Demenza senile, depressione o disturbo post traumatico?

Buonasera,
Scrivo qui per i disturbi che colpiscono i miei nonni da circa due anni. Sono entrambi alti circa 165 cm , in sovrappeso (ma non fortemente obesi), mio nonno è affetto da sarcoidosi e mia nonna da pressione e colesterolo alti, artrosi, ernie a 2 dischi cartolaginei, fibromialgia, ha subito da poco due operazioni per frattura del setto nasale e protesi del ginocchio (fornisco questo quadro per far capire la loro situazione di base). Due anni fa è morta loro figlia (mia madre) da allora i nonni sono cambiati radicalmente. Nonostante mostrino di andare avanti "normalmente" con la loro vita li vedo molto più spenti dal punto di vista psicologico, ma anche molto meno lucidi, e spesso parlano di voler morire (pur avendo un' altra figlia e una famiglia attorno). Il nonno lamenta di non riuscire più a fare le cose che prima faceva con la stessa dimestichezza, di sentirsi sempre stanco, di non dormire di notte, di voler morire. Spesso dimostra aggressività improvvisa nei confronti di tutti, cosa molto strana per lui. Ha meno lucidità nella guida, sbaglia strada, si distrae facilmente mentre guida.. A volte lo vedo fare una determinata cosa e fermarsi per minuti interi immobile, senza rispondere nè muoversi. Non vuole accettare la morte di mia madre, non vuole andare al cimitero, dichiara di volersi illudere sia ancora viva in viaggio o al lavoro. festeggiare le occasioni come i compleanni o natale è diventato per lui fonte di tristezza. Spesso mi chiama volutamente con un nome misto tra il mio e quello di mia mamma. Ripete sempre le stesse cose sul fatto che non sopporta mia nonna (effettivamente pesante) e sul fatto che lui era abituato a combattere ma ora non sa più per cosa andare avanti. Ha avuto un episodio di amnesia temporanea circa due anni prima che mia madre morisse in cui non ricordava di aver votato per le elezioni la mattina stessa. Mia nonna mangia moltissimo, non cura minimamente i suoi problemi di pressione e colesterolo con una dieta regolare, non accetta nessuna opinione diversa dalla sua, ha l'ossessione di andare al cimitero ogni giorno e dice si voler aprire la tomba di mia madre per vederne il cadavere, quando mio nonno non è in casa di notte dice di vedere il diavolo o persone che le parlano in modo maligno o presenze quando si corica, parla sempre delle stesse cose e argomenti, polemizza ed è aggressiva con tutti, sempre pronta al litigio, si sente sempre criticata e sta sulla difensiva anche se non si sta parlando di lei, a volte non ricorda ciò che le si dice poco tempo prima, fa fatica ad apprendere qualsiasi cosa, spesso domanda ma non ascolta la risposta o cambia argomento in modo inopportuno nelle conversazioni, le si deve ripetere una cosa più volte prima che lei se la ricordi dopo un certo periodo di tempo, è paranoica, pensa che la odiamo, idealizza la figlia deceduta, piange spesso ed è ansiosa per qualsiasi cosa. Ora: è solo un trauma psicologico o c'è bisogno di un consulto geriatrico?
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Dr. Elisa Paravati Psicoterapeuta, Psicologo 7 2 1
Buonasera, prima di tutto specifico che non sono un geriatra ma un neuropsicologo, che si è sempre occupata di demenza. La situazione dei suoi nonni non è la più facile e dirle se è un trauma o l'inizio di altro non è facile, questo va fatto con delle analisi specifiche, almeno una RMN cerebrale. Ma anche se fosse una forma dementigena non deve dimenticare che questa perdita (immagino dolorosa anche per lei), ha una valenza importante per i suoi nonni: è innaturale... Non si sopravvive ad un figlio, e qualora accade si entra inevitabilmente in uno stato depressivo che a volte, però, può essere scambiato per altro o non supportato. A latere di ciò c'è anche l'aspetto di salute dei suoi nonni. Tutti e due sembrano presentare un quadro legato all'infiammazione e tutti e due presentano delle patologie rare di cui ancora non si sa molto. Ma di sicuro una cosa si sa che sia la sarcoidosi, sia la fibromialgia come tutto il resto sono legate allo stress. Pertanto immagini quanto stress stanno vivendo ora..... Il mio consiglio è quindi non solo quello di portarli magari da un neuropsichiatra, ma anche di stargli molto vicino, di cercare di capire ciò che hanno perso, di capire la loro inutilità e quanto sentono il peso di essere sopravvissuti.... E' difficile la posizione che lei ha, ma mi creda lo è anche la loro. Non c'è, a loro avviso, un motivo per vivere, ce ne sono tanti per morire.... Li faccia sentire ancora importanti, a volte basta poco, li faccia sorridere qualche volta e, importante, gli chieda il loro amore... In questo momento non sanno a chi darlo. Spero sia stata di aiuto....Auguri per tutto.

Dr. Elisa Paravati

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