Depressione e ribes nigrum

Salve, sono quasi 2 anni che soffro di una diagnosticata sindrome depressiva, curata all'inizio con omeopatia con cui ho avuto riscontro positivo iniziale insieme alle sedute di psicoterapia con la psicologa della asl.
Ho avuto periodi di buonumore e stabilità emotiva insieme a periodi di depressione, verso aprile di questo anno stufo della situazione e non credendo più negli omeopatici mi sono autoconvinto che potevo farcela con le mie forze e insieme all'iperico che mi ha aiutato molto sembravo esserne uscito,ma dopo 20 giorni in Danimarca a cercare lavoro ho gettato subito la spugna e sono tornato a casa ricadendo inevitabilmente nella depressione più profonda (la più forte finora) sfociata in una crisi di pianto.
I miei hanno deciso di portarmi da uno psichiatra privato il quale mi ha segnato come terapia zoloft e seroquel,i quali sembrano stiano funzionando, ho già un migliore ciclo sonno-veglia e sono attivo,anche se minimamente ma non passivo come prima.
Il titolo della mia richiesta è relativa al fatto che prima che iniziassi a soffrire di questa sindrome depressiva circa 2 anni fa sono stato da un osteopata per dei problemi che avevo al naso e (setto deviato e poliposi nasale, risolto poi con operazione ma presso un otorino) problemi alla schiena il quale dopo la seconda visita mi ha segnato di prendere 70 gocce di ribes nigrum per la mia allergia (per un mese) diluite in un litro e mezzo d'acqua al giorno.
Ho letto che il ribes nigrum aumenta la produzione di cortisolo e quindi mi chiedevo se ci fosse una correlazione tra la mia depressione e lo stesso dato che "La serotonina in situazioni di stress si riduce in modo significativo, a causa dell'aumento della concentrazione del cortisolo".
Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non vedo il nesso. Letture fatte così non hanno senso, non ha gli strumenti per fare collegamenti del genere.

Ha una malattia e la sta curando, dopo ritardi dovuti a vuoti terapeutici e pensieri che purtroppo ritardano le cure (tipo farcela da soli).

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
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