Ansia, terrore, panico.

Buongiorno,
circa 5 anni fa, ho avuto un grave incidente in macchina che mi ha causato non pochi problemi di salute a lungo termine: schiacciamento di due vertebre del collo (conseguente ad un colpo di frusta) e distorsione del setto nasale (ho sbattuto frontalmente). Da allora, ho iniziato a soffrire di cervicale e di rinite vasomotoria, i cui sintomi sono naso chiuso, vertigini, perenne mal di testa/schiena/spalle, nausea, vomito e instabilità costante! Per i primi anni, suddetti sintomi ho saputo gestirli, anche se - spesso - mi ritrovavo a vomitare, dopo una serata in discoteca, senza aver bevuto, ma solo per via della mia cervicale pressoché perenne! A volte, uscivo e, poi, mi ritrovavo a dover camminare per strada reggendomi a qualcuno perché la cervicale incideva sulla mia stabilità e avevo come l'impressione che stessi per cadere a terra! Insomma, ho sempre avuto problemi, ma ho cercato di non farci caso e di continuare la mia solita vita! Circa un anno fa, d'estate, in discoteca, ho avuto un grave attacco di panico (causa caldo e locale eccessivamente affollato) che mi ha condotto in ospedale e, da allora, la qualità della mia vita è nettamente peggiorata! Subito dopo l'attacco di panico, ho iniziato a soffrire di ansia e ad aver paura che potesse ricapitarmi. Ho cercato di evitare da subito tutti i posti che potessero scatenarmi ansia, come la discoteca o i posti in cui ci fosse eccessivamente caldo. Mi sono anche rivolta ad una psicologa e sono riuscita a "superare" quel momento, momento in cui non dormivo, non studiavo e non uscivo! A settembre sembrava che le cose fossero migliorate (a distanza di due mesi e mezzo dall'attacco di panico). Ho ripreso a sostenere gli esami universitari e ad uscire, sempre evitando la discoteca! Tuttavia, da quando ho iniziato ad avere questi problemi di ansia, la mia cervicale è peggiorata tantissimo, devastandomi ancora di più la vita! Ora che è di nuovo scoppiato il grande caldo, sono ripiombata in quell'incubo! Da un paio di giorni, continuo a pensare - prima di uscire - "e se mi sento male e svengo?". E' un pensiero costante che mi sta rovinando la vita! Non ho più avuti attacchi di panico da quella volta, ma non vorrei che ora, il caldo, mi avesse fatto riemerge inconsciamente quel momento (caldo = attacco di panico)! Cerco di fare tutto normalmente e, una volta fuori, non mi succede nulla (se non le continue vertigini connesse alla cervicale), ma comunque - prima di uscire di casa - ho il terrore che qualcosa fuori possa succedermi! Una volta fuori, sto bene poi solo se in compagnia, altrimenti - se sola - il mio pensiero è quello: "oddio, ora sto male!". Questi pensieri negativi mi portano ad avere crisi di pianto e tachicardia. Non so cosa fare, ho un esame tra poco e, ad un passo dalla laurea, non posso permettermi di saltarlo! Come posso star meglio e come posso fronteggiare questo problema una volta fuori? Ho paura di non uscirne più e di non riuscire a star meglio. Grazie
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

la dinamica che va spezzata è proprio questa:

"Subito dopo l'attacco di panico, ho iniziato a soffrire di ansia e ad aver paura che potesse ricapitarmi. Ho cercato di evitare da subito tutti i posti che potessero scatenarmi ansia, come la discoteca o i posti in cui ci fosse eccessivamente caldo"

anche perché l'equazione caldo=panico è proprio ciò che mantiene in piedi il problema e lo alimenta.

Posso chiedere se con la psicologa ha fatto un lavoro terapeutico? Se sì, di che tipo?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto, grazie per la sua celere risposta. Dunque, non ho seguito un vero percorso di psicoterapia perché, a suo dire, trattandosi di un attacco di panico isolato, non era un vero e proprio DAP. Abbiamo lavorato, in primis, sulla respirazione, onde prevenire futuri attacchi di panico e, non essendomene più ricapitato uno, devo dire che mi è servito molto! Ho imparato a riconoscerli e a gestirli, utilizzando le tecniche di respirazione che lei mi ha insegnato! Poi, abbiamo lavorato un po' sugli attacchi in sé, facendomi capire come funzionassero e come funzionasse l'ansia anticipatoria, il mio grande problema. Mi ha detto che, ogni qual volta la mia mente pensa a qualcosa di negativo, devo trovare una via di fuga che mi faccia stare tranquilla, del tipo "ok, se svengo non succede nulla. Qualcuno mi raccoglierà!". Sarei tentata di buttarmi sulla vera e propria psicoterapia, soprattutto perché vorrei evitare di prendere psicofarmaci o tranquillanti e, dunque, vorrei lasciare lo psichiatra come ultima spiaggia! Lei cosa dice?
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