Estrema difficolta a relazionarsi

Salve Dott.
le scrivo perché mi piacerebbe ricevere un vostro parere in merito al problema che da qualche tempo sta diventando sempre più insopportabile dal mio punto di vista. Ho 21 anni e sono sempre stata una ragazza molto timida, ansiosa, paranoica e riservata, anche se, con amiche/amici che conosco da tempo riesco ad aprirmi di più ed essere la vera me stessa. Ho sempre praticato pallavolo da quando sono piccolina e li ho conosciuto le mie prime amiche, che sono anche le uniche che ho sempre avuto e le uniche che mi sono rimaste accanto tutt'ora. Ho diverse conoscenze certo, come compagni di classe ecc..ma finita la scuola è tutto svanito, non so nemmeno si ricordino di me, da quanto sono anonima.
Ho finito la scuola quasi due anni fa e due mesi dopo ho iniziato subito a lavorare.
Lavoro come impiegata full time quindi sono in ufficio tutto il giorno, il problema è che sono da sola, non ho nessuna collega ma solamente il capo, con cui ovviamente non parlo. Da quando ho iniziato a lavorare ho iniziato a vedere meno anche le mie amiche, perchè arrivavo stanchissima a casa dopo una giornata di lavoro mentre loro, avendo la possibilità di uscire ogni sera si vedevano spesso e questo mi ha portato sempre a sentirmi esclusa.
L'unica persona con cui sono realmente me stessa è il mio ragazzo, lo amo tantissimo e con lui non esiste un minimo di problema, anzi ci vediamo ogni giorno e appena se ne va a casa mi manca di già, quando c'è la possibilità di uscire con le mie amiche o con lui io preferirei sempre vedere lui e così succede. Lui non è per niente timido, anzi è sempre esuberante, ama uscire e divertirsi e parlare con tutti. Siamo insieme ormai da tre anni e io...non ho ancora conosciuto i suoi amici, e questa cosa mi fa vergognare tantissimo, appena ci penso mi si ferma un nodo in gola e inizio a piangere perchè penso che non sarò mai in grado di soddisfare la sua richiesta perché nel relazionarmi sono un totale fallimento. A lui farebbe un sacco piacere e questa cosa lo fa stare male e io vorrei fare qualcosa ma mi sento con le mani legate. Quando mi capita di conoscere nuove persone, inizio sempre a balbettare e incespicarmi nelle parole, divento tutta rossa e inizio a sudare. Mi sento molto anonima, quasi invisibile, vorrei provare a farmi notare, a trovare nuove amiche, uscire di più, non avere paura di parlare o di conoscere qualcuno, ma ma appena ci penso piango. La mie paure più grandi sono quelle di fare soffrire il mio ragazzo e di rimanere totalmente sola.
Non so se questa cosa sia stata scatenata da qualche fattore in passato, ma che ora mi venga in mente no in quanto non ho mai sofferto di bullismo: ogni tanto qualche presa in giro per la mia timidezza e il mio fisico esile.

Spero di essere stata chiara nella mia esposizione del problema e spero mi dia un piccolo aiuto se può!
La ringrazio già tantissimo!!
Salve.
[#1]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile ragazza,

Ho letto la sua richiesta di consulto con estremo interesse e attenzione. È stata molto chiara nel parlarci del suo disagio!

Mi colpisce in particolare un pezzo che ha scritto: "Quando mi capita di conoscere nuove persone, inizio sempre a balbettare e incespicarmi nelle parole, divento tutta rossa e inizio a sudare"

su questo tratto, vorrei porle semplicemente tre domande che, probabilmente, ci consentirebbero insieme di inquadrare un po il tutto (con i limiti di un consulto online che lei ben comprenderà) e cercare di comprendere meglio quale potrebbe essere una soluzione:

non abbia fretta nel rispondere. Si prenda tutto il tempo che desidera e vuole nel farlo...

- quando conosce persone nuove. Che lei non ha mai visto prima:
*che emozione prova? Ansia? vergogna?
*cosa pensa nell'istante in cui conosce una o più persone nuove? Quale è il pensiero o i pensieri di e in quel momento?
* che emozione prova al pensiero di doversi rapportare con una novità relazionale?

