Profonda indecisione: che cosa fare di me e del mio futuro?

Buonasera gentili signori psicologi,
vi scrivo per avere il vostro cortese parere su una profonda indecisione che mi dilania da anni.
Mi riferisco alla sfera professionale, vi espongo quindi in breve il mio curriculum. Dopo aver conseguito la maturità classica con 98/100 (nonostante avessi perso 5 mesi di scuola per problemi di salute MOLTO seri) e la laurea triennale (marzo 2010) con 110 magna cum laude presso la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori (era la "vecchia"triennale, ovvero una compressione della precedente laurea quadriennale a ciclo unico e costituita da ben 42 esami), trovai subito lavoro (ho cominciato a lavorare due mesi prima di laurearmi) come impiegata per una filiale di una nota S.p.a.
Il lavoro era noioso e non inerente i miei studi ma io, in piena crisi economica, neolaureata e con la comodità di lavorare vicino casa, vi lavorai per 3 anni, fino alla chiusura della filiale stessa. Prima di questa esperienza lavorativa, terminata a dicembre del 2012, avevo accumulato una serie di esperienze minori (ho iniziato a lavorare a 15 anni, oggi ne ho 31) come addetta alla vendita, modella, promoter, hostess di terra, interprete, operatrice turistica, tutor di lingue, segretaria (solo per indicare le più importanti). Da gennaio del 2013 a oggi le 3 esperienze lavorative più durature sono state come commerciale estero per 4 mesi in una S.p.a e per 2 mesi in una piccola azienda locale e come insegnante per 6 mesi in in una scuola privata in cui tenevo dei corsi serali per adulti. Nel frattempo, da quando sto con il mio attuale ragazzo (5 anni e mezzo), ho iniziato anche ad aiutare lui nella sua attività (produzione di prodotti gastronomici tipici) e sono diventata molto brava. In questi 4 anni, fatta eccezione per le suddette esperienze, ho sempre lavorato più di quando avevo un lavoro fisso: insegno 2 o 3 pomeriggi a settimana in una cooperativa di aiuto allo studio per ragazzi, lavoro come interprete a chiamata, traduco siti internet, do ripetizioni e aiuto il mio ragazzo nella sua attività. In tutto questo tourbillon di cambiamenti in cui mi sono vista costretta a dare prova di tutta la mia capacità di adattamento e versatilità, io non so più chi, o meglio, che cosa sono. Non ho una qualifica professionale, ma riesco a fare qualsiasi cosa mi venga richiesta.Tutti mi dicono che ho una capacità dialettica senza pari e un vero e proprio dono per l'insegnamento, per questo mi sto chiedendo (da anni ormai): e se avessi sbagliato strada e, invece che per fare l'interprete, io fossi davvero nata per insegnare, visto che chi studia con me migliora a vista d'occhio?Io mi sento molto gratificata quando insegno, ma mi dico: ha senso iscriversi ad un corso di laurea magistrale e intraprendere la strada dell'insegnamento a 32 anni?!Non so che cosa fare, il mio ragazzo vorrebbe che lavorassi con lui, i miei che cercassi un lavoro come invalida civile (sono affetta da sclerosi multipla).Grazie mille a tutti per i consigli!
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
"se avessi sbagliato strada e, invece che per fare l'interprete, io fossi davvero nata per insegnare, visto che chi studia con me migliora a vista d'occhio"

Buongiorno,
Leggo nei suoi tanti consulti, che la confusione le fa compagnia da tantissimo tempo.
Si è posi fatta seguire da uno psicologo?
In merito a quello che scrive adesso, le rispondo, ma non è disgiunto dal suo storico di conulti.
Cambiare rotta nella vita è possibile, ma obbliga a tanta fatica ed agli anni che passano...
Se per lei è davvero così importante dare, insegnare, educare..lo faccia, non per forza deve ricominciare daccapo.

A prescindere da quello che gli altri, genitori e fidanzato, vorrebbero per lei, dovrebbe ascoltarsi.
Ancor di più se ha una malattia con cui convive, che come ben sa risente fortemente del benessere o malessere psichico.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buonasera dottoressa Randone,

la ringrazio innanzitutto per avermi risposto e spero abbia trascorso un piacevole weekend di Pasqua.

Non le ho risposto prima perché ho voluto prendermi tutto il tempo per poterlo fare senza fretta, ma vedo che ha colto nel segno la mia problematica.

