Depressione e rapporto di coppia

Gentili dottori, buongiorno.

Vi scrivo in merito alla situazione che si è venuta a creare tra me e la mia ragazza, con la quale sto insieme da due anni.

La mia fidanzata, per arrivare subito al sodo, ha una serie di problemi famigliari ed economici che l'hanno portata alla depressione. E' straniera, arriva in Italia all'età di circa 14 anni (ora ne abbiamo entrambi 23) per seguire la madre, portando con sé la nonna. Circa tre anni fa avviene una cosa che la lascia a pezzi: la madre la lascia sola con la nonna per andare a convivere con un uomo in un'altra città. Va da sé che questo lascia strascichi pesantissimi su di lei e a questo punto arriviamo a noi. Due anni fa ci mettiamo insieme e fin da subito la relazione si dimostra difficile e stressante. La mia ragazza è, in sostanza, una persona insicura, che teme l'abbandono. Ciò, unito a una gelosia che sfocia nel possesso, ha portato me a rinunciare ad amici, uscite in famiglia e sport per poterla rassicurare e starle vicino. Tutto questo ovviamente ha influito anche sulla mia percezione del rapporto che, in mancanza di spazi, è diventato sempre più soffocante e stressante.
Parlare è sempre servito a poco: per quanto io provassi a farle capire che per me non tutto andasse bene, lei continuava a ripetermi che stava male ed io, essendo l'unica persona bella nella sua vita, avrei dovuto fare di tutto per farla stare bene, senza pensare al resto; che è precisamente quello che ho cercato di fare. Col passare del tempo le ho riservato sempre più spazio al punto che ora, se non sto chiuso in casa, sono con lei.
Ora, il punto è che, già da un po', questo rapporto si è fatto per me estremamente pesante. Le rinunce, i continui litigi (che sono una costante) e altri fattori mi hanno come prosciugato. Di sicuro non sono esente da colpe ma non posso negare di essere esausto. Inoltre, la mia ragazza ha cominciato ad andare da uno psicologo che ha "diagnosticato" la depressione e le ha consigliato di assumere un antidepressivo naturale ma di fatto anche la cura si sta rivelando poco utile, soprattutto per via della sua situazione familiare.

Quello che voglio dire è che penso di essere arrivato al limite. Ho amato infinitamente questa ragazza e credo di esserne ancora innamorato ma non so, in tutta sincerità, quanto ancora potrò continuare la relazione. Ho sempre cercato di darle amore, sostegno, empatia, pur non essendo stato di certo un ragazzo perfetto. Ma, come dicevo, mi sento esausto. Litighiamo tantissimo e provo un costante senso di colpa, dal momento che mi dice che dovrei pensare solo a farla stare bene essendo il suo ragazzo e che non faccio abbastanza, influendo in negativo sul suo stato di salute.

So già che la scelta riguardo il rapporto è esclusivamente mia ma non posso non provare un grandissimo senso di colpa al pensiero di farla stare ancora peggio, con chissà quali conseguenze. Non so cosa fare.

Grazie infinite per l'aiuto.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente, penso che il Collega che ha in carico la sua ragazza avrà anche rivisitato con lei la sua storia, di che formazione è questo Collega ? Chiaramente la situazione odierna della sua fidanzata parte da lontano, dalla sua storia, di lei appunto ,oltre che dal comportamento della madre ..
Forse ci sono aspettative frustrate ed anche, temo, coi limiti del mezzo che stiamo usando,eccessive aspettative nei confronti di tutti, della madre, del fidanzato e della vita in generale ..
Pensare che sia l'uomo che si ama il solo responsabile che ci fa .. stare bene..è irrealistico.. Anche lei , caro utente , farebbe bene a parlare dei suoi stati d'animo per riflettere insieme se non sia il caso di fare una pausa di riflessione, come si dice..
Ora come ora nessuno è felice in questo rapporto, provi anche Lei a farsi aiutare per chiarire e comprender meglio cosa si aspetta da un rapporto d'amore e quanto è disposto ad investire,, , senza sentirsi soffocato e oppresso, è questione di grado..
Restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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dopo
Utente
Utente
Gentile dott.ssa Muscarà Fregonese,
innanzitutto la ringrazio per la celere risposta.

