Agressività e insicurezza

Buongiorno. Scrivo per un consiglio su mio marito, visto che la nostra situazione domestica è oramai al collasso. Lui è un uomo di 40 ann, siamo sposati da 10 e abbiamo due bimbe di 9 e 5 anni. Ho sempre saputo che il suo carattere non era dei migliori, molto chiuso, insicuro, poco proattivo e di fondo pessimista. E' una di quelle persone che "non prova per non fallire". Sotto certi aspetti molto ma molto diverso da me. Questa divergenza è sempre stata motivo di lite tra noi, ma comunque sostenibile. Alla nascita della prima figlia è stato collaborativo, ci sono stati momenti bui ma ammetto di aver fatto la mia parte perchè in quel periodo ero molto stanca e nervosa e lo accusavo di tutto. Dopo che è nata la seconda bambina, ho notato in lui un progressivo allontamanento, sia da me che dalla bimba piccola, tanto che la piccina pur adorandolo non è proprio abituata a farsi "trattare" da lui e cerca sempre me. Inoltre il fatto di aver meno tempo per via delle due bimbe, mi ha costretto a chiedere il suo supporto anche nelle faccende domestiche (come sparecchiare o mettere i piatti in lavastoviglie) supporto che a parer mio dorvebbe venire spontaneo ma che lui ha comunque sempre cercato di non darmi, o di darmi ma senza "prendersi responsabilità", nel senso che "ti aiuto stasera ma non ti aspettare che lo faccia anche domani". Io lavoro tutto il giorno, e per sgravarlo dagli impegni visto che lui non vuole responsabilità e non è assolutametne interessato alle faccende di casa mi occupo in toto della gestione della famiglia. Lui ha un lavoro impegnativo, rientra tardi alla sera quindi non gli si può chiedere troppo, ma comunque di fondo non è un uomo collaborativo. Di recente mostra atteggiamenti che sono ulteriormente degenerati. Oltre a una dipendenza maniacale dal telefono che non lascia mai incustrodito, è sempre più assente, apatico, se gli si fa un appunto anche di poco conto si inalbera subito, con le bambine è molto sgarbato e si rivolge in maniera maleducata, salvo poi pretendere educazione e rispetto da loro anche con metodi "violenti". Non riesce ad argomentare, e ogni discorso in casa nostra diventa una discussione. Come provo a parlargli o a cercare un dialogo inizia a urlare, a dire parolacce, bestemmie e talvolta mi mette anche le mani addosso. Alla sera spesso torna a casa con la voglia di litigare, e cerca in tutti i modi di provocarmi, anche con scuse banali e infantili. Sembra proprio che abbia bisogno di sfogare una aggressività che si porta dentro, e se con me non riesce a litigare, allora va a provocare le bambine finchè non ha una motivazione per alzare le mani.
Ho provato più volte a dirgli di andare di casa che lo lascio libero, ma lui continua a rimanere, senza valutare minimamente la mia proposta di separarci. Inizio a pensare che la sua non sia solo cattiveria, o altri "interessi", ma che abbia dei seri problemi comportamentali. Gli ho detto di andare da qualcuno, ma non mi considera. Cerco un consiglio per uscirne
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

ha fatto bene a suggerire a Suo marito un aiuto professionale, ma davanti ad un suo rifiuto non può fare nulla.
Potrebbe richiedere per se stessa una consulenza psicologica in modo tale da capire come comportarsi quando Suo marito fa ciò che Lei ha descritto.
Che cosa, secondo Lei, ha scatenato questo cambiamento in Suo marito dopo la nascita della seconda figlia?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta rapidissima. I motivi possono essere svariati. 1) il maggior carico di responsabilità e fatica; 2) la vita più frenetica e la perenne corsa per stare dietro a due figlie e due lavori; 3) il poco tempo e le poche energie che riesco a dedicare a lui; 4) la sua pigrizia e il suo scarso impegno nel contribuire alla riuscita della famiglia, soprattutto ora che le dinamiche sono più complesse a causa della seconda bimba; 5) il mio perenne aspettarmi la sua collaborazione e il mio imputarmi per ottenerla (ne faccio una questione di principio oramai).

Ci stai poi che, anche su ammissione di mia suocera, lui è sempre cresciuto molto libero, senza costrizioni e senza troppe imposizioni, non è mai stato responsabilizzato nell'uso dei soldi e non gli è mai stata chiesta collaborazione in casa.

Delle volte mi sembra di avere un terzo figlio invece che un marito, non mi sento affatto appoggiata ma anzi mi sento di doverlo escludere da tanti meccanismi di gestione domestica per non fargli venire l'ansia e non agitarlo. Per fare un esempio, lui detesta che io tenga i conti, e se gli dico che dobbiamo risparmiare un po' di più (i tempi sono diventati duri per tutti) lui si agita, e urla che lui le pezze al c**o non ce l'ha.

Io ho capito che se voglio vivere serena con lui devo escluderlo da tutto ciò che sono problemi di ogni genere e grado, non devo farmi vedere stanca o lamentarmi, non devo chiedergli collaborazione ma anzi rendermi disponibile, .... ma è giusto tutto ciò? E' giusto che un uomo di 40 anni debba essere tenuto sotto una campana di vetro perchè non regge lo stress della famiglia? E se un giorno (come accadrà sicuramente) ci capitasse qualcosa di più grave? Che reazione mi devo aspettare da uno che non sa gestire le difficoltà neppure le più semplici? E le nostre figlie? Come crescono con l'esempio di un padre meno responsabilizzato di loro e che vede come stress il compito educativo che deve ricoprire?

Delle volte sembra un bambino,