Qualcuno può aiutarmi a decodificare che problema sto metaforizzando o indirizzarmi verso una

Ho 49 anni e ho cominciato a soffrirne dal 1976 in maniera latente, ma dalla fine del 1977 (pochi mesi dopo a quando rimasi coinvolto in una mega ressa all'ingresso dello stadio) fui colto da una fortissima agorafobia che durò una decina di mesi.
Inutile dire che all'epoca di DAP non si parlava, ma si riteneva "esaurimento nervoso" e come tale veniva curato con ansiolitici e frasi del tipo "ma razionalizza".
Nel 1982, a seguito della fine di una relazione con una ragazza, che proprio non riuscivo a mandare giù, fui colpito dal "bolo isterico".

Non accettando assolutamente la definizione di esaurimento nervoso, mi misi alla ricerca di un qualcuno/qualcosa che mi aiutasse e, per mia fortuna, conobbi un neuropsichiatra che mi avviò al training autogeno e mi insegnò il senso delle "metafore", ovvero spostamento della paura, della situazione, ma ancora all'epoca si era lontani dall'uso di serotoninergici per la cura.

Nel 2000 la svolta. Un mio amico psichiatra, al quale mi rivolgo, mi prescrive 3 xanax al giorno ed 1 sereupin la sera. La mia vita cambia totalmente.
Io, che evitavo qualunque fatica perchè il fiatone i terrorizzava, mi iscrivo in palestra, a 42 anni prendo i 4 brevetti di nuoto. Una vita mai vissuta prima, addirittura viaggio da solo in treno per destinazioni lontane.

Bene, oggi però mi trovo a sperimentare di nuovo la "maledetta" paura della paura di un DAP e mi prende quando devo guidare l'auto, soprattutto in autostrada e sopra i cavalcavia. Difficile dire cosa provo.

E' vero che mi sono accaduti fatti, nei primi 7 mesi dell'anno, molto molto stressanti e non so se possono aver influito, ma non riesco a decodificare questa paura.

Se sto su un cavalcavia ho paura di essere risucchiato nel vuoto, mentre guido in autostrada ho come la sensazione di perdere il controllo mentale sulla mano sinistra (soprattutto) e che d’improvviso possa impazzire e fare qualche manovra che mi fa sfracellare. Mi viene da rallentare, come se il farlo mi rassereni, ma non è così. E’ la sensazione che è bloccante ed è inutile razionalizzare, non serve a nulla.

Convivendoci da anni, sabato, quando il disturbo iniziava, mi sono messo a parlare con mia moglie, perhè così distraggo il pensiero da quello ossessivo.

Il mio amico psichiatra (non psicoterapeuta) mi ha prescritto 3 xanax 0.50 al giorno ed una compressa di cipralex da 10 mg. al mattino.

Qualcuno può aiutarmi a decodificare che problema sto metaforizzando o indirizzarmi verso una terapia (non farmacologica) che mi possa aiutare?

Grazie per l'attenzione.

P.S.: se può essere utile per una diagnosi, posso dire i motivi di grave stress accumulatisi nei primi 7 mesi del corrente anno.
[#1]
Dr.ssa Virginia Caprino Psicologo 15
Gentile Utente,
come credo lei possa cogliere non è possibile, attraverso questo servizio, "decodificare" il problema che lei vive nè effettuare una diagnosi certa che necessita di colloqui approfonditi.
Ritengo che le potrebbe essere utile intraprendere una psicoterapia mirata, per esempio una ad indirizzo cognitivo-comportamentale che potrebbe anche definire in maniera più accurata la diagnosi.
Ha provato a chiedere al suo amico psichiatra il nominativo di un terapeuta nella sua zona?
Cordialmente

Dr.ssa Virginia Caprino

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gent.ma D.sa,

intanto la ringrazio per la tempestiva risposta.

Sì, ho parlato con lui e con un altro medico e mi devono fornire indicazioni al riguardo.

Sono un po' scettico sulla psicoterapia, lo ammetto, ma credo che dai "remoti" tempi di quando mi ci approcciai (anno 1981) ad oggi, molto dev'essere cambiato, soprattutto perchè il DAP, come ho scritto in precedenza, all'epoca veniva trattato come un "esaurimento nervoso" o una "nevrosi" ed anche la terapia farmacologica era del tutto diversa dall'odierna.
Se non ricordo male fu intorno alla metà degli anni '90, quando andavo regolarmente a fare una specie di "tagliando" dal neuropsichiatra, che per la prima volta sentii parlare di antidepressivi uniti a farmaci antipanico.

Se la terapia che Lei mi consiglia consiste nel riuscire a decodificare cos'è che scatena questa "fobia", allora sì, mi interessa, perchè aldilà della presa di coscienza, il conoscere la radice del problema è fondamentale anche nel training autogeno per la desensibiizzazione attraverso l'immaginazione mentale.

