Dubbio patologico,ansia,paura di essere sola

Salve dottori,sono una studentessa di psicologia,si spera alla fine dei propri studi.Ho 23 anni.
Tempo fa,per un lungo periodo(2 anni)ho condotto una vita fatta di spinelli,alcool..notti passate fuori che di conseguenza non mi permettevano di vivere le mie giornate in maniera "lucida".Con il passare del tempo(troppo tempo purtroppo)mi sono resa conto che mi stavo distruggendo,che non riuscivo più a raggiungere nessuna meta,dimostrato anche dal fatto che per un anno non sono riuscita ad andare avanti con l'università.Se sono arrivata a questo punto è perchè mi sono fatta trascinare da una conoscenza sbagliata alla quale però io ero legata.Ho iniziato ad avere attacchi di ansia notturni,disturbi ossessivi a sfondo sessuale che mi facevano stare malissimo e mi facevano troppo vergognare di esistere,mi sentivo sporca.Sono andata dallo psicologo e ad ogni incontro avevo sempre un disturbo ossessivo diverso ma legato sempre al sesso.Mi disse che non dovevo preoccuparmi,che la dimostrazione palese che non si trattasse della realtà stavo proprio nel fatto che le mie storie cambiavano continuamente.Non riuscivo a distinguere le "fantasie"dalla verità.Ho temuto di essere pedofila(forse lo credo ancora)e in questo caso lo psicologo ha smentito tutto dicendomi che se lo fossi stata davvero non sarei mai stata cosi'male.
Piano piano ho cercato di credergli e di provare a sconfiggere questi maledetti pensieri...piano piano ho smesso di fumare cercando di convincere anche la persona che mi aveva trascinato in questo sporco mondo,ma senza alcun risultato.Il nostro legame è finito da circa un anno e nonostante tutto ho sofferto con tutto il mio cuore.Un anno fa ho conosciuto un ragazzo,lo definirei il regalo più bello che la vita avesse potuto donarmi dopo un periodo cosi'nero.Non so se lo amo,non voglio pensarci,so solo che è più importante di quanto creda.
Grazie a lui ho chiuso con quella vita,ho ripreso a studiare,non fumo nemmeno sigarette e conduco una vita normale.
Dovrebbe essere tutto risolto in teoria ma in realtà non lo è perchè ho una terribile ed eccessiva paura di perderlo,in tutti i sensi!Ho paura di essere abbandonata,di non riuscire ad alzarmi più e di soffrire come una dannata come è successo in passato.
Lui è informatore scientifico e tutte le volte che lavora o è fuori in macchina non posso fare a meno di pensare al peggio..incidenti stradali soprattutto.Come faccio a risolvere???non ero cosi' ma dopo quel periodo sono diventata la persona più insicura di questo mondo,una persona che non sa più distinguere il vero dal falso,che forse non ha fiducia in se stessa ed è per questo che ha paura di rimanere da sola anche perchè non ho un buon rapporto con i miei genitori..anzi vorrei scappare da casa mia ma allo stesso non ho il coraggio di farlo perchè non credo che ne sarei capace.
Sono una bellissima ragazza(ho fatto anche concorsi di bellezza)ma non ho molti amici,forse solo due amiche vere ma che non vedo spesso perchè non credo di avere un carattere cosi'socievole,o meglio,credo di essere socievole ma non so per quale motivo la gente devo letteralmente trascinarmi per uscire,deve convincermi,quasi supplicarmi..è come se io volessi mille cose ma poi non ne faccio nemmeno una.Ho sempre dato la colpa di questo ai miei genitori che non sono mai riusciti a darmi stimoli.Ho fatto equitazione per 8 anni e mio padre non mi ha mai visto su un cavallo nemmeno una volta,nonostante l'abbia supplicato!Piano piano ho smesso,anzi..non voglio nemmeno pensare ai cavalli,non m'importa.L'anno scorso ho cercato di trovare un lavoro ma mio padre mi ha subito scoraggiato dicendomi che non sarei mai riuscita a conciliare studio e lavoro....per lui esisto solo per questo,PER STUDIARE.
Ci sarebbero mille altre cose da dire ma non saprei davvero da dove cominciare...Forse sono stata un pò confusionaria a mi sono dilungata un pò troppo ma spero che possiate essere in grado di leggere oltre.
Vi ho scritto presa da"disperazione"perchè nonostante studi psicologia e nonostante io mi sia rivolta proprio a degli psicologi,purtroppo dubito anche della psicologia,paradossalmente parlando,di quella disciplina che dovrà accompagnarmi per il resto della vita. Grazie in anticipo ELFA
[#1]
Dr. Domenico Mauro Psicologo, Psicoterapeuta 5
Gentile cliente,
certo che, anche se in un brevissimo spazio, è riuscita a raccontare le fasi più significative e, aimè, più difficili della sua vita. Si renderà conto che gli "elementi" sono tanti e forse un primo passo utile e di buon senso sarebbe quello di mettere un pò d'ordine tra di essi.
Intanto la sua vita passata, in quanto tale, appartiene al passato e sarebbe necessario incominciare a "prendere le distanze" da essa.
Posta in questa prospettiva, ricominciando dal punto in cui si trova, probabilmente tutta la sua dichiarata confusione non avrebbe la stessa valenza o, comunque, spessore. Le "variabili" sulle quali si può far leva mi sembra che ci siano e siano soprattutto valide (il fidanzato-"regalo più bello", l'Università, la sua bellezza). Messi insieme ed in modo corretto i vari "pezzi del puzzle" sicuramente le permetteranno di guardare avanti e di intraprendere un coraggioso cammino verso un gratificante futuro, magari con l'aiuto di uno psicoterapeuta quando, naturalmente, avrà ripreso a credere un pò di più in se stessa e nella psicologia.
Cordialmente, Dott. Domenico Mauro Psicoterapeuta ad orientamento Strategico.

