Ansia causata da me stesso

Buon pomeriggio, vi scrivo perché mi trovo sull'orlo di una crisi esistenziale,sto molto male.È un momento troppo delicato.Vi anticipo che io ho già intenzione di rivolgermi ad uno specialista in modo da poter iniziare un percorso .Ho meno di 30 anni e a causa di problemi legati al gioco sto per scontrarmi con tutti i miei errori.In pratica sta per succedere quello che non doveva succedere.I nodi stanno venendo al pettine.Sto malissimo perché non vorrei perdere la mia ragazza ma so già che accadrà perché i miei comportamenti l'hanno stancata , il mio pessimismo e la mia espressione sempre cupa.In realtà sto pagando gravi errori che ho commesso parecchi mesi fa e sto faticando a rialzarmi ed ora sono in punto in cui so già che non riuscirò a fronteggiare le spese e gli impegni che avevo e purtroppo non posso chiedere aiuto d nessuno.A causa della mia 'malattia'sono sempre triste e pessimista .Vorrei solo un consiglio su come fronteggiare questa tempesta che sta per travolgermi e che io stesso ho creato...Grazie
( ho già scritto in passato e da lì si può evincere come io sia arrivato fin qui)
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Mi faccia capire bene.

La malattia a cui fa riferimento è il gioco compulsivo? Se si,
- che tipo di gioco?
- con che frequenza e intensità pratica?

E questa sua tendenza l'ha condotta a sensi di colpa e pessimismo?

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

[#2]
dopo
Utente
Utente
Di sicuro il gioco (slot scommesse)mi ha portato fin qui.Sono 9 mesi che vivo un incubo , sempre ad inseguire e a cercare di trovare i soldi per coprire qualche buco da me causato .Ora sono arrivato in un punto in cui non riesco più a coprire , alla resa dei conti.Ho bisogno della forza per fronteggiare tutto questo..Non gioco più da qualche mese però lavorando nel commercio mi ritrovo a dover pagare spese ad accumulare qualche debito , qualche insoluto .Non ho niente e so che non posso garantire un futuro alla mia fidanzata e so che a breve la storia finirà perché è stanca.Sono bloccato.Mi sento inferiore a tutti,nessuno escluso
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
La ringrazio per le risposte.

Diciamo che il gioco d'azzardo patologico è molto più diffuso di quanto lei creda. La capisco benissimo perché mi occupo proprio, insieme ad altri specialisti, di dipendenze.

Il gioco d'azzardo,come lei avrà avuto modo di sperimentare, è una vera e propria dipendenza in cui i circuiti cerebrali del piacere, gratificazione e dei processi decisionali (che si attivano durante la giocata) sono simili, se non identici, a quelli indotti da sostanze psicotrope (eroina, cocaina, anfetamine etc).

Ma cosa succede prima e dopo la giocata?
Immediatamente prima, di fronte ad una slot, si attivano credenze irrazionali di vincita ed emozioni che rendono "adrenalinici".
Dopo- A partita persa - Subentrano tristezza, autocriticismo e sensi di colpa.

Ma dato che nel circuito della dipendenza, il ruolo più drammatico è svolto dall'astinenza, inevitabilmente si ritorna a giocare.

Il primo passo verso la cura e la possibile guarigione parte sempre dal riconoscimento della malattia da parte del giocatore. E lei, seppur in evidenti difficoltà economiche, ha molti punti a suo favore per poter "disintossicarsi" dalla ludopatia. Uno di questi punti è l'auto-riconoscimento della problematica e la voglia di chiedere aiuto.

Veniamo al dunque. La strada più idonea nel suo caso è questa: deve rivolgersi al Ser.D della sua Città o in quello a lei più congeniale. Ser.D è la sigla di Servizio dipendenze che ha sostituito i vecchi Ser.T (servizio per le tossicodipendenze).
-all'interno del servizio:
1) richiedere un trattamento psicoterapico di tipo cognitivo- comportamentale - riconosciuto dalla letteratura internazionale come l'orientamento psicoterapeutico più idoneo nei casi di dipendenza. La terapia cognitivo comportamentale interviene sulla ristrutturazione cognitiva. Aiuta cioè i pazienti a "distruggere" quei pensieri, quelle false aspettative su cui il giocatore costruisce in automatico il suo comportamento, per poi riportarlo alla realtà. Nel suo caso la terapia le sarà essenziale anche per comprendere l'origine del suo problema e attivarsi per cercare soluzioni idonee anche ai suoi problemi economici.
2) avvalersi di una consulenza psichiatrica. In questo caso, la terapia farmacologica va a trattare gli aspetti patologici correlati, come depressione e stati d’ansia, sia in fase di gioco che di dismissione dal gioco (quest'ultimo: il suo caso)

So quanto lei stia soffrendo ma segua questa strada e ne trarrà beneficio! Il resto... sarà una naturale conseguenza

Un caro saluto
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dopo
Utente
Utente
So bene che il percorso migliore per me è quello che mi ha spiegato .Ma io vorrei un consiglio nell immediato e più precisamente su come approcciarmi a ciò che sta per succedere...Sta per scoppiarmi il cuore e vorrei gridare al mondo il guaio che ho combinato.Vorrei un consiglio su come spiegare a chi amo più della mia vita che ho fallito come uomo, come figlio ,come fidanzato ,come amico come tutto
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Il consiglio è quello di non gridare al mondo quello che le è successo ma parlare, ai suoi affetti più cari, delle sue intenzioni di intraprendere un percorso di cura e mettendo in atto le intenzioni che ha!
Inizi con questo. Questo è il primo passo! Lo faccia per il suo bene! Non c'è nulla da temere ne da vergognarsi. Mi creda.

