Stare con un depresso

Salve,
Chiedo questo consulto per aver espresso hanno visione più completa su una situazione che sfugge alla mia comprensione.
Sono una ragazza di 25 anni che ha intrapreso una relazione da 8 mesi con un proprio coetaneo.
La relazione nata per giorno, col tempo ha preso sempre più peso nelle proprie vite rivelandosi qualcosa di importante.
Fin dagli albori questa persona mi ha estraniato un suo senso di inadeguatezza vissuta sia in senso relazionale a causa di passate relazioni, sia di insoddisfazione a livello accademico. Mentre nei primi mesi abbiamo insieme raggiungo momenti di felicità e spensieratezza assoluta nel tempo questa insoddisfazione si è fatta sempre più pesante fino a diventare un macigno insonstenibile da parte del mio partner. Io credo sia depresso per come mi parla di questo senso di tristezza e malinconia che lo accompagna ogni giorno.
Cio che mi turba e che quando siamo insieme è spensierato, gioisce, si acquieta, ma appena ci dividiamo rientra in questo turbine di pensieri negativi a cui non sa dare una causa e quindi non sa trovare una soluzione. Ho provato a stargli vicino, forse in modo sbagliato essendo io più pragmatica ho sempre creduto che questa situazione si sarebbe risolta da lì a breve imputando magari questo senso di angoscia a episodi sporadici, come un esame più stressante, il rallentarsi nel raggiungimento della laurea, il pensare di poter soffrire in una relazione ancora come in passato. Ma mi rendo conto che c'è qualcos'altro di radicato, che la mia presenza, per quanto positiva non può risolvere. Al momento ci siamo lasciati in quanto anche lui ha concordato che lo stare insieme in questa sua subcondizione lo portava a stare male e a colpevolizzarsi per non darmi il massimo delle sue possibilità, nonostante a me non pesasse per niente. Mi domando se non debba consigliargli di vedere uno psicologo. Che non sia solo questa la vita di uscita giusta per lui che già da mesi cerca da solo di cercare una causa a questo malessere invano. Inoltre vorrei capire io quale posto occupo per lui, il lasciarci lo ha devastato, ma razionalmente sa che fin quando non riuscirà a stare bene con se stesso, non potrà relazionarsi con nessuno. Mi ripete spesso che il suo desiderio più grande e quello di stare bene, per stare bene con me.
Vorrei capirci qualcosa e trovare una soluzione a tutto ciò, ma rendo conto di non saperlo fare.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

il suo ormai ex ragazzo afferma che il proprio desiderio più grande è quello di stare bene, ma da quanto lei scrive non si è mai fatto aiutare da un professionista che potesse accompagnarlo in un percorso conoscitivo e terapeutico.

È così oppure in precedenza si è rivolto a uno psicologo o psichiatra?

Consideri che da qui non possiamo farci un'idea precisa dal punto di vista diagnostico, tanto più sul conto una persona che non è quella che ci sta scrivendo, ma seguendo la sua interpretazione circa la presenza di una possibile depressione le segnalo comunque questo articolo che spero possa esserle utile:
http://www.serviziodipsicologia.it/cosa-non-dire-a-un-depresso/

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie infinite per la risposta.
Non si è mai fatto aiutare, ma nel parlarne non è mai stato troppo negativo nel considerare questa opzione. Ovviamente so che ci vorrà del tempo tra l'accettare di andarci, il trovare quello giusto e poi il lavorarci. Mi domando quale posizione dovrò avere. Un distacco totale farebbe soffrire in primis me, è giusto 'imporre' la mia presenza nella sua vita ( accettata positivamente da lui ), in una situazione così delicata?
Le ripeto per renderle chiaro il quadro che lui afferma di non avere un problema diretto con me, ma di avere un problema generelizzato nel provare qualsiasi emozione positiva. E che il sul desiderio sia ritornare a farlo, per poi farlo a pieno con me.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Oltre a consigliargli di rivolgersi ad uno psicologo, prima di tutto per avere una diagnosi e capire quindi se ha davvero un disturbo (e di quale disturbo si tratti), può chiedergli chiaramente cosa si aspetta da lei, cosa vorrebbe che lei facesse mentre lui si occupa di risolvere i propri problemi.

Avuta una risposta potrà decidere il da farsi.