Con osservanza.
[#3]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51

Gentile Utente,

Il famoso esaurimento nervoso ha un termine tecnico che è quello di nevrosi.

E i sintomi che lei accusa, che vanno da attacchi di panico ad agorafobia ed altro, sono propri di una nevrosi (non si spaventi del termine) che può essere curata attraverso una psicoterapia di tipo analitico, che non mira solo a "tagliare" i sintomi, che poi sono le sole scariche nevrotiche che allentano la sua ansia, ma che cerca di cogliere la dissonanza psicologica in cui è vissuto per anni.
Vanno riviste alcune "cose" del suo essere e del suo agire. Motivazioni, spinte, frustrazioni subito, problemi infantili, sessualità, rapporti con i genitori, come le donne in genere e così via.

Consiglio una terapia analitica e, o, comunque tale che prenda in considerazione questa pluralità di problemi che riguardano non solo i sintomi, ma la sua persona che entra in gioco con tutte le dinamiche consce ed inconsce.

La saluto con molta cordialità.

Psicovita
[#4]
dopo
Utente
Utente
Egr. Dr. Vita,

Lei mi prospetta una psicoterapia di tipo analitico e questo mi spaventa un po', per tante ragioni, non ultima la tempistica. Credo che sia estremamente lunga, o mi sbaglio?

Devo essere sincero, è un paio di anni che sento la necessità di fermarmi un attimo, mettermi tra parentesi, e riordinare la mia vita, che sembrerebbe la più ordinata del mondo, ma di fatto non lo è.
[#5]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51

Gentile Utente,

Può essere lunga, lo è spesso, ma con un paio di anni , una seduta settimanale, o due sedute x un anno, ce la fa.

Se non è di tipo analitico, può essere anche rogersiano, gestaltico, o altro. Basta che sia tale da approfondire i suoi stati d'animo, le sue emozioni, le sue aspettative, l'infanzia e l'adolescenza, i rapporti con gli altri e con se stesso. Ma gliel'ho già detto sopra.

Ne vale la pena.
[#6]
Attivo dal 2008 al 2016
Psicologo
Gentile utente,
leggendo un pò la sua storia fare una diagnosi precisa di quello che ha realmente in aggiunta alle sue fobie è un pò difficile, perchè si necessiterebbe di un colloquio approfondito riguardo gli eventi che hanno preceduto l'insorgenza della fobia e il corso della sua vita successivamente.La cura farmacologica puo'essere un aiuto,matemporaneo. Solitamente in base alla gravità della fobia e alla motivazione scatenante si sceglie la psicoterapia più idonea.Nel suo caso sembrerebbe idonea una cognitiva-comportamentale, ma ripeto c'è bisogno di un accurato colloquio.Il farmaco da solo è come una sorta di tamponamento se lei non rielabora il pensiero collegato alla fobia, finito l'effetto del farmaco, basterà un minimo evento come uno stress nel suo caso a far riemergere il tutto. Il farmaco può essere un utile accompagnatore della terapia, ma non il mezzo unico per curarla.
Non abbia paura di esporsi a un lavoro psicoterapeutico, vedrà sarà molto interessante e soprattutto imparerà a conoscersi meglio e quindi a gestire meglio anche la quotidianità.
Saluti.
Dott.ssa Delli Noci Claudia
[#7]
dopo
Utente
Utente
Egr. Dr. Vito e Gent.ma D.sa Delle Noci,

mi state prospettando una analisi del mio essere, questo è chiaro, ma sono la medesima forma di psicoterapia, quella analitica e quella cognitiva-comportamentale?

Non Vi nascondo il timore di approcciarmi a ciò, nonostante io sia uno che ama molto parlare di sè stesso, unito cmq ad un desiderio smodato di prendere coscienza di cosa mi scatena "periodicamente" queste fobie.

Come detto sono un paio di anni che avverto questo forte desiderio di fare ordine e credo che mi necessiti proprio sedermi e colloquiare, come feci oltre 25 anni fa, ma pure qui l'eterno dilemma: a chi mi rivolgo?

Sapete, parlare di dentista, dermatologo o, piuttosto, di un bravo gastroenterologo è una cosa, chiedere in questo campo non è semplice.

Escludo a priori l'assistenza pubblica.


[#8]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51

Gentile Utente,

Purtroppo la psicoterapia costa, ma non moltissimo. Io ho una fascia medio bassa di pazienti e ci sono operai, piccoli artigiani e casalinghe pure.
Quindi è abbordabile.

La cognitivo-comportamentale aggredisce soprattutto i sintomi.
Ma poi oggi nessuno è così legato alla propria fede terapeutica e ai propri mezzi da schematizzare la propria attività e a ridurla a mera applcazioni di tecniche.
Glipsicoterapeuti spaziano, ed è un bene per coloro che hanno problemi e che si rivolgono a loro.