Dr. Domenico Mauro
Psicologo-Psicoterapeuta ad orientamento strategico

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile ragazza,
partiamo dalla fine: sembra che dopotutto quello che la vita ti ha dato negli ultimi anni, oggi tu abbia sviluppato un bel disturbo d'ansia, che ti porta incessantemente a preoccuparti delle cose negative che potranno succedere a te oppure al tuo compagno

Ma forse il disturbo d'ansia non è nuovo, visto che in passato hai sofferto anche di episodi a carattere ossessivo

Aggiungiamo una certa impulsività soprattutto nel tuo rapporto con le sostanze (e, perchè no, nella scelta di un partner che ti ha fatto molto soffrire).

Infine, un certo umore negativo che ti porta a pensare con apprensione e con un po' di pessimismo al futuro.

Tenendo presente che da qui, come immaginerai, non possiamo fare una diagnosi accurata, per ora diciamo che hai una bella sindrome ansioso-depressiva. Cosa fare quindi?

Fossi in te, tenendo presente il futuro che hai davanti sia dal punto di vista professionale (psicologa) che dal punto di vista relazionale(fidanzato) credo tu sia obbligata a questo punto a correre ai ripari prima che sia troppo tardi

Per cui chiedi una consulenza psichiatrica inizialmente, perchè nel tuo caso credo sarà fondamentale inquadrare l'umore. Forse in passato il tono dell'umore basso non ti ha permesso di raggiungere i risultati tanto sperati con il lavoro psicologico. E ti consiglio successivamente di associare una psicoterapia (potresti provare con la cognitivo comportamentale, o comunque con una terapia breve)

Unendo i due approcci vedrai che le cose cambieranno, e questo ti permetterà di capire cose che saranno cruciali un domani, quando ti troverai di fronte, forse, persone che soffrono come te

Tienici informati se vuoi

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#3]
Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicologo, Psicoterapeuta 648 21 5
Gentile ragazza,
da quello che racconti sembra anche a me che esistano gli estremi per ipotizzare una sindrome ansioso depressiva.

