Mio figlio non si difende

Salve,
Mio figlio di 8 anni non riesce a crearsi degli amici a scuola ma soprattutto non si difende dalle agressioni fisiche o verbali. È un bambino molto tranquillo, ama leggere, non ama lo sport anche se fa basket ma solo dopo le nostre insistenze. Non risponde male a nessuno, rispetta i compagni. Nei primi due anni ho sbagliato forse a parlare con le docenti quando subiva delle aggressioni dai compagni ma quest'anno ho cambiato strada: gli ho detto di reagire a parole, ma mi dice che non riesce. Mi ha addirittura detto: voglio solo studiare e diventare qualcuno, tanto nessuno vuole essere mio amico. Ho invitato a casa uno dei compagni e lui era contento, poi però essendo un bambino molto fisico preferisce gli altri compagni e alla fine lo esclude. Con le femmine gioca di più.
Quando gioca basket ad esempio non sa cosa fare quando prende la palla, la passa subito come se "scottasse", non si butta nella mischia. Lui dice che l'unico posto sicuro per lui sono i libri. Sono contenta per la sua passione per i libri, li compro tutti i libri che desidera, ma vorrei che non si isolasse sempre. Mi vengono i sensi di colpa per averlo protetto tropp, mio marito all'incontrario è più severo con lui. Poi c'è la sorellina che cerca sempre di "comandarlo" ma devo dire che con lei un po' si difende. Aiutatemi a capire se sto sbagliando, se devo lasciarlo crescere senza intromettermi...
Stasera dopo che la sorellina si è addormentata mi ha detto che era il momento per esprimere i suoi problemi personali. Ha cominciato di nuovo a raccontare che alcuni compagni lo escludono e che lui si allontana. Gli ho detto di provare a farsi un gruppetto di bambini con cui giocare e di non pensare più a quelli che lo escludono. Poi mi ha detto che l'ho educato troppo e li mi sono cadute le braccia.
Non ha mai fatto un capriccio, sembrerà strano ma è così.

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Dr. Giovanni Ronzani Psicoterapeuta, Medico igienista 327 8
Gentile signora, per prima cosa sarebbe utile un confronto con le insegnanti, raccogliere le loro impressioni e cercare di capire in che modo e in che grado non si concretizza una valida interazione con gli altri compagni. Tenga conto che potrebbero essere necessari diversi incontri nel tempo per avere un quadro abbastanza apprezzabile. Potrebbe trattarsi di un cattivo rapporto con i compagni per fattori prevalentemente ambientali. In alternativa occorrerebbe esplorare se questa "timidezza" possa essere il segno di un bisogno di rafforzare qualche aspetto della sua personalità.

Cordiali Saluti

dr Giovanni Ronzani

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dopo
Attivo dal 2007 al 2024
Ex utente
Grazie dott. Ronzani per la Sua risposta. Ho chiesto un colloquio con le maestre qualche mese fa e mi hanno detto che è un bambino che non da nessun tipo di problemi e che è un bambino "normale" come tutti gli altri. Ho espresso la mia preoccupazione e mi hanno detto che gioca con tutti e che alle volte quando c'è troppa confusione si mette in un posto tranquillo e legge.
Ieri sera gli ho chiesto com'è andata la giornata e cosa ha fatto durante l'intervallo. Mi ha detto che se un bambino non è aggiornato sui risultati delle partite di calcio gli altri dicono sei fuori, vai via. E quindi probabilmente va a giocare con le femmine oppure da solo.
L'ho visto al parco con un amico della materna che non vedeva da anni, si rincorrevano e giocavano a nascondino.
Mi viene da pensare che allora non è lui a non riuscire ad avere un amico ma semplicemente che i compagni hanno altri interessi. I maschi della classe amano tutti il calcio. Lui ama solo disegnare e leggere. Non ama per niente il calcio.
Mi può dare dei consigli?
Fare i genitori è il mestiere più difficile.
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Dr. Giovanni Ronzani Psicoterapeuta, Medico igienista 327 8
Gentile Signora, è ben vero che il mestiere più bello e difficile è quello del genitore, questo però non deve scoraggiare nessuno, semmai può essere da sprono per affrontare le difficoltà che ogni giorno si pongono. In genere un genitore è colui che conosce meglio il rapporto con il proprio figlio, pertanto è bene che tenga presente ciò nella valutazione di situazioni e contesti per poi agire. Nulla esclude che il bambino non ami il calcio e che abbia altri interessi. Se questa è l'ipotesi potrebbe essere utile vedere come interagisce con coetanei che abbiano interessi simili.