Sono stata lasciata e non mi dò pace

due anni e un mese fa ci siamo incontrati:
LUI 36 anni straniero, indipendente dalla famiglia e dal resto del mondo, con una casa e un lavoro sicuro (insegnante), sicuro di se, con pochi principi inalienabili, con una storia seria finita per cultura (lei mussulmana lo lascia) e tante tante donne per una notte, amante della vita e edonista, ma fedele, amante delle piccole cose, spirituale e contemplativo, artista, sbadato, costante.
Lui si innamora di ME: 30 anni, alla ricerca del vero amore, con poche storie alle spalle (fuochi di paglia), attaccata alla famiglia, non indipendente, ma impegnata negli studi per diventarlo, anche se in ritardo rispetto all'età (anche io insegnante), tanto studio alle mie spalle nella mia vita solitaria, un po' cicciotella, insicura di me, malinconica e artistica, con una grande forza interiore che ho tirato fuori in svariati (non in tutti) ambiti della vita, fedelissima in amore, desiderosa di condividere tutto senza segreti, vulnerabile in amore, non egoista, fantasiosa, possessiva.
nasce l'AMORE come mai l'avevo conosciuto. Io però quando lo conosco mi sento "inferiore", sono gelosina delle sue mille esperienze sessuali, lui mi rassicura dimostrando amore, ma a me non basta...conviviamo per un anno poi storia a distanza (600km) a causa del lavoro e decidiamo di fare di tutto per avvicinarci, sposarci, fare una famiglia.
Iniziano però divergenze culturali: lui grande famiglia (per la serie aggiungi un posto a tavola) io: 3 gatti anche a Natale. Ho cercato di andare incontro alla sua vita anche se spesso era faticoso, lui non è venuto incontro alla mia vita. ma dava amore, dimostrandolo con affetto fisico di cui io avevo bisogno.a volte gli richiedevo un bacio o un attenzione o un regalino e lui iniziava ad arrabbiarsi perché lui non voleva dare le cose su richiesta, ma solo quando le sentiva lui.spesso insistevo, a volte tacevo e mi mettevo in un angolo, mi sentivo trascurata anche se di fatto non lo ero. dovevo solo aspettare i suoi tempi.iniziavano così litigi più frequenti: lui molto molto severo nei miei confronti, mi dava lezioni di vita e mi puniva come si fa con un bambino (una volta mi ha costretto a prendere il treno rimandandomi a casa per farmi assumere le mie responsabilità).io gli ho dato amore incondizionato, lui mi ha dato altrettanto amore.Mi ha lasciata la vigilia di Natale dicendo che sono immatura e che non ha più motivo di sperare in un nostro miglioramento (litigi continui sulle stesse cose) e che non si fida di me. Non tornerà mai più.Ho perso l'amore della mia vita e mi sento colpevole al 100%. mi ha lasciato per il mio carattere e mi ha detto che che se continuerò così nessuno mi potrà volere al suo fianco. aveva ragione. io volevo solo amarlo, troppo forse. ma non ho saputo fare altro, mi sono attaccata a lui come l'edera all'albero e lui forse non respirava più.
non mi dò pace, sto malissimo e temo di non farcela senza di lui.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Anche se si dice più comunemente che gli opposti si attraggono, in realtà bisogna avere delle similitudini, delle affinità elettive per andare d'accordo.

Da quello che leggo di voi, mi sembrata davvero diversi.
Culture diverse
Religioni diverse
Modi di amare
Passati, ecc..

Lei istintiva e passionale
Lui che gioca a fare il demiurgo, che la educa..
le insegna..

Lei ci ha scritto tante volte, ha risolto le sue pregresse ansie?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
diversi si tanto! ma tanto teneri l'uno per l'altra, innamorati, attenti alle piccole cose.

poi c'era un aspetto che non comprendo: io chiedevo dei cambiamenti in lui, ma lui riusciva a dirmi che le mie erano richieste di ansia mentre lui non richiedeva niente a me perchè mi accettava per quello che ero.

ma se mi accettava perché mi ha lasciato?

lui ha avuto una storia familiare davvero difficile e se n è andato da casa giovanissimo e senza un soldo ha costruito la sua vita.

può una persona essere felice e in pace con se stesso, diciamo "in bolla" e controllato sotto ogni aspetto imponendosi fortemente di volere queste cose? mi sembrava che avesse un autocontrollo quasi spaventoso. non si concedeva mai di sbagliare, mai una critica nei confronti degli altri, mai un passo falso, impeccabile su tutto.

e ora che se n è andato, siccome lui è uno di parola, non tornerà mai più...

ps per rispondere alla sua domanda: la storia con il mio ragazzo mi ha aiutata a vedere molti miei problemi con un ottica completamente diversa e questa per me è stata una grandissima cosa. ma siamo sempre lì, sono riuscita a capirmi perché lui aveva un occhio clinico nei miei confronti, quasi da psicologo distaccato, non da fidanzato che aiuta, ma da medico supervisore che non si addentra.

