. Spero non giunga il momento di doverla fare in quanto l'organizzazione familiare sarebbe a dir poco problematica.
Grazie ancora e cordiali saluti.
Daniela