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

[#2]
Dr.ssa Alessia Ghisi Migliari Psicologo 127 7 13
Gentile ragazza,
La presenza di un compagno così amato e fidato è senza dubbio un importante fattore nell'affrontare le difficoltà del quotidiano, ma traspare chiaramente l'enorme sofferenza del non riuscire a relazionarsi con facilità con gli altri. Alla sua età è Suo diritto poter creare amicizie, e quindi mi rendo conto che questa ansia che la coglie nel sociale non può che riflettersi sulla qualità di vita.
La Sua autostima è chiaramente bassa, al punto di definirsi un "fallimento totale" - un giudizio terribilmente severo, non crede?
Essendo queste difficoltà che si protraggono da molto, ha mai provato a rivolgersi a uno specialista? Un caro saluto...

dr.ssa Alessia Ghisi Migliari

[#3]
dopo
Utente
Utente
Salve,
Innanzitutto volevo ringraziarvi per le risposte davvero.

Per quanto riguarda la domanda che mi ha posto, quando devo conoscere persone nuove provo tutte le sensazione che lei ha elencato, provo paura, ansia nel relazionarmi e la vergogna di mettermi davanti a loro consapevole che potranno sicuramente trovare aspetti negativi o giudicarmi male. Nel momento stesso che ho davanti persone con cui mi sto relazionando, provo a non pensarci e mi ripeto di stare tranquilla ma ovviamente questo non succede perche inizio a sudare, fare sorrisini per nascondere l' ansia e sudo diventando davvero tutta rossa. Se so già il giorno prima, che per esempio dovro conoscere persone nuove la settimana dopo, provo a preparami psicologicamente immaginandomi tutte le scene possibili ecc..e quando le conosco realmente ovviamente va tutto il contrario di come pensavo.


Per quanto riguarda le altre domande; si è un giudizio molto severo ma sono sempre stata un po troppo severa con me stessa purtroppo, e no non mi sono mai rivolta ad uno specialista perche penso sempre do riuscire a fare tutto da sola ma spesso crollo e piango da sola.

Vi ringrazio!
Saluti
[#4]
Dr.ssa Alessia Ghisi Migliari Psicologo 127 7 13
Gentile Utente,
Nessuno riesce davvero a fare "tutto" senza mai chiedere aiuto o concedersi una "mano". Dalle Sue parole appare chiaro che l'incontro con l'altro diviene un'esperienza "penosa", e quindi non si può vivere la bellezza e la spensieratezza del momento.
In questo frangente la "mano" potrebbe essere quella di un esperto... :)
[#5]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile ragazza, la ringrazio per le risposte. Ora il quadro appare sensibilmente più chiaro

Concordando pienamente con la Collega Ghisi Migliari, In alcuni momenti della vita occorre chiedere aiuto. In particolare quando è presente un'emotivitá e un carattere con prepotenti basi ansiose che le stanno compromettendo, da molto tempo, la serenità che meriterebbe.

Probabile che in questa lettura si riconosca (?):

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2312-disturbo-d-ansia-sociale-le-situazioni-sociali-temute.html

L'ansia è una emozione che congenitamente possediamo dalla nascita. Ci è utile perché ci avverte della presenza di un pericolo permettendoci di porre rimedi opportuni.

in talune circostanze/periodi/momenti, come quello da lei descritto, diventa aimè invalidante e ingestibile.

Tutte le nostre emozioni, sia positive che negative, possono assumere carattere patologico. IN QUESTI CASI, RIVOLGERSI AD UN COLLEGA PSICOTERAPEUTA, È UTILE E NECESSARIO!

legga l'articolo in serenità
ci faccia sapere, se desidera, cosa ne pensa
Noi restiamo in ascolto;)

Un caro saluto
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Il bullismo comprende una serie di comportamenti violenti intenzionali di tipo fisico o verbale ripetuti nel tempo nei confronti di una determinata persona. Si può manifestare anche in modo virtuale online e sui social network (cyberbullismo).

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