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 503 41
Gentile Utente,

a me pare che questa storia, e forse anche le precedenti di cui ci dice poco, abbia amplificato le Sue paure e la Sua difficoltà, sfociata in gelosia e insicurezze.

Mi spiego meglio: quando Lei scrive "mi sono attaccata a lui come l'edera all'albero e lui forse non respirava più..." mi fa venire in mente in effetti la Sua difficoltà a vivere una relazione sentimentale. Di solito una relazione d'amore non serve per attaccarsi a qualcuno come l'edera all'albero.
Tant'è vero che quest'uomo non ha cambiato le proprie abitudini e il proprio modo di fare, ma nessuno ha neppure chiesto a Lei di cambiare qualcosa e di adattarsi... Lei invece si è attaccata a quest'uomo, probabilmente spostando i suoi (di lui) equilibri e -soprattutto se uno ama molto la libertà- davvero tutto ciò può diventare fastidioso.

Ma il punto della situazione non sta a mio avviso nella diversità che Lei ha voluto sottolineare: si può essere diversissimi e capaci di incontrarsi e rispettare i reciproci spazi. Non è mica detto che per stare in coppia si debbano fare le stesse cose insieme, né che si debbano avere gli stessi gusti.

L'aspetto centrale, secondo me, sta nel fatto che Lei probabilmente si sta portando dietro da tempo delle Sue personalissime difficoltà e sofferenze per le quali purtroppo diventa "esigente" e richiedente con quest'uomo. Ad esempio, il fatto di dover chiedere un bacio e la vicinanza di quest'uomo, che Lei stessa riconosce come affettuoso, potrebbe nascondere un Suo "vuoto" o bisogno che Lei non riesce a vedere né a gestire.
Oppure il fatto di mettersi nell'angolo, come se l'assenza o una mancanza di quest'uomo fosse determinante per la Sua felicità. Di solito non funziona così, proprio perché si è già in grado di essere indipendenti e avere qualcuno accanto non è un disperato bisogno, ma un piacere.

A mio avviso potrebbe lavorare su questi aspetti con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta, senza abbattersi però, ma con l'idea di diventare indipendente e poter stare bene nelle relazioni.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa,

lei ha colto esattamente il problema. sono proprio queste le cose che lui mi diceva, anche se in malo modo, ma erano queste.

per questo mi sento in colpa totale in questa relazione.
a causa dei miei problemi ho perso il mio amore.
lui non ha più fiducia in me e la fiducia non posso più riaverla. è persa.

mi chiedo però se una persona che ama come mi amava lui possa arrivare a tanto anziché aiutarmi e starmi vicino. gli ho detto che sarei andata da uno psicologo se fosse tornato ma ha detto di no.

non potrò rialzarmi, ho perso la persona che tutti sognano di avere accanto. per colpa mia.
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 503 41
Gentile Utente,

un fidanzato non è la persona che deve dare aiuto su queste questioni irrisolte...
Probabilmente le Sue aspettative erano poco realistiche.
Riparta da se stessa per prima cosa. Quando avrà risolto queste antiche ferite, sarà anche in grado di stare in una relazione con un altro atteggiamento.

Cordiali saluti,
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Provi a leggere queste letture dovrebbero aiutarla a riflettere.

Un amore non può essere curativo, o una stampella, o un supporto psicologico.. ma dovrebbe nascere e vivere nella stanza del "piacere" e della reciprocità, non delle "modifiche dell'altro, delle rinunce e del bisogno"

Si faccia aiutare, un nostro collega potrà aiutarla ad adoperare il dolore in maniera trasformativa

http://www.valeriarandone.it/articoli/154-gli-amore-dipendenti-dipenden
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4078-l-amore-affamato-la-dipendenza-d-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6605-fame-d-amore-ansia-e-depressione-sono-correlate.html
[#7]
dopo
Utente
Utente
Grazie dottoressa,

ho letto molti articoli, poi mi sono imbattuta in un articolo un po' particolare: "l'uomo maltrattante".
non era violento nei miei confronti dal punto di vista fisico però io vivevo molti suoi comportamenti come punizioni:

- una volta mi ha messa sul treno dopo un litigio per "farmi assumere le mie responsabilità"
- due fughe da casa nel cuore della notte senza sapere dove andasse con tanto di valigia
- silenzi prolungati che dovevo rispettare anche se chiedevo scusa e cercavo riconciliazione. dovevo rispettare, ma anche ASPETTARE i suoi tempi.

questi atteggiamenti insieme ad altri (come il fatto che solo lui si è costruito la vita mentre io ero la viziata e immatura)

hanno creato in me un senso di paura e di dover sempre camminare sulle uova. ok, io mi assumo la responsabilità delle mie colpe, ma è possibile che in una relazione ci siano "punizioni"?
un uomo che ama non punisce, anche se viene messo a perdere.