Ossessioni e ansia

Buonasera. . Sono un ragazzo di 21 anni, mi è capitato qualche volta di eccitarmi (da solo e con determinate fantasie) su uomini nel corso della mia vita, ma non ci ho dato mai tanto peso, sapevo di essere eterosessuale, ne ero certo. Tutto questo fino a tre mesi fa circa... venivo da un periodo molto difficile, tra esami e altro, nonché da vari tipi di problemi legati all'ansia, come reflusso gastroesofageo e una strana sensazione di stare in una "bolla". Tre mesi fa è all'improvviso sparito tutto, sostituito da una sola terribile ossessione: quella di essere gay. Non ho mai fatto sesso nella mia vita, ma il mio istinto mia ha sempre portato ad eccitarmi in vicinanza di ragazze, mai per uomini anzi, sono sempre stato infastidito dal contatto stretto con uomini, preferivo avere le giuste distanze. Non ho un bellissimo fisico, osservavo gli uomini con un bel fisico invidiandoli, pensando "quante ragazze mi farei se avessi quel fisico!". Ho sempre avuto ansia con le ragazze, infatti ho "concluso" pochissime volte, molte delle quali sono stato respinto. Ma ho sempre avuto le idee chiare, non mi sono mai piaciuti gli uomini, mi è capitato qualche volta di avere fantasie ma la cosa si è fermata lì, immagino sia abbastanza normale. Stavolta no. Stavolta è diventata una vera e propria ossessione, ci sono momenti in cui sono distrutto dall'ansia. Oramai per me stare solo è una tortura... non faccio altro che cercare "prove" sulla mia sessualità, a immaginarmi situazioni. Ho letto su internet del Doc omosessuale, ho pensato di poterne essere affetto ma la mia ansia respinge questa ipotesi e mi forza ad avere fantasie con uomini che mi disgustano. La vicinanza troppo stretta di uomini adesso mi infastidisce ancora di più. Spesso penso di fare outing (probabilmente falso) perché almeno quest'ansia se ne andrebbe, spesso mi dico "va bene sono gay, ma basta! con questa tortura!". Oramai non riesco più a studiare, sono libero da queste ossessioni soltanto quando mi distraggo, giocando a calcio o domrendo, o quando penso totalmente a qualcos'altro. Ci sono momenti in cui sono calmo e momenti in cui soffro di un'ansia terribile. Sono andato da una psicologa a fare un consulto, ma non so perché ho peggiorato la situazione, mi ha detto che forse devo ancora scoprire la mia sessualità, ma a 21 anni uno sa cosa gli interessa, e lo so pure io. L'ansia è cresciuta ancora di più quando un mio amico molto stretto ha fatto outing: per quanto non mi ritrovo in assolutamente nulla della sua storia, penso a come vive lui la sua vita e penso "toccherà anche a me?".
Può essere tutto questo dovuto alla mia mancanza di relazioni importanti con le ragazze? è normale diventare gay all'improvviso? e quando succede, è normale stare così male e avere lo schifo dello stesso sesso?
Scrivo qui perché non so con chi parlarne. Lo psicologo mi fa consulti gratuiti, ma i soldi per pagarne uno perché mi segua attentamente non li ho. Grazie dell'attenzione.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile ragazzo,

Ricordo il suo consulto di fine aprile, in cui ci poneva le stesse domande e dalla Collega Pileci le era stato suggerito di rivolgersi ad un Collega.

