Malessere durante la psicoterapia

Buonasera,
Chiedo il vostro aiuto per un problema... sto seguendo un percorso di psicoterapia dal 4 dicembre... nel corso delle ultime 2 sedute abbiamo toccato aspetti un po' più profondi e più volte durante la seduta sono scoppiata a piangere con singhiozzi,... alla fine però, grazie al sostegno ed alla comprensione dello psicologo che mi segue mi sentivo meglio, come se piano piano mi stavo liberano da tutto quello che fino ad ora ho sempre represso.... per un paio di giorni magari riesco a mantenere questo stato abbastanza tranquillo ma poi, essendo una persona molto riflessiva, penso a quanto emerso durante la seduta, alle parole dello psicologo, e mi vengono in mente situazioni della mia infanzia che potrebbero spiegare quel comportamento, acquisisco più consapevolezza... solo che ci sto male e ricomincio ad avere crisi di pianto e a contare i giorni che mancano prima della prossima seduta... cosa posso fare per gestire questa situazione che mi crea problemi anche nelle attività quotidiane? Grazie
[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
dovrebbe riferire i suoi vissuti e quanto ha scritto qui al suo terapeuta, in seduta.

Già in precedenza le era stata fornita la stessa indicazione, ha provato a parlargli di quanto ha riferito a noi o a mostrargli i suoi scritti come aveva lei stesso proposto?


Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta... si l'ho fatto ed è da li che viene il problema.... nel senso che dopo avergli esposto il problema e parlato di aspetti ed episodi più significativi, è come se avessi aperto ancora di più gli occhi sul male subito in passato e su quanto questo mi abbia fatto soffrire anche se prima me ne rendevo conto... ora a distanza di qualche giorno dall'ultima seduta, sono sopraffatta da una sensazione di angoscia e crisi di pianto... è questa la situazione che non riesco a gestire, sicuramente ne parlerò nel corso della prossima seduta ma nel frattempo sto male e non riesco a gestire la situazione
[#3]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

un mio grande professore e maestro, durante gli anni di specializzazione, usava dire: "nell'ambito della psicoterapia è possibile parlare di rivoluzione e questo accade quando avviene un cambiamento improvviso nella mente del paziente"

Le ferite dell'anima, che magari per anni abbiamo tenuto consapevolmente o meno "a bada", inevitabilmente riaffiorano nel processo psicoterapico. Questo avviene perché è necessario ed è uno degli scopi stessi del percorso.

Nella psicoterapia ci si mette in gioco, guardando "in faccia" i nostri pensieri e le nostre emozioni più sgradevoli. Quindi è assolutamente normale quello che lei avverte.

Il ruolo della psicoterapia è quello di scavare nelle nostre fondamenta emotive dolorose, ma è proprio dalla comprensione dei nostri dolori, dal capire la loro origine ed evoluzione che, col tempo, si impara a gestire gli stati mentali che più ci fanno soffrire fino a giungere alla serenità che meritiamo di avere.

Soprattutto all'inizio di un percorso (e lei è all'inizio), spesso accade che si rientri a casa dopo la seduta con gli occhi gonfi e pieni di lacrime e che, come lei stessa dice, riaffiorino pensieri ed emozioni che abbiamo abreagito in seduta.

<< cosa posso fare per gestire questa situazione che mi crea problemi anche nelle attività quotidiane?>>. Non c'è altro modo di gestire questa situazione se non continuare a lavorare in terapia. È l'unica strada che le tornerà utile.

Disarmonia e sgradevolezza interiore fanno parte del percorso nelle sue fasi iniziali ma non solo. Tutto le tornerà utile!

il dolore ci insegna a cambiare e a cambiare si impara....cambiando.

vorrei porle infine una domanda. Lo stato umorale che ci ha descritto e che prova, le fa paura? Se si, come mai?

Un saluto

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta... un po' si mi spaventa
Il motivo penso sia relativo al fatto che ho vissuto dai 5 ai 30 anni una forma quantomeno di manipolazione mentale se non proprio plagio, in un ambiente molto ristretto in cui le proprie emozioni andavano represse così come i propri desideri... (in terapua sto proprio lavorando anche sul riconoscere le emozioni ed imparare ad esternarle) si richiedeva di essere praticamente perfetti attenti ad osservare tutte le regole pena il rifiuto da parte della comunità ed anche dei familiari più stretti (o almeno questo è quello che volevano far credere, ora so che i miei genitori non mi avrebbero mai rifiutato ) da qui penso che derivi il transfert che ho attivato di paura di dire o fare qualcosa che mi porti ad essere rifiutata dal mio terapeuta... comunque fino ad ora sono sempre stata incrollabile, ho sempre sopportato tutto senza avere il minimo cedimento.... ed ora questa sensazione di angoscia e pianto irrefrenabile mi da l'idea che sto crollando, che evidentemente non sono così forte come pensavo, ed ho la sensazione di perdere il controllo.... so che sicuramente affrontero' la situazione in seduta, ma arrivare da una seduta all'altra è veramente difficile...
[#5]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66


"...sensazione di angoscia e pianto irrefrenabile mi da l'idea che sto crollando, che evidentemente non sono così forte ..."