Non abbia paura.

[#9]
dopo
Utente
Utente
Dottore, Lei è veramente gentilissimo a continuare ad interloquire con me.

Non ne faccio una questione di denaro, penso di riuscire a farcela e poi, come si dice con un luogo comune, per la salute non si bada a spese.
Purtroppo chi non ha mai sofferto di DAP non può comprendere di come si possa stare male e, quindi, se si tratta di pagare un professionista che possa aiutare alla bisogna, non vedo il perchè non farlo (sono professionista anche io).

Ho famiglia numerosa, 6 figli, e sono nonno a 49 anni, però, insomma, non credo che si paghino cifre astronomiche a seduta, altrimenti davvero taluni ceti sociali sarebbero destinati a non poter usufruire della Vostra scienza ed esperienza.

Io ne faccio più un problema di scelta dello psichiatra o psicologo terapeuta.
Da chi vado? Da voi tre che mi avete risposto mi è impossibile, visto che io vivo a Roma e come fare per sceglierne uno?
Ripeto, questa è la scelta molto difficile ed imbarazzante.

Il problema costi è relativo (ho una famiglia numerosa e a 49 anni sono nonno), ma per quanto riguarda Lei o le Dottoresse che hanno avuto la grazia di rispondermi, ahimè, la mia residenza a Roma mi impedisce di scegliere uno di voi.

[#10]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51

COMPLIMENTI NONNO.

Spero anche io di diventarlo.

Auguri per la sua famiglia ed i suoi nipoti.
[#11]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dottore.

Ora sono felice, ma al momento della notizia ha tremato la terra sotto i piedi.....

I figli, a volte, ne fanno di sorpresine.

Dottore, se dovesse conoscere a Roma più di un collega che possa fare al caso mio, La prego di non esitare a fornirmi un contatto.

[#12]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Telefoni all'AIPA, via dei Serpenti, Associazione Italia per lo studio della Psicologia Analitica.
Parli con la Segretaria.
Dica che lei ha bisogno di un terapeuta, ma non con parcelle alte.
Le sapranno indicare chi e dove

A. Vita
[#13]
dopo
Utente
Utente
Gent.mo dr. Vito,

posso inviarLe una email privata usando quella da Lei indicata nelle cortesi risposte?
[#14]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51

Penso di sì.

Penso che Medicitalia non abbia remore in tal senso.

D'altronde ci sono tutti i nostri recapiti qui, e spesso troviamo in PC messaggi da parte di utenti già sentiti qui.

A. Vita
[#15]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio e ringrazio lo staff di Medicitalia.
[#16]
Dr.ssa Virginia Caprino Psicologo 15
Gentile utente,
sono lieta che abbia trovato il modo di affrontare il suo problema. Le faccio i miei più sinceri auguri,
cordialmente
[#17]
dopo
Utente
Utente
Dottoressa La ringrazio.

Siete davvero di una squisita gentilezza.

Non nascondo paura, soprattutto per la scelta del professionista, ma anche per l'inizio di una nuova avventura.
[#18]
dopo
Utente
Utente
Andata, preso appuntamento per un primo incontro.

Devo dire che la scelta è stata semplicissima e si è così articolata (se vorrete mi direte se ho fatto bene o male):

a) studio non lontano dal mio studio o da casa;

b) ho deciso per una donna, perchè voglio confontarmi con un mondo opposto al mio;

c) ho inviato emails identiche, spiegando la problematica, alle dottoresse selezionate (dopo anche averne letto curriculum ed esperienze);

d) ho deciso per questa perchè.................. è l'unica che mi ha cortesemente risposto.

Non pensavo che a Roma le psicoterapeute fossero così stracolme di lavoro. Buon per loro. :)


P.S.: ho una fifa allucinante.
[#19]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Potrebbe aver fifa pure lei, la psicoterapeuta, se l'è mai chiesto??

AAHHHH non sa com'è fatto il mondo e tantomeno la psicoterapia.

Uno sta in cattedra o fa finta di esserci per nascondere anche le sue preoccupazioni, perché ogni nuovo paziente, può costituire un problema.....

E molti sono i pazienti che hanno bisogno di tatto, di prudenza, di empatia..... etc.
[#20]
dopo
Utente
Utente
Ma non ho paura della psicoterapeuta, ho paura della terapia.
Mi affascina terribilmente esplorare dentro di me, capire da dove nascono le ansie che perturbano il mio animo (anche se sul lavoro mai avuta: potrebbe chiamarmi anche la FIAT per una consulenza e non avrei il minimo tentennamento), il mio modo di essere, cambiato mille volte nel corso degli anni.

Mi affascina ma mi fa anche un po' paura.

Speriamo almeno sia gradevole di aspetto e di modo di porsi, la psicoterapeuta, quello senz'altro aiuta.