Sarò ancora più chiara: la confusione che, come lei ha abilmente notato, mi accompagna da anni, è a parer mio frutto del peso datomi dalla consapevolezza di aver commesso tanti, troppi errori e che, probabilmente, è TROPPO TARDI per porvi rimedio.
Sento di vivere, e aver quasi sempre vissuto, una vita solo "anagraficamente" mia, ma non DAVVERO mia.

Ho frequentato delle scuole superiori che non erano quelle che avrei voluto fare io (io volevo fare il liceo linguistico, mia madre mi iscrisse di nascosto al classico tradizionale e io lo scoprii una settimana prima dell'inizio della scuola, a 19 anni mi iscrissi alla Scuola Interpreti anche un po' per ripicca), non ho avuto le amiche che avrei potuto avere perché dovevo vivere reclusa in casa a studiare (sempre per imposizione materna, dovevo avere tutti voti dall'8 in su), inoltre potevo frequentare solo quelle amiche che avevano superato il suo "test d'ammissione" e che quindi le piacevano...ho dovuto nascondere (e quindi non vivere serenamente) i miei primi amori (mentre le mie pochissime amiche si confidavano addirittura con le loro mamme!!!).
Ho avuto quindi un'adolescenza molto infelice, o meglio, alquanto tormentata.

Lo scorso anno, neanche a farlo apposta proprio 3 giorni prima della diagnosi di SM, andai dalla psicoterapeuta da cui ero stata seguita in passato chiedendole disperatamente di aiutarmi a riappropiarmi (o appropiarmi?) della mia vita perché mi sentivo infelice, mi mancava sempre qualcosa, volevo dare una svolta alla mia vita e cominciare a viverla davvero secondo le MIE regole.

Ora è trascorso quasi un anno da allora, ho quasi 32 anni, vivo ancora in casa con i miei (salvo trascorrere 3-4 giorni a settimana dal mio fidanzato), non trovo un lavoro degno di tale nome neanche a piangere sangue e quindi da 4 anni vado avanti a lavoretti occasionali, tra cui il più stabile è quello come insegnante in una cooperativa grazie al quale ho scoperto quanto mi piaccia insegnare, trasmettere ai ragazzi la mia passione per le lingue, gioire insieme a loro per un 8 e rattristarmi per un 4.
A dire la verità ne avevo già avuto il sospetto insegnando in dei corsi serali (purtroppo quella scuola privata ha chiuso) e dando ripetizioni, ma ora mi appare davvero chiaro come la luce del sole.

Al tempo stesso però sono frenata nell'iscrivermi di nuovo all'università, ho paura di non farcela a causa della mia malattia e del poco tempo che avrei per studiare, temo di fare l'ennesimo errore che mi farà solo perdere tempo e denaro.

In passato infatti è già successo che mi sia iscritta a dei corsi di laurea (in un caso erano 2 anni di specialistica, nell'altro era proprio quinquennale) e poi lasciar perdere un po' per la mancanza di tempo, un po' per non sprecare soldi e, soprattutto, perché non mi interessavano davvero.

Intanto il tempo passa, io divento sempre più vecchia e malata, ho sempre meno possibilità di trovare lavoro e il rimpianto per non essermi iscritta SUBITO alla magistrale di lingue per l'insegnamento cresce sempre più. E mi rodo il fegato quando vedo ragazze della mia età che insegnano.

Attualmente mi sta seguendo sempre la stessa psicoterapeuta che dicevo prima, ormai sono passati 6 anni e mezzo dalla prima volta che sono andata da lei, ma non vengo a capo di nulla.
Le uniche cose sicure sono che sto sprecando soldi, tempo, energie e che la mia frustrazione cresce sempre più.
E' per questo che ho scritto a voi, ho terribilmente bisogno di un parere esterno, di un consiglio, un'opinione sulla mia tragicomica situazione.
Grazie infinite a tutti voi,buona serata.
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Gentile Utente,

Lei dice che non ne viene a capo con la psicoterapeuta, ma quali obiettivi terapeutici avete fissato anni fa?
Ha fatto presente alla terapeuta che Le pare di non avere avuto risultati?

