Da settembre soffro di depressione e ansia

Buongiorno, sono una ragazza di quasi 23 anni. Da settembre soffro di depressione e ansia (inizialmente manifestatesi prevalentemente con mal di testa, mal di schiena e dolori muscolari). Da dicembre prendo Citalopram e da poco anche alcune gocce di Pasaden per l'ansia.
Pare che nell'ultimo periodo le cose stiano peggiorando, rispetto a un miglioramento dopo un mesetto di cura. Di nuovo affrontare l'idea dello studio (mi mancano due esami per la laurea triennale, che mi sembra irraggiungibile nello stato in cui mi trovo) mi getta nello sconforto: mi sveglio ogni mattina con un forte mal di testa, che va avanti spesso tutto il giorno, e anche se provo a prendere in mano i libri mi ritrovo a fissare il vuoto per ore, rimuginando sui miei problemi: "perché non riesco a preparare serenamente questi esami e ad andare avanti? Perché affronto con ansia qualsiasi cosa? Perché non ho mai voglia di uscire, di prendere impegni, di vedere gente? Perché credo che tutto andrà male in futuro e che sono condannata ad affrontare difficoltà che per me sono insormontabili?"
In questi ultimi giorni, nonostante la situazione non sia troppo disperata (mentre prima di iniziare la cura non facevo letteralmente niente per tutto il giorno, se non piangere per ore), nonostante nell'ultimo mese abbia studiato abbastanza, nonostante ci siano per me delle piccole distrazioni (anche se le vivo come delle illusioni, come delle prese in giro a cui deve seguire necessariamente una realtà ben più triste, rappresentata dai miei pensieri ripetitivi e dalla mia mancanza di speranza nella vita e nella mia capacità di affrontarla), ultimamente penso molto spesso a come la morte potrebbe essere la soluzione che cerco, o meglio la fine dei mille pensieri che mi assillano ogni giorno, delle mille domande a cui non so rispondere. Mi rendo perfettamente conto che per ora si tratta esclusivamente di un pensiero (come tutti gli altri che mi tormentano), che è qualcosa che immagino quasi come se si trattasse di un film, ma che di fatto non "trasporterei" mai nella vita vera. Credo che la prima cosa che mi apre gli occhi sia il dolore che provocherei ad alcune persone, e non posso pensarci.
Ritengo di riuscire a pensare lucidamente, nonostante questi pensieri siano forti e in un certo senso preoccupanti. Però mi chiedo: è normale? Dovrei preoccuparmi? Un pensiero fisso col tempo rischia di diventare sempre più reale? Ciò non mi spaventa, o forse sì, altrimenti non sarei qui a scrivere. Forse quando penso al suicidio penso più a un tentato suicidio come mezzo per attirare su di me l'attenzione, per far capire agli altri come mi sento davvero (dato che spesso lo nascondo, per quanto possibile), che se anche sto un po' meglio il mio modo di essere mi rende infelice e sarà così sempre. Lo so perché anche se sono giovane ho potuto vedere ciò che si ripete costantemente. Sono fatta così e forse devo solo accettarlo.
Mi farebbe piacere sentire un vostro parere, grazie
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66

Gentile ragazza,

Quale è stata la diagnosi dello specialista che Le ha prescritto il farmaco?
Quando avrà il prossimo controllo dallo psichiatra?

Da un lato i farmaci Le hanno permesso di vivere un po' meglio e di prendersi qualche distrazione,
dall'altro permangono la tristezza e i pensieri sulla morte.

Le è stato consigliato di abbinare un percorso di psicoterapia?
L'abbinamento di farmaci e psicoterapia è ritenuto maggiormente efficace che non i soli farmaci.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html

Saluti cordiali.




Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Attivo dal 2017 al 2021
Ex utente
È stato il medico di base a prescrivermi questi farmaci, visto che la situazione andava avanti da mesi e non era il primo episodio (anche se in passato non ero andata oltre i rimedi naturali, credo che sia stato il tempo a farmi stare meglio, visto che si trattava di paure concrete perlopiù di salute). Credo di aver sbagliato a non rivolgermi fin da subito a uno specialista, ma sono stata spinta ad andare dal medico da una mia amica (una persona adulta con cui mi sono confidata), perché non riuscivo a parlare apertamente dei miei problemi con i miei genitori. Per questo mi sono accontentata di ciò che sono riuscita a fare in quel momento, già andare dal medico è stato molto difficile per me.
Intanto la ringrazio per la risposta!
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66


A fronte della situazione attuale,
ritiene che a breve ce la farà ad andare dallo psichiatra?
Auspico di sì,
ne va della Sua qualità di vita.

Ha letto l'articolo?
Cosa ne pensa?

[#4]
dopo
Attivo dal 2017 al 2021
Ex utente
L'ho letto e, pur non essendo del mestiere, non faccio fatica a dire che sicuramente anche nel mio caso, soprattutto pensando al futuro, i soli farmaci non basteranno. Ammesso che funzionino alla perfezione, cosa che per adesso non posso nemmeno dire, di certo non posso prenderli a vita, e la situazione va risolta alla radice.
A volte vorrei che fossero gli altri a prendermi di peso e a portarmi da qualcuno, ma riconosco che non ha senso pensarla così e che sarebbe meglio che io mi decidessi.
Nei momenti di maggiore sconforto, invece, penso che le parole non potranno mai servirmi davvero, che nessuno potrà mai cambiare il mio modo di essere e vedere le cose, in poche parole che devo accettare le cose come stanno e imparare a conviverci. Ma non nego che spero anche che non sia così.
La ringrazio, un saluto cordiale
[#5]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile ragazza,

"A volte vorrei che fossero gli altri a prendermi di peso ..., ma riconosco che ...sarebbe meglio che io mi decidessi..."

Certamente. Prendere in mano la propria vita rende protagonisti.

"Nei momenti di maggiore sconforto, invece, penso che le parole non potranno mai servirmi davvero, .."
Qui entriamo nella tematica della efficacia della psicoterapia e dei cambiamenti che essa attiva.

Provo ad entrare nella Sua "corazza di maggiore sconforto"
e Le linko questa lettura al riguardo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

Saluti cordiali.



[#6]
dopo
Attivo dal 2017 al 2021
Ex utente
La ringrazio molto, ho letto solo ora l'articolo perché non avevo ricevuto la notifica della sua risposta.
Comunque ho riflettuto e seguo il suo consiglio, a breve inizierò la terapia. Cercherò di avere fiducia e credere nella possibilità di un miglioramento.
Un saluto cordiale
[#7]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Sono lieta di risentirLa,
ed anche della Sua decisione di intraprendere un percorso.
Coltivi una fiducia motivata "nella possibilità di un miglioramento."

Saluto cordiale.
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