Convivenza

Buongiorno, ho 38 anni e da quasi 5 sto insieme ad un uomo di 48, di cui sono molto innamorata e che dice di esserlo di me. Il punto dolente è che viviamo a 150 km di distanza, passiamo insieme tutti i weekend, le vacanze, frequentiamo le rispettive famiglie e amici, cerchiamo ogni occasione di stare insieme...ma lui non vuole andare oltre. Ogni volta che si prospetta il discorso convivenza e cerca di evitarlo e, quando ieri l'ho messo di fronte alla necessità di parlarne, è emerso che ha enormemente paura di rovinare il nostro rapporto, che un fallimento della convivenza porterebbe alla rottura, che ha paura di non riuscire a conciliare i suoi spazi e le sue necessità con lo stare insieme. Non so davvero come reagire, io vorrei continuare a far crescere il nostro rapporto e creare una famiglia, ma dall'altra faccio fatica a capire come, dicendo di amarmi moltissimo, non possa nemmeno considerare l'idea di provarci. Premetto che sono una donna indipendente, che ho un lavoro che mi permette e richiede molte trasferte e che non mi aspetto che convivenza significhi annullarci per l'altro. Non so davvero come fargli capire che potrebbero anche esserci aspetti positivi, a volte penso che lasciarlo possa essere l'unica soluzione, ma in realtà sono certa che sia l'unico uomo con cui vorrei stare.
Riuscite a darmi qualche consiglio su come affrontare positivamente e costruttivamente il discorso?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente

Lui rifugge la convivenza perchè ha "..enormemente paura di rovinare il nostro rapporto, che un fallimento della convivenza porterebbe alla rottura, che ha paura di non riuscire a conciliare i suoi spazi e le sue necessità con lo stare insieme. .."

Il dubbio non è irregionevole, realmente la convivenza presenta aspetti posisitivi ma anche di limitazione degli spazi reali e simbolici.

Quando Lei dice che voler ".. creare una famiglia..", intende dire che desidera dei figli?
E lui?

Lei chiede:
"Riuscite a darmi qualche consiglio su come affrontare positivamente e costruttivamente il discorso?"
La problematica non riguarda le modalità comunicative, ma i contenuti.
E' su questi che dovete confrontarVi e chiarirVi.
Se non ce la fate da soli, chiedete qualche incontro ad uno/a Psicologo/a di persona.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
io vorrei creare una famiglia, intesa come un nucleo unito, con una casa comune in cui ritornare, una vita fatta di abitudini, riti e luoghi comuni, non solo per un week end. Se arrivassero (ho 38 anni, quindi non è così facile), vorrei dei figli, ma anche su questo argomento lui si esprime poco: il suo timore è di essere "troppo vecchio" per averne, per prendersi questa responsabilità, ma dall'altra parte, quando ho smesso di prendere anticoncezionali, non ha proposto soluzioni alternative al coito interrotto. Ha timore di non essere in grado di riuscire a essere un buon padre, di non riuscire a fare sufficienti sacrifici, di dover rinunciare ai suoi spazi, salvo poi essere il primo a giocare con i figli dei nostri amici e a mostrarmi esempi di ottimi genitori che crescono figli in gamba, senza annullarsi completamente. Non so se abbia impatto, ma i suoi genitori hanno avuto un matrimonio piuttosto burrascoso, in cui lui ha sempre preso le parti della madre, salvo poi avere rimpianti ora che suo padre non c'è più
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Come vede,
ci sono parecchi aspetti da definire, le incertezze da chiarire.

Alla luce di quanto da Lei aggiunto, ritengo che qualche incontro psy in coppia possa essrVi di grande utilità.
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dopo
Utente
Utente
Certo, ma io ho bisogno di un consiglio su come convincerlo a discuterne: con uomo che non vuole nemmeno affrontare il discorso, temo davvero sia impossibile convincerlo a un incontro con un terzo
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66


Può iniziare ad andarci Lei, per poi invitare anche lui.

Convincere chi non vuole una certa cosa (in questo caso "discuterne") non è possibile.
( https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3768-come-aiutare-chi-non-vuole-essere-aiutato.html )
Solo talvolta col ricatto di lasciarlo, ma occorre valutare se tale modalità aiuti la coppia a crescere.