Che dire, sono d'accordo con tutto quello che ha appena detto. Che la situazione parta da lontano è indubbio, come anche il fatto che la mia ragazza probabilmente riponga troppe aspettative nelle persone, cosa che in effetti ho sempre pensato.

Quanto a me, non saprei che dire, soprattutto ora. Di sicuro mi farebbe bene una consulenza, ho senz'altro qualcosa di "sbagliato".

Non mi ritengo maturo abbastanza da capire quale sia il rapporto "ideale" per me ma di certo una relazione basata sullo stress, sull'ansia e sulla sfiducia non è ciò che mi aspetto.

Penso che la fiducia, una vita sessualmente attiva e appagante e una salute mentale adeguata da parte di entrambi gli amanti siano ingredienti essenziali in un rapporto. Ma non sono Fromm e so bene di avere i miei difetti.

In ogni caso la ringrazio ancora, terrò a mente le sue parole e cercherò di tenerla aggiornata, pur da dietro una tastiera.
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Dr.ssa Raffaella Dibiase Psicologo, Psicoterapeuta 7 1
Gentile utente,
tutti hanno dei difetti, non per questo si deve rinunciare al proprio benessere. In fondo i bisogni che ha elencato sono umani e legittimi.
Anche io le suggerisco di consultare un professionista, sia per il carico di stress che questo rapporto sta comportando, sia per fare chiarezza su quelli che sono i suoi bisogni ed eventualmente valutare i pro e i contro del portare avanti questa relazione.

Un cordiale saluto.
Dott.ssa Raffaella Dibiase

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dopo
Utente
Utente
Gentile dott.ssa Dibiase,,
grazie per la risposta.

Mi trovo d'accordo anche con lei, un consulto servirebbe eccome, ma da un po' di tempo mi ritrovo in uno stato di apatia (soprattutto intellettuale) tale che anche una cosa del genere mi sembra un muro invalicabile.

Vorrei semplicemente prima risolvere questa situazione ma sono... stanco. E non vorrei più sentirmi in colpa, non riesco più a rendermi conto se sto effettivamente facendo del male a una persona o se quello che chiedo e penso è dopotutto normale e legittimo.

Grazie ancora.

P.S.
Proprio stamattina mi ha detto che vorrebbe che passassi il Natale con lei e sua nonna ma questo vorrebbe dire litigare con la mia famiglia e non penso di essere disposto a farlo; ho sempre passato quel giorno in casa mia e ho paura che questo possa essere la causa di un ennesimo litigio...
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

non ci si può meravigliare se la ragazza, "trapiantata" in Italia, abbandonata la propria terra, abbandonata dalla propria madre, si sia aggrappata a Lei come ad una ciambella di salvataggio in mezzo al mare.

E Lei ha fatto la sua parte, ha dato il contributo che poteva... fino a quando la ciambella, senza più ossigeno, ha iniziato a sgonfiarsi. Ambedue rischiano ora di andare a fondo.
I confini tra Voi sono diventati troppo labili, la ragazza PRETENDE (cioè ritiene giusto) che sia Lei come suo ragazzo a tutelare il suo benessere:
<<mi dice che dovrei pensare solo a farla stare bene essendo il suo ragazzo e che non faccio abbastanza, influendo in negativo sul suo stato di salute.<<

Ma non funziona così la vita psichica. Ognuno deve fare tutto il possibile per sè, per la propria crescita e benessere, affinchè l'altro non sia una stampella ma una "mano nella mano". Tranne - naturalmente - periodi di aiuto, che sono però transitori e mai costantemente da una parte sola.