Hai fatto un quadro perfetto dei tuoi problemi ad hai anche una chiara idea della successione con cui questi si sono sviluppati e questo definisce una ottima consapevolezza e, credimi, non è poco; l'unica cosa che manca è la capacità di affrontare tutte queste difficoltà.

Io credo che sia il caso che ti rivolgi ai professionisti citati dal collega che ti aiuterebbero, forse anche più rapidamente di quanto immagini, a trovare una soluzione.

Provaci.

In bocca al pupo

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

[#4]
dopo
Attivo dal 2006 al 2010
Ex utente
Gentili dottori,
innanzitutto grazie mille per aver risposto,è la prima volta che mi rivolgo a voi e non speravo in risposte cosi'tempestive.Vi sono punti delle vostre risposte in cui mi rispecchio perfettamente,altri che invece mi sembrano molto lontani dalla mia persona.
In passato ho fumato spinelli,anche tanti,ma riconosco di averlo fatto per una mancanza di carattere e forse per farmi accettare da una persona che in fin dei conti non mi amava e con la quale avevo,a lungo andare,stabilito un rapporto purtroppo basato solo sull'atto di fumare.Non riconosco dunque,un comportamento compulsivo poichè in assenza di questa persona non sono mai andata alla "disperata" ricerca della sostanza,il mio problema era solo un farsi trascinare da qualcuno che in quel momento avevo troppo idealizzato.
Per quanto riguarda i disturbi ossessivi,una volta il mio psicologo mi disse che avevo una sorta di autoinvidia,che non riuscivo ad accettare che le cose andassero come volevo,che mi sembrava assurdo che fossi felice.Infatti,i disturbi diventavano più frequenti nei momenti in cui la mia vita procedeva serenamente,come se io tutti costi dovessi cercare un problema per il quale soffrire.Paradossalmente emergevano anche nei periodi di stress come ad esempio qualche giorno prima di una esame importante.
In questo momento sono una ragazza apparentemente serena,non ho un tono dell'umore basso anche se alle volte non riesco a trattenermi dal nervoso scaturito dal contesto in cui vivo.I miei genitori non vanno molto d'accordo,mia madre la definirei una donna molto immatura,egocentrica,soffre molto di vittimismo e ama i giochi d'azzardo.. non rispecchia l'immagine della" classica "madre e nemmeno della classica moglie.Nonostante io la ami profondamente ho con lei da tantissimi anni un rapporto estremamente conflittuale che tante volte mi porta ad esplosioni di rabbia(più di una volta siamo arrivate alle mani)al desiderio di andarmene ma non trovo il coraggio perchè temo moltissimo mio padre che per "amore della pace"non si rende conto che io sono la figlia è mia madre è la madre.
Quello che vorrei trasmettere è che non ho mai visto nella mia famiglia un punto di riferimento..anzi..e provando a fare una sorta di "auto-diagnosi"io credo che i miei disagi siano dovuti soprattutto a questo..
Ho una paura tremenda di rimanere da sola perchè avrei paura di non farcela,perchè non ho nessun tipo di appiglio e allo stesso modo sono cosi'legata al mio ragazzo perchè tutto quello che desidero è un futuro migliore,una famiglia diversa dalla mia..è solo con il mio ragazzo posso realizzare tutto questo,è come se lui rappresantasse la mia ancora di salvezza ma quello che non va è che già so che se ci dovessi lasciare io ne soffrirei profondamente ed è proprio questo che vorrei evitare,vorrei essere più forte.
Dio,quanto vorrei raccontarvi di più ma non potrei mai farmi capire.
Comunque,ho già fatto una visita psichiatrica e anche una visita neurologica.Il neurologo disse che ero molto ma molto arrabbiata,come se io fosse davvero arrabbiata con il mondo!
Credo di essere una debole,anche se ho superato momenti difficili in famiglia(forse solo in teoria),ho la certezza che se la serenità che possiedo adesso dovesse finire,se non avessi più il mio ragazzo,io potrei ritornare fumare,non studiare,bere..e tanto altro!
[#5]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
"Credo di essere una debole,anche se ho superato momenti difficili in famiglia(forse solo in teoria),ho la certezza che se la serenità che possiedo adesso dovesse finire,se non avessi più il mio ragazzo,io potrei ritornare fumare,non studiare,bere..e tanto altro!"

