Ho fatto bene?

buongiorno.
cercherò di riassumere:
fidanzato da due anni, lei 22 io 33... dopo un po' emerge che negli anni prima lei ha avuto casi di sexting (non contraccambiati) , appuntamenti in hotel per ore di sesso (dice non contraccambiati) , ha guardato video porno frequentemente. Iniziano i problemi: lei sempre pensierosa, con il broncio quasi sempre, ad un certo punto crede di essere omosessuale e mette in dubbio la nostra storia, parlando assieme per centinaia di ore sembra che siam riusciti a risolvere.Passano un paio di mesi e mi dice che ha dei flash dove si immagina di fare sesso con le persone che un attimo prima ha visto per strada; un paio di volte durante momenti in cui si stava con miei amici , e un paio di volte nei momenti intimi , mi dice che si immagina di fare sesso con i miei amici, (con i quali ha parlato non più di 30 secondi in tutto il giorno).questo fatto degenera finchè mi stupisce esclamando che vuol fare la puttana. Parlando e parlando per decine di ore si riesce ad affievolire questa visione, ma non a toglierla del tutto... Contestualmente a tutto ciò mi accorgo che quando è il momento di tornare a casa e di salutarci per lasciarla tornare dalla sua famiglia, lei si incupisce e si mette a pensare pesantemente aumentano esponenzialmente tutti i problemi sopra citati. Nel lavoro non va molto bene poichè è fissata su molte idee, e oltre a rifiutare indistintamente ogni tipo di occupazione, in quelle poche che riesce a trovare non viene mai riconfermata. Dopo aver parlato con lei e provato a risolvere questa cosa, emerge che potrebbero esserci problemi con i genitori ed i fratelli che secondo lei non le danno un esempio adatto... vedendo di non riuscire a far più nulla e vedendo che la componente dei genitori è molto presente, le dico ripetutamente di parlarne con loro per affrontare ciò che non va.... lei non lo fa e se lo fa lo fa furbamente omettendo molto dal discorso. Stanco di vederla star male e di sentirmi trattato male, e preoccupato che potesse intraprendere strade pericolose decido di parlare io ai suoi genitori... la madre la prende molto a cuore e le parla frequentemente cercando di risolvere queste problematiche, (più di un anno). Dopo aver visto che la figli non ascolta non riflette, e che i suoi atteggiamenti stentano a cambiare, in un momento di forte stress per il suo lavoro, alza la voce offende e alza le mani verso sua figlia (sberle con un peluche, schiaffi e dei calcetti....cosi mi vien riferito) . In quel istante essendo io al telefono con lei , mi precipito a casa sua per aiutarla, mi rivolgo a sua mamma dicendole di non alzare più le mani verso la figlia e la madre capisce di aver sbagliato. Quella sera cerco di rassicurarla e tranquillizzarla, e lo stesso faccio nei mesi successivi.
3 mesi dopo, mentre i genitori sono in ferie la mia fidanzata con il fratello (e la nuora) e la complicità telefonica della sorella (lesbica) vanno dai carabinieri a denunciare i genitori e lei scappa di casa andando da prima dallo zio, poi da una amica in attesa di essere accolta in una casa famiglia.(ad oggi son passati 2 mesi) . Tutto questo accade in un momento di lutto per la mia famiglia, lei arriva in ritardo ai funerali e mi crea problemi litigando in quel momento, e soprattutto "scappa" da me perché mi son permesso di dirle he non appoggiavo questo percorso per la sua vita, ritenendo più consono dovesse trovare lavoro prima e poi in autonomia prendere in affitto un appartamento ) per andare a vivere da sola ( o magari per andare assieme a convivere ). Parlando con il fratello la nuora, la sorella e i suoi amici (omosessuali e problematici) dopo un mese e mezzo mi viene a dire che mi odia profondamente perché non la ho salvata portandola via di casa (quando la mamma le ha datto le botte) pagandole a spese mie l'affitto in un albergo...
In tutto questo ci sono due pareri di psicologhe da cui la mia ragazza era in cura che affermano che il litigio sono fatti che capitano tra madre e figlia, e che non è una cosa cosi grave, oltre ad affermare che la ragazza ha delle problematiche.
Un parere perfavore.
Ringrazio tutti antiipatamente
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
<<Un parere perfavore.<<

Gentile utente,
un parere su quale delle numerose problematiche?
(Già alcuni pareri li ha ricevuti nei precedenti consulti, dal 2015.)