Bene. Lei lo ha fatto
-Come si trova? Il collega è anche psicoterapeuta?
- quanti incontri avete fatto?
- come si svolgono le sedute?
- ha avuto una diagnosi da parte del collega? Se si, in cosa si sostanzia la diagnosi?
- "uno perché mi segua attentamente non li ho"
Ritiene e/o avverte che il collega sia "poco attento" ? Come mai? Rispetto a cosa sente la necessità di essere seguito più attentamente?
Vorrei capire cosa intende per "più attentamente"

Grazie

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

[#2]
dopo
Utente
Utente
Si avevo scritto quel consulto, ma le cose sono solamente peggiorate. Abbiamo fatto un solo incontro, in cui la dottoressa mi ha chiesto un po' della mia vita. Mi ha parlato di una figura femminile molto "ingombrante" nella mia vita, mentre di un padre più "pacato", mi ha parlato anche di una strana mancanza di informazioni su parto e gravidanza e primi anni di vita, anche se sinceramente non capisco cosa importi... mi ha infine detto che soffro effettivamente di ansia, mi ha detto che se ho questa paura di essere gay evidentemente il dubbio prima c'era (non l'ho mai avvertito), e che secondo lei probabilmente sono eterosessuale. Mi ha consigliato due strade: o parlare con uno psichiatra e farmi prescrivere ansiolitici (vorrei evitare, ma io non riesco più a far nulla...) o aspettare. Secondo lei, passerà. Poco attento perché ho fatto una seduta due settimane fa, e per questa e la prossima settimana già non c'è più posto...
Grazie
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Direi che la collega ha azzeccato il fatto evidente e scientificamente sostenuto dalla ricerca in psicologia e psicoterapia che, chi teme di poter essere omosessuale, omosessuale non è. Perché chi effettivamente lo è NON SÌ PONE DUBBI OSSESSIVI CONTINUI SUL FATTO SE POSSA ESSERLO O MENO. l'omosessualità è un orientamento sessuale che NON prevede ansia, timore e angoscia di poter essere o diventare omosex.

Sul perché la collega le abbia chiesto e parlato della sua storia di vita molto probabilmente dipende dal proprio orientamento psicoterapico.

" Mi ha consigliato due strade: o parlare con uno psichiatra e farmi prescrivere ansiolitici (vorrei evitare, ma io non riesco più a far nulla...) o aspettare. Secondo lei, passerà".
Da questo che ci scrive, appaiono personalmente utili 2 riflessioni e un suggerimento:

- riflessione 1: verosimilmente siamo in presenza di un disturbo ossessivo (come lei stesso scrive). In questi casi, se le ossessioni sono frequenti, costanti, durature e intense, è utile associare alla psicoterapia un sostegno psicofarmacologico. La terapia combinata: farmacologica e psicoterapica rappresenta il Gold standard nel trattamento dei malesseri ansiosi come il suo. Quindi occorre rivolgersi ad un bravo psichiatra per una eventuale prescrizione farmacologica. Senza timori di dipendenza da farmaco etc. Se ben seguito dal medico psichiatra nel tempo, non ci sono assolutamente motivi di avere timori e/o evitare terapie farmacologiche.
- riflessione 2: "secondo lei passerà". Si. La collega ha ragione perché Il DOC ha una prognosi benigna MA occorre lavorare sui sintomi con: frequenza, costanza, pazienza e preferibilmente con sedute settimanali.

-suggerimento: se le sedute terapeutiche non sono ben cadenzate nel tempo (almeno 1 a settimana), è difficile riuscire ad appropriarsi della capacità di gestione emotiva e cognitiva dei suoi sintomi. Per quanto detto, può orientarsi, sempre all'interno del servizio sanitario pubblico, nella scelta di un/una Collega che la segua con maggiore assiduità.

Le allego una mini guida e un articolo sulla scelta dell'orientamento psicoterapico che riterrà più opportuno nel trattamento del suo problema. (Troverà anche indicazioni farmacologiche)
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html

Sulla base dell'orientamento terapeutico che riterrà più opportuno per lei, si faccia prescrivere dal medico curante un'impegnativa di accesso in ASL, dove viene indicato il tipo di trattamento che sceglie.
Non trascuri anche l'impegnativa per la visita psichiatrica.

cordiali saluti
In bocca al lupo!
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per l'esauriente risposta dottore. Provvederò al più presto a contattare uno psichiatra e cominciare a lavorare su questa cosa. Grazie ancora
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Prego! ;)

Le ho allegato nel precedente consulto anche un articolo. Lo legga. Le tornerà utile!

Molti auguri
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