Febbre persistente, sudorazione notturna, tosse secca

Buonasera. Da circa 2 settimane ho i seguenti sintomi: febbre, tosse secca, sudorazione frequente (soprattutto di notte), malessere generale. Il disturbo è esordito il giorno 24 dicembre con una febbre molto alta, mal di testa, tosse, dolori articolari, nausea. Dopo 2/3 giorni, ho chiamato il medico di famiglia il quale ha effettuato una diagnosi di infulenza. Al protrarsi dei sintomi per altri 3 giorni (quasi sparita la nausea ma rimasta inappetenza, febbre presente ma sotto i 38,5), il medico è venuto a visitarmi: ha controllato con l'auscultazione le spalle che risultavano "pulite", ha controllato con l'apposito strumento l'efficienza polmonare (97-98%), niente raffreddore nè mal di gola, ha affermato trattarsi di una forma parainfluenzale da trattare con paracetamolo all'occorrenza. Ho chiesto se fosse il caso di assumere un antibiotico, me ne ha prescritto uno di cui non rammento il nome, da prendere per 5 giorni. Nei giorni successivi sono rimasti gli stessi sintomi: febbre soprattutto dal pomeriggio, tosse persistente, sudorazione specialmente di notte, spesso mal di testa. Ho riscontrato un dimagrimento, anche se l'appetito è ricomparso (la maggior parte dei cibi mi resta ancora salata al palato). Stremato dalla continua febbre, malessere generale ecc., sono nuovamante tornato dal dottore il quale mi ha visitato ancora le spalle affermando che non sono presenti patologie polmonari. Ho chiesto se fosse il caso di effettuare un esame radiografico ai polmoni, me lo ha prescritto anche se mi ha poi consigliato di aspettare prima di farlo perchè secondo lui, i sintomi sarebbero spariti in breve. Ho ascoltato il suo consiglio e non ho ancora eseguito le lastre. Nei giorni successivi, fino ad oggi, la situazione non è assolutamente migliorata, al punto che questa mattina (prefestivo), mi sono recato in un laboratorio analisi per fare eventuali controlli ematici, VES ed altro. Ho portato con me le ultime analisi effettuate il 15 dicembre scorso, in cui sono presenti gli esiti legati all'emocromo e formula (sono donatore di sangue e questi sono gli esiti effettuati prima della donazione). I medici del laboratorio mi hanno sconsigliato un prelievo del genere, poichè hanno affermato che di sicuro la VES sarebbe risultata alta a causa del quadro sintomatologico che ho descritto, e che ci si deve rifare ad esami più specifici. Sono nella situazione che non mi sento affatto bene, e soprattutto non so cosa devo fare per venire a capo di questa situazione che mi sta veramante preoccupando. Spero di essere stato chiaro. Attendo con ansia una risposta. Grazie. Luca
Di seguito riporto alcuni dati che forse potranno essere utili.
Età:54. Peso attuale 73 (prima76). Altezza 1,75m. Attività sportiva elevata. No fumo. No alcol. Soggetto tendenzialmente iperteso (no farmaci). Nessun intervento chirurgico. Farmaci usati: saltuariamente Lansoprazolo per reflusso gastrico. Screening per tumore colon-retto eseguito un anno fa con esito negativo
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Attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Salve,
se la sua febbre perdura da due settimane è evidente che non si tratta nè di influenza nè di sindrome influenzale.
E quindi necessario indagare sulle cause che possono provocare una febbre di cosi lunga durata, cause che non necessariamente devono includere malattie catastrofiche.
Una mononucleosi, una Citomegalovirosi, un focolaio broncopneumonico profondo che il suo medico non riesce a sentire sono tutte possibilità che vanno escluse.
Dopo due settimane la RX del torace mi pare si debba eseguire, insieme ad indagini ematochimiche e sierologiche intese a confermare o ad escludere la presenza delle citate malattie infettive.
Inoltre devono essere valutate la funzionalità renale e quella epatica.
Sulla base di questi risultati, integrati con un esame clinico che valuti anche l'addome, sicuramente il suo Medico potrà trarre le conclusioni diagnostiche.
