Fidanzato eternamente insoddisfatto e lamentoso e anche un po' immaturo

Sto con lui da 4 anni (io 25 lui 22). Stiamo bene, ma non mi sento tranquilla ed in questo periodo mi innervosisce, perchè scarica su di me i suoi malumori.

L'ultima che è successa risale a qualche ora fa: gli è stato chiesto a lavoro se stasera poteva fermarsi a lavoro 2 ore in più, fino a mezzanotte, lui ha detto di no. Fin qui nessun problema, se non fosse che mi ha chiamata urlando (era sul posto di lavoro) che non ne può più, che è un posto di mer*a, che se non gli pagheranno tutte le ore si licenzierà, che non è uno schiavo, ecc ecc. Io gli ho fatto notare tranquillamente che lo hanno sempre pagato e che non deve preoccuparsi, ma questo ha fatto salire ancora di più la sua frustrazione. Allora gli ho detto (con tono sempre tranquillo) che poteva fare ciò che voleva, se riteneva opportuno licenziarsi, che si licenzi, e lui mi ha gridato che lui ha bisogno di questi soldi. Al che gli ho detto che appena troverà un nuovo posto di lavoro, lascia quello attuale. E lui ancora a inveire che non può restare lì a fare lo schiavo sfruttato (che in realtà non è tanto sfruttato, perchè i suoi 1100€ se li prende, non sono tantissimi, però il suo è un lavoro di portineria ed è abbastanza tranquillo). A me è venuto da ridere, perchè se dico una cosa non va bene, se ne dico un'altra è uguale e lui si è infuriato ancora di più.
Il problema è che non è la prima volta che fa queste scenate a lavoro, ha cambiato diversi lavori, e mai uno che andasse bene o di cui non si lamentasse e facesse scenate simili. In un lavoro precedente ha persino risposto male al suo superiore (perchè era certo di avere un contratto da un'altra parte) e così non gli è stato rinnovato il contratto. Questi suoi sfoghi stanno diventando sempre più frequenti e mi indispongono verso di lui, perchè non mi sento di poter costruire nulla di stabile. Io gli sto vicino, ma sembra non basti. Soffre inoltre d'attacchi d'ansia, va dallo psicologo, io cerco di stargli accanto anche quando sta male e sentendomi impotente, ma sembra non serva. Gliene ho parlato, cambia per 3 giorni e dopo torna tale e quale.
Sembra non capisca che nella vita purtroppo non è tutto rose e fiori, soprattutto in ambito lavorativo.

Io mi sto facendo il mazzo (tra un anno mi aprirò un'attività mia mettendomi in proprio) e mi sto mettendo via i soldi, perchè la mattina sto facendo tirocinio post-laurea GRATUITO (dal lunedì al giovedì, dalle 8.30 alle 14.30), per poi andare tutti i pomeriggi a lavoro (dalle 15.30 alle 19) per guadagnarmi 500/600€ al mese e poi i sabati lavoro per un'agenzia di eventi e promozioni per riuscire a guadagnare qualcos'altro.

C'era l'idea di andare a convivere, ma con questi presupposti come faccio? Lui che non riesce a mantenersi un lavoro ed a sopportare un po'? Con quali premesse? Con lui sto bene, ma questi suoi attacchi sempre più frequenti mi demoralizzano e non nascondo che ho anche pensato di lasciarlo... nons o cosa fare, come potrei comportarmi?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile Utente,

con i limiti di una valutazione a distanza

sembra che il problema che in questo singolo episodio ha accentuato la reazione esasperata del Suo ragazzo sia stato il fatto che Lei ha tentato di fare un esame di realtà alla problematica raccontata dal Suo fidanzato.

Questo, cioè il fatto di riportarlo "con i piedi per terra" talvolta può essere un errore se l'altra persona è così agitata perché potrebbe sentirsi non capita e non accolta, come se Lei non avesse capito il punto di vista dell'interlocutore.

Chiaramente questa spiegazione non basta a gestire una problematica che sembra decisamente più ampia. Per quali ragioni il Suo ragazzo è in terapia, oltre che per il problema d'ansia? Lei sa quale diagnosi è stata posta?

Dice di aver pensato di lasciarlo... che cosa La trattiene con un ragazzo che ha spesso tali comportamenti? In che senso si trova bene con lui?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott.sa Pileci,

anzitutto La ringrazio per la celere risposta.
Lui è in terapia a causa dei suoi attacchi di panico e di ansia dovuti alla situazione familiare che si ritrova. E' stato in terapia nel 2014 per quasi un anno, poi gli attacchi erano spariti, per ripresentarsi a giugno di quest'anno a causa della morte della nonna a cui era molto molto legato. Gli ho suggerito di tornare dallo psicoterapeuta, visto che si era trovato molto bene e quindi sta andando.

Io sto con lui perchè al di la dell'aspetto lavorativo (la cosa su cui litighiamo è principalmente questa), ha anche molti altri pregi, mi fa sentire amata, mi ascolta, abbiamo molto in comune e io con lui sto bene.
Solo che a 25 anni mi piacerebbe iniziare a progettare più concretamente la mia vita, spiccare il volo e costruire un qualcosa con lui. Solo che le premesse non sono entusiasmanti, dato il fatto che non si vive solo di aria e amore, ma ci sono anche le spese, le incombenze, le bollette, ecc ecc.

Tra le altre lui mi ah chiamato un'oretta fa per chiedermi scusa, che si è reso conto che ha esagerato, ma che era pieno di rabbia e nervoso. Apprezzo le sue scuse, ma sto provando un senso di vuoto, di insicurezza, di instabilità... non so, non capisco nemmeno io.

Non so come comportarmi con lui, non so cosa fare e sono molto combattuta.