P.S.: Dottore, sono un commercialista. Ahimè entro nel lato peggiore dei contribuenti: il denaro. Mai persona è più vera, schietta e spesso volgare di quando gli si presenta il conto delle imposte da pagare, mi creda!!

Poi con gli Studi di Settore...... figuriamoci.
[#21]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
ho letto questo interessantissimo scambio, e sono felice che lei abbia già fatto una scelta verso un colloquio psicoterapeutico

Onestamente penso anche io che l'approccio più indicato nella cura del suo disturbo sia quello cognitivo-comportamentale, come consigliatole da alcuni colleghi, e dico questo basandomi sulla letteratura scientifica sui disturbi d'ansia

Inoltre vorrei precisare che tale approccio non si limita ad "aggredire i sintomi" (che semmai rientra nella prima fase terapeutica, detta appunto "comportamentale")

Il cuore di tutta la terapia dell'ansia è invece quello COGNITIVO: attraverso questo approccio si aiuta il paziente ad indentificare i pensieri automatici che innescano alcuni comportamenti. Questi comportamenti "mantengono" vivo continuamente lo schema dell'ansia. Senza un lavoro di modifica di tali forme di pensiero è piuttosto improbabile risolvere il disturbo d'ansia alla radice. Anche per questo i farmaci, da soli, non funzionano, o lo fanno solo in parte

Ciò non toglie che un lavoro psicoterapeutico approfondito, come un'analisi, possa dare risultati apprezzabili.

Diciamo che ci sono diversi modi per arrivare a Roma. Qualcuno sceglie l'autostrada, altri preferiscono i sentieri, sicuramente più divertenti e ricchi di particolari suggestivi

Fatta questa precisazione, le consiglio di leggersi intanto questo articolo, se ha tempo

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html

Ma sottolineo: sentiero o autostrada, l'importante è partire

buon viaggio!

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#22]
dopo
Utente
Utente
Dr. Bulla la ringrazio molto.

Mi lasci ironizzare un attimo:

ma proprio di autostrada e viaggio mi viene a parlare? Così mi fa pensare che il 6.12 dovrei partire e vado in panico!

Sto scherzando, ovviamente.

Io ho deciso di partire. Mercoledì prossimo incontrerò l'UNICA psicologa disponibile e deciderò anche assieme a lei che tipo di viaggio iniziare.


Però, una cosina la chiedo a Lei e agli colleghi che hanno avuto la carineria di rispondermi:

- avreste un suggerimentino da dare su cosa fare mentre guidando sento l'arrivare del disturbo?
[#23]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Caro Utente,
vedo che lei è perspicace, e ha subito notato il doppio senso della mia metafora. Complimenti, questa capacità di discernimento l'aiuterà parecchio durante il viaggio

Alla sua domanda rispondo:NO, non ho ocnsigli da darle e anche se li avessi non penso li scriverei su un forum, e d'altronde non credo lei si affiderebbe a chi le svende consigli via mail

Inoltre non dimentichi che caratteristica fondante il suo disturbo è proprio la ricerca di rassicurazioni: più ne chiede più ne avrà continuo bisogno

Mi rendo conto che guidare per lei ora è un problema, ma abbia ancora un pochino di pazienza
[#24]
dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dr. Bulla, ho letto attentamente tutto l'articolo, davvero semplice nella sua esposizione e profondo nei contenuti.

Spero di sbagliare, ma credo che una TCC(o qualcosa di simile) io l'abbia seguita (probabilmente negli anni si sarà sicuramente raffinata ed evoluta) nel lontano 1982, quando settimanalmente mi recavo da un neuropsichiatra (una delle grandi fortune della mia vita!) il quale mi approcciò al training autogeno e tutte le sue successive implementazioni, come ad esempio le visualizzazioni mentali.


Lei scrive:

"Altro aspetto fondamentale che fa della TCC un potente strumento terapeutico nella gestione dei disturbi d’ansia è l’esposizione: con questo termine si intende quell’insieme di strategie comportamentali che aiutano il paziente ad avvicinarsi gradualmente alla situazione temuta, sino a che questa perda quella connotazione angosciante che spinge l’ansioso all’evitamento. Se imparate a confrontarvi con la vostra ansia in modo graduale, determinato e per un periodo abbastanza lungo essa tenderà ad attenuarsi. Il terapeuta cognitivo-comportamentale aiuta il paziente con disturbo d’ansia a programmare attentamente l’esposizione, dapprima in immaginazione e successivamente dal vivo, direttamente nella situazione temuta."