Un distanziamento tra voi (forse temporaneo) avrà l'effetto di far ritrovare a Lei il proprio equilibrio.
Alla ragazza, dopo una prima fase di grande sofferenza, potrebbe servire da stimolo per lavorare con maggior decisione su di sè, con l'aiuto del Collega Psicologo che la segue.

Per il Natale ... segua il suo cuore e - se ritiene - si aiuti con le riflessioni che Le abbiamo suggerito.









Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Raffaella Dibiase Psicologo, Psicoterapeuta 7 1
Comprendo la difficoltà di affrontare un percorso psicologico in uno stato di "apatia", ma sarebbe più utile fare un tentativo adesso proprio per “risolvere questa situazione”, come dice Lei.
Da quel che scrive, la sua fidanzata la sta caricando di una grandissima responsabilità (ed è difficile modificare una simile dinamica dall’oggi al domani).

Per la questione del Natale, tenga presente che se decidesse di trascorrerlo in famiglia (come desidera fare), sarebbe un’occasione per fare una scelta diversa dall’assecondare la sua ragazza. In tal caso, avrebbe modo di attuare un piccolo cambiamento a questa situazione e riflettere su come si è effettivamente sentito.

Cordiali saluti,
D.ssa Raffaella Dibiase
[#7]
dopo
Utente
Utente
Gentile dott.ssa Brunialti,
grazie anche a lei per l' aiuto.

Direi che la similitudine con la ciambella sia perfettamente esplicativa della nostra situazione.
Sia chiaro, sono d'accordo con lei quando dice che per la ragazza il trasferimento, l'abbandono della madre e anche le difficoltà economiche siano stati eventi traumatici. E aggiungerei, giustamente.

Come ho già detto, ho cercato di offrirle tutto il mio supporto e amore ma quando lei mi dice che dovrei passare tutto il mio tempo con lei, che dovrei pensare solo a farla stare bene... non so come risponderle. Voglio aiutarla ma, ad esempio, ogni volta che prendo decisioni di qualsiasi tipo che non riguardino lo stare con lei direttamente (e questo accade pochissime volte), litighiamo. E sono litigi pesanti.

A costo di essere ridondante, non voglio affatto sembrare la vittima né essere compatito, so di aver fatto i miei sbagli. Ma queste sono cose che accadono molto, molto spesso e alla lunga logorano.

Ripeto, mi trovo d'accordo con quello che dice. Ma non so se la mia ragazza potrà capirlo.

Terrò a mente le sue parole.


Dott.ssa Dibiase,

si, penso che un percorso psicologico possa essere d'aiuto. Sta a me cominciare, pur in questa situazione.

Riguardo il Natale, ho spiegato alla mia ragazza che non voglio renderla infelice ma che mi piacerebbe almeno pranzare in famiglia per poi passare la giornata con lei. Va da sé che questo ha innescato l'ennesimo litigio ma non penso di essere stato così egoista, sebbene mi senta in colpa.

Comunque, colgo l'occasione per ringraziare di nuovo tutte voi.
Il vostro tempo e il vostro aiuto sono per me estremamente preziosi.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66


Gentile ragazzo,

La mediazione che Lei ha trovato e proposto per la giornata di Natale sembra molto equilibrata e rispettosa di una parte delle esigenze di tutti e di ognuno - Lei compreso - al meglio di quanto è possibile (nessuno ha tutto, nessuno ha nulla, ognuno ha "un po'").


* * *


Se la nostra presenza qui Le è stata di aiuto, ne siamo proprio lieti.

Saluti cordiali.

[#9]
dopo
Utente
Utente
Dott.ssa Brunialti,

ho cercato di proporle quanto di più onesto potesse venirmi in mente. Come ho detto, questo non ha evitato un litigio: io sono la persona che la ama e dovrei passare le feste con lei.
Ma non importa, vedrò quel che succederà.

Si, mi siete state di enorme aiuto. Eventualmente aggiornerò la mia situazione ma non voglio abusare della vostra pazienza e del vostro tempo.

Le auguro una buona giornata.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66


Grazie. Anche a Lei.