Scalare en

salve,
sto assumendo zoloft 100 mg da 5 anni e facendo psicoterapia. nell'ultimo periodo a causa di una situazione emotivamente molto stressante che mi ha reso agitata e insonne il mio psicoterapeuta che è anche medico mi ha consigliato di assumere En : una compressa da 0,5 suddivisa in tre momenti della giornata, 1/4 al mattino, 1/4 a pranzo e mezza alla sera. tradotto in gocce sarebbe circa 3+3+7. a causa del mio atteggiamento negligente verso l'assunzione (ho saltato qualche volta, ho chiamato piu volte il terapeuta per avere delucidazioni) lui si è chiamato fuori dalla gestione farmacologica, per concentrarsi solo su quella psicoterapeutica. a questo punto mi trovo sola a gestire il farmaco (il mio medico di base è di quelli vecchio stampo che risolve tutto dicendo "smetti di prenderlo e basta" mentre io so che è necessario scalare per non incorrere in effetti collaterali).
ora mi sono messa d'impegno ad assumerlo, ma lo psicoterapeuta non accetta piu' di occuparsene per i motivi di cui sopra
pertanto: la prima settimana ho assunto en cosi' come descritto sopra ( 3 + 3 + 7), nella seconda (attuale) sto assumendo 3 + 7 (ho eliminato la dose del mattino perche' mi procurava molta sonnolenza, io sono 47 kg per 160 cm quindi su di me evidentemente ha un effetto comunque abbastanza potente).
vorrei sapere come procedere nelle prossime settimane. il motivo principale per cui l'ho preso è l'insonnia dovuta a pensieri-ruminazioni ect causate appunto da questo problema relazionale contingente. (ruminazioni che in parte anche zoloft dovrebbe tenere sotto controllo essendo un antidepressivo-antisossessivo, ma evidentemente in questo periodo zoloft da solo non riesce a fare tutto).
in quanto tempo va gestito lo scalaggio e in che modo? mi sento abbandonata rispetto a questo argomento. ho letto della riduzione del 10% che vorrebbe dire su 10 gocce ridurre 1 goccia. ma da quale dose? da quella del pomeriggio o quella della sera? o da entrambe? in che tempistiche? sarei grata davvero se avessi un'indicazione al riguardo. sono molto spaventata dalla famigerata dipendenza da queste sostanze.
Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Non è molto chiara la situazione. Ci vuole poco a dire a una persona se prenderlo, o scalarlo, o sospenderlo semplicemente.
Quindi è assurdo che non abbia ricevuto un'indicazione tra queste tre, e come fare.
Scusi, lo zoloft invece chi lo gestisce ?

