Delucidazioni

Salve dottori, vi racconto in breve la mia vita. Sono nato con le orecchie a sventola, ho vissuto un infanzia e un adolescenza sicuramente non felice poi all'età di 16 anni ho sistemato il difetto con un banale intervento. E chiaro che sarebbe stato meglio che i miei genitori mi avrebbero risolto il problema da bambino ma non sono stato cosi fortunato. Il trauma peggiore credo sia stato non subire le prese in giro ma il cambiamento, da che non venivo considerato dalle ragazze di colpo mi sono trovato ad essere desiderato. Mi è sembrato di atterrare in un altro pianeta, non ero più io. Risultato non sono mai riuscito ad avere una ragazza e neanche storie brevi. Dopo l'intervento le cose sono migliorate per quanto riguarda l'aspetto fisico ma ho iniziato a notare dei cambiamenti che soltanto ora riesco a tirare fuori. Mi sono chiuso in me stesso. Adesso ho 29 anni e all'età di 24 anni ho fatto una breve psicoterapia, ho iniziato a prendere psicofarmaci (elopram 20mg, eutimil 20mg e adesso cipralex 20mg), sono ormai 5 anni che li assumo. Sto bene solo quando sto da solo, non riesco ad avere amici se non conoscenti con il quale uscire ogni tanto. Non riesco a stare per tanto tempo nello stesso posto di lavoro e sento il bisogno di cambiare. Sicuramente per il tipo di lavoro che faccio e anche a volte per il fatto di non riuscire ad entrare in sintonia con i colleghi. Che tipo di trauma ho potuto subire?
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve a lei,

immagino come debba essersi sentito vivendo la sua immagine corporea come difettosa fin da piccolo, tenendo anche conto che si trattava del suo viso.

Vorrei chiederle due cose, se ha voglia di parlarne.

La prima è questa: si è accorto soltanto oggi di essere chiuso in se stesso, ma potremmo dire che questa sua modalità ha caratterizzato fin da piccolo la sua vita o le sembra che si sia chiuso dopo l'intervento?

L'altra domanda che vorrei porle è questa: che cosa rappresenta per lei l'essere desiderato, come vive il fatto di essere visto, sia dal punto di vista estetico sia interiore?

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente
ho ampiamente risposto alla sua domanda in data 10 luglio u.s.
Mi auguravo di averele dato degli spunti interessanti, consigliandoLe fra l"altro di iniziare una psicoterapia analitica o dnamica per comprendersi meglio.
Ha contattato gia' qualche collega nella Sua zona? riferisce e racconta.
Le auguro un ottimo week end!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
Salve dr. Enrico de Sanctis soltanto oggi riesco a parlarne. Sicuramente questa modalità a caratterizzato fin da piccolo la mia vita.
L'essere desiderato per me rappresenta solo attrazione fisica che mentale dato che non ho avuto modo di sperimentare neanche questi se non a pagamento che non e la stessa cosa. Forse ho sbagliato ad usare il termine desiderato, intendevo solo dire che venivo guardato con occhi diversi dal altro sesso. Vorrei capire l'intensità del trauma che ho subito?
Grazie per le domande, se vuole chiedermi altro a me fa piacere.
Dott. a lei rispondo che non mi sento adesso di affrontare una psicoterapia ma la tengo sempre in considerazione.
grazie per le domande e risposte
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Lo scrivere a noi citando i suoi trascorsi, lamentandosi in pratica, ma senza attivarsi realmente per risolvere le Sue emozioni negative (iniziando una psicoterapia analitica, come Le avevo consigliato a luglio u.s.) non Le serve a nulla . Anzi. Peggiora il Suo stato d'animo che continua a ruotare intorno al *lamentarsi* .
Le sconsiglio nel suo interesse di continuare a farlo.
I miei saluti
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dopo
Utente
Utente
bene allora inizierò sul serio a pensare di intraprendere questo percorso di analisi. Se ha voglia mi dice perchè proprio psicoterapia analitica? Non basta una psicoterapia normale?
cordiali saluti
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Il tipo di psicoterapia in cui credo per risolvere i problemi e' analitico / dinamico.
E in coscienza credo sia l'unico capace di farlo.
Per questo lo consiglio
I miei saluti
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dopo
Utente
Utente
ho capito, ne parlerò con lo specialista, non credo posso decidere io che psicoterapia intraprendere.
grazie per le risposte
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
I suoi interrogativi sono importanti, con i colleghi avete messo in luce alcuni aspetti su cui riflettere.

Tra questi il disagio legato alle orecchie, il tumore, il discorso sulle relazioni sentimentali e sessuali, il dubbio sull'intensità dei problemi che si è trovato ad affrontare, la sua personalità tendente all'introversione, le sue perplessità sulla cura farmacologica che sente di effettuare da tanto tempo e si domanda circa la sua durata.

Temi che riguardano la sua vita, nella sua interezza e complessità, che devono essere approfonditi.

