Come fare qualcosa che non ci piace - forza di volontà

Ciao a tutti, sono uno studente, e come spesso capita a molti studenti dopo un lungo percorso di studi, negli ultimi mesi, mi son bloccato. Gli esami richiedono tante ore di studio, e quotidianamente, con grande impegno e sacrificio, mi dedicavo ai libri come se fosse un duro lavoro.

Prima di parlare del blocco, però volevo chiedere qualcosa sulla forza di volontà : come fare qualcosa che non ci piace?
Nessuno, potendo scegliere tra studiare/lavorare e qualche hobby o le proprie passioni, o anche l'ozio, sceglierebbe la prima opzione, però comunque nella vita bisogna fare tante cose che non ci piacciono, e allora come fare? Come rendere gestibile la cosa?

Il motivo del mio blocco, è aver cambiato obiettivi nella vita, aver perso la "motivazione" di prima; qualche anno fa, in preda ad un blocco nello studio di un esame particolarmente difficile e noioso, andai dallo psicologo di facoltà, e quei due incontri mi aprirono un mondo che non avevo mai visto, una chiave di lettura dei miei pensieri.
Capii che per educazione paterna mi è stata insegnata la "morale dell'impegno", il dover darsi da fare; una cosa sicuramente ammirevole, ma lo studio ed i bei voti, la carriera, era una cosa che più svolgevo per mio padre che per me.
Il percorso di studi l'ho scelto io, è quello che più mi piace, però mi "sacrificavo" troppo. Nel corso degli anni sono andato incontro ad una lenta ma costante evoluzione, ed ora voglio essere felice, vivere tranquillamente e bene, quindi non sono più motivato dallo stress degli esami, dal dovermi laureare il prima possibile, dal dovermi spaccare la schiena. Tutto quello che prima mi spingeva nello studio, come l'ansia, è svanito.

Devo tuttavia continuare e concludere gli studi e trovare nuove motivazioni, perché studio troppo poco ultimamente e la cosa non mi piace, perché non posso e non voglio essere un nullafacente. Il fatto che lo studio sia un'attività poco piacevole, mi sembra una cosa scontata, studi quello che è necessario per il tuo percorso, non studi per piacere personale come quando leggi per cultura; ed allora, come svolgere qualcosa che non ci piace?

Credo sia una domanda che si siano posti in tanti, ma qual è la risposta?

Grazie a chiunque risponda.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Gentile ragazzo,

non ho capito una cosa: tu dici di aver scelto personalmente il percorso di studi, ma allora come mai dici che studi qualcosa che non ti piace? Avevi altre aspettative rispetto agli studi?

Capisco il tema dell'educazione ricevuta, in ogni famiglia ci sono temi importanti che vengono trasmessi e spesso i figli devono fare i conti con tutto ciò.

D'altra parte, dovresti ritrovare la motivazione nello studio: sei deluso da ciò che hai scelto? L'idea che lo studio sia per forza qualcosa di spiacevole è fuorviante, perché in realtà è vero che c'è l'ansia della valutazione (ed è giusto che sia così) , ma ci appassioniamo anche a quello che studiamo.

A mio avviso è importante capire che cosa ha generato questo blocco negli studi; spesso la motivazione è legata alla voglia e alla fretta di voler entrare nel mondo del lavoro, progettare il proprio futuro ed essere indipendenti.

Secondo te che cosa ti blocca?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa, sì, proprio questo, avevo altre aspettative rispetto agli studi !
Sono curioso e LEGGERE nuove cose mi piace, il problema è che l’università non è fatta di letture di piacere, ma per superare gli esami hai bisogno di una conoscenza puramente teorica, molto approfondita, di cose che dopo l’esame subito si dimenticano, e per giunta, se si trattasse solo di leggere nuove informazioni, sarebbe anche stimolante, se non lo si dovesse fare per tutta la giornata, ma superare un esame richiede non solo una lettura attente, ma un’analisi approfondita del testo per cercare i passaggi chiave, poi ripetere più volte tutti i vari argomenti e memorizzare.
Finché si tratta di nuovi argomenti, finché li leggo per la prima volta, va benissimo, ma per il resto dell’esame, incontrare di nuovo le stesse cose è molto noioso; questo non vuol dire che io riesca a memorizzare bene dopo una sola lettura, altrimenti non ne farei altre, però è come se già avessi una certa familiarità, anche se ricordo poco dopo la prima lettura, e non ci fosse più nulla di nuovo in quell’argomento.

No, non sono deluso da ciò che ho scelto e non per forza lo studio è spiacevole, ma al di là dell’ansia per gli esami, non è quello il punto. Ci sono tante attività più piacevoli a cui ci si potrebbe dedicare anziché studiare.
In un mondo ideale in cui non ci fosse necessità di lavorare e avessimo piena libertà di organizzare la nostra giornata, quanto tempo dedicheremmo allo studio?
Dormiremmo di più, usciremmo di più con amici e con la nostra metà, guarderemmo più tv, ci dedicheremmo più agli hobby, giocheremmo di più.

La voglia (e anche un po’ la fretta) di entrare nel mondo del lavoro, progettare il proprio futuro e di essere indipendenti c’è, ed è uno dei motivi per cui sto tenendo duro e studiando controvoglia.
Penso che lei sappia meglio di me che controvoglia non otteniamo le stesse prestazioni rispetto a chi è motivato e focalizzato.

Secondo me, il mio blocco deriva dall’aver passato 19 anni sui libri con il massimo impegno possibile in ogni fascia di età; dal fatto che col tempo ho capito che è più importante il tragitto che la meta, e mi sono imposto di cercare la felicità, di voler annullare lo stress dello studio, l’ansia degli esami, ed effettivamente l’ho fatto e lo sto facendo, tenendomi fuori dalla competizione che mi ha sempre contraddistinto, però venendo meno quell’impulso dovuto ad insegnamenti paterni, rimane quella costante spinta a voler divertirmi, uscire, fare ciò che mi piace che non è bilanciata abbastanza, per cui prevale il piacere al dovere.

Poiché non viviamo in un mondo ideale e l’uomo è stato fatto in modo da dover affrontare la realtà, deve esserci un modo per fare ciò che non vogliamo fare e magari farcelo anche piacere.