Solo questo basterebbe ad indicarti un supporto psicoterapeutico, ripeto, in prospettiva di ciò che farai in futuro, ovvero la psicologa

Inoltre, le tue considerazioni sul fatto che in molti nostri spunti non ti ritrovi confermano il fatto che da questo sito più di tanto voi utenti non dovete aspettarvi, perchè in poche righe non è possibile racchiudere la complessità di un essere umano che soffre

Speriamo almeno che tu possa orientarti tra i nostri suggerimenti
[#6]
dopo
Attivo dal 2006 al 2010
Ex utente
Sono stata consapevole dal primo istante in cui vi ho scritto che non sarebbe stato di certo facile farmi capire.
Ho voluto provare!
Le parole contano tanto!In passato ho ascoltato tanta musica perchè mi faceva stare meglio,ho appeso in camera mia pezzi di poesie che tutte le mattine leggevo..le parole riuscivano a darmi forza.
Vi ho scritto per avere un conforto.Potrei provare a ricontattare il mio psicologo oppure potrei provare a farcela da sola..non saprei.
Sto preparando l'ennesimo esame e quasi alla fine del mio percorso mi chiedo ancora se posso fidarmi della psicologia,se posso essere in grado di aiutare gli altri o se magari complicherei solo la loro vita.
Quando mi sono iscritta non avevo alcun dubbio,volevo fare la criminologa,poi si scoprono altri ambiti e allora si cambia mille volte idea.Ci sono state materie che mi hanno cambiato e mi hanno permesso,"aimè",di scoprire aspetti di un essere umano che sconoscevo e adesso mi chiedo se non fosse stato meglio non conoscerli,forse non sono in grado di andare avanti perchè non riesco a fare a meno d'immedesimarmi.
Qualcuno mi ha detto che è normale,che capita anche a colui che sta studiando medicina di sentirsi addosso tutti i sintomi delle malattie gravi,allo stesso modo ho paura di scoprire lati di me che mi fanno davvero paura,un esempio è il disturbo ossessivo-compulsivo oppure il disturbo da personalità dipendente.
Credetemi vorrei tanto capire perchè desidero con tutto il cuore di trovare l'amore vero e perchè se non lo dovessi trovare io soffrirei come una dannata.

[#7]
Dr. Domenico Mauro Psicologo, Psicoterapeuta 5
Carissima Elfa, probabilmente mi ripeterò ma resto dell'avviso che è giunto il momento per lei di "voltare pagina" ricominciando dagli elementi positivi di cui ineluttabilmente dispone.
Una domanda: ma è tanto importante definire una diagnosi ed orientarsi in base ad essa?
Io penso che sia molto piu' utile ottenere la consapevolezza degli obiettivi da raggiungere per vivere adeguatamente (non sarebbe una missione impossibile considerata la sua buona capacita' di valutazione della realta' che gia' possiede, avvalendosi anche, se necessario, dell'aiuto di uno psicoterapeuta) e dare piu' spazio alla sua formazione professionale, puntando con decisione sul percorso universitario in corso e sull'approfondimento specialistico successivo (preoccupandosi piu' di capire quali sono i possibili sbocchi professionali futuri che riflettere sulle "spiacevoli scoperte" che la psicologia puo' "svelare" trascurando, cosi', l'arricchimento culturale che ne conseguirebbe).
Un'ultima considerazione: credo che desiderare di trovare l'amore vero sia una tendenza comune alla maggior parte delle persone(quindi non reputerei importante sapere perche' le succede, dacche' mi sembra un fenomeno abbastanza naturale), mentre non trovarlo, questo si sarebbe abbastanza spiacevole, ma non penso debba essere una preoccupazione pregnante per lei, considerando la sua giovane eta', la sua bellezza e, soprattutto,la sua volonta' a trovarlo...
Ci tenga comunque aggiornati.
Cordialmente.
[#8]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Gentile ragazza
Molte persone scelgono di studiare psicologia nella speranza di risolvere i propri problemi personali. È ciò che si definisce una "tentata soluzione". Però, come ha potuto vedere lei stessa, è un tentativo che non funziona.