Effettuare gli indici di flogosi (VES, Mucoproteine, C3 - C4 - PCR ecc.)
non è una bestemmia medica: un conto è trovare una VES di 30mm alla prima ora e un conto è trovarla di 120mm.
L'emocromo è anche importantissimo specie per le informazioni che può fornire la conta dei bianchi e la formula leucocitaria.
Le consiglio pertanto di parlarne con il suo curante quando le sia possibile.
Se vorrà potrà farmi sapere. Di più per via telematica non possiamo fare.
Cordialità,
Dott. Caldarola.
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dopo
Utente
Utente
Grazie Dottore per la celerità della risposta. Lei potrà capire la mia ansia e preoccupazione. A suo parere, come spiega che le analisi effettuate in data 15 dicembre (neanche dieci giorni prima dalla comparsa del disturbo) in cui si controllava l'emocromo prima di eseguire la donazione di sangue a cui poi mi sono sottoposto, risultano assolutamente nella norma? È possibile che da quelle analisi non si evincere ancora nulla? Perdoni la mia insistenza ma sono molto preoccupato. Grazie di nuovo. Luca
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Attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Se lei ha una forma infettiva attualmente, virale o batterica o mista, manifestatasi clinicamente 2 settimane fa le analisi del 15/12 è del tutto normale che non siano alterate.
In genere durante una incubazione la maggior parte degli esami ematochimici sono normali.
E' necesario ripeterli, con criterio, quando la patologia si sia appalesata.
Saluti,
Dott. Caldarola.
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dopo
Utente
Utente
Egregio Dott. Caldarola, trascorsa una notte con febbre e sudorazione esagerata, questa mattina, avendo avvertito una specie di "fischio" durante gli atti respiratori, mi sono recato all"accettazione del Pronto Soccorso della mia città. Il medico mi ha sottoposto a lastre ai polmoni dalle quali è emersa la seguente diagnosi: AREA DI CONSOLIDAZIONE PARENCHIMALE BASALE RETROCARDIACA. In parole più semplici, mi ha detto trattarsi di broncopolmonite. La terapia prescrittami è la seguente: Rocefin fl. 1 gr. 1 al dì per 8 gg. Claritromicina 500 mg 1x2x 8 gg. Non sono stati effettuati prelievi nè alcuna visita. Devo fare ulteriori accertamenti? Qual è il suo parere in proposito? Grazie, Luca
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Attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Salve,
le mie conclusioni sono che il suo medico ha sbagliato diagnosi.
La terapia che le è stata data associa una Cefalosporina, quindi un antibiotico beta lattamico, con un macrolide in modo da ottenere un effetto sinergico che si estenda anche ai patogeni intracellulari (come il Mycoplasma Spp).
Io personalmente avrei scelto una associazione di Piperacillina/Tazobactam invece che il Rocefin, sempre in associazione con un macrolide. Ma lei segua la terapia del collega del PS.
Se sarà efficace si vedrà con un rapido miglioramento della sua situazione clinica.
Le consiglio prima di interrompere la terapia, che protrarrei almeno per 10 - 15 gg, di effettuare una RX di controllo per verificare l'andamento radiologico dell'addensamento, visto che a quanto pare il fonendoscopio è divenuto per molti medici uno strumento da usare come accessorio di abbigliamento. E questo è gravissimo.
Buona guarigione.
Dott. Caldarola.
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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore, La ringrazio infinitamente per l'interessamento al mio caso e per la sua precisione e chiarezza nell'espormi il suo parere in merito. Se ieri sera, in un momento di difficoltà, non fossi ricorso al suo consulto, probabilmente mi sarei trascinato ancora per giorni in questa situazione di grande "malessere", ascoltando l'ormai comprovato discutibile parere del mio medico curante. Il medico del PS mi ha prescritto un controllo fra 8 giorni. Nella speranza di aver ormai iniziato la strada giusta per una veloce ripresa, la saluto cordialmente e la terrò aggiornata degli sviluppi. Buona serata
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Attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
A presto e buona guarigione.
Dott. Caldarola.