Io questo l'ho fatto. Infatti, con il citato NP, una volta appresa da me la "motivazione" (era semplice, ma da solo quando mai ci sarei arrivato)che mi aveva provocato il "bolo isterico", lo stesso aveva perso valenza, ma rimaneva quel terrore legato all'agorafobia. Allora predisponemmo una pianificazione di "situazioni ansiogene" da visualizzare per una settimana durante fasi di T.A. (non ricordo il termine tecnico, ma lui semplificava in "sandwich" o "vaccino", ovvero TA-visualizzazione-TA-visualizzazione e via così fino a che sentivi decrescere la risposta ansiogena al problema).

Nel 1992 questa cura me la predisposi da solo e devo dire che ebbi risultati apprezzabili come risposta alla situazione che mi creava ansia.


Dell'articolo mi ha molto colpito ciò:

"Un altro aspetto importante della psicoterapia è la condivisione. Lo dice la parola stessa, un problema condiviso è un problema dimezzato."

Infatti, una sera a casa mi sono ricordato di avere una amica psicoterapeuta e l'ho chiamata e mi sono sentito molto sollevato, anche perchè, discorrendo con lei sono arrivato ad individuare (più o meno) il "motivo/i" che ha sicuramente attivato il primo attacco di panico, sul punto più alto della tangenziale romana, fermo in coda e che mi si è ripresentato la seconda volta mentre guidavo in autostrada.
Ho imparato a "leggere" il DAP come la manifestazione di altri problemi e/ o situazioni e anche in questo caso ci sono arrivato, ovviamento con un aiutino professionale, e ci sto ora lavorando con il T.A..



Credo, Dottore, che io abbia bisogno di un qualcosa che invece mi aiuti a comprendere come mai, a volte, le mie ansie, le mie sconfitte, i miei periodi di stress psicofisico, si trasformano in DAP.

Io sono certo di averlo "incosciamente" imparato questo meccanismo, unitamente ad una madre che ti faceva venire l'ansia anche per bere un bicchiere d'acqua, come via d'uscita da un momento di forte paura ed esattamente mercoledì 17 novembre 1976.

Ero in coda all'entrata C della curva sud dello stadio Olimpico di Roma per Italia - Inghilterra.
Si creò una ressa spaventosa, da dietro spingevano ed io, piccolino piccolino, ero finito in mezzo ad un gruppo di giganti dai modi non molto urbani. Non ne uscivo, non riuscivo quasi a muovermi, non vedevo più neanche il cielo.
Allora..... l'intuizione: mi metto a urlare che mi sento male, urlo sempre più forte e come per magia la ressa alla mia sinistra cessa e si apre un corridoio dal quale io, con estrema tranquillità, ma continuando a fingere un malore da consumato attore, passai e potei accedere allo stadio da un'altra entrata.

Paura la ebbi davvero, quel giorno, ma era oggettiva, però da lì cominciarono i miei problemi che si manifestarono verso la fine di quell'anno per la prima volta.


Spero di non aver annoiato Lei ed i Suoi colleghi con questa lunga tiritera.








[#25]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
a dire il vero ho trovato questa discussione molto piacevole, e sono certo che il Collega che la seguirà di persona trascorrerà delle ore sicuramente positive e gratificanti lavorando con lei
[#26]
dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dottor Bulla,

intanto mi chiamo Fabio (essere definito utente mi dà un fastidio enorme, mi fa sentire un numero), e sono a chiederLe il senso sella Sua risposta. Stavolta non ci sono proprio arrivato e non vorrei fraintendere.

Mi sono ricordato come si chiamava (all'epoca ripeto) quel tipo di terapia d'urto con immaginazione mentale di situazioni con crescita del fattore ansiogeno da desensibilizzare in alternanza a fasi di training autogeno:

DESENSIBILIZZAZIONE SISTEMATICA PROGRESSIVA PER ESTINZIONE RECIPROCA

ed ammetto che funziona e molto, ci vuole solo un po' di allenamento e pazienza.

La terapia da Lei prospettatami riguarda ciò?

Io, sinceramente, oggi avverto un bisogno diverso, ovvero capire, come Le ho scritto nel precedente post nel quale mi sono presentato con la storia "clinica", del perchè ho imparato a scaricare l'ansia trasformandola, a volte, in DAP.
Sinceramente, non so se esista una terapia che possa arrivare a ciò, ma di una di questo tipo mi sento di aver bisogno e sento, nonostante timore, di affrontare.

Ho deciso. Voglio fare pace un attimo con il mio cervello e con la mia vita. Vedremo mercoledì la Dottoressa cosa mi prospetterà e, se vorrete, ve lo racconterò.