Premesso che qui non si possono consigliare modifiche alle cure, siamo sicuri che queste indicazioni non le abbia avute ma abbia continuato a chiederle al medico, al che lui le ha semplicemente detto che non le risponde più in merito, magari perché non lo ritiene importante in sé ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la celere risposta.
zoloft mi è stato prescritto 5 anni fa da una Psichiatra della Asl a cui ero ricorsa a causa di disturbo post traumatico (da lei diagnosticato appunto). l'indicazione fu di prenderlo per alcuni anni ( e cosi' sto facendo) . l'en non mi fu prescritto ai tempi, mi è stato prescritto in questo periodo dallo psicoterapeuta che è anche medico chirurgo specializzato in psicologia clinica, il quale pero' si è spazientito parecchio per il fatto che ho usato en, all'inizio, in modo poco continuativo cioè senza seguire la sua indicazione di una pastiglia da 0,5 divisa in 1/4 , 1/4 , 1/2.
si è spazientito al punto da dirmi testualmente che non si occupera' piu' della parte farmacologica con me ma solo di quella psicologica (come del resto è sempre stato in questi anni).
ora io chiedo umilmente lumi su come affrontare l'uso di En, andando a scalarlo.
al medico di base non mi rivolgo in quanto come scrivevo sopra ha un atteggiamento molto rustico su queste cose e so che mi darebbe risposte del tipo "smetti di prenderlo e basta". e io vorrei evitare il fai-da-te.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Non vedo cosa ci sia di sbagliato nell'usare en in maniera non continuativa, anzi, è un modo frequente di utilizzarlo.
Se non lo ha utilizzato in maniera continuativa, mai, allora il fatto di smetterlo, cioè l'indicazione ricevuta, è comprensibile.
Però in generale, visto che c'è stato bisogno di prenderlo, può anche voler dire che in generale la cura può essere migliorata, magari solo una questione di dose.
Un medico chirurgo può gestire i farmaci, però non è specialista in psichiatria, e la specializzazione in psicologia clinica non implica un'esperienza di tipo psicofarmacologico.
Io consulterei piuttosto il vecchio medico, chiedendogli cosa fare.
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dopo
Utente
Utente
e' difficile spiegarsi via messaggio.
io leggendo in vari forum etc ho visto sempre che viene consigliato di scalare il farmaco, evitare percio' di interrompere bruscamente. ora, mi pare di capire da quello che scrive Lei, che anche interromperlo bruscamente sia contemplato.
ma non si verificherebbero poi, in quel caso, le crisi da sospensione? o le crisi riguardano solo le assunzioni di dosi piu' pesanti?
con vecchio medico intende il medico di base, quello "spartano"? o la psichiatra che mi diede zoloft?
voglio fare un piccolo appunto sul mio psicoterapeuta. essendo anche medico ha facolta' di prescrivere farmaci ma non abusa di questa facolta', anzi, preferisce mantenersi sul profilo della psicoterapia. ragione per cui ha deciso di non volersi piu' occupare di en.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Perchè ci siano sintomi da sospensione, ci deve essere stata assuefazione, un fenomeno che richiede solitamente un mesetto di assunzione continuativa.

Intendo lo psichiatra, anche perché non capisco esattamente come un medico possa occuparsi di psicoterapia senza gestire anche la parte farmacologica (la gestisse un altro, d'accordo, ma lasciarla a sé come se fosse una cosa che non richiede aggiustamenti, conferme, disconferme mi pare poco sensato). Per giunta, di fatto il medico è intervenuto in tema di farmaci, salvo poi dirle che non voleva più occuparsene.

Un medico che prescrive farmaci non abusa di nulla, ma se invece ritiene di non intendersene, allora serve qualcuno che invece faccia da riferimento, e peraltro stabilisca anche se è utile una psicoterapia, e se la deve seguire.
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dopo
Utente
Utente
guardi, un mese continuativo non l'ho fatto, ma un po' di pasticci si'. avevo inziato con lexotan, poi pero' era poco potente, allora ho chiesto allo psicoterapeuta qualcosa di piu' forte e mi ha indicato En, pero' l'ho fatto indispettire perche' non lo assumevo con regolarita' e da li' si e' chiamato fuori sostanzialmente dicendo che "non si presta a questo gioco dove lui mi da' le indicazioni e io non le seguo". da un punto di vista professionale credo abbia anche le sue ragioni, fattosta' che io pero' ho inziato a prenderlo con regolarita' da 10 gg e vorrei capire come proseguire nella posologia adesso che sono abbandonata a me stessa (farmacologicamente parlando)
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Come ridurre un ansiolitico e sospenderlo, se è necessaria la riduzione graduale, chiunque, anche il medico di base, può indicarlo, sono farmaci che gestiscono comunemente.

Non ho molto ben capito la logica di tutto ciò, il fatto di non assumere regolarmente un farmaco che di per sé è sintomatico, e si assume spesso in maniera non regolare, non mi pare un gran disastro, a parte la questione di principio.

Qui, per motivi deontologici, non si può consigliare la gestione di medicinali indicando dosi , mosse da fare etc.
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