Solitudine a 22 anni

Ho ventidue anni e una vita monotona. Durante l'adolescenza avevo tanti amici, con l'inizio dell'università ci siamo tutti un po' persi. Ho 4 amiche strette, ma con nessuna esco regolarmente. Una lavora e vive in un'altra città, due sono fidanzate e non rinunciano mai ai loro weekend d'amore, un'altra ha problemi alimentari e non vuole mai uscire. Io sono una ragazza socievole, allegra, ma non riesco a farmi un'altra compagnia. Voglio molto bene a queste ragazze e quelle poche volte che usciamo ci sto molto bene. Frequento l'università e sono pendolare, i miei compagni organizzano feste ma io non posso mai andare perché non saprei dove dormire (loro non mi offrono ospitalità). II primi anni di Università li vedevo a lezione ma poi hanno cominciato ad andarci sempre meno, così è diventato inutile anche alzarsi alle 6 pur di avere una vita sociale. Si organizzano per l'aperitivo e per le serate in discoteca. A volte pur di esserci faccio i km sola in macchina... Loro si organizzano alla giornata, io purtroppo sono vincolata dagli orari dei miei treni. A volte sono stata ospite ma non sempre riescono a offrirmi un letto, spesso ci sono anche altri coinquilini e non c'è posto).
Vivo in un piccolo paesino in cui non c'è nulla da fare e passo i miei sabati sera come tutti i giorni della settimana (specie ora che è estate).
Non ho un fidanzato. Sono stata lasciata due anni fa e da allora non ho più voluto nessuno. Mi sono frequentata con un ragazzo e basta per qualche mese, ma non ha funzionato. Penso al mio ex, alla mia solitudine, alle mie amiche perdute. Non sono una brutta ragazza ma se non esco e non mi faccio notare un po' nessuno si avvicinerà mai a me. Vedo le mie amiche ogni 20\30 giorni, la maggior parte delle volte solo per un caffè. ,
Sono le mie amiche storiche, abbiamo tutte i nostri impegni. Ho parlato varie volte del mio problema ma a nessuna sembra importare, tanto loro non sono sole..... hanno i fidanzati, una è malata e pensa solo a bruciare calorie in palestra.... l'unica che vedo più spesso è quella che vive a km di distanza, ed è comprensibile non sia sempre presente. per organizzare una semplice uscita con le altre dobbiamo parlarne almeno una settimana prima. E non deve essere il weekend, quando anche io avrei voglia di svagarmi con qualcuno. Tutte le volte che mi lamento della cosa le mie amiche mi dicono che su loro posso sempre contare e tutte puntano il dito sulla ragazza anoressica, l'unica effettivamente più libera ma che non vuole uscire per sue ragioni. A me mancano i sabati sera tra ragazze, in cui conoscevo gente, i ragazzi mi chiedevano appuntamenti... Sono stanca di questa vita.
Che fare?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

il passaggio dalla vita adolescenziale alla vita adulta - e cioè dall'ambiente protetto della scuola a quello dell'università o del lavoro - coincide non di rado con un allontanamento dagli amici con i quali si è condiviso molto fino a quel momento.
Cambiano le abitudini, gli impegni, a volte gli interessi, ed è necessario investire anche in altri rapporti interpersonali.
Lei lo sta facendo, cercando di frequentare il più possibile i suoi compagni di università, ma l'instabilità insita nella vita da pendolare non le consente ovviamente di essere presente quanto vorrebbe e il suo piccolo paesino le va comprensibilmente stretto, in una fase della vita in cui si tende a esplorare e a fare nuove esperienze.
Ha valutato la possibilità di cercarsi un lavoro e trasferirsi a vivere vicino all'università?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Cara ragazza, forse potrebbe andare in vacanza .. una settimana , anche da sola in un Villaggio, dove si sentirà subito inserita..spesso non è caro.. può fare amicizie che poi volendo proseguono .. od anche potrebbe iscriversi a un gruppo che abbia obbiettivi comuni, una lingua , la difesa dell'ambiente, wwf , Lei non partecipa ai Social.. ?
anche quello è un modo per ucire dalla solitudine .. sono situazioni in cui è più facile legare, parlare, non si scoraggi.. e provi a rilanciare anche coi compagni di Università..
Auguri per tutto !

