Depressione post-parto

Buonasera,
mercoledì 23 novembre è nata la mia bambina. Nell'ospedale della mia città si effettua il rooming-in, ovvero il neonato rimane 24/24 in stanza con la madre, ci siamo abituati quindi ad averla sempre a fianco. Giovedì a mia moglie è salita la febbre a 39° e il paracetamolo non sortiva effetti, quindi i medici hanno fatto una serie di esami e hanno scoperto che mia moglie e mia figlia hanno contratto un'infezione in sala parto. A mia moglie è stato somministrato un ciclo di antibiotici, e la bimba è stata spostata nel reparto di patologia neonatale. Tutta questa faccenda ha allungato la permanenza in ospedale di mia moglie e mia figlia. In ospedale fa molto caldo, e mia moglie non si è mai sentita a proprio agio nell'usare il bagno o farsi una doccia, ha sempre espresso il desiderio di voler tornare a casa. Oggi è stata dimessa, ma dovrà tornare ad allattare in ospedale in quanto la bimba è rimasta ricoverata. Appena entrata in casa, mia moglie ha avuto una reazione che mi ha un po' spaventato: ha iniziato a piangere e ha iniziato a dire che non sapeva dove si trovasse. Non nel senso che non ricordava, ma nel senso che si sentiva come estraniata. Come se dopo tanto tempo in ospedale avesse iniziato lì una vita, e il ritorno a casa le facesse tornare in mente la vita precedente. E' un po' difficile da spiegare, sto usando le sue parole. In un certo senso è come se mentre era in ospedale ricordasse la casa come un luogo protetto ed accogliente, dove si sentiva a proprio agio, ma una volta tornata non provasse le stesse sensazioni che aveva ricordato. E' un concetto difficile da spiegare, io ho impiegato ore a capirlo mentre me lo descriveva in lacrime.
Questa sera è in ospedale per l'allattamento e passerà lì la notte e dopo il ritorno in ospedale sembra stare meglio. Ora si sente più tranquilla in ospedale. So che le donne dopo il parto sono emotivamente fragili. Io le sto più vicino che posso, cerco di incoraggiarla e sostenerla, ma ora mi trovo spiazzato. Non so come aiutarla. Forse il dover tornare in ospedale ad allattare la aiuta a fare un passaggio meno brusco, ma ho l'impressione che ora preferisca rimanere in ospedale piuttosto che a casa.

Potete aiutarmi a comprendere il suo stato?
Eventualmente come posso aiutarla?

Ringrazio
Matteo
[#1]
Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Le nostre madri e nonne dicevano che dopo il parto per 40 giorni la donna doveva cercare di toccare poco l'acqua per evitare futuri reumatismi o emorragie.
Al di là della giustezza della cosa ai tempi nostri, questo le dice quanto la donna sia anche fisicamente delicata dopo il parto e come perciò abbia bisogno di aiuto materiale per districarsi nelle nuove ed impegnative incombenze in aggiunta a quelle usuali.
Le consiglio perciò di cercare aiuto di parenti o, in assenza, di altri, oltre che il suo.

Per quanto riguarda poi la tematica specifica, penso che sua moglie dovrebbe consultare uno psicologo.
saluti ed auguri

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
Breve Strategica-Gestalt-Seduta Singola
Disturbi psicologici e mente-corpo

[#2]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

nei primi giorni dopo il parto la situazione emotiva della mamma è assai precaria: cause ormonali, relazionali, di adattamento alla nuova situazione, di coppia, si intrecciano e rendono complesse le giornate e le notti. Soprattutto quando si tratta del primo figlio.

La neonata è in ospedale. E dunque niente di strano - ritengo - se la mamma, anzichè a casa da sola (senza la bimba intendo), si senta "di casa" in ospedale con la propria bimba. Dove, inoltre, è accudita, orientata, indirizzata, consigliata, sostenuta, nella prima fase di allattamento al seno.

Due riflessioni.

1. La prima riguarda la funzione del padre nel primo periodo dopo la nascita e proviene sia dalle news, sia dai numerosi corsi rivolti proprio ai neo-papà; può leggerli qui:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/6803-neo-papa-obbligati-a-casa-per-legge.html
Padri, la legge c'è ma non basta https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3225-padri-la-legge-c-e-ma-non-basta.html

2. La seconda è un'informazione.
Presso gli ospedali con reparto di neonatologia della Sua Provincia, è presente un/a Psicologo Psicoterapeuta, di supporto alle neo-mamme e ai papà. Basta chiedere un colloquio, in reparto.
Potete rivolgerVi con fiducia alla specialista.
Rimango a disposizione per informazioni specifiche.

Una domanda finale:
Il titolo del Suo consulto: "Depressione post-parto", è una diagnosi posta da uno specialista? Quale?
E' una Sua ipotesi? ma in questo caso avrebbe un punto interrogativo...
E' una Sua soggettiva certezza? Spero di no.

Saluti cordiali.





Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/