Nel frattempo la consiglierei di riflettere sull'affermazione delle due psicologhe (perchè due?):
<< oltre ad affermare che la ragazza ha delle problematiche.<<

Domanda:
la situazione, piena di difficoltà, va avanti da tempo;
cosa pensa?
cosa pensa di fare?


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buon pomeriggio a lei,

immagino l'impegno che sta mettendo in questa situazione che dev'essere difficile per lei, poiché fin dall'inizio della vostra relazione "iniziano i problemi" e, durante questi due anni, lei si sente "trattato male".

Mi colpisce la domanda che pone e mi chiedo se c'è una parte di lei che è paziente e accetta di stare in una situazione problematica con l'obiettivo di risolverla e, allo stesso tempo, un'altra parte di lei che non è convinta che sia giusto procedere in questo modo per se stesso.

Forse chiedere aiuto ai genitori di lei è stato un modo per trovarsi accanto qualcuno che potesse aiutarla e capire il suo sforzo, un modo per non sentirsi solo e rifiutato, coltivando una speranza di "risolvere" i problemi con la sua fidanzata.

Purtroppo non è semplice e per quanto lei possa stare accanto alla sua fidanzata, solo lei potrebbe cambiare se lo volesse. Non ci sono verità assolute, certo mi domando se il fatto che lei resista non possa essere anche controproducente per certi versi, poiché la sua fidanzata sa che, indipendentemente da quello che fa, non la perde e quindi ha potere su di lei. Lei è sempre lì d'altronde.

Ora non le sto suggerendo di allontanarsi come strategia, non servirebbe a lungo a mio avviso. Penso piuttosto che possa riflettere sulla sua domanda, se fa bene a proseguire così.
Penso che sia importante che lei possa legittimare il suo dolore per queste forme di rifiuto che subisce e capire che non può fare tutto da solo nel tentativo di cambiare la sua fidanzata. Non dipende da lei.

Inoltre possiamo domandarci se si sente usato, più che amato, e sarebbe importante capire se è stanco di questo, per quanto non sia ancora del tutto convinto che sia giusto così.
Non conosco la situazione, ma mi domando se forse questa ragazza (che lei sente giovane e centrata su di sé, come ci racconta in un precedente consulto "Disturbi sessuologici") abbia bisogno di un aiuto che non può essere lei a darle incondizionatamente, se sta cercando un rapporto alla pari.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Buona sera,
le psicologhe sono due, perché dopo un po, alla prima delle due poiche non la pensava come lei, ha deciso di non dare fiducia....sostituendola....
Un parere servirebbe su tutte le problematiche , ma basta anche un parere generale....
Cosa ho deciso di fare ormai è chiaro, non posso continuare in questa direzione....
Io chiedevo un parere sul fatto di non averla portata via di casa, perché parlandole, mi odia profondamente per questo... tra i motivi per cui non l'ho fatto, oltre a quelli della mancanza dell'idea a caldo, del rispetto verso le famiglie altrui e le altre persone, per principi in cui preferisco parlare alle persone prima di fare atti drastici, e proprio perché le problematiche durano da un po non me la sono sentita e l'idea non mi è proprio balzata in mente....
Faccio notare che la ragazza, ha affermato che "per lei la famiglia non conta nulla, non è sacra" mentre per me il rispetto, il dialogo i rapporti all'interno di essa sono sacri.
Inoltre alla mia affermazione "preferisco che una ragazza venga a stare con me perché mi vuole bene piuttosto che per comodità (fuggire dai genitori), lei si è addirittura offesa
[#4]
dopo
Utente
Utente
Mettiamola cosi, dopo le ultime lunghe discussioni, in cui provavo a farle capire che, odiare i suoi genitori, e vivere alle spalle di altre famiglie senza lavorare e desiderare a 22 anni di andare in una casa famiglia piuttosto che in un appartamento pagato con le fatiche della fronte, non è la cosa che vedo giusta per la sua vita, lei ha deciso di troncare...ma se non lo faceva lei sarei stato comunque io, poiche sentirmi odiato perché altre persone, 3 mesi dopo l avvenimento dei fatti citati, si son permesi di dirle che non le volevo bene perché avrei dovuto pagarle un albergo per salvarla dalla mamma, è veramente troppo...
Le altre psicologhe dicono che soffre di ansia, e cova una rabbia profonda verso i genitori e altre problematiche (è rimasta sul vago perché questo mi ha raccontato ma magari ce molto di più)
Io sono un testone, quando voglio bene ad una persona do tutto me stesso, sopportando ed amando con tutto me stesso, e so che non va bene perché molte volte le ragazze fuggono alle prime difficoltà... e questo dimostra tutta l mia pazienza, son due anni che sopporto amo una ragazza che mi fa solo soffrire....
diciamo cmq che qui ce molto una parte di timore per lei, poiché ho potuto vedere nel tempo come lei sia facilmente manipolabile dagli altri (e lo dimostra il fatto che 3 mesi dopo altri le han detto che non le voglio veramente bene) e assieme alla sua totale mancanza di conoscenza su varie problematiche della vita , la paura che vada in una direzione sbagliata c'è e non è solo un immaginazione....

