Bisogno urgente di consigli

Salve Dottori,
vi scrivo perché sto attraversando un periodo buio da cui vorrei tanto uscire, ma c'è qualcosa che mi tiene ancorato al fondo.
In famiglia l'atmosfera è sempre tesa. Mia madre soffre di depressione da quando sono nato, ha avuto molti alti e bassi, periodi in cui si curava e altri no.
Nel 2008 è stata ricoverata dopo aver fatto pazzie, facendoci subire le sue impressioni, distorcendo la nostra visione della realtà: le è stato diagnosticato il disturbo bipolare e la schizofrenia.
Prima di quell'anno l'infanzia non l'ho vissuta serenamente, perché ero occupato a badare mia madre, sorvegliarla, subire le sue scenate improvvise, portarla a letto ogni sera ubriaca, cercando di farla dormire (era ed è un'alcolista). Di tutto questo mio padre non non era informato, perché lavorava molto e mia madre minacciava me e mio fratello di non dire nulla. Ricordo le prime parole che dissi non appena fu ricoverata con forza, dopo aver tentato di suicidarsi buttandosi giù dal balcone di casa:<< è tutto finito>>; ma non era così.
Mia madre era un vegetale, mangiava e dormiva a causa dei medicinali. Tutto ciò a quei tempi non mi pesava affatto, non ricordo esattamente cosa sentivo e provavo, sarà perché ero più piccolo.
Mio fratello maggiore ha sofferto più di me, durante i primi anni delle superiori ha iniziato a soffrire di disturbi alimentari (bulimia). Non lo riconoscevo più, e in silenzio io soffrivo. Ora lavora ma non si è mai curato, e sono sicuro che il mostro non è andato via. Lo so perché io sofferto negli stessi anni di anoressia, l'ho diagnosticato io. Ho perso più di 20 kg in pochissimi mesi. Mi piaceva vedermi uno scheletro. Ero ossessionato dal cibo, dalle calorie e dalla paura di ingrassare. per questo facevo circa due ore di esercizio fisico al giorno. Ero soddisfatto. Ciò mi impediva di pensare a mia madre e di rimuginare sul passato. Tuttora ho difficoltà a controllarmi, ma sto meglio, anche se nei momenti tristi il mostro mi viene a trovare con tutte le sue conseguenze.
Il mio umore è instabile e in questo mi riconosco molto in mio fratello. Soffro di indigestione e di insonnia; sono stressato e nervoso
Non faccio altro che pensare al passato e non sopporto più vedere mia madre in questo stato, non poterle chiedere un consiglio o un parere perché non sa che dire. A volte sembra uno zombie, si comporta come una bambina, soprattutto con l'alcool. Non so che fare...
Per quanto riguarda mio padre, è sempre nervoso, stressato ma lo capisco; non è facile vedersela da solo.
Negli ultimi tempi mi sento a disagio, inadeguato in qualsiasi situazione, non ho voglia di fare nulla, anche le cose che prima mi piacevano. Non ho molti amici, esco raramente, non sono il tipico ragazzo che ma fare baldoria, andare nei locali notturni o attivo sui social network. Soffro un po' questa solitudine.
Non posso permettermi sedute di terapia, per questo motivo mi piacerebbe soltanto ricevere un vostro parere e alcuni consigli per andare avanti.
Grazie
[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Caro Ragazzo,
descrive una storia familiare dolorosa e complessa, con dinamiche di relazioni disfunzionali... una madre molto sofferente, lei che ha dovuto accudirla fin da piccolo, con ruoli ribaltati, un padre periferico (per esigenze di lavoro) , segreti da non rivelare, pericolose alleanze, disagi non trattati e cure a singhiozzo.

E' comprensibile il suo sentire così come i disagi sperimentati da lei e anche da suo fratello...

La situazione meriterebbe attenzione specialistica non solo per sua madre, ma per l'intero nucleo poiché il disagio di uno si ripercuote e coinvolge tutta la famiglia.
Credo tuttavia da quanto dice che non sia comunque una strada percorribile.
La mamma avrebbe senz'altro bisogno di cure continuative, non a singhiozzo, dovrebbe essere suo padre ad attivarsi ed occuparsene pur se oberato dal lavoro, ne va di mezzo il vostro benessere.

Lei infatti, e non solo, è coinvolto emotivamente e rimane ancorato al fondo come dice, preoccupato per la mamma, incagliato nel cercare soluzioni, nel pensare al passato, disturbato per il clima familiare teso. Mentre avrebbe diritto di pensare a sé, al suo benessere, alla costruzione di un suo progetto di vita autonomo.
Non può chiedere consigli, pareri, così indispensabili per un figlio, porta un carico pesante da cui sarebbe opportuno togliere peso, distanziandosi emotivamente da ciò che la opprime.

Per questi ed altri motivi sarebbe opportuno che almeno lei ricorresse al supporto di un nostro collega anche per allontanarsi da quel "mostro" che la viene a trovare ancora nei momenti peggiori, per gestire le sue relazioni in famiglia in modo opportuno, per riuscire a pensare a sé, al suo benessere, alla costruzione di un suo progetto di vita, alleggerire i carichi emotivi, lavorare sul suo umore.

Può rivolgersi al servizio pubblico, alle strutture ASL del suo territorio, Consultorio Familiare, Ospedali che offrono il servizio, provi
Intanto stare in casa non la aiuta, dovrebbe cercare di aprire maggiormente la sua vita, provi a fare un piccolo passettino alla volta, una passeggiata, chiamare un amico...per distogliersi dalla pesantezza e crearsi occasioni.

Magari provi a parlare con suo padre, per la mamma e per tutto quanto, pensa sia possibile? Che rapporto ha con lui?

Cosa fa nella vita, studia, lavora?
Quali progetti ha per il futuro?


Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2016 al 2020
Ex utente
Prima di tutto la ringrazio per la risposta immediata.
Per quanto riguarda mio padre, forse non mi sono spiegato bene, lui è stato (ed è tuttora) presente in seguito al ricovero di mia madre. Lui si occupa di tutto e non ci ha mai fatto mancare niente, mentre mia madre per fortuna si occupa della casa. Non parlo molto con lui e non vorrei creargli ulteriori problemi parlandogli dei miei disagi.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Che ne pensa di rivolgersi a un nostro collega direttamente prsso il servizio pubblico?
[#4]
dopo
Attivo dal 2016 al 2020
Ex utente
Non voglio recare ulteriori problemi ai miei genitori. Si creerebbe una situazione di disagio e di imbarazzo, perché non lo accetterebbero volentieri. Già ci sono passato con mio fratello, il quale non ha voluto più continuare le terapie. Sembrava rappresentare un enorme peso per loro.
Vorrei soltanto ricevere un consiglio per affrontare questo con le mie forze, penso di avere la volontà di farlo.
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