Parere su mia riflessione

Gentili dottori, sono un soggetto di 54 anni e nell'ambito del mio scrivere vorrei sottoporre queste mie riflessioni generate oggi in seguito all'insofferenza nei miei confronti di una persona a me molto cara in merito a mie "lamentele" (peraltro non immaginarie in quanto basate su un "periodo circoscritto" che dura da qualche anno costellato di vari reali malesseri fisici (malettie) , materiali (economici e lavorativi) e psicologici (sensazione di pesantezza del vivere) ....). Grazie.

***

" La “durezza nei miei confronti” (21/11/2016):

esser “duri” con un tipo come me per farmi capire qualcosa o farmi cambiare (ammesso che tutto ciò sia a fin di bene, per carità ….) sicuramente non serve a molto, anzi a poco se non a nulla : dopo un po’ di tempo ciò comporta il mio graduale e progressivo totale allontanamento e disamore verso chi , sia pur in buona ed anzi “ottima fede” ha cercato di “scuotermi” (parola orribile che io ho sempre odiato …) in tal modo.
Probabilmente forse ciò deriva in origine già dai miei familiari i quali sempre cercavano, ed ancora oggi a volte lo fanno, di “scuotermi” (come dicevano loro….) “a fin di bene” …… con metodi consistenti anche in “aggressioni verbali” e “scenate” o peggio ancora “minacce” .
Ma tutto questo non ha portato, per quanto mi riguarda, assolutamente a nulla ….
Anzi, ha generato un crescente mio “rancore (per non dire odio) verso di loro” che perdura tutt’ora e persino compare spesso ultimamente nei miei frequenti “incubi notturni” in quanto io ho sempre sentito il bisogno (mai soddisfatto) semmai di conforto attraverso la dolcezza, e la tenera e amorevole comprensione. I cosiddetti “metodi forti” con me non servono a nulla o a pochissimo ed anzi mi generano rabbia , rancori incancellabili, tristezza infinita e disamore e non provo neanche più a cambiare o neppure minimamente a “correggere” le cose che in me non vanno (anche quando ammetto di aver esagerato o sbagliato) quasi a voler fare il “contrario di ciò che mi si è suggerito con un linguaggio per me “sbagliato”.
La vita è già di per sè spietata, fredda ed implacabile e sicuramente non abbiamo bisogno di altre aggressioni bensì, forse, per quanto almeno mi riguarda, di calmi e delicati consigli e fraterni e amorevoli abbracci. "
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

non siamo tutti uguali e ciò che va bene per un'altra persona, non va bene con Lei e viceversa.
Diciamo che, in genere, con le persone depresse non funziona per niente questa strategia, perché la persona finisce solo per non sentirsi capita nel Suo star male.

Posso chiedere di chi si tratta nella fattispecie e come pensa di risolvere la problematica?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Utente,
il nostro compito non è quello di giudicare comportamenti e sentimenti dell'altro stabilendo chi ha ragione e chi ha torto,
ma aiutarlo a fare chiarezza dentro di sé per comprendere in quale direzione orientarsi.
A tal proposito qual'è la sua richiesta ?

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
..... gentilissime e pazientissime dottoresse , vedo con piacere che avete osservato e compreso il mio malessere . Per fortuna non tutti quelli che in contro hanno il "pugno di ferro" ma c'è anche chi ha il "guanto di velluto" .....meno male !!!! .....Già questo mi è di conforto anche perchè , ripeto, credo di aver avuto nella vita una strada non tanto facile (a partire dalla rigidissima educazione ei miei genitori a carattere di potere quasi "assoluto" patriarcale......). Per quanto riguarda la dott.ssa Pileci confermo in particolare che in effetti io soffro in realtà di depressione .... tanto è vero che fino a poco tempo fa assumevo una compressa al giorno di Sertralina ....
Ad entrambe rispondo e chiarisco che trattasi di "insofferenza" manifestata ultimamente nei miei confronti , da parte della mia compagna attuale nonchè dei miei genitori in merito a mie costanti lamentele circa vari problemi (sia "reali e concreti" che "esistenziali" che da circa due anni mi pesano e non riesco ancora a risolvere del tutto : un primo parere in fondo me lo avete già dato entrambe , sia pur in modo diverso. Anche io ritengo che, dato che non siamo robot ma esseri umani sensibili, oguno di noi non possa esser preso o "curato" nello stesso modo ....un metodo o consiglio o critica che sia può esser utile e costruttivo per un soggetto ma controindicato ed anzi "distruttivo" per un altro. .....Ma d'altra parte io vivendo da solo da sempre sono stato abituato a "cavarmela" chiedendo meno possibile aiuto agli altri ..... anche per dimostrare a me stesso di farcela ... e quasi sempre ci sono riuscito .......ma, in particolare , con il passar del tempo, il naturale mio "invecchiamento" (ora ho 54 anni...) e soprattutto dopo il trauma non accettato dell'infarto (tale evento infatti mi ha fatto comprendere di non esser invulnerabile ed invincibile....) senmto ora di esser più fragile e sensibile e spesso mi ritrovo a chieder un pò di "comprensione" o "conforto" ..... divenendo forse ripetitivo e noioso......
Comprendo che nessuno, neppure la propria amante è tenuta a sopportare ma al tempo stesso non penso che l'aggressività e l'insofferenza possano servire ad una tipologia di soggetto come me a "scuoterlo" ......e , d'altra parte , se neppure i genutori nostri creatori hanno capioto chi hanno generato .... figuriamoci gli "estranei" ............
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