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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dopo
Attivo dal 2015 al 2019
Ex utente
Gentili dottori,
non ho la possibilità di spostarmi per lavoro vicino all'università. Premesso che studio Giurisprudenza e non sarebbe facile finire in tranquillità con un lavoro full time (l'unico che mi consentirebbe di mantenermi).... Sono titolare della pensione di mio padre defunto 9 anni fa, e questi soldi mi arrivano a condizione che sia iscritta all'università (e al termine dei 5 anni, indipendentemente dal fatto che io li termini in corso o meno non ne potrò più usufruire) e che sia disoccupata.
Purtroppo essendo diplomata al liceo scientifico le mie competenze in ambito lavorativo al momento sono molto ristrette e difficilmente riuscirei ad avere uno stipendio che superi l'ammontare di questa pensione.
Mia mamma tiene tantissimo che io finisca l'università e usufruisce anche lei della pensione di mio padre.
Non nascondo che quando trovo lavoro come cameriera senza contratto per togliermi qualche sfizio ma non riesco di certo a pagare un affitto e non riesco a lavorare con regolarità.
Tra due anni non avrò più diritto alla pensione di mio padre e comincerò a cercare un lavoro seriamente, anche se dovessi ancora terminare gli studi. Non me la sento di trasferirmi in città a spese di mia madre, la pensione di mio padre potrebbe essere sufficiente a pagarmi l'affitto ma non il resto.
Nel frattempo, dovrò fare i conti con la solitudine.. e spero di essere forte. Perché piano piano sto rallentando anche i miei studi... Sembrerà strano ma quando avevo le mie giornate organizzate riuscivo a studiare di più, ora che ho a disposizione tutto il giorno rimando, perché tanto c'è tempo....
Ringrazio tutti delle risposte.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
A che punto è con gli studi?
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dopo
Attivo dal 2015 al 2019
Ex utente
Gentile Dott.ssa Massaro,
ho appena terminato il terzo anno accademico, ma sono indietro. Conto di terminare con un anno di ritardo...Ho scelto una magistrale a ciclo unico, davanti a me vedo ancora tre anni pieni di studio e fatica.
In passato a causa dei miei problemi familiari, l'impossibilità di svagarmi con le amiche e l'ansia per gli esami ho rallentato molto lo studio e mi ritrovo con diversi esami pesanti indietro. Tuttavia, ho intenzione di riprendere a studiare sul serio per raggiungere il mio obiettivo in tempi ragionevoli. Ormai è inutile piangere sul latte versato, ho perso un anno e posso solo cercare di non ritardare ulteriormente... Questo pensiero è allo stesso tempo mi rafforza e mi deprime, perché so che non sarà facile specie se la mia mente non è serena..
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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Gentile Ragazza,

"dovrò fare i conti con la solitudine"

mi ha colpita molto questa frase, che sembra sottintendere una certa rassegnazione e amarezza.

Poi ho seguito con attenzione il successivo post e mi trasmette l'idea si di una ragazza che sta soffrendo per mancanza di compagnia, di vita sociale, di svago, ma allo stesso tempo di una persona molto matura, responsabile, che deve fare i conti con la realtà di tutti giorni, che si sacrifica e si impegna per un obiettivo (laurea) non proprio immediato però per cui vale la pena di lottare e lei lo dimostra ogni giorno ... forse con più fatica in questi mesi estivi!

Riguardo la sua richiesta: purtroppo si, come dice lei, ci sono dei limiti di tipo economico e di piccola realtà in cui vive forse per poter evadere e frequentare o conoscere qualcuno di nuovo. Tuttavia credo che la solitudine non dipenda solo (o non solo) da quanta gente abbiamo intorno e stando alle condizioni in cui al momento si trova, in accordo con quanto detto dalle Colleghe di cercare di coinvolgersi in nuove attività, le suggerirei di ripartire prima che dagli altri, di farlo da lei e provare a chiedersi "stando così le cose cosa posso fare per rilassarmi, distrarmi, che mi piace (e che magari ho accantonato per mancanza di tempo quando avevo le giornate più organizzate), ...? Potrebbe essere anche pensare a nuovi progetti/propositi per settembre, insomma vedere cosa lei adesso possa fare, anche qualcosa di piccolo (e che non sia solo studio).

Cosa ne pensa?

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Cara Ragazza,
Alle indicazioni e riflessioni delle Colleghe già ricevute, che condivido, la invito a leggere questa lettura sulla singletidine...tra scelta è necessità

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6539-meglio-soli-che-male-accompagnati-singleton-soli-per-scelta.html

Anche la solitidine, a tratti, può essere fertile e creativa, e se non è "difensiva e prolungata", alla sua età non dovrebbe essere difficile entrare in relazione con il mondo.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Forse per riuscire a mantenersi affittando una stanza non le occorrerebbe un lavoro a tempo pieno, ma le basterebbe un part-time: provi a informarsi, sono tanti gli studenti che lavorano per mantenersi agli studi.

Nella sua università c'è uno sportello psicologico al quale si potrebbe rivolgere?