D'altra parte, la sua disillusione crescente nei confronti della psicologia malgrado lei stessa l'abbia scelta come materia di studio, credo sia ingiustificata. Studiare una cosa e applicarla sono cose del tutto diverse. Applicarla su se stessi è ancora un'altra cosa.

E anche ricercare sfogo, comprensione e soluzioni su un forum come questo, anche se sembrerebbe paradossalmente proprio il posto adatto, in realtà non fa altro che alimentare circolarmente il suo bisogno di sfogo, comprensione e ricerca di soluzioni. Più risposte cercherà, e più domande sorgeranno.

Anche questa è una "tentata soluzione", un'illusione che non risolverà i suoi problemi. Può servire a chiarirle alcuni punti, certo, ma non potrà andare più in là di questo.

La soluzione potrà trovarla solo attraverso dei consulti specialistici nella vita reale, attraverso un professionista che sappia come trattare il suo problema.

Mi rendo conto che avendo già intrapreso dei percorsi terapeutici in passato e non avendo ancora risolto tutto quanto, lei possa sentirti disillusa. Deve però considerare che a volte non è facile trovare subito la persona giusta, o la relazione terapeutica giusta. A volte sono necessari diversi tentativi.

Anch'io penso che una visita psichiatrica preliminare sarebbe indicata, soprattutto dato il suo passato di consumatrice di sostanze, ma poi mi metterei alla ricerca anche di un supporto psicologico/psicoterapeutico che faccia al caso suo.