Posso chiederLe che cosa pensa del suggerimento dei Suoi genitori? Ha mai fatto una valutazione per l'inserimento lavorativo come Le suggeriscono i Suoi? Attualmente Lei quali sintomi ha della SM?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie dottoressa Pileci per la sua risposta,
sono stata dalla stessa psicoterapeuta a più riprese, ogni volta per una problematica diversa e mai del tutto risolta a parer mio.Gliel'ho fatto presente e mi ha risposto che non ero stata costante né nella frequenza delle sedute né nel seguire le sue (poche) indicazioni.
Ho fatto la domanda di invalidità, ma non mi hanno ancora chiamata per la visita.Il mio obiettivo è quello di avere l'esenzione totale per le spese mediche, non voglio iscrivermi alle graduatorie per il collocamento mirato perché voglio fare ciò per cui ho studiato, non un lavoro qualsiasi e magari anche notevolmente inferiore alla mia qualifica.
I sintomi di SM, che non sto curando in alcun modo, sono: dolori, parestesie generalizzate, irrigidimento degli arti inferiori, spasmi muscolari involontari (a volte), faticabilità e rallentamento nella marcia (cammino più lentamente che in passato).
Da quando ho scoperto di essere malata di SM sono inoltre sempre arrabbiata, o meglio mi arrabbio più facilmente, e ho molta più voglia di fare e di vivere, mi alzo tra le 6 e le 7 tutti i giorni, vado sempre a dormire non prima delle 11 e fatico a dormire....
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Gentile Utente,

intanto deve seguire le indicazioni del medico per la SM e valutare con la psicoterapeuta il da farsi.
La rabbia è comprensibile, ma può utilizzarla a Suo vantaggio, grazie all'aiuto della psicoterapeuta.
Tale aiuto le sarà utile anche per affrontare in modo sereno l'inserimento lavorativo. Sinceramente credo sia la strada più saggia da percorrere, a causa della SM e delle limitazioni che comporta.

Cordiali saluti,
[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la sua rapida risposta dottoressa.
Quindi lei crede che dovrei pensare solo a un lavoro da invalida e basta, non prendere più in considerazione nient'altro e quindi abbandonare l'idea di ricominciare a studiare e diventare una VERA Insegnante?
Ogni consiglio è utile per me, grazie mille.
[#7]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Deve fare i conti con la realtà; ma per farlo può affidarsi di persona alla psicoterapeuta che già La segue.

Cordiali saluti,
[#8]
dopo
Utente
Utente
Grazie dottoressa per la sua rapida risposta.
Al momento in realtà non so nemmeno se mi verrà assegnato un punteggio tale da consentirmi di iscrivermi al collocamento mirato (a quel che so io è del 46%), quindi potrei star pensando a qualcosa che in realtà non potrò fare.In ogni caso è molto demoralizzante, avvilente e demotivante rassegnarmi a dovermi cercare un lavoro come invalida e quindi dover smettere per sempre di insegnare, di aiutare il mio ragazzo nella sua attività (in realtà nostra, perché io sono socia), di essere la persona che sono sempre stata.Non credo proprio di farcela, sono passati 10 mesi dalla diagnosi, avrei potuto cominciare a curarmi 7 mesi fa e ancora non voglio nemmeno sentirne parlare perché io voglio vivere, vivere, vivere e come dico io, non come mi impone un farmaco prescrittomi da un neurologo.
Le auguro una buona giornata, grazie per il suo consiglio.
[#9]
dopo
Utente
Utente
Buonasera dottoressa,
proprio oggi in cooperativa mi è successo l'incredibile.
La responsabile mi ha chiesto se me la sentivo di sostituirla da domani fino alla fine dell'anno scolastico perché ha dei problemi in famiglia (sua madre è gravemente malata).Mi ha detto (riporto le sue testuali parole)"chi potrebbe farlo se non tu?Tutte le volte che ti vedo o ascolto insegnare inglese o francese mi dico che sei davvero una prof dentro!E poi caspita, hai il polso di un generale!"
Dopo averle fatto i miei migliori auguri e averla ringraziata per la fiducia,mi sarei messa a urlare dalla gioia: è poco più di un mese, ma sarò IO, proprio IO, a coordinare ed essere responsabile di tutti gli altri insegnanti, oltre ovviamente a insegnare io stessa.Solo adesso sto riflettendo sul fatto che, inoltre, in questo periodo guadagnerò più del doppio rispetto al solito.
Non credo in cose come la legge dell'attrazione o simili,ma in momenti come questo mi viene da pensare che è inutile nascondere a me stessa la verità: ho sbagliato strada, ho sbagliato di brutto.Non sono così ingenua da non rendermi conto che questa persona potrebbe anche essere stata molto ruffiana con me affinché io accettassi, ma non posso non dire a me stessa: "svegliati, hai quasi 32 anni, ma non sei ancora morta, sii più forte del tuo stesso destino che ti vuole malata e invalida, prova, tenta, datti da fare, sei ancora viva!!!"
Lei che cosa ne pensa?Io sono sempre più disorientata....
grazie mille!!!!