P.S.: ve lo dico in romanesco. "Possino caricavve, da quando sto interloquendo con voi mi sto autoanalizzando sistematicamente.
[#27]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Fabio,
quella che lei descrive è una delle tecniche di tipo comportamentale che possono venire utilizzate nel trattamento del DAP in prospettiva cognitivo comportamentale

Come le ho scritto inizialmente, tali strategie andrebbero affiancate da un lavoro di tipo "cognitivo", ovvero di analisi dei pensieri che portano ad avere certe reazioni

Altrimenti il lavoro è monco, e come tale dà risultati parziali

ma ripeto, se lei sente bisogni diversi non deve fare altro che seguire ciò che ha dentro
[#28]
dopo
Utente
Utente
Ho desiderio, e quanto ne ho, di capire le dinamiche che in me trasformano situazioni particolari - nel caso in ispecie il venire a sapere che la propria figlia diverrà madre accidentalmente proprio nel momento in cui hai fatto un investimento che impegna risparmi e guadagni futuri e quindi temi di non poterla aiutare, di non farcela - in DAp, sempre nel caso in ispecie la paura di perdere il controllo dell'auto o di venire risucchiato dal vuoto.

Mercoledì avrò l'incontro con la Vostra collega e vedrò di sviscerare tutto quel che ho dentro, come dice Lei, Dr. Bulla, per cercare insieme un viaggio da intraprendere e, se Le interessa, glielo posterò qui.


La saluto sperando di farLe fare una risata (non guasta ad inizio settimana): certo che è davvero "singolare", per uno che da fine luglio ha problemi di guida, beccarsi 150 euro di multa e decurtazione di 5 punti, per eccesso di velocità. :)
[#29]
dopo
Utente
Utente
Andata.

Avrò altri 2 colloqui per approfondimento conoscenza e poi si intraprenderà un lavoro assieme fissando degli obiettivi.

Ma quali sono gli obiettivi che uno come me dovrebbe prefiggersi? Boh, sono confuso assai su questo.

Comunque la D.sa applica la terapia transazionale che mi appropinquerò a studiare per capire di cosa si tratta.

Tanto Vi dovevo, gentilissimi Dottori.



P.S.: Dr. Vita, ovviamente sto celiando, però a Roma operai, piccoli artigiani e casalinghe credo avrebbero grosse difficoltà economiche ad affrontare un viaggio del genere, che può durare uno o due anni. Fatti i conti si va dai 280 ai 480 euro mese.
Diciamo 48 settimane o 96 la cifra diventa assai alta e se salti la seduta paghi ugualmente.

Scusi per i conti, ma è deformazione professionale.
[#30]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51


Beh , i conti occore sempre farli.

A scanso di sorprese sgradevoli.
[#31]
dopo
Utente
Utente
I conti, ahimè, sono la mia vita.

Credo di essere il professionista che più si odia: commercialista.

Ogni volta che chiami un cliente gli devi far cacciare quattrini e, francamente, non è un bel modo di rapportarsi.

Mi faccia fare una battuta, che poi tanto battuta non è:
ho visto cose, al momento di pagare le imposte, che voi umani neanche potete immaginare....... Scrivanie rovesciate, pianti, imprecazioni di ogni tipo, gente che vorrebbe andarsi ad incatenare sotto Piazza Montecitorio, penne divorate a morsi!!

A volte ti senti San Matteo quando riscuoteva le tasse per conto dei Romani, con la differenza che io, di quei soldi, non vedo neanche un centesimo!!
[#32]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
Mi permetta una controbattuta: il commercialista è il professionista che più si odia quando ti fa pagare TROPPE tasse, soprattutto se sono più del dovuto!

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#33]
dopo
Utente
Utente
Dr. Santonocito,
io permetto tutto a tutti.
Grazie al cielo sono dotato di ironia e tanta autoironia.

Il commercialista, oggi, ha le mani legate e le TROPPE tasse, ahimè e ahivoi, non dipendono da lui, ma dalla terrificante pressione fiscale.

Basti pensare agli stramaledetti Studi di Settore. Sono vincolanti quasi del tutto ed è difficile vincere un ricorso avverso un accertamento fatto con quello strumento diabolico, che è imprevedibile di anno in anno, e che scatena i suoi calcoli sulla base di elementi contabili (più costi hai e più aumentano i ricavi/compensi presunti) ed extra contabili (il che mi ha fatto specializzare, per esempio, in quanti pollo allo spiedo entrano in un girarrosto, quante teglie di pizza nel forno e quanti litri di panna monta l'apposito attrezzo).

Pensi che oramai da 3 o 4 anni i medici di famiglia, che percepiscono uno stipendio vero e proprio e che tengono in regola (bontà loro) una segretaria part time, risultano non congrui ed anche di parecchio.

Oddio, potrei spiegarLe tante altre cose, ma temo che lo staff di Medicitalia, dopo questo mio ultimo topic, mi bannerà per l'eternità.

Pertanto, Esimi Dottori, mi premunisco salutandoVi tutti caramente. :))
[#34]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
Avrà notato, leggendo ciò che ho scritto, che non mi riferivo AL commercialista in generale. Le generalizzazioni servono a poco e non fanno chiarezza.

