Topamax - Rischio Acidosi

Buongiorno,
ho assunto il topamax per un anno. Non ho riscontrato particolari effetti collaterali se non una considerevole riduzione dell'appetito ma è proprio l'effetto cercato poichè ho assunto il farmaco per un disturbo alimentare. (bulimia).
Nell'ultimo anno ho deciso di interromperlo poichè il percorso psicoterapeutico ed individuale aveva dato buoni risultati e volevo provare a farcela con le mie sole forze, senza dunque l'aiuto di un farmaco.
Purtroppo la bulimia è un male difficile da eliminare e si è riaffacciata come un fulmine dopo pochi mesi dall'interruzione.
Vorrei dunque riiniziare il topamax poichè credo nell'efficacia del farmaco, tuttavia, dopo alcune letture rapide sul web ho riscontrato un effetto collaterale del quale non ero a conoscenza ovvero l'acidosi metabolica.

Potete gentilmente illustrarmi meglio la possibilità e l'incidenza reale di questo effetto? E' possibile evitarlo in qualche modo? Ci sono delle analisi che ne attestano la presenza? Nel lungo termine può portare a conseguenze più gravi?

grazie infinite per l'attenzione
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"Nell'ultimo anno ho deciso di interromperlo poichè il percorso psicoterapeutico ed individuale aveva dato buoni risultati e volevo provare a farcela con le mie sole forze, senza dunque l'aiuto di un farmaco."

Il problema è questa considerazione completamente incomprensibile. L'idea della malattia non era, all'epoca in cui comunque stava bene, corretta. Il farmaco è indicato come un "aiuto" e non una cura, faceva una cura composta di due elementi ma li contrappone, tanto che siccome "la psicoterapia aveva dato buoni risultati" allora sospende il farmaco. La cosa è assurda.

La questione sul topamax è anch'essa poco chiara. Lo ha già assunto per un certo periodo, perché adesso preoccuparsi degli effetti collaterali, e perché proprio di uno pescato tra cento ?

Non è chiaro neanche che idea abbia dell'acidosi metabolica, cosa pensa che sia. Io direi di farmi consigliare dal suo medico, che l'ha seguita e non le aveva indicato di sospenderlo.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore,
la ringrazio per la sua risposta.

La cura con il topamax era appunto come lei sostiene un aiuto, al percorso psicoterapeutico che purtroppo da solo non bastava poichè le abbuffate continuavano ad essere ricorrenti ed invalidanti per la mia vita ( parlo di circa 2-3 episodi giornalieri).

L'assunzione del topamax ha portato dei risultati eccellenti non lo nego. Ho comunque portato avanti il mio percorso psicoterapeutico nel tentativo di risolvere le cause primarie del mio disturbo.

Nell'ultimo anno, credendo di aver risolto il mio disturbo, ho creduto di poter fare a meno anche del farmaco.
Decisione che è stata validata anche dal mio medico.

Non trovo assurda l'idea di sospendere un farmaco se la sintomatologia non è più presente. Ho provato dunque ma Il sintomo si è ripresentato.

Il problema è che, seppur un valido aiuto, il topamax è un farmaco ed ora, la mia paura più grande è quella di dover dipendere da questo farmaco.

Nonostante le rassicurazioni del mio medico sto cercando informazioni più accurate e più dettagliate.

Mi sono soffermata sull'acidosi perchè è l'effetto che, nella mia ignoranza in materia, ho percepito come più pericoloso.

Ovviamente chiedo a voi qualsiasi informazione a riguardo.
Vorrei solo più informazioni, più pareri per essere tranquillizzata.

Vi ringrazio
Cordialmente
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Una serie di ragionamenti completamente gratuiti, che non si sa da dove vengano fuori.
Eppure con una terapia CC dovrebbe aver acquisito una consapevolezza di malattia migliore, invece si direbbe che ci siano gli stessi concetti che rendono le persone incapaci di considerare nel modo più pratico le proprie malattie e le terapie.

a) se una malattia impone che, per star bene, uno debba prendere un farmaco, che senso ha dire che questa è una "dipendenza" come se fosse qualcosa che non deve esistere. Solo nelle malattie psichiatriche si pretende che non si debba dipendere da un farmaco per star bene, nelle altre è cosa non esaltante ma accettata

b) se il topamax aveva dato risultati, perché è "un aiuto" ? e perché invece la psicoterapia va alla radice del problema ? Non esiste questa differenza..

c) ammesso che una cura vada alla radice o meno, chi ha detto che sospendendola (in tutte le sue componenti che hanno funzionato) il problema sia finito ?
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore,
la ringrazio nuovamente per la risposta.

Non ho trovato le risposte alla mia domanda originaria ma di certo un valido aiuto ed uno spunto di riflessione migliore su come affrontare la mia problematica.

Cordiali Saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La sua domanda originaria è un semplice effetto collaterale riportato tra gli altri, la questione è che non so fino a che punto una persona possa intendere il senso di certi termini e soprattutto il senso pratico.
Di effetti ce ne sono svariati, ora perché proprio quello tra i tanti ? Inoltre, essendo un farmaco già preso, perché questa preoccupazione così mirata a un effetto ?
Il medico eventualmente glielo può illustrare meglio se ce ne è necessità rispetto a suoi rischi particolari, altrimenti in generale è una delle cose elencate, e colpisce che a fronte di questo ci sia però uno sviluppo della cura che invece non è logico.
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