Perfezionismo

Buongiorno dottori, vorrei chiedere un punto di vista sulla mia situazione. Sono uscito da un ansia sociale che mi aveva fatto praticamente azzerare i contatti sociali e lasciare la scuola, ho cominciato a farlo dal momento in cui sono cominciati degli attacchi di ansia molto severi. Mi sono rivolto ad uno psicologo e non in molto tempo sono riuscito a raggiungere un sacco di obbiettivi, diploma, patente, iscrizione all'università. Cose, queste, che mi sembravano assolutamente irraggiungibili inizialmente. Il problema ora è che per uscire da questa situazione (il lavoro è cominciato circa 3 anni fa) mi sono attenuto rigidamente ai consigli dello psicologo e altrettanto rigidamente ad obblighi autoimposti anche lievemente masochistici, con l'ideale di fondo del non meritare cose piacevoli finché i problemi non fossero spariti. Ora mi trovo a non riuscire ad essere soddisfatto di me, a volte il mio giudizio su me stesso non è dissimile dal giudizio che avevo quando stavo a casa a non fare nulla, con radi contatti sociali. Inoltre non riesco a capire se le attività che svolgo mi piacciano o meno, nel senso che da quando ho cercato di uscire dall'ansia sociale ho deciso che non andavo bene e quindi non dovevo più badare a cosa mi piacesse o meno, ma dovevo attenermi strettamente a delle regole per venirne fuori. Ora sono praticamente aderente a un modello di ragazzo perfetto che però non sono io. Probabilmente ho cercato sempre di avere un giudizio positivo dagli altri ed essere perfetto ed è forse questo che mi ha fatto inizialmente sviluppare ansia sociale. Quando soffrivo di ansia sociale non provavo nemmeno nelle cose per la paura di fallire ed ora invece mi attengo strettamente a delle regole per essere perfetto, mi sembrano due facce della stessa medaglia, Avete pareri a riguardo? Grazie per l'attenzione.
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Probabilmente le indicazioni dello psicologo psicoterapeuta non sono state percepite in modo corretto: fare delle cose per curare l'ansia sociale NON significa che non possiamo fare -accanto a tutto questo- ciò che ci piace e che ci diverte!

Inoltre, una volta che il pz. ha capito qual è il problema e come affrontarlo, non vedo perché vivere nuovamente in uno stato ansioso (il perfezionismo) e mettersi quindi la zappa sui piedi....

In ogni caso, per rispondere nello specifico alla Sua domanda, sarebbe gentile da dirmi quali erano gli obiettivi terapeutici e le indicazioni per raggiungerli?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie dottoressa per l'attenzione, le indicazioni della terapeuta erano di cominciare a fare delle attività visto che non facevo nulla da diversi anni, quindi terminare la scuola, magari iscriversi in palestra per affrontare le situazioni che mi creavano ansia. Il problema è che io ho affrontato la cosa come se o non si facesse nulla o si dovesse fare tutto, ignorando le mie sensazioni, perché se ne avessi tenuto conto avrei dovuto anche tenere conto del fatto che avevo ansia a stare in mezzo alla gente. Ora l'ansia sociale se ne è andata nella maggior parte delle situazioni ma la rigidità nel seguire queste regole non la riesco facilmente ad abbandonare e soprattutto non riesco a ottenere soddisfazione dalle cose che faccio. Non riesco quindi a orientarmi su cosa mi piaccia o meno, semplicemente seguo le regole che mi sono dato.
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Per certi versi mi pare che Lei abbia agito correttamente.
E' chiaro che Le dico tutto ciò con i limiti del consulto telematico, ma mi spiego meglio. Se un paziente è ansioso e teme di stare con le persone, la prescrizione di compiere dei passi in modo graduale (a seconda degli obiettivi terapeutici) per risolvere il problema è senz'altro sensata.
In queste circostanze, però, il pz. proverà -almeno all'inizio- una quota d'ansia. Si sta infatti esponendo a ciò che teme, forse lo fa per la prima volta e in ogni caso, dopo averlo fatto, lo discuterà con il terapeuta, parlando di come è andata e di quali emozioni ha provato, difficoltà, ecc.
Tali emozioni sono percepite dal pz.

Quanto al fatto che Lei descrive così: "la rigidità nel seguire queste regole non la riesco facilmente ad abbandonare e soprattutto non riesco a ottenere soddisfazione dalle cose che faccio" può capitare dopo una psicoterapia, nel senso che il pz. si ritrova come se dovesse indossare un abito nuovo e questo abito nuovo potrebbe tirare da qualche parte e avere bisogno di qualche modifica o aggiustamento.
Per questa ragione, è il caso di ammorbidirsi su ciò che fa, iniziando ad inserire anche la piacevolezza di fare e di stare con gli altri. Potrebbe però ridiscuterne col terapeuta, per questi ultimi aggiustamenti.

Cordiali saluti,
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie per le risposte dottoressa. Queste regole di cui parlo sono difficili da non seguire perché dovrei aver sviluppato un disturbo ossessivo, che io riesco anche a tenere a bada ma con fastidio. Io credo però che queste ossessioni nascano da un insoddisfazione di fondo, cioè, io nonostante gli sforzi fatti, non sono soddisfatto o meglio ho un' autostima bassissima. Non riesco ad andarmi bene, se non ho un difetto ne ho un altro, e passo il tempo a valutarmi e a darmi giudizi pessimi, cercando soluzioni per migliorarmi. Credo, inoltre, che sia questa bassa autostima a farmi seguire rigidamente le regole che mi sono imposto, per trarre da queste la mia autostima, invano. Non viceversa che il seguire queste regole mi abbassi la stima di me con tutte le ripercussioni che questo comporta.
Per capirci le regole di cui parlo sono sveglia fissa a una certa ora, evitare diversi cibi, andare in palestra ecc. , che io vivo però come obblighi assoluti. Nell'ultimissimo periodo dopo tre anni a seguire queste regole mi sto un po' ammorbidendo anche se provo fastidio a non seguirle, e temo anche che l'autostima riprecipiti se mi lasciassi andare.
[#5]
dopo
Utente
Utente
Aggiungo anche che nonostante l'impegno messo in questi tre anni per tirarmi su e tutti gli obiettivi raggiunti, è come se l'onta di essere rimasto a casa tutti quegli anni per il problema di ansia sociale non se ne vada. Mi rimane il peso di tutta quella situazione e l'autostima non vuole salire, anche se ovviamente è salita perché inizialmente avevo paura di uscire di casa, a causa del giudizio degli altri ed ora invece riesco a fare qualsiasi cosa. Grazie per l'attenzione.