Shock settico

Buongiorno, chiedo un consulto per mia madre 81 enne e attualmente ricoverata in rianimazione per shock settico da 16 giorni.
Diciannove giorni fa è stata operata d'urgenza per infarto intestinale, successivamente è stata tenuta in terapia intensiva per tre giorni ( durante i quali sono comparse persino le piaghe da decubito) e in seguito, data la criticità della situazione, traferita in rianimazione presso un altro ospedale.
Ci è stato subito prospettato un quadro difficile e critico e infatti, per una settimana circa non ci sono stati grossi cambiamenti: fibrillazione, pastrine basse con valore 10.000, globuli bianchi alti, fascite necrotizzante, emoraggia cerebrale. A seguito di tac total body è stata accertata l'emoraggia cerebrale pur se di lieve entità e che sembrerebbe non aver danneggiato nulla. Una seconda tac, ha evidenziato l'arresto dell'emoraggia. Da pochi giorni il quadro è migliorato. Le piastrine sono risalite a valori normali, la pressione è buona, è stato tolto il tubo per la respirazione e respira autonomamente, è vigile e lucida anche se dolorante per via delle ulcere. Ciò che ancora persiste è l'infezione e la febbre nonostante la terapia antibiotica. Sembra che l'infezione sia localizzata nell'area intestinale sottoposta ad intervento chirurgico. Gli esami colturali fatti in altre sedi hanno dato esito negativo. Mi dicono che la terapia antibiotica non può essere fatta all'infinito e che il fisico è molto provato. Cosa si può fare per l'infezione? possono i chirurghi rintervenire per eliminarne la causa?
Grazie
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Dr. Salvatore Renzo Calabrese Anestesista 37 4
Nella sua descrizione del caso non si fa cenno a patologie preesistenti, ma anche così appare evidente una prognosi molto grave: l'età è avanzata, la patologia per la quale sua madre è stata operata ha un elevato indice di mortalità (in certi casi può superare il 50%), inoltre, come spesso accade,sono subentrate gravi complicazioni cardiache, neurologiche, settiche.
Il miglioramento che si è manifestato è dovuto all'intensività delle cure cui sua madre è stata sottoposta.
Si deve sperare che la residua sepsi sia vinta dalla terapia antibiotica e dal miglioramento delle condizioni generale.
Il suo quesito sembra riferirsi alla possibilità di un ad un altro intervento chirurgico. Ma se non si evidenzino chiari e localizzati focolai settici o raccolte ascessuali un intervento oltre che inutile sarebbe pericoloso per un probabile nuovo peggioramento delle condizioni generali.

Dr. Salvatore Renzo Calabrese
www.recal.it

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dopo
Utente
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Gentile dottore, grazie per la risposta.
Riguardo le patologie preestistenti, mia madre è stata operata 22 anni fa per carcinoma al colon retto fortunatamente senza metastasi e con creazione di colostomia definitiva a sinistra. E' guarita perfettamente e da allora non ha avuto più problemi. Recentemente assumeva soltanto la pillola per la pressione, godeva di buona salute.
A seguito dell'intervento ultimo è stata creata una nuova stomia a destra.
Le condizioni aggiornate sono: formazione di liquido pleurico e conseguente rintubazione, questa volta nasotracheale, persistenza di febbre a 38°. L'emoraggia cerebrale è in riassorbimento. Il quadro emodinamico è pressochè buono e stabile, non è più sorretta da farmaci se non dall'antibiotico, anche i globuli bianchi, a 13.000, sembrano normalizzati. Ora è trattata con vac posizionata nella vecchia stomia, e si pensa di far esaminare il liquido drenato. Probabilmente questa è una soluzione alternativa e meno impegnativa di un intervento chirurgico? Purtroppo a fronte di segnali positivi ce ne sono ancora tanti altri negativi. E' il 19 esimo giorno di rianimazione e non sappiamo ancora se è possibile uscirne...
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Dr. Salvatore Renzo Calabrese Anestesista 37 4
Come anche lei comprende, il prolungarsi e il peggiorare del decorso non depone favorevolmente.
Deve però anche rendersi conto che quello che scrivo, a distanza, senza la conoscenza diretta della persona malata ha ben poco valore. La medicina è soprattutto contatto diretto, anche "affettivo" col paziente. Quindi spero di essere smentito nelle mie pessimistiche previsioni.
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottore, mi ritrovo al 30° giorno di rianimazione con il seguente aggiornamento: circa due giorni fa sembrava compiuto il miracolo. Tutto procedeva bene. Febbre assente, respirazione spontanea, valori perfetti. Si parlava già del dopo rianimazione e dell'eventuale ricovero in reparto. In una notte è ritornato l'incubo, febbre a 39, rintubazione, piastrine basse ecc ecc. I rianimatori dicono che il problema risiede nell'intestino, c'è un versamento nella cavità addominale di cui non si capisce la natura e la fonte. Sembra a me di capire, dai colloqui con i medici della rianimazione che il chirurgo dell'ospedale dove ora mia madre è ricoverata vuole un consulto con il chirurgo, dell'altro ospedale dal quale è stata trasferita perchè privo di rianimazione, che l'ha operata!!!
Cosa accade? c'è una presunzione di errore nell'intervento? vogliono solo capire che tipo di intervento è stato effettuato? Intanto il tempo passa e nonostante la dedizione e la professionalità dei rianimatori che ripeto, avevano quasi compiuto un miracolo, i chirurghi non prendono decisioni.. Ho idea di richiedere un colloquio con il chirurgo per capire di più.

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