Io mi riferivo proprio ai commercialisti che fanno pagare più tasse del dovuto. Pensi che ho dovuto cambiarne quattro prima di trovarne uno che facesse al caso mio.

Infatti, come lei ben sa, il commercialista è pagato proprio per dire esattamente quando, quali e quante tasse pagare e non oltre.

Altrimenti, che senso ha pagare qualcuno per pagare di più? Io mi riferivo a quelli.

E ovviamente, grazie a quello che mi segue adesso, sono al corrente di tutte le cose e dei problemi che menziona.

La saluto cordialmente
[#35]
dopo
Utente
Utente
Dottore,

probabilmente stavano ai mezzi con l'Erario.

Scherzi a parte, è grave quel che Lei riferisce, ma di nefandezze, in questi 25 anni di attività ne ho viste e Le garantisco che spesso sono studi con quintalate di clienti.

Mò arriva il ban.....
[#36]
dopo
Utente
Utente
Oggi andrò alla seconda seduta conoscitiva e arisento un po' di paura.
Andrò comunque, anche perchè pagherei ugualmente.

Una curiosità al Dr. Santonocito volevo chiedere: mi spiegherebbe cosa Le hanno fatto pagare di più i miei colleghi?
[#37]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
stia sereno, anche se so che è difficile per un ansioso, ma davvero vedrà che il fatto di fare qualcosa le sarà di estremo aiuto, solo perchè rappresenta un'AZIONE contrapposta al mero PENSIERO
[#38]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
Glielo spiegherei volentieri, però purtroppo questo spazio è riservato alle discussioni sugli argomenti psicologici portati dagli utenti. Sono certo che comprenderà.

Tuttavia, se ha qualche domanda che vuole rivolgermi in privato può farlo tramite il sito web/email riportato nella mia pagina personale.

Cordiali saluti
[#39]
dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dr. Bulla,

La ringrazio per l'ennesimo incoraggiamento.

Io sono consapevole della paura (timore diciamo) di sottopormi ad analisi, perchè avendo un passato da catechista per adulti, so bene quanto ognuno di noi nasconda a sè stesso, in primis, e agli altri, poi, ciò che veramente c'è dentro ed inoltre non conosciamo tante cose di noi stessi.

Quindi avverto il timore di aprirmi ad una sconosciuta e a me stesso, a riportare a galla fatti e atti che sicuramente non riesco a confessare a me stesso o che non vedo o addirittura leggo in maniera travisata, nonchè avverto il "pudore" di affrontare certe tematiche generali e personali.

Ma il sintomo del DAP prosegue, sebbene la terapia farmacologica stia dando lievi miglioramenti, e questo mi spinge fortemente a continuare il viaggio.

Non so come funzionerà la terapia trasazionale, a cosa mi porterà, ma spero di raggiungere almeno un paio di obiettivi:

a) finirla per sempre con DAP, XANAX e serotoninergici;
b) fare ordine nella testa e nella vita;
c) riuscire a non impedirmi più di essere felice.


Cordialmente.


P.S.: a soffrire invece sono bravo. Ieri mi è morta improvvisamente la cagnolina di 3 anni. Non pensavo si soffrisse così tanto, tanto da piangere per una intera giornata.
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
il giorno che è morta la mia Keope, un pastore tedesco di 12 anni, ho annullato tutti i miei appuntamenti e sono andato a vederla dal veterinario (dove era ricoverata in condizioni gravissime): ebbene non sono riuscito a controllarmi, e ho pianto come se fosse morta una sorella

Sei mesi fa mi hanno ucciso il gatto: mia moglie, altra psicologa, è stata malissimo per settimane

Perchè le racconto questo? Perchè è normale provare emozioni negative, è la cosa più umana che un individuo possa fare. Se non avessimo emozioni la nostra vita sarebbe paragonabile a quella di un povero pollo in batteria, per cui piangere per la sua cagnolina credo sia una delle emozioni più normali che lei abbia avuto negli ultimi anni

Detto questo lei sa come la penso: non credo che questa terapia l'aiuterà nel disturbo d'ansia. Però la voglio incoraggiare ad andare avanti, perchè sicuramente la PISCOTERAPIA aiuta a fare ordine nella testa e nella vita
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dopo
Utente
Utente
Detto questo lei sa come la penso: non credo che questa terapia l'aiuterà nel disturbo d'ansia. Però la voglio incoraggiare ad andare avanti, perchè sicuramente la PISCOTERAPIA aiuta a fare ordine nella testa e nella vita.

Gent.mo dr. Bulla, riporto parte del Suo precedente post per esprimere un paio di considerazioni al riguardo.

