Fastidio persistente all'inguine destro

Gentili dottori,
Scrivo per via di questo disturbo cronico, non invalidante, che però mi trascino da metà febbraio: inizialmente si é manifestato per circa 3 settimane, per poi scomparire per un mese e mezzo e infine ricomparire a intermittenza fino ad oggi. Lo avverto ormai tutti i giorni, soprattutto nel pomeriggio e la sera, più raramente la mattina o di notte. Recentemente ho effettuato analisi del sangue, visite ed esami gastroenterologici e ginecologici, tutti nella norma, che sembrerebbero escludere un problema relativo a tali organi, ma questo sintomo in particolare potrebbe essere passato inosservato tra le tante somatizzazioni di ansia e stress che ho avuto. Comunque, non ho disturbi digestivi o della minzione, né irregolarità mestruali. L'ultima volta che sono stata esaminata esternamente dalla gastroenterologa, qualche giorno fa, é stata esclusa con sicurezza un'infiammazione all'appendice ma non mi é stato detto di più.
Si tratta di una sensazione di calore e fastidio in un'area compresa tra il pube, l'attaccatura della gamba destra - dove insiste l'elastico delle mutande - e l'incontro tra vulva ed interno coscia. Nelle ultime settimane, in coincidenza con l'arrivo della brutta stagione (perché io vivo nell'emisfero australe) il fastidio sembra essersi irradiato alla gamba, con un senso di indolenzimento che la coinvolge per intero, fino al polpaccio e la caviglia. Nell'arco della stessa giornata posso passare varie volte dallo sforzare tranquillamente la gamba destra al concentrare tutto il mio peso sull'altra, per via di questo disturbo che va e viene! A volte avverto delle fitte improvvise, simili a pizzicotti o punture d'insetto ma, per quanto lo cerchi con le dita, non riesco mai ad individuare un punto preciso dolente al tatto; noto solo una sensibilità generale, più accentuata, dell'inguine destro rispetto al lato sinistro.
Mi sembra strano che la causa possa risiedere in un muscolo o un nervo, perché non ho affatto modificato il mio stile di vita negli ultimi anni: sono una persona sedentaria, lavoro al computer molte ore al giorno e cammino sempre a passo svelto per non più di 20-30 minuti, ad eccezione del fine settimana, quando faccio passeggiate molto più lunghe; pratico sport solo occasionalmente. Se puó essere una precisazione significativa, in ufficio soffro spesso il freddo (qui é quasi inverno ma l'ho patito anche in piena estate, poiché i miei colleghi accendono l'aria condizionata a temperature basse) e tendo ad assumere una posizione molto rigida da seduta, con le gambe quasi costantemente accavallate e attorcigliate, solitamente la destra sopra la sinistra.
A breve rientrerò in Italia e mi farò sicuramente consigliare dal medico della mia famiglia di origine, ma nel frattempo mi piacerebbe sapere se é possibile indirizzarmi già verso uno specialista, e quale. Grazie di cuore.
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Attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Salve,
dalla descrizione dei suoi sintomi è prioritaria la esclusione di un conflitto radicolare a livello lombare e sacrale, nonchè lo studio del cono midollare e della cauda equina.
Ciò si può fare semplicemente con una RM del rachide Lombosacrale, che sicuramente in Australia non avrà difficoltà a eseguire.
Assuma una postura più fisiologica quando sta seduta: già stare molto seduti provica una rettilineizzazione dell'ultimo tratto del rachide, con ripercussioni inevitabili su tutta la statica vertebrale, se poi lei intreccia pure le gambe la faccenda si complica.
Io procederei con una visita neurochirurgica e poi con la risonanza: ma si può tranquillamente fare il percorso opposto.
Valuti lei.
Se vorrà mi faccia sapere.
Carissimi saluti,
Dott. Caldarola.
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