Lei non ha e non è un fallito. È caduto nel limbo della dipendenza ma questo non vuol dire aver fallito.
La vita scorre serena e poi.... pum! Un'esplosione. Da un momento all'altro cadiamo. Ma la vita ci aspetta per rialzarci. Sempre!

In bocca al lupo
Ci faccia sapere se vuole

Saluti cari
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dopo
Utente
Utente
È troppo brutto quando si ha la sensazione di aver buttato in aria la possibilità di essere felici .Io credo che il problema non sia tanto il gioco quanto quello che c'è dietro al gioco , ciò che ti porta a farlo.Insicurezza , bassa autostima , sono arrivato all autodistruzione...Nonostante capissi bene dove stavo andando , non mi sono fermato, ho continuato fino ad arrivare a questo punto .Ho avuto tante possibilità per fermarmi e riorganizzare la mia vita ma le ho ignorate è come se avessi voluto arrivare fin qui , a perdere tutto .E non parlo di soldi ma di arrivare a perdere gli affetti .A farsi odiare da chi ha dato tutto per te.Io ci credo nella mia ripartenza , perché negli ultimi mesi ho fatto tanti passi in avanti .Pero adesso è dura ...Questo scoglio è troppo alto .La vita con me è stata gentile sempre , ma me ne sono fregato e merito il fango che sta per cadermi addosso
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Il pessimismo simil-depressivo connotato da forte autocritismo e pesanti giudizi su di sé e autosvalutazioni, rappresentano proprio il periodo in cui ci si rende consapevoli che la dipendenza annienta sé stessi. Il gioco è una droga a tutti gli effetti. Come ha ben spiegato, ci si rende razionalmente consapevoli di "dove si sta andando incontro" ma non ci riesce a fermarsi.

Non è una questione di debolezza, come spesso il senso comune vuole farci credere, ma di difficoltà a controllare i propri impulsi. È una patologia. Nella patologia non c'è chi è forte e chi è debole...

sono estremamente lieto di poter condividere questo dolore con lei, seppur online. E di questo la ringrazio. Il dolore stanca, blocca, ci rende confusi e impotenti e farci sovrastare da esso, ci rende impotenti al quadrato!

*Parta da questa frase " IO CREDO NELLA MIA RIPARTENZA"

Riparta!
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dopo
Utente
Utente
salve , dopo un mese mi ritrovo qui a scrivere.La situazione sotto il punto di vista psicologico è peggiorata.Ho forte tachicardia e sto molto male.Non è peggiorata a causa del gioco perchè gli errori che ho fatto risalgono a parecchi mesi fa e non si sono ripetuti .I l problema fondamentale sono io,sono io che non riesco ad uscire da questa gabbia che mi sono creato .Vorrei parlare alle persone che mi amano e spiegare tutto ma non ce la faccio , anzi sto peggiorando tutto con il mio comportamento sempre cupo , preoccupato e nervoso ,ma purtroppo non riesco a dire che ho combinato un vero macello .Ma il problema di fondo non sono i soldi,il problema sono io.Ho paura di me stesso,vorrei tanto essere una persona diversa ma purtroppo non ci riesco,mi chiudo in me stesso e fingo che tutto vada bene , ma chi sta intorno a me lo sa che non sto bene , ormai agli occhi di chi mi conosce passo come il pessimista , il depresso pensano che sia normale che io stia così.Ma io non sono così.Ormai la mattina mi sveglio con la testa sommersa di pensieri e la notte faccio incubi inerenti la situazione.Io vorrei rivolgermi a qualcuno ma non ho più la possibilità economica,ma non voglio nemmeno rivolgermi al serd perchè il problema non è il gioco, ma è ciò che mi ha portato a farlo.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Quali pensieri, in questo mese, le hanno impedito di rivolgersi agli specialisti che le ho suggerito?
[#10]
dopo
Utente
Utente
Il problema non è il gioco , il problema sono io...la mia personalità che mi porta a sbagliare , che mi porta all eterna insoddisfazione .E sinceramente in questo momento non potrei nemmeno sostenere economicamente un percorso con uno psicoterapeuta..
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
I sintomi depressivi connotati da autocritismo e senso di colpa soprattutto: ", il problema sono io...la mia personalità che mi porta a sbagliare , che mi porta all'eterna insoddisfazione"
Appaiono, dal suo scritto #8, incrementati. Questo è quello che tipicamente accade a chi non sceglie (per vari motivi) di proporsi in un percorso di cura/terapia, quando c'è il bisogno di farlo.

Come lei stesso avrà notato e avvertirà, il quadro complessivo del suo umore è drasticamente peggiorato. Credo che questo sia innegabile.

Tuttavia, il fatto che è tornato a scrivere qui dopo un mese... qualcosa vorrà pur dire.... Non crede?

Ora! E quando dico ora DICO ORA! occorre spezzare la spirale di angoscia in cui si trova.

Per cui: lunedì si faccia fare un'impegnativa dal suo medico curante per una visita psichiatrica presso la sua ASL. Il costo è quello di un ticket.
Anche un eventuale percorso terapeutico potrà farlo in ASL pagando semplicemente il ticket come per qualsiasi altra prestazione sanitaria pubblica.

Ora sta a lei scegliere:
- O decide di agire come le ho suggerito
- O i sintomi andranno sempre a peggiorare

Ritiene di poter seguire i suggerimenti o ritiene di rimanere nell'ombra scura del depresso che non vede via d'uscita ai suoi malesseri (quando invece le vie di uscita ci sono)?
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