In un precedente post Le ho spiegato h la terapia da Lei suggeritami io l'ho affrontata nel lontano 1982 e da quel momento so riconoscere immediatamente quando mi si sta scatenando un D.A.P. e, ma non con altrettanta immediatezza, so scoprire la motivazione alla base, così come +/-, anche grazie ad un dialogo avuto con una amica psicoterapeuta, l'ho compreso abbastanza bene anche stavolta e con il training autogeno e delle visualizzazioni mentali so desensibilizzare abbastanza bene.

Pertanto, da sè comprende che la TCC non mi può aiutare oltre modo, perchè altrimenti avrei risolto 26 anni fa ed invece ho continuato, sebbene in forme estremamente meno invalidanti, a combatterci ed il grande rimedio l'ho trovato solo nel 2000 con l'assunzione di serotoninergici, che son poi quelli che ti tolgono "la paura della paura", che sì è molto molto invalidante.

Ma oggi, a 49 anni, voglio capire come e quando ho imparato a spostare problemi o situazioni difficili in D.A.P., perchè sono certo di averlo imparato e fatto diventare una forma di fuga dalla realtà sebbene a mio danno (un certo autolesionismo non lo posso negare).

Per questo ho iniziato questo viaggio verso qualcosa che non so, che mi spaventa per tante ragioni (personali e non), ma dal quale mi auguro di ritrarre un minimo di coscienza di me stesso.

Infine, avendo ricevuto giovedì scorso medaglia e attestato per i 25 anni di attività professionale, mi sento in obbligo di consigliarLa di essere meo assolutista, più che altro per rispetto verso i Suoi colleghi che magari hann ouna visione diversa del come curare i casi come i miei. Non me ne voglia, è un consiglio da "anziano" (lo sono, sono Nonno....).

Cordialmente

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dopo
Utente
Utente
Ah, ricordo il nome (non è vero, l'ho letto sul sito del Dr. Santonocito) della terapia che feci nel 1982:

Terapia breve strategica


ma non mi sembra molto diversa dalla T.C.C..

O sbaglio?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
La terapia breve strategica utilizza alcune tecniche di derivazione comportamentista - non cognitivo-comportamentale - per alcuni disturbi d'ansia e in ogni caso l'impiego che ne fa è sempre in chiave strategica. Per il resto, è una terapia sostanzialmente diversa dalla TCC, proprio come approccio.

Ma a parte questo, ciò che determina in gran parte il successo o l'insuccesso di qualunque percorso terapeutico non è l'orientamento del terapeuta ma la relazione che egli riesce a creare con il paziente.

In altre parole il terapeuta è molto più importante del suo orientamento.

E con questo devo concludere il mio intervento in questo thread.

Cordiali saluti e molti auguri
[#44]
dopo
Utente
Utente
Terzo incontro, molto interessante anche se all'inizio un minimo di timore c'è sempre.
Francamente mi mette molto in difficoltà come considerare il terapeuta: amico o nemico? o entrambe le cose?

La terapia vera e propria che affronterò inizierà da gennaio, in considerazione delle oramai prossime feste natalizie, con un periodo di due incontri settimanali per il primo periodo.


Mi è stata spiegata un pochino, ma qualcosa avevo letto su internet, ed ho scoperto che anche al paziente (nel proprio interesse) è consigliato mantenere una sorta di "segreto" su quel che accade e si dice nella stanza dei bottoni, ma in effetti mi sembra estremamente ragionevole.

Cmq domattina mi recherò in banca per il mutuo che mi occorrerà (scherzo, se solo smettessi di fumare le farei quasi gratis) ma, ad onor del vero, da esperto del settore tributario devo convenire che la parcella richiesta (IVA compresa, non dimentichiamolo)non è una cifra esagerata, basti considerare che se porti un'auto in una officina ti addebitano anche 70/80 euro più IVA per ogni ora d'intervento del meccanico o che fare una permanente costa anche 150 euro.

Qui invece si ha a che fare con Voi professionisti che avete studiato per laurearVi, poi per specializzarVi e poi per corsi e aggiornamenti........

Alle volte è facile esprimere giudizi affrettati, ma basterebbe analizzare le cose più banali della vita per vedere che non sempre il lavoro con grosse responsabilità e professionalità ha il giusto ritorno economico.

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dopo
Utente
Utente
Egregi Dottori,

era da giori che mi ronzava nelle orecchie di aver scritto qualche cosa che non andava nel mio ultimo post........ ed infatti ho scritto una corbelleria madornale per cui mi accingo a restituire medaglia e attestato di 25 anni di attività professionale.........

Voi non siete soggetti IVA ma esenti ex articolo 10 DPR 633/72, quindi va aggiunta solo l amarca da bollo alle Vs. parcelle.
E così divenite "utenti finali" e quindi l'IVA sugli acquisti non la potete dedurre, a meno che non incida notevolmente sul volume di affari una qualche attività di consulenza, e quindi vi rimane tutta sul groppone.


Ma possibile che lo staff non mi ha ancora bannato?

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