Come fare a vivere da omosessuale?

Non ce la faccio più a vivere la mia vita di facciata, a soffocare i miei sentimenti e a impedire alle mie passioni e alla mia identità di esprimersi.

Mio fratello è il figlio che tutti vorrebbero avere: va bene a scuola, ha una bella ragazza, fa sport con successo, è popolare, mai un casino, mai un errore.
Io, invece, sono quello sbagliato: a scuola ho perso qualche anno, vivo chiuso nella mia camera davanti al pc, ho un tic agli occhi e uno al collo e non avrò mai una ragazza perché sono omosessuale.

La mia famiglia non capirebbe, per loro sarebbe un dolore insopportabile, che, in fondo, non meritano. Il paese in cui vivo è piccolo e all’antica, se si sapesse la mia vita potrebbe diventare impossibile. Ma non posso nemmeno continuare così, mi sento soffocare, mi sembra di sprecare tutta la mia vita, di non poter vivere. Ho anche pensato di trasferirmi, magari in una grande città del nord, lontano da tutti, dove nessuno mi conosce e potrei essere libero di essere chi voglio essere…me stesso. Questa però sarebbe una sconfitta, rinunciare alla mia casa e alla mia terra per provare a vivere, e poi dovrei avere un lavoro.
Sto rinunciando ad avere rapporti e relazioni con gli altri per paura che avvicinandosi troppo qualcuno possa capire, svelare il mio segreto.
Sto soffrendo molto questa situazione di solitudine e di isolamento. Da alcuni anni i miei tic sono diventati più evidenti e più stancanti e questo sta rendendo ancora più difficile il rapporto con gli altri e sta minando la mia sicurezza.

Non riesco neanche a immaginare come potrebbe essere fare una vita alla luce del sole. Senza dover controllare continuamente ogni espressione, movimento o scelta.
Come potrebbe essere bello frequentare un compagno, amarsi, senza il timore che qualcuno abbia qualcosa da ridire o da giudicare. Magari avere anche dei figli, una vera famiglia.
Un sogno che non sembra essere alla mia portata.
Ogni volta che ho lasciato trapelare qualcosa ho sempre avuto spiacevoli sorprese.

Nella mia prima scuola, quando hanno cominciato a sospettare qualcosa, non mi hanno più lasciato vivere…ero la checca da pestare. Ho subito soprusi e umiliazioni e, per sopravvivere, ho dovuto più volte spergiurare di non essere gay, ma soltanto un ragazzino sfigato e senza palle. In queste situazioni il fatto di avere anche dei tic non mi ha aiutato, sembravo ai loro occhi ancora più debole e vulnerabile.

Perché esistono persone così? Perché non sono normale e non riesco semplicemente a vivere? Perché la mia famiglia non è in grado di aiutarmi in questo percorso? Perché sono solo contro tutto il mondo? Perché mio fratello è il primo dei miei nemici? Perché la mia sensibilità è qualcosa da guardare con sospetto e non un valore?

Vorrei poter urlare la mondo che sono gay, senza dovermene pentire...
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

vale la pena essere prudenti nell'aprirsi agli altri, perché mi pare di capire che non tutti hanno la delicatezza e la sensibilità di capire le Sue scelte, né tanto meno la Sua sofferenza.

Intanto volevo chiederLe se ne ha mai parlato con qualcuno, magari un amico? Se sì, come è andata? Qualcuno è a conoscenza della Sua omosessualità?

In seconda battuta, ne ha parlato con uno psicologo, magari per ricevere un aiuto su come poter fare outing?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Grazie per il suo interessamento.

Non ne ho parlato con nessuno perché non ho praticamente amici e comunque nessuno così intimo per affidargli una confidenza di questo tipo.

Credo che l'unica persona che cominci a sospettare della mia omosessualità sia mio fratello, ma non è esattamente la persona con cui vorrei condividere questo difficile momento. Io sono più grande di lui, ma mi considera un fallito, un debole, uno strano di cui vergognarsi. Spesso fa il verso ai miei tic e non perde occasione per imporre la sua prestanza fisica sul mio fisico magro e decisamente non muscoloso. Agli occhi di tutti appare, però, come il fratellino minore che si impegna per "recuperare" il fratello maggiore sbandato...è un verme viscido!

Credo che la mia sofferenza sia evidente al mondo, ma credo che le sue cause non siano chiare.

La cosa che più mi fa soffrire è non avere la possibilità di avere accanto un compagno, un'anima gemella...
Non conosco altri ragazzi omosessuali e, comunque, non potrei permettermi di avvicinarli...la mentalità medievale delle persone che mi circondano limita la mia libertà.
Questa situazione mi impedisce anche di fare le mie prime esperienze sessuali. Per ora è tutto un esercizio di masturbazione...

In tutto questo i miei genitori sono assenti. Loro sono preoccupati per i miei tic, per il mio essere sottopeso e per le lunghe giornate in isolamento davanti al pc...ma non stanno facendo nulla per me. Non siamo mai riusciti ad avere un rapporto che andasse oltre gli aspetti pratici, mangiare, vestirsi, dormire.

Una volta li ho sentiti dire che sarebbe stato troppo bello avere due figli ok, ma che in fondo avevano avuto il 50% di successo e che quindi non era andata così male.
Se aggiungessi anche l'omosessualità non so che cosa potrebbe succedere.

Non ho mai incontrato uno psicologo per parlarne.
In ogni modo ritengo che più che fare outing io debba pianificare una "fuga" dal mondo soffocante in cui sono cresciuto...
Non c'è futuro per me qui...le alternative sono o lontano o morto...
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazzo,

intanto la situazione descritta non porta certo a scenari favorevoli: più si isola e più si fa del male.
Va bene che sul momento, quando si trincera dietro il monitor di un pc, Le sembrerà che non ci siano problemi e che non dovrà mai affrontarli, ma non è così. Sta solo procrastinando qualcosa che Le fa paura e che La spaventa molto. Sono d'accordo con Lei sul fatto che, comunque, viste le premesse, sia opportuno muoversi con molta cautela.
Per questa ragione, è necessario che Lei riesca a rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta (magari al Consultorio o Spazio Giovani della zona o in una struttura pubblica della città) per capire come fare. E' anche vero che ci sono diverse associazioni che aiutano le persone omosessuali e i genitori delle persone omosessuali a compiere questo percorso con consapevolezza e serenità.

Cordiali saluti,