allontanarsi come strategia, non funziona, ho gia provato un paio di volte, ma lei mi spiazza, poiché mi scrive il giorno dopo come se nulla fosse mai successo...

volevo anche chiedere: può un assistente sociale posizionare la mia compagna in una casa famiglia, senza prima aver valutato l'effettiva condizione famigliare? si fida di una denuncia ai carabinieri che può essere anche falsa?

E soprattutto i suoi genitori cosa possono fare, perché la mamma, che non la ha mai toccata fino a quel momento e le ha sempre lasciato fare ciò che voleva, è disperata ed ha dovuto ricorrere agli antidepressivi, poiché la sorella lesbica le da contro, il figlio manipolato dalla nuora ha chiuso i ponti per evitare che vedano il nipotino, e la mia fidanzata che non vuole in nessun modo parlare con loro, manco l'avessero massacrata di botte...
[#5]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Lei è un "testone", è vero. Questa può essere una qualità, ma fino a un certo punto. Capisco quando dice che "ama con tutto se stesso", ma non deve sopportare torti e rifiuti, non è ammissibile. D'accordo la pazienza, la dedizione, la cura, ma conta molto anche lo scambio.
E si sente nelle sue parole che è lo scambio che desidera e le manca, e sente ingiusto proseguire come finora.

Credo quindi che questo momento doloroso possa allo stesso tempo essere importante per lei, un punto eventuale di svolta.
Certo è impegnativo e non è semplice ascoltare, valorizzare e sviluppare certe parti di sé che sono promettenti, ma non ancora del tutto evidenti ai suoi occhi.

Ad esempio quando dice: "Allontanarsi come strategia, non funziona, ho gia provato un paio di volte, ma lei mi spiazza, poiché mi scrive il giorno dopo come se nulla fosse mai successo...", forse non si accorge che è lei che cede a un certo punto. Quindi non è vero che si allontana. La sua fidanzata sa bene che basta poco per spiazzarla, il giorno dopo lei è lì come prima...

Voglio dire che la parte di lei che resiste è molto più presente di quella che non vuole sentirsi trascurata né trattata come un oggetto o usata. È molto più radicata la parte che dona (e mette se stesso tra parentesi) piuttosto che la parte che vuole anche ricevere ed esserci, com'è giusto che sia.

Capisco che non sia facile, però questo potrebbe essere un punto cruciale su cui potrà riflettere, se lo vorrà. Capire come mai resiste in modo così persistente ("io sono un testone") in situazioni forse troppo mortificanti per lei.

Relativamente all'assistente sociale non ho le competenze per aiutarla. Anche se forse potremmo chiederci il perché della sua domanda.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

[#6]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio dot. Enrico de Sanctis, per il suo parere, diciamo che ha solo confermato una via che avevo in mente e ne ha alleggerito il percorso.

Per gli assistenti sociali, la domanda riguarda sempre la mia compagna, poiché dopo aver denunciato i suoi genitori ai carabinieri, ha fatto lo stesso agli assistenti sociali chiedendo di essere messa in una casa famiglia (e io posso affermare con certezza che questa non è idea della mia compagna, ma inculcata dal fratello sottomesso dalle volontà della sua sposa)

Aspetto altri pareri di altri dottori, per una completezza di informazioni...