Può leggere questa pagina dal mio sito per aiutarsi in questa ricerca:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#9]
dopo
Attivo dal 2006 al 2010
Ex utente
Grazie per la risposta.
Sono stata da un neurologo,una psichiatra,due psicologi.
Solo con uno dei due psicologi che ho incontrato sono riuscita ad andare avanti per quasi un anno ma purtroppo non in maniera costante,forse anche per questo motivo non è stato in grado di aiutarmi in maniera definitiva.
Vede,andando dallo psicologo ho sempre avuto la sensazione di stare bene nell'immediato,appena uscita dalla stanza,una sensazione che però piano piano,con il passare dei giorni,svaniva e che purtroppo non poteva mai essere definitiva perchè i colloqui avvenivano due volte al mese massimo.
Non ho mai pensato di aiutare me stessa studiando psicologia..mi sono iscritta con l'idea di studiare gli altri ma durante il mio percorso non sono riuscita a mantenere le distanza da una cosi'tanto complessa disciplina e diciamo che mi sono lasciata eccessivamente influenzare dagli argomenti delicati che studiavo.
Le parlo di questo aspetto solo ed esclusivamente riguardo il peggioramento di un disturbo ossessivo che già in passato era presente.La prima volta che ho iniziato a dubitare di cose davvero indubitali è stato a 15 anni.Pensavo di aver tradito il mio ragazzo ma non ne ero sicura e sono arrivata al punto di trascrivere su un foglietto i nomi dei ragazzi che conoscevo, "complici"di un mio probabile tradimento.Ad ogni nome facevo un associazione e man mano cancellavo tutti coloro che ritenevo impossibili.
Adesso ho la certezza assoluta di non averlo mai tradito ma credo di averla perchè non sto più con lui,perchè in nessun modo potrei,adesso,fargli del male.Non so davvero come spiegarmi ma ritengo che tutto sia dovuto alla paura di essere una persona sgradevole..cosi'come ho dubitato di averlo tradito,ho avuto paura di essere pedofila,lesbica,di amare il marito di mia sorella,di avere attrazioni per gli animali(che io amo con tutto il cuore).
Ho avuto tutti questi disturbi nel periodo in cui fumavo e conducevo una vista"disordinata".Adesso sono più lievi ma sono ugualmente presenti a Dio solo sà quanto vorrei cacciarli via,cerco di combatterli non facendone un problema di stato ma non sempre riesco in questo.
La persona che mi è accanto in questo momento è al corrente di tutto anche se lo psicologo che mi seguiva mi aveva sconsigliato di parlargliene ma purtroppo non sono riuscita a trattanermi,è come se io avessi voluto comunicargli"guarda io sono cosi',sei disposto ad accettare una come me?".Il desiderio di comunicarglielo è stato definito dallo psicologo"impulso a confessare",credo che sia esattamente cosi',una sorta di confessione dei miei peccati.
Ritornando invece al fatto che io abbia estremamente bisogno di qualcuno che mi stia accanto forse è perchè ho avuto un esempio sbagliato di famiglia,soprattutto di madre e il desiderio più grande è di averne una tutta mia con una persona che mi ama e che io possa davvero amare.
Non ci sarebbe niente di male a desiderare tutto questo ma ogni "eccesso è patologico".Dovrei imparare a dare ai desideri la giusta dose d'importanza,forse cosi'nel caso in cui non si dovessero realizzare non soffrirei cosi'tanto,dovrei forse pensare che un giorno la persona che adesso è accanto a me potrà non esserci più ma come faccio da sola????
[#10]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Le ho appena risposto: è difficile che possa riuscire a farlo senza un aiuto professionale, men che meno da sola.

Se non c'è riuscita sino ad ora, in tutti questi anni, cosa le fa pensare che in futuro potrà riuscire a farlo?

E badi bene: la stessa cosa vale anche per qualsiasi psicoterapia: i risultati si devono cominciare a vedere entro una decina di sedute al massimo, altrimenti è molto probabile che continuando non si ottenga niente comunque. Questo è dimostrato.

Da questo punto di vista, credo che i concetti di "autoinvidia" e "impulso a confessare" che le sono stati proposti non possano esserle molto d'aiuto.

Provi a cercare un altro tipo di terapeuta. Vada alla sua ASL, chieda un primo colloquio e spieghi il suo problema, dica che vorrebbe prima di tutto essere informata sui vari tipi di psicoterapie esistenti. E poi provi a cambiare.

Cordiali saluti
[#11]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 708 23 51
Gentile Amica,

Sì, come dice lei stessa, il suo IO è debole. Risulterebbe tale in almeno 4 o 5 test che normalmente si adoperano. Ma lo dice lei e lo stiamo credendo in molti. Soltanto che la furia delle nostre parole non le dà un sostentamento tale per diventare forte. Per cambiare occorre molto di più. Psicoterapia? Sì, forse, ma anche filosofo-terapia, se vuole. È l’ essenza della vita che manca in molti di noi.
L’io è debole, il carattere è debole.

Si, anche a me sembra, come lei asserisce, che Lei abbia paura di essere felice.

Mi permetta e mi scusi: la madre è una po’ "bambina viziata" che gioca a fare la giocatrice d’azzardo? Non voglio offendere sua madre, sto andando dietro alla sua disamina della propria situazione familiare.
Lei invece gioca con la sua vita, con i suoi sentimenti, con la sua salute, con il suo avvenire.
Non è la prima studentessa che vuole specializzarsi in criminologia. Per che fare, per studiare il comportamento criminale degli altri? La fa sentire meglio?

Il padre duro, incallito nelle sue certezze, nelle sue in-certezze. E da lei vorrebbe quella energia e quella forza d’animo che appunto le manca, perché è così, c’è cresciuta e non ha sviluppato tanti elementi femminili che sono di grande aiuto per essere al mondo, bella, intelligente, infelice e alla ricerca di serenità e di pace.

Sicuramente la famiglia ha determinato molti dei suoi problemi.

Lei non può fare un taglio netto con il passato perché non si può fare. Non si può mai dimenticare il passato. Non esiste l’oblio per l’essere umano. Anzi, il passato incombe sul presente e bisogna accettarlo e rielaborarlo (come si dice in termini tecnici- poi ognuno crede a qualcosa diverso dagli altri in questa farse di rielaborazione)- è accettazione? Sì. Occorre aver la forza di accettare il proprio passato e i propri errori. Se si confessa da un sacerdote, le dà l’assoluzione, le dà una sconfinata penitenza espiatoria, e le promette che da adesso in poi tutto sarà diverso. E poi non lo è perché il taglio con il passato non esiste.

Il fumo o droghe leggere poi diventano pesanti. È una vita che mi sgolo. Non riesco a farle un grafico perché non sono bravo con il PC, ma più si fuma, più si immettono dentro l’organismo delle tossine, più il corpo emette un numero elevatissimo di antitossine per aggredire le tossine, e quando si fa il conto diquesta battaglia, le antitossine sono d’avanzo. E allora si torna a fumare per addolcire o per pareggiare l’azione aggressiva delle antitossine. Perché le antitossine diventano tossiche. Insomma un’éscalation che non finisce mai.

Anche io le avrei SCONSIGLIATO di parlarne al suo ragazzo.

Io le avrei sconsigliato anche di studiare psicologia: è pur vero che la psicopatologia del terapeuta è propria di colui che non ha mai risolto il proprio caso. Ed è cosa identica per il docente che a furia di insegnare acquisisce delle certezze che non ha mai avuto, o di qualche altro specialista, mi duole citarlo, che potendo specializzarsi in altra disciplina, sceglie quella ***** perché cerca di sanare un rapporto con il femminile e con la madre mai risolto.

La psicologia può servire per conoscersi? No, pia illusione,
La psicologia serve per sentirsi forte ed onnipotente? No, pia illusione.
Ci sono colleghi psicologi (non in medicitalia, sottolineo) che si sentono onnipotenti. E la stessa onnipotenza la fanno sentire al suo paziente, dopo 7- 8 sedute appena, e l'onnipotenza del paziente cresce e si aggiunge spesso alle patologie che già possiede e che cerca di tacitare o risolvere con il suo psicoterapeuta.
Ecco, lei vuole tacitarle, buttarle sopra ad alcuni psicologi e psicoterapeuti con la speranza di non sentirne più il peso. Non si illuda. Non può tacitarle. Deve RISOLVERLE.

E allora?
Si scelga un buon psicoterapeuta, e ci rimanga, seduta dopo seduta, senza saltarne una. Sono dolorose? Alcune sì, deve lavorare sui suoi mali. Ci sono terapie felici e leggere? Nessuna.
Solo alla fine di un lungo cammino potrà sentirsi sollevata,e avrà avuto vittoria sul suo passato, riacquistando, o conquistando forza d’animo, autonomia, energia, rinnovamento,

Lei ha una grande sensibilità d’animo, faccia leva su questa.
Scusi se non ho seguito un filo logico e non ho svolto il mio intervento in modo organico. Non si riesce, non riesco a farlo in questi casi.
Faccia anche pace con la psicologia.
Ci sono tanti indirizzi adesso che possono fare al caso suo. Ha pensato alla psicologia evolutiva - prima infanzia?. E alla psicopatologia per soggetti difficili e problematici? Lei che ha sofferto molto e soffre ancora, sta acquisendo grandi capacità di comprendere le sofferenze degli altri, soprattutto dei bambini in generale, in particolare dei bambini malati.

Con tanti cari auguri.

Antonio Vita


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