Epitrocleite gomito

Buongiorno Dottori,
sono un ragazzo di 30 anni che fino a poco tempo fa praticava con abitudine vari sport (corsa, palestra, nuoto). Vi espongo il mio problema, è da circa 1 anno e mezzo che soffro di epitrocleite al gomito sinistro.
Il dolore ha iniziato a presentarsi nell'estate 2015 e pian piano si è accentuato per poi rimanere stabile e non andar più via, le miei cure e i miei esami diagnostici in ordine temporale sono stati i seguenti:
- riposo, ghiaccio e FANS (Dicloreum),
- visita ortopedica (esposto problematica),
- prima ecografia (ottobre 2015) che evidenziava un ispessimento del tendine epitrocleare,
- visita ortopedica e prima infiltrazione di cortisone (apparente risoluzione del problema ma dopo 2 mesi il dolore si ripresenta),
- visita ortopedica e seconda infiltrazione di cortisone (di nuovo apparente risoluzione del problema ma dopo qualche mese il dolore si ripresenta),
- seconda ecografia (giugno 2016) che evidenziava minute calcificazioni + piccola lesione del tendine epitrocleare,
- visita ortopedica (da un diverso dottore),
- 10 sedute di tecar terapia (nessun risultato),
- 3 sedute di mesoterapia da medico fisiatra (nessun risultato),
- visita ortopedica (dal terzo dottore diverso),
- 2 cicli da 3 sedute ciascuno di onde d'urto (leggero miglioramento),
La scorsa settimana dopo l'indicazione del terzo ortopedico che mi ha visitato ho eseguito una risonanza magnetica il cui referto è il seguente:
"L'esame RM del gomito mostra sfumata e tenue iperintensità della spongiosa ossea dell'epitroclea per edema reattivo a cui si associa assai minima iperintesità della regione inserzionale del tendine comune dei flessori delle dita. Utile controllo RM a 60 giorni.
Le restanti strutture tendinee nel tratto esplorato conservano segnale, morfologia e decorso regolare.
Non si evidenziano ulteriori alterazioni del trofismo a carico dei restanti segmenti scheletrici esaminati.
Non si apprezzano alterazioni di segnale a carico delle strutture muscolari esaminate.
Regolari le strutture legamentose del compartimento esterno ed interno.
Si osserva minima quota di versamento articolare più evidente sul versante radiale."

Sapreste spiegarmi tale referto per favore?
Io tutt'oggi a distanza di un anno e mezzo circa da quando è iniziato il problema, continuo ad avere male, soprattutto nel sollevare pesi a braccio teso o nel momento in cui vado a palpare la zona interessata. Questo continua a limitarmi nella quotidianità ed a impossibilitarmi nell'effettuare l'attività sportiva, dalla quale sono ormai fermo da parecchi mesi purtroppo.
Sareste così gentili da darmi un vostro parere sul mio quadro clinico ed eventualmente un consiglio sulla terapia più adatta, considerando quelle che ho già fatto?
Nell'attesa di un vostro gentile riscontro,
vi ringrazio anticipatamente e vi porgo i miei cordiali saluti.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Gentile Signore,

purtroppo, nel suo caso, temo che non risolverà il problema in via definitiva se non con un intervento chirurgico.

Le terapie, possono darle solo benefici temporanei o incompleti.

Buona serata.

Dr. Giorgio LECCESE

NB: il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio della risposta Dottore, saprebbe però spiegarmi (per me che non sono un dottore e quindi ignorante in materia) il significato del risultato della RMN?
Inoltre nel caso di un eventuale intervento chirurgico, esso come viene svolto?
I tempi di recupero quali sono?
La funzionalità del gomito ritornerebbe ad essere come prima del problema?
Grazie nuovamente.
[#3]
Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Di norma dopo l'intervento la funzionalità torna normale, ma esistono sempre rare eccezioni.

C'è poco da spiegare: è un normale reperrto compatibile con una epitrocleite di vecchia data (cronica).
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dopo
Utente
Utente
Ho capito, va bene la ringrazio allora Dottore.
Buona serata.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Altrettanto.

L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.

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