Da una parte sento in lei il desiderio di avere uno scambio per poter parlare di sé. Questo è un aspetto prezioso.
Dall'altra parte sembra parlarci di un'incertezza nel valutare la possibilità di guardarsi dentro e trovare uno spazio in cui porre i suoi dubbi e fermarsi a riflettere sulle sue legittime domande, che meritano attenzione.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
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dopo
Utente
Utente
si infatti e come se avessi paura di guardarmi dentro, aprirmi e parlarne. Mi sale l'ansia e mi chiudo ancora di più in me stesso ma allo stesso tempo mi rendo anche conto che è necessario che io faccia qualcosa. Ero in preda all'ansia, poi ho scoperto in maniera accidentale questo tumore e dopo aver affrontato l'intervento veramente devastante e successo che mi sono sentito più forte e sicuro di me e da li ho iniziato poi ad andare dalla psicologa. A 24 anni ho avuto un colloquio con uno psicologo ed a esordito dicendo che si trattavano di crisi adolescenziali. In seguito da un altra psicologa, mi ha indirizzato da uno psichiatra e da li e iniziato il percorso dei farmaci e adesso a distanza di anni le cose in me sono molto migliorate ma ciò nonostante sento che l'ansia e sempre dentro di me pronta a saltare fuori. Lei che ne pensa?
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Non so se forse non ha incontrato gli psicoterapeuti giusti, non ha avuto modo di trovare professionisti che potessero corrispondere alle sue aspettative e sintonizzarsi con il suo stato d'animo, con interesse e fiducia.

Sembra sottolineare che si è sentito poco accolto e svalutato da uno psicologo che ha minimizzato il suo malessere.
E un'ulteriore esperienza sembra essere stata deludente con una psicologa, che forse non ha sentito disponibile a occuparsi di lei. Se magari ha sentito questo, forse non avrebbe dovuto ascoltare ciecamente il suo consiglio e andare da uno psichiatra.
Forse non era quello che si immaginava né quello che stava cercando. Non dimentichi che è lei che può scegliere cosa è meglio fare per sé. La vita è sua ed è nelle sue mani, deve potersi fidare di se stesso.

Non essendo uno psichiatra, non posso pronunciarmi circa i farmaci, ma fa bene a chiedersi quanto deve durare una cura farmacologica, soprattutto dopo 5 anni di assunzione e il fatto che "sente che l'ansia è sempre dentro di lei, pronta a saltarle fuori". Questo fa riflettere, l'ansia bisogna comprenderla per poterla gestire, altrimenti ne siamo schiavi e può esplodere da un momento all'altro.

Non so se si tratta soltanto di ansia e paura a guardarsi dentro. Forse, accanto a questi vissuti emotivi, è anche refrattario perché le sue esperienze in merito alle cure l'hanno delusa. Non tutti i professionisti però sono uguali e trovare quello giusto, che fa al caso nostro, potrebbe essere più difficile del previsto, ma assolutamente non impossibile.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
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dopo
Utente
Utente
io credo che il colloquio avuto con il primo psicologo con una diagnosi di crisi adolescenziali fosse errata. Il secondo incontro con la psicologa credo mi abbia aiutato. Si adesso e tanto che prendo farmaci. Mi sono informato sulle cure lunghe e mi e stato detto che non fanno male ma di tenere sotto controllo eventuali effetti indesiderati.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Lei prenda le informazioni che ritiene utili qui e altrove, ma poi si faccia anche un'idea personale di quello che legge, soprattutto in base alla sua esperienza. Utilizzi la sua soggettività per seguire la strada che ritiene più giusta, senza adeguarsi acriticamente alle idee degli altri.

Ognuno di noi ha le sue opinioni, segue i suoi principi, e come noi, anche lei può farlo per se stesso. A me personalmente, ad esempio, sembra che una cura farmacologica protratta per 5 anni sia particolarmente lunga. Quale diventa l'obiettivo? Bisogna intendere la cura farmacologica come un supporto di durata indefinita, da assumere anche per tutta la vita? Lei ha riflettuto sul senso del farmaco per lei, ad esempio ha avuto modo di pensare se sente di non farcela senza, se delega al farmaco la soluzione e la gestione della sua vita?

Sono alcune delle domande che potremmo farci, che non hanno una risposta oggettiva né univoca. Sottolineo questo perché ho l'impressione che lei non utilizzi la sua soggettività e non esprima se stesso liberamente.

Chissà, magari prima era concentrato sulle orecchie e sulla difficoltà che fossero a sventola, giustificando così una sua possibile chiusura. Mentre ora che non sono più così evidenti, si potrebbe manifestare un suo disagio interiore che in realtà era presente ben da prima.

Lei, infatti, dice di essere chiuso in sé fin da piccolo, come se non potesse investire se stesso nel mondo, ma dovesse restare chiuso tenendo il mondo là fuori.
Questo alla fine provoca un impoverimento di sé, come se si annullasse come persona e mortificasse la sua esistenza di giovane uomo.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
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dopo
Utente
Utente
a proprio ragione. tutto quello che dice e giusto. Già per me e dura così con i farmaci, non credo che lasciarli adesso sia la soluzione migliore. Inoltre c'è questo disturbo ossessivo compulsivo e i farmaci mi aiutano ad eliminare parecchi pensieri stupidi che mi riempiono la testa.
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dopo
Utente
Utente
Per farle un esempio potrei raccontarle quello che mi succede. Ma preferirei non scrivere qui
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Il suo desiderio di raccontare quello che le succede è importante. Desidera confidarsi e condividere con qualcuno il suo vissuto. Questo è un segno positivo.

Il fatto che non voglia scrivere qui è comprensibile. Sia perché il suo privato è delicato e intimo sia perché è necessario uno spazio idoneo dal vivo. Online possiamo scambiarci alcune prime opinioni, ma poi bisogna proseguire di persona.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis