Riabilitazione dopo Annessite Acuta

Gentile Dottore,
in data 19/09/2016 sono stata ricoverata in ospedale per "annessite acuta". I dottori hanno considerato non necessario un Pap-test, poiché il caso si presentava in uno stadio abbastanza avanzato e non era necessariamente dovuto a malattie a trasmissione sessuale (non avevo alcun sintomo a livello vaginale). Mi hanno dimesso dopo 10 giorni durante i quali ho seguito una terapia antibiotica in vena e per via orale (Bassado, Flagyl e Ceporex). Dopo i primi giorni il quadro della situazione è migliorato (la tumefazione in sede annessiale destra è passata dai 7cm ai 5cm) per poi stabilizzarsi nei giorni successivi sui 5cm.
Ad oggi ho concluso da una settimana la terapia antibiotica per via orale che mi era stata prescritta come proseguimento delle cure svolte in ospedale.
Sono comunque tenuta sotto controllo regolarmente con eco tv e analisi del sangue.
Nonostante la tumefazione resti lì (sempre di 5cm), i contorni di ovaio e tuba si sono mostrati più chiari all'ultimo controllo in data odierna.
Le chiedo:
1) è normale che questa tumefazione non regredisca ancora in termini di grandezza?
2) è comunque necessario un intervento chirurgico quando l'infezione si sarà "asciugata" o basterebbe un drenaggio percutaneo?
3) dato che ho finito la terapia antibiotica, posso considerarmi "non infetta/contagiosa"?
4) posso avere rapporti in questa fase della guarigione (ovviamente protetti)?
5) e in ultimo, il partner che tipo di controllo deve eseguire per controllare la situazione? nonostante, da quanto ho capito, gli uomini non presentino sintomi causati da questi batteri.

Mi scuso per le troppe domande, ma durante i consulti in ospedale i dottori vanno sempre di fretta e non sono riuscita ad avere risposte esaurienti.
Grazie in anticipo per l'attenzione.
A.
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Dr.ssa Nicoletta Cotrozzi Ginecologo 25 1
Buongiorno.
La tumefazione riscontrata era a carico della tuba o dell'ovaio?
1) sì, è normale che non regredisca velocemente.
2) non credo proprio sia necessario un intervento chirurgico.
3) sì (ma sarebbe meglio fare un tampone vaginale/cervicale) (sono certa che sia stato fatto durante il ricovero)
5) il partner dovrebbe fare esami (almeno VDRL/TPHA, ricerca clamydia)

Credo che potrà rivolgere tutte queste domande al ginecologo nel corso della visita di controllo che di solito si effettua un mesetto dopo il ricovero.
A presto

Dr.ssa Nicoletta Cotrozzi