Patente e crisi di panico

Buongiorno,
scrivo per chiedere un informazione circa una sintomatologia di mio padre, 55 anni, diabetico, di professione camionista, da sempre.
Lo scorso anno iniziò a lamentare problemi nella guida del tir in autostrada (e non su strade normali) con sintomi simili a quelli di una crisi d’ansia/di panico ma tuttavia ha sempre lavorato senza alcun grosso problema. Fino a ieri quando ha avuto l’episodio più “grave”: sudorazione, conati di vomito, tremori, paura e totale rifiuto di rimettersi alla guida.
Siamo in attesa del parere di un medico che per ora ci ha parlato di un blando ansiolitico per curare ciò che anche secondo lui sembrerebbero crisi di panico.

Chiedo a Voi se, nella peggiore delle ipotesi, e cioè se davvero non riuscisse più a fare il suo lavoro, si potrebbe far ricorso ad una qualche invalidità per permettergli di avere una pensione/reddito. E in questo caso se gli verrebbe tolta anche la normale patente B o soltanto quella del camion.

Grazie per l’attenzione.
Giulia
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Dr. Gilberto Marcello Boschiroli Medico del lavoro 178 12
Buongiorno,
L' invalidità civile dell'Inps viene riconosciuta NON in relazione al lavoro specifico svolto in quel momento, nel caso di suo padre quello di autista, ma in relazione alla capacità di lavoro generico, cioè alla capacità di svolgere un qualsiasi lavoro. Per questo motivo la possibilità di ottenere una indennità economica per l'invalidità è praticamente impossibile per suo padre. La cosa migliore è richiedere al datore di lavoro una visita del medico competente dell'azienda dove suo padre lavora.
Vista la situazione di suo padre il medico dell'azienda rilascerà un certificato di non idoneità temporanea alla mansione di autista.
A questo punto l'azienda avrà l'obbligo di trovare una mansione compatibile con lo stato di salute di suo padre. Questo è possibile e praticabile nelle aziende di una certa dimensione e complessità organizzativa, dove trovare un'altra mansione è sempre possibile. Nel caso in cui l'azienda può dimostrare che non ha nessuna mansione compatibile con lo stato di salute di suo padre, il lavoratore è licenziabile , purtroppo senza alcuna indennità. È opportuno che la non idoneità sia temporanea, in quanto la malattia è reversibile. Tenga conto che suo padre non può guidare anche perché assume benzodiazepine. La guida di mezzi pesanti è vietata a chi fa uso di farmaci che hanno effetti sul sistema nervoso.
Consideri anche il fatto che suo padre può sempre rivolgersi al medico curante di famiglia per farsi mettere in malattia, almeno fino a quando i sintomi non si sono affievoliti o del tutto scomparsi. Occorre tener presente il periodo di comporto, previsto dal contratto, quel periodo cioè è oltre il quale il lavoratore non può stare assente per malattia. Se questo periodo viene superato il lavoratore è licenziabile. In genere il periodo di comporto è di 6 mesi, ma dipende dal contratto di lavoro di suo padre.
Per la patente non ci sono problemi, anche se tuo padre non è idoneo alla guida come autista professionale, può sempre guidare per conto suo, a meno che il suo medico curante non segnali una non idoneità alla Motorizzazione Civile, ma non è proprio il caso di suo padre.
Con la speranza di esserle stato in qualche modo di aiuto, cordialmente la saluto.

Dr. Gilberto Marcello Boschiroli

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