Rifiuto Articolo 3 comma 3 Legge 104

Gentili Dottori,
mia madre 74 enne soffre di una serie di patologie che, sommate tra di loro, ne riducono significativamente l'autonomia: obesità, Bpco, Sindrome da Apnee Notturne trattate con C-Pap, diabete da oltre trent'anni divenuto insulinodipendente, insufficienza renale moderata, neuropatia cronica diabetica, la quale si sovrappone anche all'effetto di protusioni alla colonna, frequenti lombalgie, retinopatia diabetica anche se non grave, bisogno di appoggio con bastone per il rischio di cadute e difficoltà ad alzarsi dalla sedia: di buono c'è che ce la mette tutta e sostanzialmente riesce a provvedere a gestire la sua persona nelle funzioni essenziali.
Quando si parla di 104 leggo o sento dire cose che mi fanno rabbrividire: si ragiona sulle persone in termini stretti di residenza, come se una persona "disabile" dovesse sentirsi in dovere di considerarsi perduta e stabilirsi in una specifica residenza funebre, attendendo passivamente la morte... Nella prassi la legge viene applicata veramente così?
Perciò gradirei precisare che la mia vita si è sempre svolta tra Roma, il luogo da me scelto e dove ho la residenza e la Toscana, il luogo delle mie origini e della casa paterna: e questo è ciò che vorrei continuare a fare. Al contrario mia madre è sempre vissuta in Toscana con mio padre ed è lì che vorrebbe continuare a vivere anche ora che lui è morto, un anno fa. Ma vorrebbe farlo vivendo con me! Stando così le cose non abbiamo potuto fare altro che giungere ad un compromesso tra di noi: mia madre vive con me, e vivendo con me vive dove vivo io, perciò un pò a Roma e un pò in Toscana.
Il bisogno dei giorni previsti dalla Legge 104 si inserisce in questo contesto dal quale si comprende che la cosa migliore per la mamma è quella di continuare a farsi seguire dai medici in Toscana, che sono quelli che la conoscono da sempre.Del resto se prendesse medici a Roma io avrei comunque bisogno dei permessi per accompagnarla...
Perciò la domanda di Aggravamento è stata fatta all'Inps in Toscana. Esito: identico al referto della prima domanda del 2014!!! Invalidità grave al 100%, Handicap Articolo 3 comma 1, quindi niente che possa aiutarla ed aiutarci.
Ora cosa fare? Rassegnarmi a utilizzare tutte le mie ferie combattendole con colleghi e superiori come ho fatto l'anno scorso, continuando a trascurare me stesso? Oppure fare ricorso? Oppure fare una nuova domanda di aggravamento cercando di farmi supportare da professionisti capaci?
Quali sono le figure professionali più indicate per gestire queste casistiche? Ringrazio sin d'ora chi vorrà aiutarmi...
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Dr. Maurizio Golia Medico legale, Medico del lavoro 1.9k 95
Buongiorno,

penso che dovrebbe farsi assistere da un Patronato, previo esame della documentazione e la visita da parte di un medico-legale. Sembra essere un caso limite per concedere o meno l'handicap grave. Potrebbe essere utile, presentare solo la domanda di aggravamento di L. 104 ed accompagnare la mamma davanti alla Commissione Medica e illustrare la situazione assistenziale della mamma (quello che ha scritto) e le sue difficoltà, considerando che lavora, a seguirla e ad accompagnarla ai controlli per le numerose patologie. Evidenzi anche che è figlio unico.

Cordiali saluti

Dr. Maurizio Golia Specialista Medicina Legale e Medicina Preventiva Lavoratori tel. 339/7303091
Brescia - Cremona - Bergamo - Verona

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dopo
Utente
Utente
Grazie Dr Golia,

il suo pensiero è perfettamente in linea con quello che mi ha espresso telefonicamente proprio ieri il dipendente del patronato che normalmente seguiva le pratiche della mia famiglia.
Mi sono fatto indicare, poi, dal mio medico di Roma, un medico di famiglia internista che si occupa anche di CTU e che spero potrà analizzare la situazione di mia madre e seguirci nelle pratiche. (spero che la sua specializzazione equivalga a quella del medico legale... per un caso come questo).
Appare illogico ricorrere al ricorso con il rischio di rimanere ingabbiati nelle maglie della giustizia ordinaria e dei suoi tempi.
Pur mantenendole la residenza in Toscana e facendo in modo di farla continuare a seguire dai medici specialisti della sua zona, sposteremo il medico di famiglia a Roma che si trova a pochi passi da casa nostra ed è una persona capace.
La ringrazio ancora per il consulto, e la saluto cordialmente
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Dr. Pietro Rinella Medico legale 249 21
Come già indicato è opportuno un medico legale e non un medico di famiglia che fa anche CTU
Comunque, così come leggo, non mi sembra che ci siano gli estremi per il diritto richiesto

Dott. Pietro Rinella