Certamente non si è così forti come ci si illude - o si vorrebbe - essere.
Ma il pianto, le emozioni, se da un lato segnalano un allentamento del controllo, dall'altro indicano una ripresa di contatto diretto con la propria emotività, emozioni, affettività: il nucleo più profondo, tenero.

All'inizio della terapia si contano i giorni, da una seduta all'altra;
se ne ha bisogno;
la seduta è una ciambella di salvataggio.

Fin che è così, l'accetti.
Poi cambierà.


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#6]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

Se durante la sua fase Pre e adolescenziale ha vissuto con il "dovere" di reprimere le emozioni,
non ha avuto modo di riconoscerle e poterle esprimere come sarebbe utile per tutti i bambini e gli adolescenti.

Il percorso di psicoeducazione emotiva che sta facendo in terapia, la aiuterà proprio a riconoscere, dare un nome e attraversare emozioni che per molto tempo le sono state "negate".

Se per molto tempo siamo costretti a tenere lo "stereo emotivo" a basso volume, in terapia si inizia pian piano ad alzare quel volume e quindi a sentire a volume più alto le emozioni. Ciò provoca tutto il malessere che ci ha descritto e del quale parla negli altri consulti di cui si è avvalsa in questo portale.

Se sente molta ansia e angoscia tra una seduta e l'altra, è normale! Non è ancora in possesso di strategie per gestire queste emozioni che la spaventano e la fanno soffrire.

Quindi un metodo di "sopportare" il malessere tra una seduta e l'altra, potrebbe consistere proprio nel dare un nome alle emozioni che sente (eventualmente scriverle come le è stato suggerito nei precedenti consulti) e comprendere che si tratta di una sua personale e assolutamente normale reazione emotiva. Già questo la potrebbe aiutare nella gestione dei "tempi emotivi" tra una seduta e la successiva.

Infine,
Se un eventuale non rispetto di regole ferree sociali, la portava a doverle seguire perfezionisticamente, pena il rifiuto da parte di chi gliele imponeva,

lo stesso processo si ripropone nella relazione con il suo terapeuta. Ovvero il timore di deluderlo. Di questo è importante che ne parli proprio in terapia perché le sarà terapeutico farlo.

Un caro saluto
[#7]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per le risposte... anoi scusate se ogni tanto vi disturbo.
Comunque la difficoltà maggiore è che in questi giorni mi tornano in mente vissuti dell'infanzia e dell'adolescenza che pensavo avessi rimosso ma che evidentemente avevo solo nascosto a me stessa. Ed ora quando riaffiorano mi fanno star male come se fossero appena accaduti... ed anche se ora in un'età diversa mi rendo conto che avrei potuto reagire diversamente non posso più farlo
[#8]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Uno degli scopi della terapia psicodinamica consiste proprio nel rendere consci vissuti che per tanto e troppo tempo, per varie necessità, abbiamo dovuto rimuovere e/o negare.

<< la difficoltà maggiore è che in questi giorni mi tornano in mente vissuti dell'infanzia e dell'adolescenza che pensavo avessi rimosso ma che evidentemente avevo solo nascosto a me stessa.>>. Questo suo vissuto, più che come difficoltà, si potrebbe leggere da un altro punto di vista. Ovvero come opportunità -seppur connotata da dolore - di prendere coscienza di quello che l ha fatta soffrire e su questo lavorare in terapia.

Le difficoltà e i dolori dell'anima ora sono opportunità positive per prendersi quella serenità che merita! E pensare che avrebbe potuto reagire diversamente le innesca tristezza e forse rabbia. Ma pensi: lei, possedeva le risorse per gestire in modo diverso certe situazioni? No.

Ora ha il privilegio di poter acquisire quelle risorse. È un gran dono questo!

Un detto cinese dice: "la goccia disse alla roccia: dammi soltanto un po di tempo e alla fine ti attraverso"